Ex campioni, battuti con disonore, fuori dal campionato europeo gli italiani possono fare solo mea culpa.
Hanno giocato come soldatini di piombo, una partita a scacchi, si sono mossi come se ognuno avesse a cuore di perdere. Perdere e perderemo. E infatti è stato così. Soddisfazione per gli svizzeri che da lungi non ci battevano e smacco totale per noi che non abbiamo trovato la strada della porta se non in un paio di occasioni mancate e senza convinzione.
Erano tutti li per perdere, compreso Spalletti che ora farà il solito pianto greco: i ragazzi hanno dato il massimo…ma di che? di indifferenza, di menefreghismo di noia di incapacità di svegliarsi da un torpore indotto forse una overdose di fiacchite: ma chi te lo fa fare a darti tanto da fare?
Ma che campioni, questi sono campioncini a perdere con una carriera tarpata (ma neppure tanto) da una performance vergognosa.
Eppure sono strapagati, coccolati, viziati, hanno il mondo ai loro piedi. Piedi che non hanno saputo muoversi in un campo che sembrava stregato. E alla fine il fischio è arrivato e i fischi pure.
L’inchiesta di Fanpage ha rivelato quanto succede durante i raduni del movimento giovanile legato a Fratelli d’Italia, il partito della premier Giorgia Meloni. Giornalisti infiltrati hanno filmato saluti romani, frasi antisemite e razziste pronunciate da giovani esponenti del movimento che fa capo al partito della premier.
La stessa ha affermato che i comportamenti e gli atteggiamenti risultati dall’inchiesta non appartengono al suo partito che prende le distanze e prenderà i provvedimenti del caso. La premier ha detto in particolare, che i giovani che hanno compiuto quei gesti e pronunciato quelle frasi non hanno capito cosa sia il partito e li condanna senza ambiguità.
Ma secondo me non basta. Deve essere molto più risoluta nella condanna perché quello che è emerso dalla meritoria inchiesta di Funpage è disgustoso e getta discredito sul suo partito e massimamente su di lei.
Poteva non sapere cosa succedeva a quelle riunioni? Si, poteva non saperlo, ma ora che lo sa deve solo ringraziare i giornalisti che le hanno fatto il grande favore di farle scoprire cosa succede dietro le quinte di un partito che si è dichiarato totalmente contrario al fascismo in tutte le sue implicazioni e sfaccettature.
E, se è comprensibile che lei ci sia rimasta male, meglio sarebbe che non chiedesse ai giornalisti perché hanno fatto una simile inchiesta nel suo partito e non l’hanno mai fatta in altri. Perché la risposta la conosce benissimo anche lei: c’è chi ha interesse a gettare discredito su di lei e sul suo partito e non fa quello che fa solo per amor di verità ma anche con altri scopi non altrettanto nobili. E questo in Italia è sempre accaduto e sempre accadrà. La politica è una bella cosa se portata avanti con spirito di servizio e lealtà, ma nasconde dentro di sé molte contraddizioni e incognite e una politica navigata come la premier non può non saperlo. E il giornalismo italiano (ma non solo e senza generalizzare) ha da sempre “motivazioni altre” che vanno oltre il compito principale, cioè informare i cittadini.
Rimane il fatto che quanto è emerso è indubitabilmente vergognoso, mostra una gioventù dedita a riti che richiamano ad un passato sepolto e rimescolano vecchie teorie messe al bando e che però riescono ancora a fare breccia in menti in evoluzione e che però dimostrano di avere capito molto poco della storia del proprio paese o in generale e che tendono a mostrarsi diversi in pubblico per ipocrisia e vantaggi personali. Non certo un buon viatico per la formazione della futura classe dirigente.
Secondo me Giorgia Meloni deve essere molto più decisa nel contrastare certe, chiamiamole distorsioni ed espellere fino all’ultimo quanti hanno contribuito a loro insaputa a dare un’immagine molto negativa di un partito che ha vinto le elezioni e che deve, assolutamente deve, con tutti i mezzi dissociarsi da tutta la schifezza che è uscita da quella inchiesta.
