Soldatini di piombo

Ex campioni, battuti con disonore, fuori dal campionato europeo gli italiani possono fare solo mea culpa.

Hanno giocato come soldatini di piombo, una partita a scacchi, si sono mossi come se ognuno avesse a cuore di perdere. Perdere e perderemo. E infatti è stato così. Soddisfazione per gli svizzeri che da lungi non ci battevano e smacco totale per noi che non abbiamo trovato la strada della porta se non in un paio di occasioni mancate e senza convinzione.

Erano tutti li per perdere, compreso Spalletti che ora farà il solito pianto greco: i ragazzi hanno dato il massimo…ma di che? di indifferenza, di menefreghismo di noia di incapacità di svegliarsi da un torpore indotto forse una overdose di fiacchite: ma chi te lo fa fare a darti tanto da fare?

Ma che campioni, questi sono campioncini a perdere con una carriera tarpata (ma neppure tanto) da una performance vergognosa.

Eppure sono strapagati, coccolati, viziati, hanno il mondo ai loro piedi. Piedi che non hanno saputo muoversi in un campo che sembrava stregato. E alla fine il fischio è arrivato e i fischi pure.

Più che meritati.

28 commenti su “Soldatini di piombo”

  1. Complimenti per questo pamphlet che rende a Spalletti e alla squadra italiana ciò che pienamente si meritano.
    Mi chiedevo dove esprimere il mio disgusto (e dispiacere) per una fine così ingloroisa del nostri Colori. Mariagrazia mi ha tolto dell’imbarazzo.
    Però qualcosa la voglio dire se non altro per mettere la chiosa finale ai miei precedenti commenti poco benevoli.
    Spalletti che già contro la Croazia era riuscito nella prodezza di sbagliare tutto riuscendo a “vincere” con un misero pareggio, stavolta non ha replicato la prodezza: ha distrutto il centrocampo(fuori Frattesi, Pellegrini e Jorginho) che poi tenta di ricostruire a risultato compromesso; sperimenta un attacco improvvisato, con gente che non si conosce affatto (El Sharawi, Scamacca, Chiesa); tiene in campo Barella zoppicante, e si affida all’estro di Fagioli, un giocatore recuperato in extremis dopo una “disavventura” professionale.
    Ma non si tratta solo di formazione sbagliata, Spalletti ha plasmato una squadra pavida, lenta, senza idee e senza carattere. Meritatamente va avanti la Svizzera.
    Inutile pensare ai mondiali con questi personaggi.

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  2. Confermo, un conto era la “Banda Mancio” composta da alcuni inarrivabili della Sampd’oro, un altro questo mestierante del pallone riciclato come allenatore dopo una carriera pedatoria modestissima.
    Il CT è un selezionatore e deve portare un’idea di gioco che deve concretizzarsi nell’arco di un mese e di 5 o 6 partite 7 con la finale, non si può cambiare tre moduli in 90 minuti, è andato a sbattere contro un muro, 5 dietro 4 in mezzo e solo una punta, in più giocando come dice il toscano: “sotto livello”, ma sotto veramente.
    A questo aggiungerei un Presidente della FGCI incollato alla poltrona che se fosse uno tiene “uevos” come dicono i latini, se ne sarebbe già andato, ma un travet incapace basta vedere i casini che fa in Lega e lo scontro quasi quotidiano con Abodi Ministro dello Sport.
    Giusto uscire siamo “grammi come la peste”, con una rosa di sopravvalutati dalle fanfare giornalistiche che usano il superlativo anche quando vanno a fare l’antidoping.
    E’ l’intero sistema che va cambiato, ma non succederà, troppi interessi e con mezza serie A in mano ai fondi d’investimento il bene prioritario non il movimento ma il profitto.

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  3. E’ di moda resistere, resistere, resistere. Ma non da parte delle minoranze oppresse, bensì da chi detiene il potere e ha miseramente fallito.
    Così Macron in Francia resiste fino all’ultimo voto contrario, così la Von der Leyen resiste finché vita non la separi dalla poltrona.
    Ma che anche Spalletti si arruolasse al partito della resistenza non me l’aspettavo: “Ho sbagliato -dichiara, bontà sua- ma di lasciare non se ne parla”. Na parleremo al prossimo fallimento? Non è detto.
    Certo che ce ne vuole, dei tre realizzatori per l’Italia -Frattesi, Barella, Zaccagni- tenerne in squadra solo uno, Barella, peraltro semi azzoppato. Anche dal punto di vista psicologico , ce ne vuole sostituire l’eroe che aveva estromesso la Croazia, Zaccagni, con lo spaesato El Sharawi: al laziale saranno cadute a terra quelle cose nel vedersi escluso dopo avere salvato la squadra dall’eliminazione ai gironi. Ce ne vuole sostituire come regista un collaudatissimo Jorginho con un’imberbe Fagioli.
    Ce ne viole sì, ma Spalletti resiste.

