Non lo so

Per cosa e chi voto? Questa volta sono davvero in grossa difficoltà. Andrò a fare un giro alla scuola dove si vota ma poi nel segreto delle urne chi voto non ne ho la più pallida idea sono li tutti in fila coi nomi le facce i temi i partiti e gli spartiti e persino gli spariti sparuti perduti andati e mai ritornati.

Ci andrò non ci andrò non lo so non lo so e non lo voglio neppure sapere questa tornata elettorale mi ha stancato il morale ce l’ho a terra per fatti personali e collettivi per una Italia che amo e che odio e per una Europa che non so più cosa sia chi ce l’abbia mandata e perché.

Sono confusa delusa indecisa e non voglio mettere croci non voglio dare voti a chi non si meriterà di certo il mio voto perché il mio voto vale vale lo so che vale ma chi se lo merita io non lo so e perciò rifletterò penserò piangerò scriverò lavorerò si lavorerò passerò il mocio in cucina e poi ancora l’aspirapolvere sui tappeti leggerò scaraventerò il libro contro il muro e poi lo raccoglierò e lo rimetterò sullo scaffale e lo lascerò riposare fino a fare la polvere alta un dito.

Ma forse non voterò forse no forse non so perché all’ultimo mi prenderà l’ansia di fare il dovere di cittadino e sentirò il complesso di colpa farsi avanti e dirmi che devo andare a votare perché le donne il voto lo hanno avuto tardi nel ’46, nel ’48 è tardi non ricordo forse e allora forse andrò e mi ritroverò più indecisa che mai più sola che mai davanti a un foglio pieno di simboli e di nomi e di disillusioni che tanto anche questi qui sono sempre come quelli li e quelli li poi mi deluderanno come tutti qui e li.

Perciò non lo so. Voi?

Deriva, da dove arriva?

No cara Ritanna, io, da elettrice di sinistra non ci sto a questa narrazione, mi sono stancata di leggere che in Italia c’è una “deriva autoritaria” quando nessuno da sinistra e dico NESSUNO ha osato dire niente di simile mentre i cittadini italiani privi di inutile Green Pass venivano trattati peggio degli ebrei durante il fascismo.

La scrittrice, giornalista e femminista, commenta le proteste che hanno interrotto l’intervento della ministra: “La censura la esercita chi ha potere nei confronti di chi non ce l’ha. Un cittadino quale mezzo ha, oltre al voto, per far sapere che non è d’accordo? Se ci fosse stata violenza le avrei espresso vicinanza”

Questo lo scrive in merito alla contestazione subita dalla ministra Roccella al salone del libro qualche giorno fa: impedita completamente di parlare da un gruppo di manifestanti “pacifici”. Alla faccia del pacifismo! Roccella non è una roccia, ma una timida e gentile signora piuttosto bassa di statura ed esile. Le viene regolarmente impedito di parlare dovunque non sia una sede istituzionale e però non si tratta di censura, no, ma di libera manifestazione di dissenso.

Ma a cosa che non ha aperto ancora la bocca che viene subissata di insulti? Ma che razza di schifo di paese stiamo diventando? Io mi vergogno di essere italiana, ve lo dico, se continua questa deriva populista da parte di una sinistra che boccheggia e che ha perso le elezioni ma non se ne vuole fare una ragione. Il fascismo è nella testa di chi impedisce a qualcuno di esporre le proprie idee ma non parlo di vittime presunte come Scurati del quale si fa il martirologio ogni giorno e che può parlare ed ha cento megafoni che gli amplificano la voce e non ha certo bisogno di farlo in Rai pagato coi soldi dei contribuenti italiani.

Il fascismo è nella testa di chi si avventa contro i cordoni di polizia perché vuole sfondare per entrare in qualche luogo quando la polizia è li per fare il proprio dovere a difesa dell’ordine pubblico. E non ditemi che è democratico e pacifico sputare contro gli agenti e definirli “merde” o lanciare sassi o peggio contro di loro e poi andare a piangere da mammà che non sono stati lasciati liberi di manifestare “pacificamente”.