Senza sé e senza ma e senza fare domande sul perché e percome è uscita. Temo sarà un’impresa ardua. Ma le auguro di riuscirci.
I detrattori di Joe avranno esultato: il primo round tra i due contendenti alla Casa Bianca, ha segnato la netta vittoria del pregiudicato Woodleg Trump. Disonore al demerito: ha raccontato la solita sfilza di palloni aerostatici ripieni di odio e livore e anche di qualche altra cosa che non nomino per decenza.
Ma i suoi supporters godono. Ce la stanno quasi facendo, Chi lo vuole ancora su quella poltrona al posto del vecchio Joe, forse vedranno soddisfatta la loro voglia di Trump.
Gli sta mancando, e manca al mondo intero, dicono. Si una personcina simpatica e leale come lui fa sempre comodo come presidente USA.
Quasi faceva pena, Joe. E’ apparso stanco, demotivato (forse), si inceppava e gli mancava la parola. Mentre l’ altro no. Pimpante e determinato a raccontare l’altra verità, quella che fa comodo a lui e i suoi fans che sbavano per sentirgliela dire.
Può essere che Biden non si senta davvero di affrontare altri quattro anni così. l’impegno è forte e magari ha forzato un po’ la mano sulla sua performance per convincere anche altri che vorrebbe mollare. ma se molla, chi potrebbe prendere il suo posto? La lista è già pronta, pare ma non include la sua vice che ha un gradimento addirittura inferiore al suo.
E allora? serve “truppa fresca”. Hilary ha già detto che non ci pensa neppure, Nancy ma nemmeno per sogno, ci sarebbe tra le dem qualche astro nascente, ma ancora troppo giovane per prendersi sulle spalle una simile responsabilità.
Dunque? Io una proposta alternativa ce l’avrei, la dico ma declino: perché no un Robert De Niro, o un Tom Cruise o un Richard Gere? E perché no un Dustin Hofmann o un Al Pacino?
E perché no Jane Calamity Fonda?
A me l’idea non dispiace. Va bene che sono tutti attempati ma vigorosi e soprattutto popolari.
Ma si, è un’idea, facciamo presidente uno di questi mostri sacri e vediamo come va.
Magari Trump lo stendono subito e ci togliamo l’incubo una volta e per tutte. Perché io personalmente di “voglia di Trump” ne sento davvero poca. Anzi, per niente!
La Corte penale internazionale ha emesso ordini di cattura per i russi Shoigu e Gerasimov, rispettivamente ex ministro della Difesa e primo viceministro della difesa della Federazione Russa.
Entrambi potrebbero essere arrestati se si recano all’estero. L’accusa è di aver deliberatamente attaccato i civili durante l’invasione in atto in Ucraina e di aver danneggiato installazioni energetiche provocando gravi disagi alla popolazione. Così ora anche due alti rappresentanti dell’entourage di Putin, oltre a lui stesso sono ricercati per crimini di guerra e contro l’umanità.
Potrebbero anche farsene il classico baffo e rimanere imperterriti a vivere nel proprio paese o spostarsi solo dove la Corte non è riconosciuta e impunemente dimenticarsi che esiste una Corte penale che li incrimina di reati contro l’umanità.
Ma dovrebbero prima ricercare dentro di sé l’umanità che probabilmente non sanno dove stia. Se la sono persa per la strada se riescono a dimostrare tanta crudeltà e tanto disprezzo per gli altri esseri umani e il loro diritto all’indipendenza e alla libertà. Ovviamente parlo di chi ha il potere di uccidere, vuoi perché comanda un esercito o una Nazione che, essendo una dittatura, non ha nessuna remora ad agire nel totale spregio delle minime regole di convivenza civile che il mondo si è dato, in particolare dopo che se l’é date e a lungo durante conflitti interminabili, assurdi che hanno comportato la distruzione di intere città e la morte di milioni di persone. Tutto nel nome di una presunta e pretesa “superiorità” di chi si intesta il diritto di decidere della vita e della morte di chiunque decida che non fa parte della propria “cerchia”. E lo fa in totale spregio delle regole da lui stesso firmate e controfirmate e delle quali chiede conto quando si tratta di difendere i propri interessi.
