“Dove l’amore impera, non c’è desiderio di potere, e dove il potere predomina, manca l’amore. L’uno è l’ombra dell’altro.”
Carl Gustav JungSi, perché il potere è il contrario dell’amore, basti pensare a quante donne vengono uccise dai compagni che dicono di amarle solo perché si rifiutano di subirne il potere. Il potere implica il comando e molti degli uomini che uccidono vogliono comandare. Nei secoli passati ma anche non molto tempo fa, le donne erano assoggettate al potere maschile: l’uomo ordinava e la donna obbediva. E succede ancora in molti paesi dove vigono leggi retrograde e che attestano la superiorità maschile e il suo potere sulle donne.
Dicono di amarle ma in realtà vogliono solo esercitare potere e quando loro decidono di farla finita e che vogliono la loro libertà, le ammazzano. Le ammazzano perché temono di perdere potere.
E le ammazzano in maniera brutale ed efferata e crudele perché sfogano su quel povero corpo ormai inerte la rabbia (ancestrale) del mancato riconoscimento nella società attuale del potere maschile. Del potere di disporre delle donne come se fossero cose e non esseri umani.
La prova ne è che nelle guerre lo stupro è una delle armi più meschine ed atroci e molto usata e chi la usa è sempre il potere che si esprime nella sua massima violenza e perversione.
Le guerre sono una dimostrazione di maschilismo e di potere. Chiunque voglia la guerra è frustrato nelle sue enormi patologiche ambizioni e desiderio di potere e ha bisogno di un guerra che alimenti il proprio ego malato e lo rassicuri che è potente e niente e nessuno può togliergli il potere.
E per questo si fanno le guerre: per l’ambizione frustrata di malati di protagonismo e di smania di potere. Il desiderio del potere è più forte di qualsiasi altra cosa e alcuni sono capaci di arrivare a distruggere il mondo pur di conquistarlo e mantenerlo anche distruggendo quanto dicono di avere di più caro e a volte persino se stessi.
Vien da chiedermi se una delle componenti del machismo non sia proprio quella dell’attribuire l’esclusiva di attitudini non biologicamente determinate dal sesso. D’altronde l’espressione puerile “fare la femminuccia” invoca certo un qualche stereotipo di genere. https://www.donnamoderna.com/moda/rosa-colore-da-femmine
Sull’opportunità del costume di addurre una “predisposizione” biologicamente determinata per obbligare “moralmente” le donne a certe vocazioni, indipendentemente dalle loro aspirazioni, non tutti concordano.
https://milano.cityrumors.it/cronaca/baby-gang-ad-aggredire-sono-ragazze-risse-a-calci-e-pugni-vittime-9-studenti-universitari-sui-navigli.html
https://www.rainews.it/articoli/2024/05/la-manager-cattiva-e-stacanovista-costretta-a-lasciare-baidu-metodi-brutali-con-i-dipendenti-ce82b79c-2651-411b-851d-7c9f0f021f96.html
R
ma certo, lo so, ma ci faccia caso, la maggior parte dei dittatori della storia sono maschi, o no? E la maggior parte dei cd. femminicidi (apposta) sono compiuti da maschi.
Non possiamo attribuire a tutti gli uomini certe prerogative, ma non possiamo neppure negare che siano corrispondenti in massima parte al genere maschile.
Poi ci sono anche donne maschiliste, non c’è alcun dubbio, ma difficilmente uccidono la compagna se non in casi rari.
Intendiamoci, se determinate condotte fossero unicamente il risultato “della biologia” non avrebbe alcuna influenza né l’educazione, né gli stereotipi che implicitamente associano un genere sessuale all’essere dittatori e violenti: sicché non sarà solo per il machista la concezione che comportarsi in un certo modo è “essere uomo”.
Prima ancora di considerare i numeri non bisognerebbe aver definito in che percentuale un comportamento (o una mentalità) debba essere diffuso in un gruppo per poterlo legittimamente generalizzare all’intera popolazione maschile? Qual è la percentuale di dittatori rispetto all’intera popolazione maschile? Se fosse anche uno su un milione non si potrebbe certo generalizzare l’attitudine all’antidemocraticità osservando che il numero di dittatori sia ancora più basso per le donne.
Più è una società ad imporre ad un genere di conformarsi ad un modello tanto meno si dà spazio alla libera scelta individuale: Oltre a fare attenzione a come si siano comportate le donne in società patriarcali dove non avevano neanche il diritto di voto (per non parlare dell’accesso all’istruzione) non dovremmo interessarci anche di come si comportino quando hanno l’occasione di non abusare di una posizione di controllo? https://it.wikipedia.org/wiki/Kim_Yo-jong
R
ma certo, sicuro, bell’esempio di…stro…,( ma forse ha poco possibilità di essere diversa) ma ce ne sono anche altre, oh se ce ne sono. Ma io qui intendo parlare non della generalità degli uomini, ma per carità, ci mancherebbe, non esiste. Ma il potere è di solito molto più ricercato dagli uomini che dalle donne, sempre parlando in generale. E gli assassini sono maschi, quasi tutti, decisamente e ogni giorno la cronaca riporta notizie di donne morte ammazzate.
https://www.agi.it/cronaca/news/2024-03-08/8-marzo-violenza-donne-omicidi-reati-codice-rosso-25602829/
sono numeri che possono anche lasciare indifferenti ma corrispondono a donne giovani o meno, impegnate a vivere la propria vita, con figli spesso o no, come la povera Giulia che ormai è diventata una specie di emblema nazionale ma il suo assassino è quasi oscurato dalle campagne anti patriarcato del padre e della sorella, campagne che per il momento non hanno sortito grandi effetti visto che ne ammazzano quasi una al giorno ( o forse di più) e dobbiamo leggere la cronaca di come vengono uccise: massacrate senza la minima pietà. Il fenomeno era certamente meno rilevante quando le donne erano sottomesse e obbedivano. Insomma il potere può essere molto invitante anche per le donne, non lo escludo, ma in generale a detenerlo sono di più gli uomini. Trump è un uomo di potere e abbiamo visto come cerca di mantenerlo nonostante tutto e come le sue vicissitudini con le donne siano tipiche di chi detiene il potere e si crede irresistibile.
Signor Presidente degli Stati Uniti, giacché in Europa i Capi sono talmente pavidi da stare proni ai suoi voleri, anche quando è palese il danno che ci sta arrecando e il vantaggio che invece sta procurando al suo Paese, glielo dico io, in parole poverissime, ciò bisogna dirle:
la guerra, se proprio ci tiene, la fomenti a casa sua, la smetta di inviare l’ennesimo pacchetto d’armi all’Ucraina per decretarne ancor più la distruzione e ingrassare la sua industria bellica, e dica al suo lacchè Stoltenberg di non giocare col fuoco che rischia di incendiare la casa d’altri.
Se non l’ha capito –come non l’hanno capito i suoi stupidi gregari europei- per la Russia questa è una guerra esistenziale, perché una sconfitta in Ucraina avvierebbe il processo di disgregazione della loro federazione e della loro civiltà, perciò se non è preparato a sostenere una guerra nucleare, che segnerebbe la fine della civiltà, la smetta di giocare con la vita del continente che non le appartiene, di cui non capisce una mazza. La smetta anche di foraggiare il massacro che Israele sta perpetrando nei confronti della Palestina e lo scempio dell’uccisione dei bambini .