Il fascismo è pretendere di spaccare, scassare, offendere…durante una manifestazione “pacifica” che pretende quello che vuole e lo pretende con la forza, la brutalità, gli spintoni e i calci contro chi fa solo il proprio dovere.

E spaventa che intellettuali come Ritanna Armeni si schierino con i violenti contestatori del nulla che impediscono di parlare ad una donna che non minaccia né offende ma vuole semplicemente esporre il proprio pensiero. Non siamo d’accordo? Bene, la si contesti ma con mezzi civili e democratici altrimenti la deriva fascista scenderà a valanga, ma da sinistra e non da dove la si aspetta e paventa da due anni (e non c’è).

Attivittimismo

Ilaria Salis si è guadagnata un posto tra le celebrità perché ormai da mesi non si fa che parlare e sentir parlare di lei. Non fosse comparsa ammanettata e con le caviglie coi “ceppi”, chi ne avrebbe saputo? Eppure la signora Salis ha ben 4 condanne per reati vari, tutti connessi con il suo attivismo politico di anarchica appartenente ad un noto centro sociale milanese. Noto, si fa per dire, a chi sta a notare queste cose, io non ne avevo mai sentito parlare, confesso la mia ignoranza in materia, ma la cosa non mi turba più di tanto.

Oltre alle condanne, Ilaria ha ben 29 segnalazioni per essersi “distinta” come una che è molto attiva nel manifestare le sue idee. E fin qui…

Ma ora, dopo la frenetica attività del padre della stessa per cercare di concentrare l’attenzione pubblica sulle vicende personali della figlia, la stessa viene candidata alle prossime europee da Alleanza Verdi e Sinistra. Insomma il duo Lescano della politica: Bonelli e Fratoianni i quali non hanno visto di meglio per convogliare attenzione su di loro, di candidare questa maestra che attualmente si trova in prigione a Budapest per avere, secondo l’accusa, preso a botte due uomini durante una giornata molto particolare ed importante per gli ungheresi.

Va bene, è innocente fino a che non provano la colpevolezza, ma la signora non è stata arrestata mentre faceva la turista, ma mentre, pare, era intenta a manganellare qualcuno di diversa estrazione politica dalla sua. Si dichiara innocente e questo complica le cose perché il processo ha tempi lunghi e lei vorrebbe, dice, un processo giusto e un trattamento conforme alle regole standard sul trattamento dei detenuti europee.

Giusto. Rimane il fatto però che ci sia andata con le proprie gambe in quel luogo e che sia stata arrestata, pare, con in mano un manganello (gli inquirenti affermano di avere le prove) e, considerati i precedenti della donna, non sembrerebbe neppure troppo difficile da credere.

Ma la candidiamo come europarlamentare. Così, sic et simpliciter, se per ipotesi ti va di andare in giro a spaccare la testa a qualcuno che si dichiara di destra ( e magari non lo neppure), la sinistra italiana ti premia con una candidatura a Bruxelles.

Mi pare logico. Che sia tagliata per fare la politica? forse il duo Lescano ha pensato di si visto come è riuscita a catturare l’attenzione dei media con quei video dove è si in manette ma non sembra stare proprio male male. Ma questo è solo un giudizio su quello che si può notare da pochi fotogrammi. Certo, forse avrebbe potuto cavarsela molto prima se avesse confessato come ha fatto un suo compagno di “spedizione”, ma lei imperterrita continua a proclamarsi innocente.

Ora io non lo so se la sia veramente, ma, mi dispiace non credo che abbia titoli per diventare parlamentare europea e con tutto il rispetto per l’attivismo del papà, mi sembra la solita “raccomandata di ferro” che piange un po’ il morto. Fermo restando che se è innocente la devono liberare ieri e trattare con umanità, ma di farmi prendere in giro dalle pretese di diventare l’eroina della lotta alle ingiustizie pur di togliersi dalle sue responsabilità ( se ne ha), mi pare una presa in giro di tutti quelli che subiscono davvero il carcere da innocenti e per anni e quando escono non gli dicono neppure: “sioria bestia”.