La Russia di Putin ha deciso che gli ucraini non sono esseri umani, ma ostacoli da distruggere per arrivare a proclamarsi padroni di un territorio che non gli appartiene ma che considera di sua proprietà e perciò avanti con le armi in pugno a massacrarli a distruggere tutto quello che può essere distrutto per fiaccare la resistenza di chi pretende di essere umano e libero e di decidere della propria vita.
Ora la Corte Penale Internazionale però ha deciso di considerare questi tre signori dei criminali di guerra e dichiararli ufficialmente tali. Possono infischiarsene, ripeto, non riconoscere la Corte, dire che hanno agito per il bene del proprio popolo contro la minaccia costante del perfido Occidente, di sentirsi la coscienza apposto (ma in che posto e che coscienza?), ma rimane il fatto che sono chiamati a rispondere davanti al mondo di crimini contro l’umanità.
Possono far finta di nulla, ma questa condanna non fa che diminuire il prestigio mondiale di un grande paese che potrebbe essere governato meglio e contribuire a favorire la pace mondiale invece che rappresentarne una minaccia.
MI scuso con i lettori, ma non posso non parlare ancora di Lui. Lo trovo irresistibile. Non dico che ne sono innamorata, no, ma ha un potere attrattivo particolare che mi fa tornare a parlare di lui anche se non vorrei, irresistibile, dunque.
Dunque. Perché dunque? Ma perché dovreste prima vedere la sua foto segnaletica. Gli hanno scattato un foto segnaletica alla prigione di Fulton in Giorgia lo scorso anno. E’ indagato e accusato con 13 incriminazioni di aver pastettato per cambiare i risultati delle elezioni a suo favore nelle presidenziali del 2020. E fin qui…chi non lo fa? direbbe qualcuno, il “poveretto” stava per essere trombato e lui si è difeso virgola. Punto e virgola. In America si fa, bellezza. Mi pare di sentire una voce poco fa (sparita dal blog). Per farla lunga ha detto durante un suo comizio, che è stato “torturato” quando gli hanno preso le impronte e scattato quella bella foto che lui, ora, per guadagnarci qualcosina su, ha fatto stampare sulle tazze da caffè che mette in vendita per finanziare la sua campagna elettorale. Spirito imprenditoriale? No, di patata americana. E, ovviamente è falso, una balla delle sue, ma fa effetto, 20 minuti dentro una county jail farebbero andare fuori di testa chiunque non sia Elvis che ci ha fatto uno dei suo più famosi successi. Lo ha postato su X ed ha ricevuto una valanga di prese per i fondelli, fondelli di ex presidente, naturalmente.
E va dicendo e va sparlando, di Joe Biden va cianciando, lentamente, dolcemente sussurrando e calunniando, fin che l’aria si riempie dei sui lai contro il rivale…un terremoto un temporale che fa l’aria rimbombar…
Ora però pare, che sia un po’ in ribasso. Ci credo, con quella faccia sulle tazze da caffè lo fa andare di traverso, io credo che non berrei neppure il mio amato cappuccino di soia e latte di mandorla con due spoonful di orzo e due di decaf.
E poi ha anche bofonchiato che se va lui alla Casa Bianca, gli ucraini si scordano gli aiuti e devono fare la pace con Putin e anche Putin non deve fare troppe storie …forse non gli è andata giù quella dichiarazione del russo che preferisce Biden a lui. Che ofessa, che ofessa…direbbe Totò.