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  4. Non e’ un mistero che il calcio italiano passi dalle stelle alle stalle…e viceversa.
    Basti ricordare quanto accadde dal dopoguerra fino ai giorni nostri dopo i trionfi di due mondiali vinti e i trionfi del “grande Torino”.
    Mondiali 1950 in Brasile: un disastro, con calciatori spompati ancor prima di iniziare le gare e sconfitta con la Svezia per 3-2.
    Mondiali in Svizzera 1954: mazzolati dagli Elvetici nei due incontri avuti, il primo ufficiale perso per 2-1 e il secondo di spareggio per accedere agli ottavi disfatta per 4-1.
    Mondiali in Svezia non disputati che’ sconfitti alle qualificazioni da una modesta Irlanda del Nord a Belfast.
    Mondiali in Cile 1962: battuti 2-0 dal Cile dopo una gara burrascosa ed espulsioni di calciatori nostrani fino a disputare il match 9 contro 11.
    Da rammentare che il “grande Brasile”, nonostante anche loro subissero un arbitraggio sfacciatamente favorevole ai cileni, un pubblico estremamente di parte e ostile verso i carioca con lanci di oggetti e petardi verso i verde-oro, vinsero per 4-2; il tecnico brasiliano, Feola, ebbe a dire, al termine della partita: abbiamo battuto tre avversari, l’arbitro, il pubblico e il Cile…che dei tre e’ stato il piu’ debole!!!
    Mondiali inglesi 1962: memorabile disastro con la Corea del Nord che inopinatamente ci mando’ subito a casa!!!
    Dopo infinite polemiche…il miracolo 1968 con la vittoria agli europei di calcio contro la (allora) Jugoslavia 2-0 e lo strabiliante mondiale messicano 1970 con la leggendaria semifinale con la Germania Ovest vinta per 4-3.
    Non fu vinto il mondiale perche’ l’ultimo ostacolo era, purtroppo, il Brasile dove regnava ancora…Pele’.
    Dalle stelle messicane alle stalle tedesche con i mondiali 1974 dove Argentina e Polonia ci mandarono subito a casa dopo il faticoso inizio con….Haiti superato per 3-1 ma col patema ricordo nord coreano dopo che i caraibici erano passati in vantaggio 1-0.
    Mondiali argentini 1978 di nuovo su, verso le stelle, buona partenza e via fino ai gironi finali dove, nonostante le prodezze del nascente Pablito Rossi, fummo eliminati da una prestigiosa Olanda che disputo’ la finale, poi da loro persa, contro gli argentini nuovi, e per la prima volta, campioni del mondo.
    A noi tocco’ un onorevole quarto posto che’ battuti da un sempre glorioso Brasile.
    Mondiali spagnoli 1982: apoteosi italica. Trionfo mondiale e terzo titolo. Un sogno. Un’impresa.
    Compagini come Polonia in semifinale, Argentina e Brasile nei quarti, battuti rispettivamente 2-1 e 3-2 (tripletta di Pablito Rossi poi addirittura capocannoniere in quel torneo) mandarono in visibilio l’Italia, compreso il nostro Presidente Pertini (bellissimi ricordi).
    Da li’ nuovamente alle stalle sia agli europei di calcio e sia ai mondiali messicani 1986 dove una Francia guidata da un certo Michel Platini ci mando’ a casa agli ottavi.
    Di nuovo su, come sulle montagne russe, nel 1990 giocati in Italia, in casa, dove, dopo numerose “notti magiche” il sogno di vincere il mondiale si infranse contro l’Argentina di Maradona che, in semifinale e dopo interminabili calci di rigore, ci estromise dal torneo. Finimmo pero’ terzi sconfiggendo una buona Inghilterra 2-1.
    Nel 1994 in USA poco manco’che non trionfassimo ancora…che’ un magico e fortunato Brasile ci sbarro’ la strada superando la lotteria dei calci di rigore con cui si concluse quella avventura.
    Le stalle ci aspettavano in Francia ai mondiali 1998, in Corea Giappone 2002, intervallate dall’impresa europea 2000 in Olanda, battuti in finale dai francesi.
    Trionfo 2006, mondiali tedeschi. Quarto titolo mondiale!!!
    Disfatta 2010 in Sud Africa.
    Eliminati in Brasile 2014.
    Non partecipanti in Russia 2018.
    Di nuovo non partecipanti a Qatar 2022.
    Miracoloso exploit europei 2020 con la conquista del titolo.
    A quando la prossima…”e uscimmo a riveder le stelle” di dantesca memoria?
    R
    complimenti per questa “rivista” delle sconfitte e delle vittorie e delle vicissitudini della nazionale, Romolo.

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    • Ho sempre pensato fosse meglio vincere qualche titolo e poi fare qualche figura barbina piuttosto che essere, che ne so, l’Olanda, sempre di livello ma mai trionfante.
      D’altra parte con gli pseudo attaccanti pluri tatuati a disposizione l’unica strategia era puntare a fare tutti 0-0 e sperare nel portiere.

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    • Una mia ultima considerazione in aggiunta al mio precedente scritto sul “disastroso” calcio nostrano.