Paradossi

“Rispetto al nostro retroterra culturale europeo, noi americani siamo degli idealisti: non c’è posto per la guerra; la guerra non dovrebbe esistere. Non è un’esperienza gloriosa, trionfale, non ha creato una classe di guerrieri come in Europa, dai romani ai normanni passando per le crociate fino alla Battaglia d’lnghilterra. Saremo magari un popolo violento, ma non un popolo bellicoso; odiamo talmente la guerra da ricorrere alla violenza contro la guerra stessa. La volontà di mettere fine alla guerra fu tra le motivazioni del progetto Manhattan e della decisione di Truman di sganciare l’atomica su Hiroshima e poi anche su Nagasaki: una bomba per “salvare vite umane”, una bomba per fermare le bombe (la stessa idea della guerra per porre fine a tutte le guerre) – “obiettivo della guerra” si legge sulla statua del generale Sherman a Washington “è una pace più perfetta”. I nostri discorsi sul valore deterrente delle armi, che gli altri accusano di ipocrisia, riflettono veramente il nostro modo di pensare. La guerra è male, sradichiamo la guerra e manteniamo la pace con la violenza: spedizioni punitive, guerre preventive, mandiamoci i Marines!

Da; “Un terribile amore per la guerra” di James Hillmann.

Il filosofo psicoanalista americano morto nel 2011, ha descritto in questo piccolo estratto dal suo libro citato, una componente che sfugge a molti quando si parla degli americani in termini spesso denigratori, per la loro tendenza a voler “portare la democrazia” con le armi, in giro per il mondo.

Hillmann è stato un grande, ha scritto molti libri che parlano dell’uomo e dei sui vizi e virtù, un profondo conoscitore dell’animo umano. Uno dei suoi libri che prediligo è “Il codice dell’anima” che ho letto e riletto trovandoci sempre spunti che mi sembrava di non aver colto.

Dice . “Saremo magari un popolo violento, ma non un popolo bellicoso; odiamo talmente la guerra da ricorrere alla violenza contro la guerra stessa”.

Potrebbe sembrare un paradosso e sono sicura che per molti lo è, ma io invito a riflettere su questa frase. Ho l’impressione che possa darci un’idea più precisa o forse diversa, sugli avvenimenti in corso, in particolare la guerra in Ucraina voluta dai russi che si sono dimostrati “violenti e bellicosi” e molto altro, sotto la guida del “condottiero” che ha celebrato se stesso, più che la nazione, durante le celebrazioni della Vittoria tenutesi il 9 maggio scorso. Un grande popolo guidato da un uomo che, “quasi” solo al comando da 24 anni, ne sta facendo un popolo di sudditi senza volontà se non quella di seguire le sue teorie e megalomanie fino allo stremo delle conseguenze. E chi si ribella finisce relegato in qualche prigione a meditare sulla propria “stoltezza”. E un popolo che non può in nessun modo incidere sulla politica di un paese, è un popolo costretto a subirla, sempre e comunque

O il conflitto Israelo-palestinese, che vede in campo forze impari, popolazione martire e “capi” violenti e bellicosi da ambo le parti con l’aggravante della tremenda eredità lasciata dall’ultimo conflitto mondiale su Israele. La seconda guerra mondiale voluta da un tristo personaggio associato ad un altro altrettanto tristo personaggio che conosciamo bene, al quale gli italiani sono stati spesso pronti a trovare giustificazioni e persino “meriti”. Noi italiani siamo un popolo piuttosto diviso, con posizioni spesso contrapposte e distanti e questo momento particolare che stiamo vivendo le sta mettendo in luce come non mai prima, forse.

La “violenza contro la guerra” potrebbe sembrare un ossimoro, o una tautologia, fate voi, ma gli antichi dicevano:

si vis pacem para bellum.