Da una recente statistica risulta che sei donne su dieci non sono andate a votare alle europee. Eallora? eallora sessantaminutifaunora, diceva mia nonna che a votare ci sarebbe sicuramente andata e so anche cosa avrebbe votato. Ma, siamo seri, noi donne abbiamo ben altri e dico ben altri problemi! Per esempio? per esempio, ma ne avrei mille, rientrare nel bikini dello scorso anno che, magari, ci era costato una fortuna. Ma, con l’ansia che le vicende mondiali e forse anzi senz’altro, quelle personali ci mettono addosso, abbiamo ingurgitato tonnellate di cioccolata tanto buona e tanto coccolosa per farci sentire warm inside. E così siamo arrivate all’estate con dieci chili di ansia accumulati un po’ dovunque. E non dico altro.
Ma come? una simile futilità ci dici BM? O, anzi, come va in voga oggi: semplicemente M?
Anche le futilità hanno le loro brave esigenze, siamo futili eddai, ogni tanto fa bene. Dicevo le donne e la politica. Politica? ma per carità, le sento…quella roba che puzza? eh si a volte puzza e puzza pure tanto. Ma proprio ora, direi, proprio ora che abbiamo due donne a capo di partito e una premier, le prime in tantanni di Repubblica, le donne se ne infischiano e non vanno neppure a votare?
In fondo le capisco. Ma per chi e che cosa vogliamo complicarci la vita? non è già complicata anche troppo e non è già lo scenario mondiale uno di quelli da mettere la testa sotto dieci cuscini?
E allora, no politica, no talk show, no tiggi a parte il canonico mentre si rimesta il minestrone e con un occhio e un orecchio al cane che non la faccia ai piedi del divano nuovo di zecca ( e spolverato di anti zecche)…
Direi, certamente esagerando un po’, che alle donne la politica è sempre piaciuta poco, tranne eccezioni, ovvio, forse questo è uno dei momenti più bassi del gradimento fra le donne. Ma forse persino tra gli uomini, soprattutto in tempi di campionati.
E poi…il mondo è così brutto e siamo stati noi a rovinarlo…si noi. In senso generale, uomini e donne, questo capolavoro sospeso nel cielo, nel cielo…e poi però le donne la politica la saprebbero fare e anche bene. Ne conosco io una o due che la fanno coi mariti e i figli da mane a sera e anche se non hanno un seggio in Parlamento ne sarebbero sicuramente degne. Ma poi ci sono anche le distratte o le impegnate oppure le…ma chi vuoi che vada a votare che tanto sono tutti uguali?
Ecco è proprio il tuttiegualismo che ci frega a noi donne. Ed è li che cascano le asine, pardon le donne che non vanno a votare e che magari hanno pure delle buone ragioni, ma, secondo me, non abbastanza per lasciare tutto in mano ai soliti detentori delle verità tascabili e fruibili come gli snacks proteici o quelli dimagranti, che promettono tante cose e non mantengono mai nulla. Solo buone o ottime intenzioni o misere rivoluzioni o tattiche con partecipazioni e …e basta perché non trovo altro che finisca in oni.
Antonello Lovato pagherà per quello che ha fatto, ma la morte in quel modo di un giovane bracciante indiano è una cosa che deve restare come una macchia indelebile sulla coscienza di quanti alimentano lo sfruttamento di lavoratori in nero, sottopagati e poi lasciati morire in strada come è successo al povero Satnam Singh, detto Navi, un bracciante indiano 31 enne che lavorava nell’azienda Lovato, in provincia di Latina. I Lovato sono di discendenza veneta, emigrati durante la bonifica dell’Agro pontino nell’era fascista e sono diventati negli anni proprietari di aziende agricole che sfruttano i lavoratori immigrati e senza permesso di soggiorno pagandoli una miseria. Una vergogna senza fine, un orrore che mi fa ribrezzo persino ad accennarne qui tanto è lo schifo e l’angoscia che provo nel leggere il resoconto di questa orrida vicenda.