      Se ci si fa caso si puo’ facilmente notare che nel nostro “sport nazionale”, cosi seguito e amato da molti italiani, non siamo…costanti.

      Mi spiego:
      mentre nazionali come Germania, Francia, Spagna,Brasile… restano, anche se non vincono un titolo, pur sempre fra le grandi, piazzandosi fra le prime e piu’ accreditate compagini, e quindi mantenendo pur sempre un certo livello di immagine nel corso degli anni, noi italiani passiamo dalle stelle alle stalle e viceversa nell’arco di pochissimo tempo!!

      Se oggi, ad esempio, vinciamo un titolo mondiale o europeo battendo una formazione prestigiosa…stai pur certo che l’anno dopo riusciamo a perdere con estrema facilita’ con nazionali niente affatto blasonate e a fare figure ultrabarbine (vedansi con Corea del Nord 1966; Macedonia del Nord 2021; Irlanda del Nord 1957…e via dicendo).

      Dopo la recentissima ed inopinabile disfatta in Germania ci ritroviamo esattamente come nel 1966 quando nessuno immaginava lo sfacelo ai mondiali inglesi contro gli sconosciuti nord coreani!!

      I nostri quasi cinquanta milioni e passa di commissari tecnici, veri e presunti, dovranno trovare la quadra per riportare la nostra nazionale a livelli…almeno accettabili.

      Ci riusciranno?

      Speriamo che, dopo questa amara batosta, si possa tornare…”a riveder le stelle” e a conservarne, soprattutto, la visuale!!!
      Romolo
      lei mi sorprende non la facevo cosi C.T. ed esperto di calcio, ma per quanto ne capisco trovo che abbia ragione.

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      • “mentre nazionali come Germania, Francia, Spagna,Brasile… restano, anche se non vincono un titolo, pur sempre fra le grandi, piazzandosi fra le prime e piu’ accreditate compagini, e quindi mantenendo pur sempre un certo livello di immagine nel corso degli anni, noi italiani passiamo dalle stelle alle stalle e viceversa nell’arco di pochissimo tempo!!”
        Precedentemente ho sbagliato esempio, perché in effetti l’Olanda ha vinto un europeo nel 1988 (Van Basten al volo), ma resta il concetto che tutto sommato preferisco passare dalle stelle alle stalle che restare sempre dei “quasi vincitori”.
        Però una volta c’erano più speranze perché i giocatori forti si trovavano sempre. Adesso rischiamo di restare nella stalla a lungo.

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      • @Romolo: “noi italiani passiamo dalle stelle alle stalle e viceversa nell’arco di pochissimo tempo!!”

        Vero. C’è un’altra caratteristica tipica dell’Italia: l’assoluta neutralità del livello dell’avversario sulle nostre prestazioni. Mi spiego. Incontrassimo in un Mondiale le Isole Figi, il Brunei o il Lesotho, al 78″ saremmo ancora 0-0 con gravi difficoltà ad essere incisivi. Se alla partita seguente ci tocca Francia, Germania o Argentina… Al 78″ saremmo ancora 0-0 dando battaglia a testa alta.

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    • Ottima sintesi quella di Romolo a cui vorrei aggiungere qualche nota, soprattutto ai mondiali più lontani, a partire da quello vissuto nel 1950, all’età di undici anni..
      Nel ‘50, memori del disastro di Superga, andammo in Brasile in transatlantico, si può immaginare con quali possibilità di allenamenti decenti. Nonostante questo non fu un disastro: perdemmo di misura contro la Svezia di Palmer, Jepson e Skoglund (che poi militarono in squadre italiane),sfiorando il pareggio all’ultimo minut o(traversa di Muccinelli, disperazione di Carosio), poi battemmo il Paraguay per 2-0, ma non bastò per qualificarci.
      La vera disfatta fu nel ’54: squadra affidata ad un tecnico ungherese, due batoste memorabili contro la Svizzera e a casa.
      In Cile nel ‘62 fummo battuti dal nostro complesso di superiorità di democratici nei confronti dei paesi dell’America latina: parlo della stampa, che poco opportunamente cominciò a criticare il regime politico cileno, il che ci inimicò tutti, avversari(guarda caso, incontrammo il Cile), pubblico, arbitri, stampa locale. Fra l’altro schieravamo in squadra degli oriundi sudamericani, che furono fischiatissimi ogni volte che toccavano palla, quando non vennero azzoppati. Fummo “defenestrati” a furor di popolo.
      Oltre la Svizzera e le due Coree, furono nostre “bestie nere” anche nazionali modeste come l’Irlanda del Nord. In quell’occasione, Nicolò Carosio, reo di aver chiamato “negraccio” un guardialinee di colore, perché aveva sbandierato un fuori gioco su un gol dell’Italia, si giocò il posto di radiocronista
      Italia ’90 passò nel segno della meteora Totò Schillaci: scalò in brevissimo tempo le vette, dalla serie C alla Juventus, dalla Juventus alla Nazionale, vinse la classifica mondiale dei marcatori, poi scomparve con la stessa velocità con cui era venuto. Incontrammo l’Argentina a Napoli, l’inno argentino di fischiato e il labiale del Pibe de Oro ci definì “Figli de puta”, poi si vendicò sconfiggendoci.
      Nel ’94 l’Italia di Sacchi fu defraudata dal titolo, da parte di Tafferel il portiere brasiliano, meglio noto come Truffarel, visto che barava nei calci di rigore: un salto da scimmia in avanti, e perfino codino Baggio venne stregato e calciò alto. Nessuno fece una piega per la patente irregolarità del portiere.
      Romolo si chiede, e oggi? Oggi credo dovremmo azzerare e cominciare ex novo. Con Spalletti e Gravina alle spalle non credo faremo molta strada, anche se il CT s’è scusato, ma di andarsene non ne vuol sentire, in ciò in perfetta armonia coi tempi.
      R
      si lo credo anche: è tutto da rifare.