Signor Presidente degli Stati Uniti, questi ultimi anni di vita che le restano, non li bruci nel rogo delle guerre, non distrugga il futuro delle generazioni che si affacciano a nuova vita, li dedichi alle ricerca della pace, abbia quest’ultimo sussulto di umanità.
R
i leader democratici hanno potere ma limitato nel tempo e nell’azione mentre, i leader dei paesi a regime dittatoriale hanno poteri di vita e di morte sui cittadini del loro paese e spesso sconfinano dichiarando guerre che definiscono “operazioni speciali” ma poi durano anni e fanno centinaia di migliaia di vittime.
Anche in Ucraina muoiono bambini o vengono deportati e strappati alle loro famiglie.
“Sussulto di umanità” che a Putin non viene richiesto perché combatte una guerra “esistenziale” rovinando l’esistenza a chi non cala le braghe e si dichiara prigioniero altrimenti il leader “umano” distrugge l’umanità intera.
Cosa si aspetta l’algido e cinico Stoltenberg
(a proposito, un altro “capo’ fortemente inchiodato alla poltrona con la scusa della guerra), cosa si aspetta, dicevo, dalla pensata geniale di autorizzare Kiev a colpire, con le armi Nato, la Russia in casa loro? Che Putin se la faccia addosso e desista dal martellare l’Ucraina? Tutto l’opposto, lui “autorizza” gli ucraini verranno sempre più falciduati: la Russia aumenterà la capacità di fuocco e l’Ucraina ne farà le spese sempre di più.
Vengono i brividi a sentire parlare questa gente cui fanno eco giornalisti come Pietro De Leo del Tempo, che esorta ad una compattezza granitica contro il diabolico Putin.
R
https://www.theguardian.com/world/article/2024/may/25/people-killed-in-russian-missile-attacks-on-kharki
https://www.open.online/2024/05/25/kharkiv-bombardamento-russia-centro-commerciale-zelensky-starlink/
Questi sono gli attacchi di oggi e sono passati ben 2 anni e mezzo dall’invasione. Ora, che Stoltenber sbagli a fare simili affermazioni lo dicono in tanti. Ma allora perché non dare a Kiev la possibilità di difendersi fornendogli sistemi di difesa più efficaci che potrebbero realmente prevenire i morti e i feriti che costantemente il “buon” Putin con la sua offensiva infinita continua a produrre (senza senso) in Ucraina? E non può essere che questa iniziativa del capo della Nato si mirata proprio a sollecitare questo?
Mi sa che gli “alleati” di Kiev si stanno addormentando un po’ sugli “allori” ma per gli ucraini la situazione di incertezza e di difficoltà a sopportare una guerra che dura da cosi tanto tempo e che sembra non finire mai, sta superando anche le più nere previsioni e forse Stoltenber voleva solo smuovere le acque.
Anche se loro continuano a dimostrare grande coraggio e determinazione a scacciare l’invasore.
Sostengono, le accademiche Jessica Trisko Darden ed Izabela Steflja, che “le criminali di guerra passano inosservate perché la loro partecipazione a violenze eccezionali in tempo di guerra mette in discussione le convinzioni profondamente radicate sulla guerra e sulle donne”.
Nell’articolo fanno esplicita menzione dell’unica donna, politica ruandese ex “ministro della famiglia e questioni femminili”, condannata per i crimini di genocidio e[d incitamento allo] stupro, per poi considerare che invece le donne in posizioni gerarchiche marginali vengano spesso risparmiate dalle accuse perché considerate vittime di ideologie patriarcali.
https://warontherocks.com/2020/10/when-women-commit-war-crimes/
“Il genocidio non è mai stato, né sarà mai, un concetto statico, e per questo motivo è importante che gli studiosi, così come le comunità che scelgono di studiare il genocidio, salvaguardino se stessi e le loro ipotesi dall’essere eccessivamente influenzati dai pregiudizi di genere della società su chi può e chi non può commettere omicidi di massa.”
https://armenianweekly.com/2011/01/21/ordinary-women-understanding-female-agency-in-the-perpetration-of-genocide/
R
bene, sono le donne soldato a fare stupri di massa? Sono le donne soldato a bombardare sopra i palazzi a Kiev? Magari lei mi può dimostrare anche questo? Sono le leader mondiali a dichiarare guerre? E se si chi e quante sono?
Avete notato che Meloni assomiglia a Raffaella Carrà? Due donne di potere ma (ognuna nel suo ramo), competenti e generose.
…aspetto con ansia di vedere Giorgia Meloni cantare a squarciagola “Come è bello far l’amore da Trieste in giù”…
R
anch’io.
Tra i vari esercizi di competenza legislativa che mi preoccupano c’è la generosa abolizione del reato di abuso d’ufficio
R
si, beh ma non dimentichiamo lo Svuotacarceri di Bonafede?
Tutti quelli condannati in via definitiva potranno chiedere la revoca delle condanne (art. 673 c.p.p. per intervenuta abolitio criminis, art. 2, comma 2, c.p.) e l’annullamento dell’interdizione dai pubblici uffici.
Non bastava che la norma fosse stata modificata più volte (l’ultima fu la scorsa legislatura) per essere garantista al punto da diventare una seccatura per via delle “troppo poche” condanne, ci viene generosamente consegnato il risultato beffardo di cancellare pure quelle.
R
a rigore, se non sussiste più il reato perché scontare ancora la pena?
E, in effetti la Giustizia italiana è intasata di processi, ma non sono sicura sia stato un bene ma ci sono altre fattispecie di reato che compenseranno la perdita.
Le leggi non devono essere scritte sulla pietra. Se dopo anni una legge fa più danni che cose utili va cambiata.
Il reato di abuso di ufficio è quanto di più elastico e opinabile si possa immaginare, un po’ come il “concorso esterno in associazione mafiosa” che è un ossimoro.
Nell’abuso di ufficio ci stanno casi gravissimi di corruzione come firme su documenti messe saltando uno dei tanti che ci dovevano mettere il visto.
Il reato va ridefinito in maniera più precisa, in modo da colpire la corruzione senza far perdere tempo alla Magistratura e alla polizia su questioni di lana caprina.
Se raccontano che il motivo di abrogazione fosse che le condanne sarebbero “troppo poche” allora il colpo di spugna sulle condanne definitive esistenti non regge.
Ancora di più stona tale versione per il fatto che il reato fosse stato ridefinito nuovamente appena la scorsa legislatura. Per ridefinire reato non è necessario creare un vuoto normativo.
Il vuoto creato lascia la perdita senza compensazione ma forse è un problema che gli italiani non si devono porre visto che eleggono sempre persone che sicuramente non li deluderanno mai.
Nelle condanne definitive ci sono casi di abuso di potere dimostrati oltre ogni ragionevole dubbio, non hanno mica detto che il reato fosse fantasioso ma che molti finissero per essere prosciolti dalle accuse.
https://pagellapolitica.it/fact-checking/nordio-condanne-abuso-ufficio
“Solo per farsi un’idea dei comportamenti presi in considerazione in questo paragrafo, si pensi al caso di un carabiniere che ordini a due ragazze di mostrare i loro documenti e le obblighi ad attendere l’arrivo di una pattuglia solo per ritorsione, perché le ragazze avevano rifiutato le sue avances (Cass., Sez. VI, 5 luglio 2011, dep. 30 settembre 2011, n. 35597, Rv. 250779, imp. Barbera), o a quello di un sindaco che revochi l’incarico a un dirigente candidatosi, a sua volta, alla carica di sindaco (Cass., Sez. 6, 13 aprile 2018, dep. 4 maggio 2018, n. 19519, Rv. 273099, imp. Filizola) oppure, ancora, a quello di un Pubblico Ministero che chieda il rinvio a giudizio contro l’ex della sua compagna, nei cui confronti aveva in precedenza deciso di archiviare il procedimento (Cass., Sez. VI, 14 aprile 2021, dep. 12 luglio 2021, n. 26429, Rv. 281582, imp. Ronconi).”