E, con tutto che io, sia chiaro, odio, detesto, aborro la guerra sempre e comunque riconosco che in momenti particolari nei quali gli eventi sono cosi tremendi da lasciarci con il gusto amaro della nostra impotenza di fronte ad essi, non possiamo fare a meno di interrogarci se le nostre convinzioni o certezze o anche solo opinioni, non siano in qualche modo influenzate dalla nostra cultura, dall’ambiente in cui siamo cresciuti e dai pregiudizi, dai media invadenti, tanti, troppi, dai quali è difficile difendersi e che possono distorcere la nostra percezione delle cose fino a farcele vedere per quello che sembrano ma non sono.

Ecco, forse il “sembrare” a volte ha il sopravvento su “essere”, e come in molti casi della vita questo può portarci a non distinguere bene o non esattamente e a non trovare la piena differenza, sostanziale tra il bene ed il male. Differenza cruciale e non banale. Perché anche se il male può rivelarsi “banale” come sosteneva Hanna Arendt, il bene gli è sempre preferibile e chi lotta per ottenerlo non può e non deve sentirsi messo alla pari con chi lotta contro di esso.

Peter Woodleg

Mettetevi nei suoi panni. Panni di ex presidente della nazione più forte al mondo, della più democratica, civile, ricca…si, insomma, non parlo di Pietro Gambadilegno ma di uno che certamente ha le sue fattezze, a parte la gamba che nel nostro è sana.

IL tredicesimo giorno di processo forse non gli sarà fatale ma qualche cosa ha cambiato di certo nella narrazione di una fiction a puntate su uno degli uomini più potenti d’America: Impotent Trump. Nulla può fare se non agitarsi sulla sedia o sonnecchiare a seconda di quanto Tavor ha preso. Ma il tredicesimo giorno no, non sonnecchia ma si agita e scuote la testa e parlotta e ha di certo un fuoco che gli brucia le natiche. Silenzio, parla la pornodiva. Stormy Daniels al secolo Stephany Clifford, di nero vestita e con gli occhiali con montatura nera, rovescia a secchiate addosso alla platea del processo, e del mondo che ne sarà informato in differita, quanto le cova nell’anima da un paio di decenni circa, da quel giorno in cui la sorte le ha fatto incontrare Peter Woodleg ( se lo merita). In un raduno dopo un torneo di golf, dove si incontra la gente che “conta” e che si conta, c’era anche lei con la troupe e il regista dei suoi adult movies. C’era anche lui, il nostro, e si sono incontrati, diciamo quasi scontrati. Lei non lo aveva apprezzato molto ma il suo direttore le aveva detto: scema, quello è uno che conta nello showbiz, vuoi fare la preziosa proprio con quello? In quella occasione o dopo, ora non ricordo, Trump aveva mandato una sua guardia del corpo ad invitarla ad un dinner party. Lei aveva risposto: NO. Ma poi lo stesso di prima le ha fatto cambiare idea e ci è andata. All’hotel tale all’ora tale. Trump si presenta nella suite in pigiama. Di seta ma sempre pigiama, lei se la ride e gli dice di vestirsi, lui lo fa e poi mangiano e parlano. Lui le racconta che con Melania non dormono più assieme, le chiede se ha fatto il test per l’AIDS, lei risponde di si ed è negativa, poi lui le parla della figlia cosi tanto brava e cosi tanto poco apprezzata…quasi come lei…a questo punto lei va al bagno e quando torna lo trova in boxer e T shirt sdraiato sul letto. Pronto. Lei fa per uscire ma lui si mette davanti alla porta, gentilmente le indica il letto e li succede. Ma non proprio una “storia”, come afferma lei e neppure una costrizione ma insomma…quando se ne va trema talmente da non riuscire neppure a vestirsi. Per la per rabbia non per altro.

Poi ci sarebbe ancora da raccontare, ma andiamo al 2011. Lei è in un parcheggio del supermercato assieme alla figlia e le si avvicina un tipo che le dice di non parlare di quella sua relazione con Trump perché potrebbe succedere qualcosa a lei e alla piccola. Rimane choccata. Due settimane prima che Trump inizi la sua campagna per diventare presidente Usa lei riceve la visita del suo avvocato che le impone di accettare 130mila dollari per tacere, lei prova a dire che non li vuole ma quello non sente ragioni e lei ha paura.