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  5. Sembrava il tramonto di un campione, e che campione! CR7, schierato tra gli undici del Portogallo, più come simbolo che per un apporto effettivo, vagolava in una ristretta fascia del campo verde, trascurato perfino dai compagni, sempre in ritardo laddove un tempo era primo ad arrivare, nel posto sbagliato laddove un tempo attirava la sfera di cuoio come per magia.
    Ma le pretese del Tempo Tiranno che scorre impietoso non erano ancora soddisfatte, il Campione occorreva umiliarlo ancora di più: ed ecco il rigore che avrebbe dato la vittoria ai portoghesi, ecco Ronaldo che sistema il pallone sul dischetto, eccolo prendere un boccata di ossigeno, poi la rincorsa e il tiro ancora in bello stile ma senza la potenza di un tempo. Ecco la respinta in angolo del portiere, ecco le lacrime di Ronaldo,eccolo patire la sua ultime umiliazione.
    E invece la fortuna d’improvviso gira e offre al Campione la possibilità del riscatto. Si va ai rigori, di nuovo Ronaldo è di fronte al portiere sloveno che l’aveva neutralizzato. Stessa boccata di ossigeno, stessa tensione sul viso, stessa domanda angosciante: quale angolo scegliere? Sbaglierò ancora? Stavolta cambia la rincorsa, pare volersi fermare, il tempo si dilata in attesa del tiro… quale angolo avrà scelto? E’ la domanda di tutti
    Finalmente il pallone è colpito, il portiere si distende, l’angolo è quello opposto, la sfera si insacca a fil di palo. Goool Un boato esplode sugli spalti, il Campione è rinato, un cartello declama: “Ronaldo sei il nostro orgoglio!”.
    Il resto la fa il portiere portoghese, tre tiri, tre rigori parati, il Portogallo passa ai quarti, il Campione sarà ancora lì, a guidare da capitano la sua squadra.
    R
    Bravo ottima telecronaca! ma mi è dispiaciuto per la Slovenia che aveva giocato meglio dei portoghesi.

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  6. L’ex portiere Buffon ebbe a dire, in una intervista, quando ancora giocava, piu’ o meno, proprio quello che ha scritto Lei, Sig. Francesco.
    Ovvero che
    gli incontri sostenuti dalla nostra nazionale devono essere sempre, o per la maggior parte, al cardiopalma, sia che l’avversario sia blasonato, sia che si tratti di una modesta compagine come…le Isole Figi, Malta, ecc..
    Ma non solo!!!
    Magari perdiamo pure contro quelle piccole formazioni!!!
    Vedansi difatti la famigerata Corea del Nord ai mondiali inglesi;
    il Costarica in Brasile 2014; la Macedonia del Nord, che ci ha estromesso dal partecipare a Qatar 2022…e via dicendo.
    Identica cosa accade con squadre illustri dove la suspence e’ garantita al 100%:
    basti ricordare, fra le tante,
    Italia-Brasile a Spagna 1982;
    Germania-Italia a Messico 1970;
    Italia-Jugoslavia, europei 1968 al secondo tentativo dopo sorteggio avuto con l’URSS;
    Agli europei 2020 non dimentichiamoci inoltre di quasi tutte le gare superate dall’Italia ai calci di rigore:
    con la Spagna, la stessa Inghilterra in finale e…forse anche qualcun’altra che mi sfugge.
    In buona sostanza lo spettatore italico deve soffrire.
    Chi segue il calcio nostrano e “vive” le partite della nazionale non vedra’ quasi mai, salvo sporadiche eccezioni (Italia-Germania finale ai mondiali 1982), una bella, convincente partita vinta con forza e determinazione.
    Assistera’, piuttosto, per tutto il tempo, a un film thriller dove i colpi di scena o la noia piu’ grossa si alterneranno sino al termine, laddove, come nei piu’ classici dei gialli, un inatteso evento, che nemmeno il Padreterno poteva prevedere, da’ una svolta alla gara, o a favore o contro la nostra compagine azzurra
    (vedasi la rete di Zaccagni contro la Croazia ai recenti europei che ci consenti’ di giocare gli ottavi;
    il gol di Totti su rigore all’Australia – Paese dove il football e’ poco o niente affatto seguito – ai mondiali 2006 che apri’ la strada per i quarti di finale dopo una estenuante gara; oppure gli improvvisi, inattesi “cigni neri”, della Corea del Nord, della Macedonia…).
    Concludo che a chi soffre di aritmia cardiaca, di fibrillazioni e quant’altro, sono assolutamente sconsigliate le visioni delle gare calcistiche degli….”azzurri”!!!
    R
    sono d’accordo. Romolo sono sorpresa dalla sua competenza calcistica, gli italiani sono sorprendenti anche per come sanno sorprendere.