Nel paragrafo si chiarisce che senza abuso d’ufficio l’uso del potere per ledere i diritti altrui non potrà più essere perseguito in tutti i casi.
https://www.sistemapenale.it/it/articolo/labuso-dufficio-nella-giurisprudenza-massimata-della-cassazione-unindagine-statistico-criminologica-su-500-decisioni
Sono contento per voi che non siete preoccupati. Tanto preoccuparsi non cambia per nulla la situazione.
R
invece lei si preoccupa? La legge funziona a posteriori: il criminale se ne frega. Bisogna vedere il senso etico delle persone e qui da noi ma anche altrove è poco diffuso, meno che mai tra i politici. Prevenire è sempre meglio che …punire.
Eh sì, a coronare un così esemplare esercizio di competenza legislativa non ci hanno fatto mancare la replica del precedente dibattito pubblico sull’urgente necessità di prevenire la “paura della firma”. Come se non stonasse riutilizzare le stesse frasi fatte nonostante le nuove modifiche varate la scorsa legislatura…
Senza tale reato verranno a mancare dei limiti alla discrezionalità del potere pubblico ed i cittadini non potranno più sollecitare l’intervento giudiziario quando subiranno o assisteranno a fattispecie di abuso di potere non assorbibili da altri reati penali.
R
un colpo al cerchio e un colpo al Conte…salvo intese:
https://www.ildubbio.news/politica/abuso-dufficio-quella-riforma-voluta-dal-premier-che-imbarazza-i-grillini-peceuv6t
ipocrisia governativa al cubo.
Alessandro, in merito alla guerra in Palestina, secondo me, ci sfugge la novità assoluta di questa situazione.
In passato abbiamo avuto attacchi terroristici da parte di Hamas e lancio di ordigni poco potenti verso Israele (di solito razzi Katiuscia), e Israele reagiva con un bombardamento punitivo secondo la legge del taglione.
Questa volta, oltre all’attacco di terra che si potrebbe ancora definire “terroristico”, anche se fatto con più mezzi (somigliava agli attacchi dell’ISIS), C’è stato il lancio di 5000 missili sul territorio israeliano, di cui molti sono andati a segno.
Questa volta gli israeliani si sono resi conto che Gaza era stata trasformata in una base militare molto pericolosa, grazie ai finanziamenti del Qatar e alle forniture di armi dall’Iran.
Questa volta l’attacco verso Gaza non era finalizzato a punire i palestinesi per l’attacco do ottobre, ma a smantellare la base militare (postazioni missilistiche, tunnel ecc…).
Che i palestinesi di Hamas fossero pronti a resistere a questo attacco lo dimostra il fatto che l’operazione di Israele, dopo tanti mesi, non ha potuto ancora essere completata.
Se a Gaza ci fossero quasi solo civili gli israeliani l’avrebbero occupata completamente in un tempo brevissimo.
Il fatto che, dopo 6 mesi, c’è ancora una parte di Gaza dove le rampe di lancio e i tunnel non sono stati raggiunti dall’esercito israeliano, e da cui continuano ad essere lanciati missili, dimostra che l’esercito israeliano sta conducendo una guerra contro l’esercito palestinese, e non contro i civili.
Non è una questione di proporzionalità tra attacco e reazione. Non è una questione di genocidio (35.000 su 2 milioni non è un risultato significativo per chi volesse attuare un genocidio).
La questione mi pare chiara. Gli israeliani hanno valutato che le installazioni militari a Gaza hanno raggiunto un livello quantitativo e tecnologico inaccettabile per la loro sicurezza, e hanno deciso di smilitarizzare la striscia, costi quel che costi.
E, una volta presa questa decisione, devono andare fino in fondo, altrimenti sarà stato tutto inutile.
Quindi, credo che i palestinesi di dovrebbero trasferire nella parte nord già smilitarizzata e permettere agli israeliani di occupare e distruggere le installazioni militari nella parte sud.
Solo allora, verosimilmente, gli israeliani cesseranno l’attacco.
Altre soluzioni non mi paiono realistiche.
Quanto ai bambini, per qualche strano meccanismo psicologico, nonostante facciano la fame e le prospettive siano modeste, gli abitanti di Gaza sono uno dei popoli più prolifici del mondo. Si sente dire che metà della popolazione è costituita da bambini e ragazzi. Per forza, ogni bomba o cannonata che cade ammazza dei bambini
R
https://www.theguardian.com/world/live/2024/may/26/israel-gaza-war-live-us-army-aid-pier-aground-egypt
“… permettere agli israeliani di occupare e distruggere le installazioni militari nella parte sud…”
Beh, sarebbe sensato (non GIUSTO, il mondo -incluso questo blog- è pieno di richiami al diritto di DIFENDERSI anche e soprattutto con le armi altrui) ma sarebbe, ripeto, comprensibile se non fosse che l’esistenza e l’ ubicazione delle “installazioni militari” viene immancabilmente comunicata da Israele dopo che la zona è una voragine irriconoscibile e dopo che “…Per forza, ogni bomba o cannonata che cade (ha ammazzato) dei bambini”.
La cosa puzza un po’ e per vari motivi. Uno, se davvero Israele sapesse dove sono le “basi militari” (e con i mezzi tecnologici esistenti lo saprebbero da anni) non ci sarebbe bisogno di sparacchiare e bombardare a casaccio per MESI, oltretutto mettendo in campo anche i giocattoloni regalati dagli USA. Secondo, un cauto scetticismo sulle certezze dei servizi di intelligence (in genere) sarebbe obbligatorio, dopo decenni di Montecassino distrutti, asili bombardati, antrace, fabbriche di latte in polvere scambiate per depositi di bombe, telecamere di giornalisti scambiate per lanciarazzi, feste di nozze mitragliate e Calipari scambiati per attacchi in forze di inesistenti terroristi pro-Saddam. Terzo, Israele ha dichiarato tramite personaggi AL GOVERNO di voler eliminare TUTTI i palestinesi dalla striscia di Gaza e di estendere gli “insediamenti ” fino a chissà dove, e nella sua inumanità è perlomeno una dichiarazione non ipocrita di fronte all’ equivalente progetto palestinese, tanto caro ai figli di papà delle nostre Università, “libertà dal fiume al mare” che aldilà della bella frase poetica significa cancellare Israele dal mappamondo.
Per cui si torna alla “ciccia” del dramma: una guerra etero-generata, etero-diretta, portata avanti se non tra fratelli almeno tra cugini di etnia, sostenuta da business più o meno leciti e dichiarati, utile alle politiche interne di mezzo mondo e che fa girare il traffico dei social e quindi della pubblicità. Con questi presupposti non la vincerà mai nessuno, indipendentemente da possibili “maggiori virtù”.
E, tanto per essere noioso e ripetitivo, è quello che dice il Papa, l’unico politico, apparentemente, a vedere che il Re è nudo.
R
con tutto il rispetto per te e per il Papa trovo le tue lezioni di geopolitica a volte persino troppo “eticamente corrette” ma dimentichi spesso molti particolari che rendono il “minestrone” un po’ insipido. Sai, il “sale” costa e se ce ne metti troppo rovina il palato se troppo poco risulta scipito… a cuoppo cupo…
Gli abusi possono mai essere commessi da chi non si trovi nelle condizioni materiali di esercitarli? L’occasione fa l’uomo ladro e la donna no?
