Tiranne

Noto ormai da molto tempo, che alle casse dei supermercati ci sono solo donne e, mentre qualche tempo fa c’erano molte casse aperte, ora, solo due o tre rimangono aperte, obbligando i clienti a lunghe ed estenuanti code prima di poter essere “liberati”.

Io di solito, se c’è, pago alla cassa automatica, ma non si può fare quando si ha un carrello stracolmo per ovvi motivi. Ma la situazione dei supermercati, anche dei più famosi e prestigiosi, mostra sempre con maggiore evidenza uno sfruttamento del personale che in maggioranza è composto da donne, ma è una situazione poco stigmatizzata dai media perché non potrebbe importare di meno a nessuno se una cassiera soffre per l’impossibilità di andare in bagno o per non poter neppure tenere una bottiglietta d’acqua sul banco perché bere le fa “perdere tempo prezioso”.

Le donne si sa hanno meno possibilità d’impiego rispetto ai maschi, vengono licenziate più spesso e sono pagate di meno e non c’è da meravigliarsi se sono quasi tutte donne le commesse o le cassiere perché gli uomini più difficilmente accettano di lavorare in condizioni di semi schiavitù e piuttosto restano disoccupati. Ma molte donne hanno la responsabilità di portare avanti la famiglia con mariti spesso senza lavoro e i figli da crescere, oppure perché sono divorziate e gli ex aiutano poco o niente nel menage familiare. E anche perché questi sono da sempre considerati “lavori da donne” e le grandi catene commerciali le preferiscono perché sottopagate più duttili e più malleabili e schiavizzabili.

Io le sento e le vedo da anni e qualcuna si confida a bassa voce e dice che non ne può più della situazione di quasi terrore in cui sono costrette a lavorare e non mi sono affatto stupita della vicenda del supermercato di Brandizzo nel torinese, dove una responsabile del personale è stata sospesa dopo essere stata denunciata per i suoi modi, diciamo, autoritari, nei confronti delle cassiere: in pratica gli diceva che potevano pure farsela sotto ma che dovevano tenersela per almeno quattro ore e lo diceva in un modo che non aveva nulla da invidiare ad una kapò in un lager nazista. Alla fine è stata denunciata e sospesa ma credo sia solo la punta di un iceberg molto grosso e che la tendenza sia generalizzata in tutta Italia. La situazione delle lavoratrici dei centri commerciali e supermercati è, credo, in generale la stessa dovunque e dove ci sono donne responsabili temo sia ancora peggiore dei posti dove a dirigere sia un uomo.

Si, perché le donne sanno essere perfide con le altre donne al limite della crudeltà, lo fanno perché sanno che se non fanno così vengono cacciate e il loro posto viene preso da un uomo che, di solito, non si fa scrupolo di comandare a bacchetta le dipendenti. E spesso sono ricattate proprio in questi termini: se non fai la dura non sei adatta al posto…gli viene detto con ogni probabilità e la donna, che spesso è stata cassiera lei stessa ed ha subito anni di angherie dai capi, si adatta e diventa un’insopportabile e crudele tiranna. Oppure si tratta di donne che per loro carattere sfogano le frustrazioni personali e pur di fare carriera e compiacere i capi, si mostrano prepotenti esigenti e persino cattive se serve, tutto pur di mantenere un posto di comando che gli dia la sensazione di “contare”, quando, molto spesso si tratta di persone con scarsa cultura e con backgrounds difficili che approfittano della situazione per sfogare aggressività repressa.

Il tutto, naturalmente perché da anni il mondo del lavoro si è deteriorato al punto da considerare i lavoratori (soprattutto le donne) alla stregua di quasi schiavi che pur di mantenere il posto, sono disposti anche a farsi maltrattare fino ad arrivare alla perdita della dignità umana, come nel caso di Brandizzo dove una perfida “capa” ordinava alle cassiere di “farsela addosso”.

Triste ma purtroppo sempre più diffuso e i sindacati come i vari governi hanno molte colpe e sarebbe ora che questo andazzo finisse e si ritornasse a tempi in cui le condizioni dei lavoratori erano regolamentate meglio e l’umanità e l’empatia erano doti che dovevano necessariamente essere comprese nel “bagaglio” di un capo o “capa” e il profitto non era considerato un Moloch da venerare o da temere.

https://www.open.online/2024/06/20/brandizzo-vocale-direttrice-md-cassiere-basta-bagno-video/

3 commenti su “Tiranne”

  1. Signora Gazzato, le posso dire che al supermercato Carrefour che sta vicino a casa mia a Roma alla cassa ci sono sia donne che uomini. Forse c’è una leggera prevalenza di donne, ma non ne sono sicuro. Quello che posso dire è che le donne, in genere, sono più gentili e sbagliano di meno.
    Il fatto che si formino file alle casse, nel mio caso, dipende soprattutto dal fatto che in certi orari, poco frequentati, fanno i cambi di turno e la pausa.
    Se uno, come faccio io, va a fare la spesa proprio negli orari di scarsa affluenza, trova meno gente, ma anche meno casse attive.
    Purtroppo, lasciare una cassa non è facile come assentarsi dallo sportello dell’ufficio postale. Ci sono di mezzo molti soldi esposti, e deve trovare una sostituta.
    Quanto alla pressione psicologica sulle cassiere e i cassieri, più che dai loro responsabili, mi pare dipenda dall’intolleranza dei clienti in fila. Ma la situazione è diversa da caso a caso. Nel mio supermercato spesso scambiano battute e scherzano con i clienti. Per esempio, una cassiera a volte mi fa lo scherzo di non applicarmi lo sconto anziani, e poi dice che non dimostro gli anni che ho (chiaramente, è una bugia).
    Certo, se confrontiamo il lavoro di una cassiera con quello di una vigilessa urbana, di una sorvegliante di area naturale protetta e simili, la cassiera dovrebbe avere uno stipendio almeno doppio.

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  2. Si è pentita, ma non troppo, la direttrice e dice : “mai più vocali”. Bene speriamo faccia solo consonanti d’ora in avanti. Non ci credo, scusate, al pentimento di questa signora: il lavoro quando è duro è duro per tutti, ma lei ha dimostrato di avere un piglio autoritario del tutto fuori luogo che, forse, credeva le desse più “prestigio” davanti ai titolari. Ci sono queste persone, in fondo poi sono più fragili di quello che sembra e sfogano le proprie frustrazioni sugli altri.
    Penosa. Ma forse anche lei vittima del sistema.

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