Il resto, bene o male lo sappiamo. Il tredicesimo giorno del processo per hush money, uno dei tanti ma forse il peggiore per Trump, Daniels, alias Clifford ha parlato a ruota libera, nervosa ma determinata e ha detto di odiarlo. Lo stesso sentimento prova certamente il nostro che a quel punto aveva il sedere che gli bruciava.

Il numero 13 ha due valenze, una positiva e una negativa. Io spero davvero che questo 13 gli porti quello che si merita, non certo la presidenza, ma al contrario qualche anno a riflettere dietro le sbarre sulla propria strafottenza arroganza e imbecillità.

Bestialità

Il 25 maggio 2020 a Minneapolis, Minnesota, Stati Uniti moriva George Floyd ucciso da un poliziotto che gli schiacciava la schiena con un ginocchio. Le proteste in Usa sono proseguite per mesi e Derek Chauvin il poliziotto che lo ha ucciso è stato arrestato e condannato a 22 anni e mezzo di carcere. Nel novembre del 2023 è stato accoltellato in carcere e finito in ospedale in gravi condizioni ma si è ripreso.

Anche Floyd come Matteo Falcinelli gridava : please, please, please e I can”t breath,( non respiro) e poi è morto. Anche Floyd che aveva 46 anni era stato fermato per un futile motivo e poi ucciso senza pietà mentre cercava di divincolarsi dalla stretta mortale degli agenti.

Il nostro connazionale a febbraio era stato arrestato davanti ad una discoteca e poi torturato in modo orribile dalla polizia di Miami, senza alcun motivo grave che possa giustificare il trattamento disumano al quale è stato sottoposto. Una cosa orribile che non sono neppure riuscita a guardare. Disumana, bestiale, assolutamente gratuita e senza la minima pietà verso un ragazzo e che non rappresentava alcuna minaccia.

Il nostro ministro degli esteri sta seguendo la vicenda, il dipartimento di polizia di Miami ha già detto di stare svolgendo indagini approfondite, mentre il ragazzo ora si trova in un centro di riabilitazione assistito dai genitori e le sue condizioni psicofisiche sono pessime. Ha confessato alla madre di aver pensato al suicidio e ora viene assistito da una equipe di psicologi.

Come possano succedere casi del genere, purtroppo, non trova spiegazioni valide. Anche da noi in Italia ogni tanto scopriamo che nelle carceri o nelle stazioni di Polizia avvengono crimini simili. Ma questo caso è, per la brutalità e per il modo in cui è avvenuto, uno dei peggiori di cui si abbia mai avuto notizia,

Certo, per Matteo e i suoi familiari, la vita è cambiata dal giorno alla notte e ci vorrà molto tempo prima che questa vicenda possa essere metabolizzata anche se temo non lo sarà mai del tutto e se gli auguro davvero di superarla e di tornare alla vita normale nel più breve tempo possibile.

E mi auguro che i responsabili di questo orribile episodio paghino con una giusta pena quanto hanno fatto subire a Matteo. Ma non sarà mai abbastanza.

La crudeltà purtroppo fa parte dell’uomo, e però chi la pratica non è degno di essere annoverato tra gli esseri umani ma degradato ad essere bestiale anche se neppure tra le bestie è facile ritrovare un tale grado di bestialità.

Lo scandalo

Nella commedia “Colpi di timone”, interpretata magistralmente da un grande Gilberto Govi, un armatore genovese che si crede in fin di vita a causa di una radiografia sbagliata, vuole far uscire “il marcio” che lui ha scoperto nella compagnia della quale è socio svelando ai giornali le manovre dell’amministratore delegato. All’uopo chiama un giornalista e gli rivela fatti di corruzione facendo nomi e cognomi e il giornalista, con grande soddisfazione, alla fine gli chiede che titolo deve dare all’articolo, il commendator Bevilacqua (impersonato da Govi) ha un’illuminazione e dice con aria trasognata: ” lo scandalo alla provveditoria ligure” mentre si sfrega le mani e il cronista esce di scena.