L’interesse di alcuni studi era rivolto ad approfondire in quali circostanze le donne possano essere complici e parti attive in crimini di guerra.
L’esigenza di approfondire diventa più consistente al progressivamente superamento delle costrizioni sociali che un tempo minavano l’agentività femminile.
Che io sappia il maschilismo è un sentimento di superiorità ingiustificato nei confronti delle donne, che si esprime soprattutto sul piano relazionale e si alimenta con stereotipi di genere.
Una donna in posizione di autorità che ordina crimini contro l’umanità non si può dire maschilista, a meno che non sostenga anche il “suprematismo maschile”.
La prima donna condannata per crimini contro l’umanità era anche un politico di rilievo. Le studiose in precedenza menzionate fanno notare che le donne parteciparono attivamente al nazismo, seppur nei rispettivi ruoli, e lamentano che non siano state condannate (per favoreggiamento, suppongo).
L’altra faccia del “finora son stati uomini” dovrebbe essere: cosa potrebbe accadere quando un numero sempre più grande di ruoli che, nelle società patriarcali è stato possibile abusare da uomini, sarà ricoperto in misura maggiore anche da donne?
Le donne soldato non possono commettere crimini di guerra? Le leader politiche non possono programmare genocidi?
Oppure potrebbero ma sceglirebbero di non farlo?
Il personale militare di Abu ghraib era interamente maschile? (No) Ci sono statistiche sintetche del caso da usare al fine dei paragoni fin qui proposti oppure non viene data alcun rilievo al genere di chi abbia commesso tali crimini? (No)
Esiste un interesse pubblico a rilevarlo? In tal caso esisterebbero statistiche idonee a misurate il fenomeno.
Nella narrazione mediatica di tale evento non è stato dato risalto al ruolo delle donne e pertanto nell’opinione pubblica non è stata stimolata coscienza del fenomeno.
Poiché il femicidio desta particolare allarme sono in preparazione statistiche specializzate che distinguano il movente ed il genere del criminale.
Esistono statistiche per l’omologo maschile di tale reato così da saperlo sempre a 0? La rilevazione statistica di un fenomeno non esclude necessariamente quella di altri.
Violenza domestica e stalking sono altri reati di particolare allarme: ci possono essere vittine maschili? Ed il crimine di cui tali uomni sono vittime sarebbe stato perpetrato da uomini?
https://it.wikipedia.org/wiki/Violenza_contro_gli_uomini
L’attenzione troppo selettiva può tagliare fuori apetti rilevanti.
PS: No, non ci sono neanche statistiche che facciano distinzioni di genere nei piloti che sganciano bombe in Ucraina.
https://en.wikipedia.org/wiki/Night_Witches
R
a leggerla parrebbe che le donne siano discriminate anche quando compiono dei crimini: non gli si da abbastanza “importanza”. può essere, perché no? Non sia mai si montino la testa…
Mah, che ci siano certamente donne “cattive” non è una novità, io stessa ne ho trovate lungo la mia strade e sono state cattive davvero. Ma le difendo, se posso, sempre. Non lo so perché, mi viene spontaneo farlo e lo faccio. Molte donne non lo meritano, lo so ma le difendo lo stesso.
Poi, ci sono statistiche che non possono essere fatte se non c’è materiale per ” statisticare” cioè, mi spiego, se non c’è un campione sufficiente sul quale basare una statistica. Forse dico una stupidaggine ma credo che lei abbia capito.
Ma di una cosa sono certa (con buona approssimazione) che lei, anche se finisce per “a”, non è una donna.
Sono accademiche donne ad aver sostenuto che il ruolo femminile in crimini di guerra possa essere stato sminuito. Chissà se, non potendo conoscerne il genere, qualcuno potrebbe pensare che fossero uomini, eppure pare proprio che le studiose abbiano implicitamente tacciato di maschilismo (o quanto meno di sessismo) il racconto di lenienza verso naziste.
Una statistica è il risultato finale di un lavoro sistematico di sorveglianza per raccogliere dati: Quando c’è la sorveglianza le statistiche sono a 0 se mancano gli eventi.
Se non c’è alcun valore “statisticato” significa che non c’è sorveglianza a fini statistici, ciononostante certi fenomeni potrebbero saltuariamente superare il filtro giornalistico ed essere catturati, in modo non sistematico, in qualche notizia.
Di Abu Ghraib non è stato statisticato quante donne (e uomini) abbiano partecipato e quante no, per così fare paragoni di genere, ma tra i nomi dei condannati se ne possono trovare di femminili (accanto ai maschili).
Così come esistono uomini vittime di stalking o di violenze domestiche.
Non mi sono curato di determinare il genere sessuale degli autori di cui si parla (casomai interessi ci sono le note) ma nella Wikipedia si legge:
Alcuni ricercatori ritengono che la violenza contro gli uomini sia un serio problema sociale, oggetto di meno attenzione della violenza contro le donne e che sia un fenomeno diverso dalla violenza sulle donne per natura, contesto e modalità di studio.
Tra le ragioni per cui la violenza contro gli uomini sarebbe considerata un tabù sociale, viene indicato lo stereotipo dell’uomo come sesso forte che porterebbe a una scarsità di studi sulla violenza delle donne contro gli uomini, sebbene esistano. Secondo alcuni autori, gli uomini sarebbero sottorappresentati come vittime e sovrarappresentati come autori di violenze.
Limitandoci alla tesi di un “gender gap criminale” quali ipotesi andrebbero vagliate circa quanto appare dai numeri?
Che le differenze siano conseguenza dalla circostanza che le donne siano sottoposte generalmente un’educazione ed a pressioni sociali differenti dagli uomini oppure che, in considerazione del “notoriamente paritario” trattamento, sia la genetica a causare la differenza in oggetto?
Nel primo caso andrebbe ridotta l’esposizione maschile a modelli e pressioni sociali diseducative -almeno quanto- per l’altro genere. Nel secondo una diagnosi prenatale accerterà, caso per caso, il “peccato originale” e la colpa di Adamo e di tutti i suoi cloni (tranne quelli da staminali prese da costola) sarà nota prima che facciano danno ma non so cosa gli faranno.
Da un punto di vista genetico il cromosoma che determina il genere maschile ha pochi geni e la sua presenza priva i maschi, come invece avviene per le donne, di una doppia versione di alcuni geni esponendoli ad un maggiore rischio (rispetto alle femmine) di malattie geneticamente recessive
https://www.dnaexpress.it/genetica/malattie-genetiche-sessuali/
Tra le svariate migliaia, dove si troverebbe l’ipotetico “gene del male”: nelle scarse decine di quelli specifici del sesso maschile o tra quelli che possono capitare anche alle femmine?
Più i fattori ambientali hanno un ruolo nelle conseguenze paventate, minore è il ruolo del genere nella genesi del qui definito “gender gap criminale”.
La questione scientifica che a me incuriosisce è questa.
R
https://networkindifesa.terredeshommes.it/project/violenza-stereotipi-e-discriminazioni-di-genere/
OK, vogliamo però bypassare le accademiche e tornare coi piedi per terra affidandoci all “casistica” e alla statistica? Questo link le descrive la situazione (al 2014) molto meglio di quanto potrei fare io.