Come sempre le istituzioni promettono norme e controlli e verifiche più dure e minuziose ma poi non succede mai nulla. Il ministro Lollobrigida parla di un “criminale” e di un episodio orripilante ma salva il comparto agricolo che dice è “sano” e non deve essere sporcato da episodici sporadici come questo. Parole che forse un ministro deve dire per rincuorarsi, per darsi forza, per non subire critiche troppo feroci ( e strumentali) dalle opposizioni, ma che sono del tutto inadeguate, a mio parere.
Ma, purtroppo, le morti sul lavoro sono una piaga nel nostro paese che sembra non sia possibile guarire. Da troppi anni si conoscono le situazioni di sfruttamento, vergognoso, del caporalato infame, ma nessun governo e sinora mai riuscito a mettere un freno a questo disgustoso fenomeno. Lasciare morire un uomo per la strada, in quelle condizioni è disumano, feroce, crudele, insopportabile. E quanti Lovato ci sono in Italia che la fanno franca per uno che viene (forse) punito per un’azione indegna di un essere che possa definirsi “umano”?
Criminale, si, l’abbandonare senza soccorsi un uomo che sta morendo e che lavorava per te, ma criminali sono anche tutti quelli che sanno e tacciono di una situazione che va avanti da troppi anni e che coinvolge la politica, i sindacati, e il mondo imprenditoriale e che per troppo tempo hanno steso teli che pietosi non sono affatto su vicende simili a questa e che succedono tutti i giorni e di cui non si sa nulla. O quasi. E che tutti i governi di tutti i colori, hanno sempre sottovalutato o minimizzato o in qualche modo persino “dimenticato”, lasciato come ultimo dei problemi, compresi quelli che ora si scagliano contro questo governo (scopa nuova…) mentre è un problema enorme che coinvolge la vera essenza della nostra costituzione dove recita: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro” e che rischia di affondare, dopo questo ultimo orrendo episodio, fagocitata da una marea nera. O rossa di vergogna.
La neo europarlamentare Ilaria Salis si difende dall’accusa di aver occupato una casa dell’Aler abusivamente e di avere un debito di 90 mila euro con l’Ente. Si giustifica dicendo che lei è attivista per il diritto alla casa (infatti ne ha occupato una) e quindi sfida chiunque a provare che lei sia rimasta 16 anni dentro l’alloggio indicato dai media. Insiste dicendo che lei è stata trovata si dentro quell’alloggio ma nessuno ha le prove che ci sia rimasta continuativamente…
Certo, se io vado ad occupare una casa e mi chiedono un rimborso per tutto il periodo che l’avrei occupata mi devono fornire le prove che c’ero, ogni giorno, li dentro e non solo il giorno in cui mi hanno trovato mentre occupavo. Non fa una grinza, pura logica partitica, politica nata, Ilaria farà una grande carriera, la suggerirei a Grillo cone sostituta dell’antipatico Conte ormai a corto di argomenti seducenti tanto che persino Elly non lo bacia più. Amore appena nato, è già finito…
Ilaria, dicevo, smentisce chi l’accusa di occupazione, lei si trovava li di passaggio in quell’appartamento ma poi lo ha lasciato libero o perlomeno chiede pezze giustificative che lei ci fosse perché lei non specifica se c’era o meno o se c’era e dormiva, dice, giustamente, datemi le prove!
Un po’ come la sua presunta aggressione in Ungheria, lei c’era, era li, aveva un manganello retrattile in tasca ma con l’aggressione ai tipi teste rasate (le hanno prese meglio) non c’entra nulla, devono provarlo.
Perbacco che grinta. Dovrebbe però forse anche lei provare che lei è veramente lei perché a guardarla mi viene qualche dubbio che sia quella poveraccia in manette ai polsi e alle caviglie che tanto ha impressionato l’opinione pubblica nostrana, almeno quella impressionabile.
Se lei non ha menato e non ha occupato, chi sarebbe questa Salis qui? E la vera Salis dove si nasconde?
Visto che dobbiamo retribuirla profumatamente ritengo sia nostro diritto saperlo.