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    • @Romolo: anche io come Mariagrazia sono divertito e positivamente sorpreso dal scoprirLa appassionato di calcio.
      Non ricordo goleade della Nazionale in tornei ufficiali… Per la verità non ricordo alcuna autentica goleada. Faccio fatica anche a citare nazionali che divertissero. Forse il feeling più forte tra azzurri e pubblico negli ultimi decenni si instaurò durante le notti magiche di Italia 90 anche perché a pensarci: che squadra! Come organico la migliore assieme ad USA 94 e non a caso il calcio italiano viveva il suo momento d’oro anche a livello di clubs. Poi con l’Argentina, squadra mediocre, fini come fini… E anche qui, con uno strascico drammatico al San Paolo dell’idolo di casa Maradona ed un portiere venuto da chissà dove. Saluti

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  7. Egr. Alessandro,
    conosco perfettamente ogni particolare delle partite disputate dalla nostra nazionale nel corso della sua storia.
    Nel 1950 si arrivo’ infatti in Brasile “spompati” che’, proprio a causa del prolungato viaggio in nave, non fu possibile, per i calciatori nostrani, allenarsi adeguatamente.
    Mancavano, inoltre, atleti di classe, come quelli del “Grande Torino”, periti nella tragedia di Superga appena accaduta.
    Una compagine mediocre e raccogliticcia, quella del dopoguerra, che non poteva certo fare di piu’.
    Difatti molte nazioni europee non parteciparono proprio per i postumi del secondo conflitto mondiale da poco concluso…mentre per l’Italia fu quasi obbligo recarvisi in quanto campione in carica.
    Fummo eliminati cosi’ dalla Svezia 3-2, ma per gli snob Inglesi, sconfitti 1-0 dai dilettanti americani, fu una autentica tragedia.
    Fino al 1968, anno della “sofferta vittoria” agli europei:
    sofferta che’ giunti in finale tramite sorteggio con l’URSS e partita con la Jugoslavia ripetuta dopo un primo incontro concluso con un niente di fatto, la nostra nazionale e’ stata la cenerentola del calcio internazionale che’, fra eliminazioni anticipate nelle competizioni mondiali (mandati a casa subito dopo i gironi di qualificazione agli ottavi) e non partecipazioni (Svezia 1958), abbiamo rimediato figure barbine a getto continuo.
    Faccio notare che ai mondiali cileni 1962 e’ vero che un imprudente comportamento di giornalisti nostrani verso il sistema sociale e politico del Paese andino ci attiro’ l’antipatia dei locali…ma e’ anche vero che mancava la stoffa alla nostra mediocre nazionale, infatti anche il Brasile, sceso in campo contro i Cileni in semifinale, subirono, come noi, la ostilita’ dell’ arbitro, della tifoseria e le plateali scorrettezze degli avversari ….ma era, quello, il Brasile di Amarildo, non certo l’Italia degli oriundi e dei superpagati pseudo divi.
    Feola, mister brasiliano, al termine del match, vinto dai carioca per 4-2, ebbe a dire la frase storica:
    “Abbiamo battuto tre avversari, l’arbitro, il pubblico ed il Cile che dei tre e’ stato il piu’ debole”!!!
    L’ Italia non pote’ fare altrettanto, purtroppo.
    Solo dopo il disastro ai mondiali inglesi 1966 a causa della sconosciuta Corea del Nord (che per tutta l’Italia fu un autentico “Maracanazo”) si comincio’ a combinare qualcosa di buono…
    Tant’e’ che quattro anni dopo, in Messico e dopo il sofferto successo europeo (primo titolo importante conquistato dal dopoguerra), ci fu l’inatteso miracolo che porto’ il nostro calcio ai vertici mancando per poco la definitiva assegnazione della allora Coppa Rimet.
    Dalle stalle coreane alle stelle della piu’ bella ed entusiasmante partita di tutti i tempi con la Germania Ovest all’ “Azteca” di Citta’ del Messico.
    Il resto e’ storia “contemporanea” con l’Italia, tutto sommato, a buoni livelli salvo che dopo il 2006, anno del successo mondiale e il 2020, titolo europeo, siamo tornati nel buio come dopo la guerra dal 1950 al 1970…
    Colpa del sistema dirigenziale calcistico nostrano?
    Mancanza di talenti?
    Vivai poco prolifici?
    Troppi stranieri da noi?
    Mantenere un certo livello di prestazioni, come accade in Spagna, in Francia…, non e’ facile e nemmeno si puo’ pretendere che si vincano sempre competizioni ma…almeno piazzarsi con piu’ frequenza invece di aspettare anni e anni fra un successo e un altro non sarebbe assurdo.