Poi: è logico che se gli uomini non denunciano perchè si vergognano di buscarle da una donna, non sapremo mai i numeri reali della “violenza” sugli uomini, ma non dubito che più di qualcuno le prenda. Io stessa se mi devo difendere (ed è capitato), meno. Ma si tratta di legittima difesa. Ma non tutte ci riescono. Ma non arriverei mai al punto di uccidere, almeno credo, anzi ne sono certa.
Ma insomma anche noi donne abbiamo o no il diritto di essere cattive se ce li fanno girare? Intendo i mulini a vento.
O solo gli uomini possono permettersi il lusso di essere violenti? Non so se geneticamente la donna sia meno cattiva dell’uomo, ma la storia parla per lei e tutte le fumose teorie che dicono che la donna è violenta al pari dell’uomo servono solo a rivoltare le frittate, bruciacchiate e immangiabili.
Questo leggevo prima di chiedere che fossero definite quali percentuali risultino necessarie per fare certe generalizzazioni:
“Non possiamo attribuire a tutti gli uomini certe prerogative, ma non possiamo neppure negare che siano corrispondenti in massima parte al genere maschile.”
Attribuire “al genere maschile” uno stereotipo negativo portando esempi di crimini non è per nulla una generalizzazione ammissibile sulla base della storia o delle statistiche. Quando si fa riferimento al genere si chiamano in causa collettivamente miliardi di individui e non più una loro frazione.
Sintesi:
I crimini (a) che qualcuno ha scelto sono commessi da uomini (b).
Il genere maschile (c) è fatto da uomini (b).
Il genere maschile (c) ha prerogative criminali (a).
Così risolviamo l’impasse causata dal mio approccio scarsamente digeribile prendendo a modello l’approccio di altri.
Il genere maschile (A) è composto da persone (B).
Le donne (C) sono persone (B).
Le donne (C) appartengono in massima parte al genere maschile (A).
La questione che mi interessava non era accademica tanto quanto il tentativo di estendere l’accezione di “maschilismo” (o peggio) da cui è stata stimolata, giacché mirava alle applicazioni pratiche per influire sul proposto “gender gap criminale”.
In aggiunta ho certo ampliato il troppo ridotto spazio di “attenzione”, visto il singolare utilizzo di statistiche incomplete per fare paragoni di genere, e segnalato l’esistenza di problematiche pertinenti come la mancata sorveglianza statistica (usando il caso abu ghraib per distinguere la sorveglianza statistica dalla cronaca giornalistica che tale obbligo non ha).
No, qui nessuno ha chiesto se la donna sia “geneticamente più cattiva”, ma mi sono chiesto, posto di fronte a certi teoremi, se -almeno alla nascita- qualcuno concedesse pari dignità sociale alla massima parte del genere maschile, almeno finché non sarà identificato scientificamente il gene del male.
Avendo “dimostrato” che le donne sono uomini, posso aggiungere senza ripetermi che sull’opportunità del costume di addurre una “predisposizione” biologicamente determinata per obbligare “moralmente” gli uomini a certe vocazioni, indipendentemente dalle loro aspirazioni, non tutti concordano.
Nei limiti della Legge i cittadini possono fare le scelte che vogliono. Ci si può solo augurare che finiscano le scuole conoscendo tanto i loro diritti quanto i loro limiti.
R
primo: le donne sono donne, secondo alla nascita siamo donne e uomini entrambi potenzialmente criminali, terzo il maschilismo è un fenomeno nel quale l’uomo mette la donna in condizioni di inferiorità e ne provoca la discriminazione a molti livelli fino a pregiudicarne l’esistenza.
Le donne con tendenze maschiliste sono donne che odiano patologicamente le altre donne, ma sempre donne rimangono.
Ma, mi ha fatto venire in mente che tutta questa energia impiegata per livellare e spalmare le responsabilità dei fenomeni legati a questo preciso fenomeno, derivino non solo dal fatto che si voglia negare le responsabilità del proprio genere di appartenenza (per una sorta di mal riposta solidarietà) ma anche e forse perché con il fatto che le donne ora possono dare la vita anche tramite la fecondazione assistita, l’uomo sente di aver perso ancora più potere e supremazia.
A me ha talmente colpito l’approccio retorico con cui qualcuno crede si possa spalmare su miliardi di individui dei crimini che non avessero personalmente perpetrato, che ho trovato particolarmente calzante illustrare come con quella stessa impostazione retorica si possa anche affermare che le donne siano uomini.
Prima ancora di essere incompatibile con il diritto alla pari dignità e solidarietà sociale (artt. 2 e 3), diritto riconosciuto indipendentemente dal genere, lo schema retorico usato nel tentare di giustificare un grossolano stereotipo che criminalizza il genere maschile è intrinsecamente inattendibile.
https://it.wikipedia.org/wiki/Errore_nella_distribuzione_del_termine_medio
Al confronto trovo delizioso che qualcuno possa ritenere di giustificare delle insinuazioni pretendendo che l’interlocutore avrebbe dovuto “dimostrargli” scarso impegno.
Esiste il maschilismo, esiste il machismo, esiste il sessismo, esiste la misandria. Conosco il significato di questi termini anche se, il 26 maggio 14:05, per brevità ho discusso l’accezione della applicabilità alle donne solo del primo.
R
non capisco, nell’ordine: a chi si riferisce, di cosa sta parlando, di chi sarebbe “l’approccio retorico” (mio), insomma signor Copypasta sia lievemente meno criptico, sa ho i miei bravi limiti…
Strano, pensavo che essere essere criptici al Suo stesso modo fosse un requisito: Non è risultata molto chiara nell’esprimere il concetto di “malriposta solidarietà” e poi cosa intendeva per “responsabilità” di un genere? La presunta “responsabilità” è per caso presente già alla nascita?
I concetti che ho esaminato sono sufficientemente chiari per consente a chiunque di formulare un giudizio nel merito.
Per esempio, Lei può certamente entrare un giudizio sull’attendibilità di un discorso strutturato in questi termini:
1. I crimini (a) esaminati sono commessi da uomini (b).
2. Il genere maschile (c) è fatto da uomini (b).
3. Il genere maschile (c) ha prerogative criminali (a).
Anche Lei concorda sul fatto che tale schema retorico produca conclusioni inattendibili?
La sua risposta a tale domanda mica cambierebbe in base a quale persona abbia impostato un discorso in tal modo…
R
Caro signore, lei prima di entrare qui avrà certamente seguito il blog. Comunque è il benvenuto, se non mi sono spiegata me lo dica e cercherò di spiegarmi meglio. Se ci riesco, naturalmente.
La fecondazione assistita NON è partenogenesi, serve sempre un maschio. Se invece del re è lo stalliere fa lo stesso, la regina da sola non fa niente. Una volta le chiamavano corna, adesso ci sono vezzosi nomi scientifici, ma il sugo è lo stesso. Pensa che nell’ antica Armenia il marito prima di partire per viaggi di commercio appendeva un cappello al muro. Se la moglie nel frattempo si sentiva sola e restava incinta, i figli venivano chiamati “figli del cappello” e per legge erano equiparati ai figli legittimi. Senza ricorrere a frescacce sulle supemazie maschili e/o femminili: SENSO PRATICO, si chiamava. E moralmente parlando, comprensione e “pietas”.
R
ma come hai ragione. Soprattutto sulla Pietas, senza virgolette. A tutte le Giulie assassinate da un Lui avrebbe fatto molto comodo.