Ecco, questa scena mi è venuta in mente dopo aver letto la notizia dell’arresto per corruzione di Giovanni Toti e di molti altri legati alla sua amministrazione per reati vari e tutti in qualche modo connessi alla corruzione. Credo che per i liguri sia stato un colpo in pieno petto, non credo che nessuno se lo aspettasse. Giovanni Toti ha risposto ai giornalisti accalcati mentre lui entrava nella sede della GdF di Genova che non può dichiarare nulla e che devono parlare col suo avvocato ma che lui è “tranquillo”.

Già, immagino come possa essere tranquillo. Fermo restando che è innocente fino a prova del contrario, le accuse sarebbero molto precise e credo anche circostanziate: non si arresta un governatore senza avere delle ragioni valide, ma ripeto, dobbiamo essere garantisti e io lo sono, ma veramente, mi sembra di rivivere la vicenda dell’arresto dell’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan , detto Giancarlone o anche “il Doge”, finito in galera e in miseria a seguito dell’arcinoto scandalo relativo alla corruzione legata alla costruzione del Mose a Venezia, anche se in questo caso, francamente, la mia sorpresa non è stata la stessa che nel vedere il faccione di Toti sotto quel titolo. Devo dire che non me lo sarei mai aspettata.

E in tutta questa vicenda, piuttosto articolata e complicata, della quale sentiremo parlare per mesi e mesi, pare sia implicata persino la mafia. Ma quella è una costante, purtroppo che nel nostro paese non manca quasi mai. E’ proprio il caso di dire che non ci facciamo mancare nulla ma non solo, pare proprio che la corruzione per gli italiani sia la loro ” tazza di te”, una cosa quasi data per scontata e questa ennesima vicenda, purtroppo, lo conferma.

La diplomazia del generale

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha detto che la Russia non deve entrare a Kiev coi carri armati. La Russia non si fermerà all’Ucraina e potrebbe avere altri obiettivi.
Quindi, conclude, bisogna cercare di arrivare ad un cessate il fuoco e a delle trattative diplomatiche. Dice.
Il presidente cinese Xi Jinping è in Francia e si incontrerà col presidente francese Macron il quale cercherà di convincerlo a far scendere Putin a più miti consigli. Temo che l’esito sia piuttosto che Xi potrebbe convincere Putin a dichiarare guerra alla Francia (troppi nazisti anche li).
Mi è venuta un’idea, a me piace, perché non ci mandiamo Vannacci a trattare con Putin?
Potrebbe dirgli: caro Putin, tu sarai anche potente ma in due anni e passa hai fatto tutto ‘sto casino ma gli ucraini mica si sono messi tanta paura. Ora farai anche gli esperimenti nucleari per tenerti in forma, ma guarda che Crosetto dice che faresti bene a fermarti prima di entrare a Kiev coi carri armati perché il mondo potrebbe avere qualche cosa da dire sulla tua condotta etica e morale…e Crosetto è uomo di mondo…non vengo per lodare Crosetto, ma per dirti che ti potrei anche dare una mano a uscire dal pantano. Pentiti, le vie per Kiev tra poco saranno tutte blindate dai blindati della coalizione alleata contro di te. Ma chi te lo fa fare? Ma perché non scrivi le tue memorie e ti ritiri a vita privata? Se hai bisogno di un editor ci sono qua io. Sei ancora in tempo. Un eremo in Siberia sarebbe il posto ideale…
Sarebbe un bel discorso no? Il generale ha qualcosa di ipnotico nello sguardo, sono sicura che lo convincerebbe.
Come sono sicura che se lo lasci parlare quello ti convince anche a farti buddista.
E’ un politico a tutto quadro, decisamente la sua ascesa politica sarà fulminante.
Dopo Vannacci le deluge. Tremate: da Meloni e Conte passando per Schlein, chiedete rinforzi perché questo vi asfalta (a) tutti. E poi vi chiede di pagare l’asfaltatura auto prodotta.
Cosi va oggi il mondo ma domani col generale in politica potrebbe andare persino peg…meg…insomma potrebbe andare forse un po’ meno meglio, meno peggio, insomma decisamente meno. Dai Cinquestelle ai generali con tuttestellenelllavita, cose da pazzi o da italiani.