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  8. Oggi a Stoccarda sì è disputata la finale degli europei, Spagna-Germania, una partita epica, un’autentica corrida dove alla fine i tedeschi sono stati “matadi” per 2-1 dopo i tempi supplementari.
    Naturalmente, non mi si è rammollito il cervello, come a un noto personaggio d’oltreoceano, so bene che ufficialmente s”è trattato di un “quqrto fi finale”, ma a quanto s’èra visto, Spagna e Germania avrebbero dovuro meritatamente incontrarsi in finale: mi chiedo quale meccnismo sballato sia stato usato per ottenere un quadro di incontri così sbilanciato, da un lato tutte le migliori nazionali a scornarsi ed eliminarsi tra loro, dall’altro lato le cosiddette nazionali “cuscinetto”(fra cui l’Italia) di cui una arriverà sicuramente in finale.
    Possibile che l’Europa non azzecchi neppure come organizzare un torneo

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  9. Caro omonimo, I tedeschi “matati” grazie a un arbitro compiacente e pessimo che ha negato un rigore solare ai teutonici, al Var stavano dormendo, oppure si sono girata dall’altra parte fischiettando.
    E perché avrebbero dovuto incontrarsi in finale, io ieri sera ho visto altre due squadre degne della finale, Francia e Portogallo e ancora non è finita la qualificazione.
    L’Italia è drogata da una propaganda mediatica che la dipinge per quello che non è salvo scoprire poi che la millanteria non paga, sono scarsi e demotivati, i vertici federali un coacervo di insipiente arroganza, Gravina peggio di Tavecchio e ho detto tutto.
    Ciao.

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    • La nostra nazionale di calcio sta facendo acqua da tutte le parti da…svariati anni, parecchi in verita’, nonostante la fortunosa e soffertissima affermazione agli europei 2021.
      Non solo gli “azzurri” come calciatori ma anche tutto il suo…indotto: staff dirigenziale e quant’altri.
      Oltre all’ambiente calcistico nazionale lo sfacelo si rivela anche a livello di club.
      Ho dimenticato da quanto tempo una nostra compagine non vince piu’ una Coppa dei Campioni o Champions League che dir si voglia.
      La Spagna invece, a differenza nostra, compie meraviglie agli europei di calcio in corso mentre il mitico Real Madrid colleziona trofei su trofei….da sempre, che io ricordi, sin da quando c’erano Di Stefano, Puskas, Kopa, Del Sol, Zidane…
      Sono forse, gli iberici, degli alieni provenienti da un’altra galassia?
      Sono forse supereroi dotati di superpoteri?
      Le “furie rosse” sfornano ragazzi appena diciassettenni o poco piu’ che, militando nelle loro fila, gia’ esprimono un talento eccezionale, allo stesso livello del celebre Pele’ divenuto un mito ai mondiali svedesi 1959 ancora…minorenne!!!
      Citava bene il Sig. Alessandro nel blog indicando il giovane spagnolo Jamail, autentico fuoriclasse….:
      gia’ in prima squadra mentre da noi ali elementi, semmai ci fossero, dono tenuti ancora fra i “pulcini” o, tutt’al piu’, all’ombra perenne della panchina.
      Ma oltre a quel talentuoso iberico anche in altre nazionali come l’Inghilterra, l’Olanda…sfavillano ragazzini che, in barba alle loro “tenere eta’” fanno scintille.
      Da noi, come sempre, regnano invece corruzione, clientelismo, stranieri a carrettate a scapito di potenziali talenti nostrani costretti a rimanere nell’ombra perche’ preferiti ad esotici “brocchi” che tra l’altro costano pure cifre iperboliche.
      Calciatori che sono pompati ad arte da stampa e media vari, osannati vome dei solo perche’ giocano nel Milan, nella Juventus, nell’Inter…, e con quelle squadre segnano reti a iosa in un campionato scontato solo perche’ l’avversario e’ il Lecce, il Frosinone, il Sassuolo… (con tutto il rispetto per quelle societa’ e compagini).
      Sembrano, quei presunti fuoriclasse, il comico Giovanni (con Aldo e Giacomo), che in un film esultava per i gol che rifilava a un gruppetto di ragazzini in una partitella nella quale si era inserito a forza disturbando, lui adulto, il loro innocente svago.
      Poi, una volta vinto lo scudetto e gonfiato come star, i protagonisti di tali invincibili, divine compagini di club italiane…floppano sistematicamente in campo europeo dinanzi a formazioni spesso neanche tanto blasonate!!!
      Forti con i deboli, deboli con i forti.
      E c’e’ di piu…
      Calciatori “fortissimi” e “onnipresenti” nel nostro campionato, inspiegabilmente si “infortunano” proprio quando un incontro importante, ovviamente in ambito internazionale, deve celebrarsi.
      La svontata disfatta, cosi’, viene sempre “giustificata” che’ “mancava Tizio”, “Caio soffriva i postumi di uno stiramento” Sempronio aveva la diarrea”…”l’arbitro non ci vedeva”

      (il giudice di gara internazionale in realta’ non era quel compiacente complice come accade sovente nel nostro campionato, che chiude entrambi gli occhi cosi’ che i falli e i fuorigioco effettuati da calciatori di ricche societa’ non vengono mai fischiati a scapito di quelli dei modesti club che si vedono invece annullare gol regolarissimi o venir puniti per scorrettezze inesistenti).