Penso che buttare nel mucchio la procreazione servisse solo a creare confusione ma gli esperimenti di clonazione su modelli animali mostrano che una pseudopartenogenesi sia tecnicamente possibile anche se, viste le controindicazioni dell’uso di DNA di linee cellulari non germinali, questa è impraticabile.
Notevole lo stereotipo di genere invocato da Mariagrazia per “empatizzare” col presunto sentimento di perdita di potere e supremazia proiettato sugli uomini in generale.
Non penso implicasse che le persone debbano per forza fare figli per sentirsi realizzate quando ci sarebbe da tutelare il diritto delle donne a non fare figli o ad abortire.
La Convenzione individua le radici della violenza nei confronti delle donne nella disuguaglianza tra uomini e donne. Sostiene che questa disuguaglianza sia strutturale e abbia le sue radici nei cosiddetti “ruoli di genere”, i ruoli che tradizionalmente vengono assegnati a maschi e femmine.
Ruoli che sono stati socialmente e storicamente costruiti e intorno ai quali si sono poi sviluppati una serie di stereotipi.
https://www.ilpost.it/2023/05/11/lega-fratelli-italia-astensione-voto-convenzione-istanbul/
R
ah, si, non c’è dubbio che i ruoli siano determinanti e creino ingiustizie, infatti i piatti li lavano ancora le donne, le pulizie di casa toccano sempre a loro (tranne pochi sporadici casi): https://www.vanityfair.it/article/i-lavori-domestici-sono-sempre-delle-donne-e-non-solo-in-italia.
Ma anche con la Convenzione ratificata ho qualche dubbio che le cose miglioreranno molto. Se i governi ratificano le convenzioni ma poi non creano le condizioni perché possano venire attualizzate, allora servono solo a dimostrare delle ovvietà. Giuste ma del tutto inutili se non ci sono conseguenze tangibili.
Le donne lo sanno: molte cose sono migliorate ma molto c’è ancora da fare.
Anche qui: ma dove avrebbe letto che considero la procreazione un modo per sentirsi realizzate (parlo delle donne non delle “persone”)?. Se gli uomini faranno figli mediante qualche IA o altro io non lo so, e non so se il sentimento di frustrazione che “alcuni” potrebbero ancora provare nei riguardi delle donne si affievolirebbe tanto da avere delle conseguenze sul calo dei femminicidi.( Tenga conto del caso Impragnatiello: avvelenava la compagna per farla abortire e di lui si sa perché lei è morta con 37 coltellate, di altre, sopravvissute, non sappiamo).
Ma ora stiamo sconfinando nella fantascienza.
L’ultimo attacco di Israele a Rafah è indifendibile sotto ogni profilo- Un uomo di potere che ormai ne ha fin troppo ed al quale andrebbe levato subito sta distruggendo la reputazione di Israele e provocando altre massicce proteste in ogni parte del mondo: Benjamin Netanyahu deve cedere il potere e gli israeliani devono chiedere elezioni anticipate. Il mandato di arresto della CPI non avrebbe effetti immediati ma almeno costringerebbe anche i più impaurito degli israeliani ad aprire gli occhi e vedere che il loro leader sta guidando il loro paese verso la riprovazione mondiale e accrescendo l’orrendo antisemitismo. Anche se va riconosciuto ad Israele il diritto di difendersi da chi vuole distruggerla, non sono giustificabili neppure dopo l’attacco coi missili a Tel Aviv da parte di Hamas, le distruzioni di tendopoli dove la gente cerca rifugio. Se è vero che i missili israeliani sono caduti in un’area principalmente occupata da rifugiati, chi ha dato l’ordine deve essere messo in condizioni di non abusare del proprio potere. E anche se la causa di difendere Israele da attacchi terroristici è sacrosanta, non si può continuare a aprire il fuoco contro la popolazione che fugge dalla guerra.
https://www.theguardian.com/world/live/2024/may/27/israel-gaza-war-live-aid-groups-horrified-by-israeli-strike-on-camp-housing-displaced-people-in-rafah
Allo stesso modo però le autorità palestinesi dovrebbero dissociarsi da Hamas, imporgli la restituzione immediata degli ostaggi ed impedirgli di compiere altre azioni terroristiche che poi si ritorcono contro la popolazione. Solo così potrebbero ottenere credibilità a livello internazionale e creare partnership che gli consentano di trattare alla pari con le autorità di Israele e avviare finalmente delle trattative per il cessate il fuoco che dia immediato sollievo a quella terra martoriata e col tempo gettare le basi per trovare dei punti di contatto con Israele che però deve impegnarsi a ritirarsi progressivamente dai territori occupati.
Servono uomini “illuminati” non schiavi del potere ma che sappiano guardare al bene dei rispettivi popoli e così potrebbero spegnere quella miccia sempre innescata che continua ad alimentare odio e guerre.
Lo so bene che non è per niente facile ma forse è proprio questo il momento per spingere verso una soluzione che veda i due attori principali di questo conflitto infinito prendersi entrambi carico di una soluzione pacifica che sia conveniente per entrambi.
A Nencioni replico che, probabilmente, il problema di Israele è proprio che, nonostante la potenza del Mossad, non sa dove Hamas ha realizzato le sue basi; e per questo distrugge a tappeto. Probabile anche che molte installazioni siano mobili.
Osservo anche un parallelo con la guerra in Ucraina, seppure con uno sfasamento temporale.
Israele ha attaccato Gaza per distruggere le sue basi militari già installate ed utilizzate dall’attacco di ottobre in poi.
La Russia ha attaccato l’Ucraina per impedire che le basi militari nemiche fossero installate.
Se l’Ucraina fosse entrata nella NATO, probabilmente il confine con la Russia sarebbe diventato quello che Gaza era diventata per Israele: una fascia di installazioni militari in grado di colpire (e spiare) da distanza ravvicinata.
Sulla questione delle donne sollevata da copipasta, credo che la distinzione tra uomini e donne abbia poco senso se generalizzata. Siamo tutti esseri umani delle stessa specie e con la stessa storia, e non si vede perché ci dovrebbero essere così tante differenze in tutto.
R
già, già…
Una grande record woman:
https://www.theguardian.com/business/article/2024/may/27/worlds-longest-serving-flight-attendant-dies
https://www.youtube.com/watch?v=_OKtA3pLy2A
Questo è per Copypasta, penso che potrebbe interessarle, parla di quello che parla lei, cioè della violenza di genere dove la vittima è l’uomo e terrà una conferenza sul tema proprio dopodomani a Venezia.
IO non l’ho ancora visto ma lo trovo interessante, voglio proprio vedere cosa si “inventa ” il “vittimologo” (non sapevo esistesse questa specializzazione della criminologia).
bene, l’argomento del giorno inizia alle
https://youtu.be/_OKtA3pLy2A?si=ATT01a70uBk6z9qI&t=680
Ho trovato particolarmente pregnante il riconoscimento dell’importanza dei reati e dell’educazione giuridica. A chi fa comodo l’ignoranza dei cittadini?
R
a chi la sfrutta, naturalmente. Ma questo professore sostiene anche le sue tesi che io però non ho cercato.
Grande:
“sono la stronza della Meloni”
https://www.huffingtonpost.it/dossier/elezioni-europee-2024/2024/05/28/news/meloni_de_luca_stronza_caivano-16020922/?ref=HHTP-BH-I15931192-P1-S5-T1
potente!
E non è forse esercizio di potere da parte di un uomo di potere dare della “stronza” alle presidente del Consiglio?
Quante volte ci è capitato di sentire dare dello stronzo a Conte o a Renzi? Almeno che potessero sentirlo tutti?