Che fico!

Che ha fatto il generale?

che ha detto il generale?

Ma come, non lo sai?

lo hanno chiamato in Rai.

In Rai a fare cosa?

Ma a monologare

è ovvio, anzi banale.

E che cosa dirà?

Mah, e io cosa ne so?

parlar del più e del meno?

o del meno e del più?

ma va, ma non capisci?

parla di quel che piace

alla gente di ascoltare:

“tu gay non sei normale”

” tu femminista fai solo del male”

“tu che hai i tratti di donna di colore”

“tu che nei tuoi comizi parli alla pancia

e non al cuore”…

Lo lasceran parlare? oppur…

l’oscureranno?

Uno così geniale di certo può far danno.

Ma quale danno e danno, ma ancor non

hai capito?

Questo fa i suoi interessi, del valor militare

ormai, non gliene importa un fico.

E se c’è chi si accoda?

Bene, gli fan la ola…

Una brutta aria

L’altro giorno un signore, assiduo frequentatore del blog ha scritto in un commento: “qui tira la solita brutta aria”. Ho pensato subito che ho davvero delle belle soddisfazioni a tenere aperto il “locale” se c’è chi lo apprezza in questo modo e me lo dice pure.

Spontaneamente, me ne sono subito indignata, ho l’indigno facile, se mi girano sono capace di essere brutale. Ebbene si, non sono generalessa ma qualche volta mi ci sento e prendo cappello in divisa. Ora vengo al dunque.

Mi sono detta: ma non avrà ragione lui? Lui, notare, maschile, ovviamente, qui scrivono solo maschi, le femmine sono scappate tutte dopo che le ho maltrattate come mio solito. Non ci so fare, sono anti diplomatica, mi piace parlare chiaro e pensare trasparente. Ma questo è un difetto grave, lo so, non ditemelo lo so. Alla fine però mi do sempre ragione. Embeh, si mi do ragione perché se non me la do da sola chi aspetto e quanto aspetto?

Si sono defilati tutti quelli che erano d’accordo o quantomeno non mi contrastavano troppo. A che vale essere d’accordo se poi ci sono quelli che li definiscono “lisciatori di peli”? Da un po’ fastidio, disorienta e fa passare la voglia di scrivere. Anche a me. Ma mi riprendo subito Dicevo, se davvero qui tirasse una brutta aria? Farei bene ad aprire le finestre ma sono sul fiume e finestre non ce ne sono, c’è aria aperta e non è brutta. E allora?

E allora credo che sia perché mi lascio poco indottrinare. Alla gente piace indottrinare il prossimo. Io sono capa tosta, se niente niente sento puzza di “dottrina”, mi incavolo subito. Il signore in questione ha scritto qui sopra paginate di sue opinioni, qualche volta siamo anche stati d’accordo ma la maggior parte delle volte no. Perché non leggo Vannacci? ostinata come sono non pago il mio tributo al tribuno che ne dice di caxxate ma sono di buon senso e se non lo si legge non si può avere voce in capitolo. Viceversa, se lo si legge, si può pontificare ad libitum a anche oltre perché di capitoli di caxxate Vannacci ne ha scritti un altro libro.

Beh, sarà molto difficile che compri quella roba,

Ma torniamo all’aria brutta. Qui non tira aria brutta, tira aria che io non mi lascio indottrinare, sono ribelle alla dottrina dei liberi pensatori di caxxate. E ce ne sono tanti in giro, hanno pubblicato e stra pubblicato a proprie spese ed poi le case editrici si sono fiondate ad accaparrarseli sempre pronte a scoprire nuovi talenti e a fare soldi.

Fare tanti soldi e fare politica e fare dottrina e finire sui giornali e in TV e sparlare a cottimo soprattutto del governo che non si sbaglia mai

Solo di uno non si può sparlare: è russo e comincia per P.

Altrimenti tira brutta aria. Ma brutta brutta.