      Con tali presupposti si puo’ mai pensare di metter su un sistema calcio italiano serio, proficuo e competitivo?

      Rispondi
      • I mondiali svedesi furono disputati nel 1958 e non nel 1959 (lapsus).
        Mi scuso per consonanti o vocali capitate erroneamente nello scrivere velocemente.
        R
        Romolo, non si preoccupi, qui non ci “scandalizziamo” per così poco. Fossero solo questi gli “svarioni”…

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  10. “Conosco perfettamente ogni particolare delle partite disputate dalla nostra nazionale nel corso della sua storia”(Romolo).
    Caro Romolo, non metto in dubbio le sue conoscenze, ma nel calcio non ci sono formule precise come in matematica, si suole dire che “la palla è rotonda”, nel senso che non ci sono certezze e la fortuna spessa la fa da padrone, e credo anche che ognuno di noi filtri gli avvenimenti attraverso una interpretazione personale.

    Lei dice che nel ’50 in Brasile fu “un disastro, con calciatori spompati”, proprio a causa del prolungato viaggio in nave, e perché mancavano atleti di classe, come quelli del “Grande Torino”.
    Certamente i calciatori arrivarono in brasile a corto di allenamento, ma non proprio “spompati” (che significa privi di energie), prova ne sia che pochi giorni dopo le prima sconfitta (di misura con la Svezia), batterono il Paraguay per 2-0
    Sebbene le cronache del tempo parlano di grande disfatta (anche rispetto alle eccessive aspettative di noi italiani) le prove sul campo dicono altro: una sconfitta di misura contro la Svezia(che si dimostrò ottima squadra classificandosi al terzo posto dopo Uruguay e Brasile), e una vittoria contro i sudamericani in una partita per loro decisiva per la qualificazione (avevano infatti pareggiato contro la Svezia), mentre per noi priva di interesse pratico, essendo l’Italia già eliminata.
    Ciò in considerazione anche della formula astrusa del torneo che consisteva in quattro gironi, due a quattro squadre, uno a tre squadre, e uno a due squadre(spareggio tra Uruguay e Bolivia). L’Italia gareggiava nel girone a tre, cosa che, fatto un primo passo falso, non dava possibilità di recupero.

    Questo dicono le prove sul campo, ma se vogliamo rintracciare altre cause più remote non chiamerei in causa la morte del Grande Torino: molti calciatori del Torino, dopo a vittoria di cinque scudetti consecutivi, erano ormai sulla via del tramonto e quella Nazionale composta per la maggior parte da quei calciatori, dava i primi segni di stanchezza(sconfitta per 4-0 contro l’Inghilterra a Torino nel ’48), mentre la Nazionale rinnovata, dopo il disastro nel ’49, aveva già ottenuto ottimi risultati, battendo per 3-1 l’Austria a Firenze, pareggiando 1-1 a Budapest contro l’Ungheria di Puskas e battendo il Belgio per 3-1 a Bologna. Chiamerei in causa piuttosto la nuova dirigenza della Nazionale, una Commissione Tecnica Federale di quattro (dico quattro!) persone -Novo l’esperto, Bardelli il consigliere, un certo Biancone, e Copernico il finanziatore- per cui contro la Svezia fu varata una squadra inedita che teneva conto delle esigenze di ciascun commissario, in particolare quelle del finanziatore Copernico. Dopo la sconfitta si tornò ad una formazione più collaudata col risultato che s’è visto.
    Dico questo, caro Romolo, non per contraddirti, ma per il piacere, una volta tanto, di parlare di cose “frivole” (a chi interessano oggi le vicende della Nazionale di 74 anni fa?).che però un tempo ci accesero gli animi.

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  11. Caro reciproco (nell’omonimia), è vero, l’arbitro della partita Spagna-Germania s’è dimostrato decisamente inadeguato, a riprova che il Var non è sufficiente ad evitare gli errori umani(forse si dovrà ricorrere all’intelligenza artificiale), però, anche in base ai risultati precedenti Spagna e Germania mi sono sembrate le squadre migliori di questo torneo.
    Anche Francia e Portogallo hanno dato vita ad una partita avvincente, ma sembrano due squadre in declino, l’una con un Mbappè ombra di se stesso, l’altra con Ronaldo e Pepe in crisi anagrafica. Che tristezza, vedere CR7 sempre in ritardo e poco servito limitarsi ai passaggi di ritorno, e tremare nel tirare il rigore; decisamente più in palla il quarantunenne Pepe, che ogni tanto ha sfoderato una grinta da giovanotto.
    In quanto all’Italia “gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare”(Ginettaccio docebat)

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  12. Lamine Yamal, 17 anni fra 4 giorni, segna un gol capolavoro e dà l’avvio alla rimonta della Spagna sulla Francia. Il resto lo fa Olmo con lo zampino di in difensore francese. Spagna in finale.
    Mappé, pago della vittoria delle sinistre in Francia, si sgonfia in campo, e torna mestamente a casa.
    Mi chiedo quanti anni di anticamera avrebbe fatto in Italia un giovane come Yamal.