E De Luca che fa? Invece di cogliere l’occasione dell’incontro a Caivano per chiederle scusa, dice che è caduto in una trappola?
Trappola nella quale si è messo con le sue stesse mani, non avesse detto “lavora tu stronza” davanti ad una larga platea, Meloni non si sarebbe presentata in quel modo.
O pensava che fosse la solita ipocrita che fa finta di nulla perché lui è un uomo di potere e bisogna “sorvolare” sulle offese?
Ma mi domando che parlo a fare, qui ci sono solo uomini e gli uomini solidarizzano sempre tra di loro, o quasi. Mentre sarebbe molto più semplice dire che gli assassini delle donne sono dei criminali e che il maschilismo è una piaga che andrebbe sanata con l’aiuto di tutti: uomini e donne.
Io penso che quella risposta non c’entra niente con l’essere donna, e che le critiche e gli apprezzamenti che ha avuto li avrebbe avuti allo stesso modo un uomo.
Per me la Meloni abbia fatto bene a rispondere così.
De Luca è un personaggio e gioca a fare il personaggio, e quella risposta se l’era cercata.
R
non avevo dubbi. Ma non ha risposto…quanti “stronza” si è preso Renzi o Conte in pubblico, non faccia lo gnorri, risponda: quante stronza hanno avuto i precedenti presidente del consiglio?
errata corrige: ha fatto bene.
Rispondo a Copypasta, al suo ultimo commento:
sta seguendo il processo a Impregnatiello? Il barman che ha ucciso con 27 coltellate la fidanzata incinta di sette mesi, ha cercato di bruciare il cadavere, l’ha nascosta nel bagagliaio ed è andato a pranzo dalla madre? Aveva anche cercato di avvelenarla lentamente col veleno per topi e questo perché lei aveva scoperto che lui aveva una doppia vita, una relazione con una sua collega.
Ora dice di aver agito in un momento di lucida follia…già, è sempre così, finiscono per dichiararsi pazzi…
Mi trovi, se ci riesce casi analoghi o simili compiuti da donne con la stessa premeditazione crudeltà ipocrisia,… me ne trovi almeno uno di simile, di sicuro ce ne sono.
E me ne trovi uno simile al caso di Giulia Cecchettin uccisa a coltellate, caricata in macchina portata in giro per chilometri dopo aver cercato di buttarla giù da un dirupo…
E la lista sarebbe davvero molto lunga perciò mi fermo.
Non sono forse dei criminali questi uomini? Come li definirebbe lei?
Ripeto: le donne possono compiere atti criminali, certo, ma non credo esistano statistiche che provano che le donne sono comparabili all’uomo per aver commesso crimini analoghi con la stessa frequenza e la stessa crudeltà. Ma non esistono non perché nessuno li ha registrati ma perché non c’è “materiale” bastante per stilare delle statistiche attendibili e “paritarie”.
E non è forse esercizio di potere uccidere? Con questo non dico che tutti gli uomini siano dei criminali ma questo è un fenomeno che si ripete troppo spesso e che molti uomini hanno cercato di sminuire dicendo che lo fanno anche le donne ma che non ci sono evidenze perché “di questo non si parla abbastanza”…
Se non le sembro abbastanza chiara, me ne dispiace, ma credo di non poterlo essere di più.
A proposito della violenza di genere ripropongo la sintesi di una vecchia lettera che Severgnini mi pubblicò anni fa.
Finché la coppia è giovane l’uomo ha il coltello dalla parte del manico perché è più forte fisicamente e, spesso, anche economicamente.
Da vecchi, quasi sempre il rapporto di forze si inverte.
Il marito o compagno – che spesso ha anche qualche anno di più – invecchia prima e diventa fragile e dipendente dalla moglie o dalla compagna.
Nell’ambito delle famiglie che conosco, gli uomini, negli ultimi anni della loro vita, hanno subito prepotenze di tipo psicologico, umiliazioni, prevaricazioni da parte delle mogli.
Ricordo domande tipo “Tra quanto si cena?” con risposte tipo “Quando è pronto!”. Ricordo uomini anziani ai quali la moglie non rivolgeva praticamente mai la parola, o che rispondeva stizzita se chiedevano aiuto per qualcosa che non sapevano più fare da soli.
Uomini anziani ai quali, quando uscivano, la moglie svuotava il portafogli per evitare che spendessero i soldi per i loro vizietti.
Ma anche prima che i mariti diventino fragili e bisognosi di aiuto, spesso le donne tendono a prendere in mano la gestione della famiglia e l’uomo diventa quasi un ospite in casa sua.
Certo non si possono confrontare queste piccole angherie con la violenza fisica, ma sono una seconda faccia della medaglia che esiste.
Io penso che il casio di Impagnatiello sia di una chiarezza tale che non vale la pena di perderci tempo.
Quel tale è un delinquente dalla mentalità perversa, con ogni probabilità del tutto irrecuperabile. Siamo ai livelli del delitto del Circeo.
A questo proposito mi voglio levare un sassolino dalla scarpa a proposito della fattispecie “incapace di intendere e di volere” e altre formule analoghe.
Qui non si parla di giudizio divino, che presuppone la consapevolezza e l’intenzione di peccare. Qui si parla di giustizia sociale terrena, che deve mettere al primo posto la neutralizzazione degli individui socialmente pericolosi.
Se uno fa quelle cose perché incapace di intendere e volere non è meno pericoloso, ma lo è di più. E’ una mina vagante imprevedibile e irrecuperabile. Quindi, se non lo vogliamo mettere nello stesso carcere dove stanno gli assassini consapevoli, mettiamolo pure da qualche altra parte (clinica o quant’altro), purché la sicurezza sia pari a quella di un carcere, e purché ci resti tutta la vita.
Se la legge fosse modificata in questo senso, credo che gli avvocati furbetti la smetterebbero di arrampicarsi sugli specchi e allungare inutilmente i processi.
Mi ero limitato a farle poche domande come, per esempio, quale sarebbe la natura della presunta “responsabilità di genere” che Lei propone e se questa si manifesti già appena nati. Visto che si duole di non poter essere più chiara
avrebbe potuto rispondervi con un sì o con un no.
Prendo atto che Lei abbia formulato la Sua domanda in modo che certi crimini siano rigorosamente attribuiti agli individui che li hanno perpetrati (e sui quali chiede retoricamente un giudizio) ma le ricordo che, per sua scelta, l’oggetto di giudizio fosse la “massima parte del genere maschile”.
Anche nel mio lessico un criminale è colui che commette un crimine e tutti possiamo confermare facilmente che nei tribunali le sentenze le emettano a carico di persone fisiche (o giuridiche) e non di interi generi.
I crimini per cui è stata condannata una frazione infinitesimale della popolazione non dicono nulla della restante parte. Le persone, indipendentemente dal genere, possono solo essere ritenute responsabili individualmente sulla base loro azioni od omissioni.
Chi intende fare “paragoni di genere” , non si può mica esimere dal prendere atto dei limiti statistici di selezioni che arbitrariamente escludano reati come lo stalking e la violenza verso uomini.
A cura dell’Avv. Stefania Crespi:
https://dinellalex.com/lo-stalking-al-femminile-quando-la-donna-e-una-stalker%EF%BF%BC/
https://dinellalex.com/la-violenza-contro-gli-uomini-un-fenomeno-avvolto-dal-silenzio-poco-conosciuto-e-denunciato/
Delle altre fonti da me citate che sollevano il problema di lacune nelle conoscenze o nell’interesse pubblico riguardo certi fenomeni, io ne prendo atto perché mi è nota l’abitudine diffusa di pensare che non esista ciò di cui non si viene a sapere.