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  13. Io non commento nel merito perché seguo poco il calcio.
    Osservo però che un campionato europeo, a differenza di un campionato nazionale, produce risultati molto aleatori, dato che le reti nel Calcio, a differenza dei punti nel basket o nel tennis, sono numeri bassissimi, e quindi poco significativi dal punto di vista statistico. Il meccanismo finale dell’eliminazione diretta accentua l’aleatorietà del risultato, dato che molto c’entra la fortuna. Se parliamo invece di qualità del gioco, quella ha un senso più che il risultato numerico.

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  14. Complimenti alla Spagna campione d’Europa, se l’è meritata tutta, una finale splendida, un gioco da manuale (per quello che ne posso capire io) e i nostri soldatini hanno tanto da imparare. Onore comunque agli inglesi che hanno combattuto fino alla fine.

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  15. Lenzini abbia pazienza, ma come si fa a paragonare il calcio con il basket o il tennis?
    Con tutto il rispetto, un campo di calcio misura 7000 mq, quello da tennis o basket 360 vuol provare a mettere due canestri al posto delle porte e vedere quanti punti segnano?
    Ogni calciatore deve coprire 700 mq, sia in difesa che in attacco, un giocatore di basket 60, le pare la stessa cosa?
    Inoltre come scriveva l’indimenticato “Giuan” Brera, l’attività pedatoria porta il controllo dell’attrezzo nella parte più lontana dal cervello, i piedi, che hanno sensibilità ben diversa dalle mani, provi a giocare a basket con le muffole e poi vediamo che punteggi escono.
    Si vede che segue poco il calcio, se parla di fortuna poi… ieri la Spagna è stata fortunata? Ma manco per niente, l’Inghilterra sfortunata? Ma quando mai, c’entrano le capacità dei singoli e della squadra, l’atletismo e la tattica, la fortuna non è una variabile,
    E anche per quello che riguarda il Campionato di serie A o Premier a caso, non contano le statistiche ma i soldi, se una squadra ha come Presidente e padrone il Fondo Sovrano Arabo, con risorse illimitate, può allestire una squadra praticamente imbattibile, non a caso i campionati sono sempre un corsa a 2 massimo 3 squadre, le più ricche.
    La saluto.

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  16. Be’, Mariagrazia mi ha tolto la parola, dubito che non ne capisca di calcio, anzi mi pare abbastanza ferrata, giudizi misurati e ponderati come non sempre succede quando parla di politica :-). Che altro aggiungere? Che la Spagna ha sviluppato un volume di gioco “mostruoso”, due gol sembrano pochi per esprimere la differenza tra le due squadre, tanto più che ha rischiato di andare ai supplementari se l’altro fenomeno, Dani Olmo(l’altro è Lamine Yamal), non avesse inzuccato proprio sulla linea di porta un tiro degli inglesi a portiere battuto.
    In quanto agli italiani, non vale scimmiottare il gioco degli spagnoli, se poi siamo lenti e imprecisi nei passaggi e le punte stanno ferme ad aspettare che il pallone che gli cada sul piede giusto.
    R
    Grazie Alessandro, non pensavo che quelle due righe avrebbero avuto i tuoi complimenti, ma li accetto perché conosco la tua competenza in materia, grazie.
    Il calcio, l’ho capito solo di recente, non è quello che pensavo solo un affannoso rincorrere uno stupido pallone, ma una partita di calcio rappresenta molte metafore della vita. Quanti di noi passano magari anni rincorrendo un sogno e sperando di “fare goal”? e il più non ci riescono, ma quando ci riescono allora è una gioia, magari che dura poco ma è il coronamento di tanti sforzi. E quanti di noi hanno passato dei momenti nei quali ci sembrava di non poter mai uscire da una situazione difficile, quasi disperata e poi, d’improvviso arriva quel “gol”, magari di “rapina” che riporta “la partita” in una situazione più bilanciata e equilibrata?
    E potrei trovare molti altri esempi. E forse è anche per questo che ho preso a seguire un po’ di più il calcio (anche quello femminile) e lo trovo divertente ed emozionante, a volte si soffre a volte si gioisce, si vince o si perde, si cade, ci si rialza…proprio come nella vita.

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  17. Giuste considerazioni, Mariagrazia, il calcio è molto di più di un semplice gioco, è metafora del gioco della vita, come bene hai descritto. È per questo che avvince, gente di ogni parte e di ogni ceto, giovani e meno giovani, vecchi e bambini.
    Ciao.

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