Per dedurre, tramite analisi statistiche di confronto tra gruppi, l’associazione causale tra un fattore ed un qualsivoglia fenomeno, non solo i dati devono essere raccolti in modo che il fattore in esame costituisca davvero l’unica differenza ma si devono anche documentare gli accorgimenti usati per assicurare che nei gruppi tutti gli altri fattori in grado di influenzare il fenomeno in esame siano egualmente distribuiti nei due gruppi. Un confronto che non operi sulla base di condizioni paritarie costituirebbe frode scientifica,
Qui non si è certo discusso uno studio scientifico, corredato di note metodologiche, che testasse l’ipotesi che il genere sia condizione sufficiente per implicare una serie di attributi in tale studio chiaramente specificati.
Chi volesse esaminare la diffusione del maschilismo nell’Italia di oggi non riuscirebbe certo a farlo tirando in ballo le “guerre puniche”. Le donne favorevoli a guerre sarebbero solo per quello qualificabili come “maschiliste”? C’è qualcuno qui che lo pensa? Neanche questo sono riuscito a capire.
Chi intendeva fare paragoni di genere tirando in ballo guerre, dittature, ecc. poi non mi venga a raccontare che aveva intenzione di sensibilizzare sul tema del femicidio.
Oltre a tirare in ballo il genere, cosa è mai stato detto delle persone che commettono femicidi per identificare ciò che li differenzia da quelli che non li commettono?
Qualche differenza rilevante per la genesi del femicidio deve pur esserci dato che il genere è condizione comune ai due gruppi.
Ah già, dimenticavo, sulle persone che non commettono femminicidi è stato detto che fossero donne. Dunque sicuramente saranno donne anche tutti gli uomini che non commettono femminicidi: Chiedo a Mariagrazia, particolarmente ferrata con le statistiche, quanta percentuale della popolazione femminile ritiene rappresentino.
R
apprezzo il suo spirito. Vorrei fare una breve sintesi:
la mia tesi che lei gentilmente sta dipanando non è mai stata quello che scrive lei, mai detto che la massima parte del genere maschile sia sotto giudizio. Il maschilismo è un fenomeno odioso che va avanti da secoli. Le donne che vengono uccise dai compagni, secondo me, ne sono le vittime. Può pure darsi che i loro assassini non siano maschilisti, ma hanno indubbiamente esercitato il potere di sopprimerle (cioè ucciderle). Poi ho anche detto che possono esserci donne altrettanto violente e criminali, non l’ho affatto escluso.
Ma se lei intende affermare che “Cristo è morto di freddo” ( è ovviamente un’ipotesi un po’ fortina, ma è solo per rendere l’idea, non se la prenda) e se anche riuscisse a dimostrarlo, temo che avrebbe scarsa rilevanza visto che è resuscitato. Purtroppo per le donne morte ammazzate dai compagni (uomini) maschilisti o meno, questa opzione non è data.
Ma se a lei risulta che qualcuna sia tornata in vita, ce lo faccia sapere, anche non rientrasse in alcuna statistica.
Siccome l’espressione “genere maschile” può solo riferirsi alla totalità degli uomini già dal loro concepimento, nell’interpretare il Suo
“Non possiamo attribuire a tutti gli uomini certe prerogative, ma non possiamo neppur negare che siano corrispondenti in massima parte al genere maschile”
Avrei forse potuto intendere il criptico “prerogative” con qualcosa che non avesse a che fare con dittature, guerre e femicidi?
Non potevo immaginare di non dover trattare tale affermazione come se non fosse stata introdotta da domande retoriche che la “ancorassero” a tali aspetti.
Qual è la proporzione tra uomini che non ne commettono e donne che non ne commettono? Quale è la proporzione tra uomini che ne commettono e quelli che non ne commettono?
Eh, l’errore sarebbe tutto mio, visto che Lei voleva semplicemente riferire altre parole, anche se io ho risposto a quelle che ha effettivamente usato nei confronti della massima parte del genere maschile.
Tra le altre mi crea difficoltà “interpretative” anche il sentir dire che le persone siano “potenziali criminali” fin dalla nascita. Non mi risulta che sia equivalente ad affermare che -almeno alla nascita- le persone siano innocenti ed innocue.
Quest’ultima sarebbe stata premessa per domandarsi a che punto dello sviluppo ed in che modo le persone si trasformino in altro. Quali siano i fattori di rischio e quali le condizioni necessarie e sufficienti.
Quanto alla definizione di femicidio essa comporta necessariamente che il movente esprima un pregiudizio di genere. L’esistenza di una statistica specializzata testimonia un impegno continuato a sorvegliare tale reato di estremo allarme sociale.
Un approccio nell’ottica della prevenzione è quello dell’identificazione dei comportamenti qualificabili come fattori di rischio. https://doi.org/10.3390%2Fijerph19127336
Nelle discussioni finali dell’articolo sono menzionate varie teorie, inclusa quella che afferma che “la violenza contro le donne è una manifestazione di uomini che continuano le idee patriarcali e maschilistiche. Considerano l’uso della violenza necessario per dominare e controllare i propri partner. Questa violenza appare quando le donne mostrano opposizione alla superiorità degli uomini all’interno della famiglia. In questi casi, gli uomini cercano di mantenere il proprio status anche se questo termina con la morte della donna.”
Di qualsiasi mentalità necessaria e sufficiente a causare femicidio sarebbe certo utile una codifica psicomentrica non suscettibile di variazioni osservatore-dipendenti. Ciò si rende necessario perché nell’uso linguistico di qualsivoglia termine sussiste un arbitrario grado di “flessibilità”.
I criteri di identificazione vanno dunque codificati perché devono poter essere applicabili in modo consistente e sono certo più rilevanti della parola con cui vengono sinteticamente evocati.
Sono uomini anche coloro che non commettono femminicidi.
Fissarsi sugli attributi sessuali come se fossero l’unica cosa da guardare risulta un po’ “semplicistico”, per non usare altro termine.
Mi tolga almeno questa curiosità, siccome la definizione che ha dato è che “le donne con tendenze maschiliste sono donne che odiano patologicamente le altre donne” l’assenza di femicidi fatti da donne non dovrebbe averLa già convinta che non esistano donne maschiliste?
Non se la prenda se anche Lei può apparire criptica o rigiratrice di frittate, seppur contro le Sue nobili intenzioni, la Storia e le statistiche che Le “parlano”.
R
ma no, ma perché me la dovrei prendere? anzi lei ha un’ottima dialettica, sarebbe, come dice il fratello del maresciallo Carotenuto della Loren, “capace di impapocchiare anche DomineIddio”. Diciamo che lei pare “del mestiere” ma non di uno solo ma di molti. Senza dubbio sa come pingpongare sui blog. Anche quella è un arte e lei in questo mi pare davvero un artista.
Ma…ho perso il filo…di Grazia, anzi di Mariagrazia, ma lo riprendo subito. Sordo a quello che le rispondo lei rimpalla ancora sulla storia della “massima parte”, le brucia evidentemente, avrebbe preferito minima parte. Ma una parte, come lei ben sa è una parte non il tutto e 140 circa donne morte ammazzate all’anno dal compagno (o) corrisponde a 140 brutali, feroci, crudeli assassini che la pietà non sanno cosa sia e compiono atrocità che nemmeno le menti più perverse potrebbero immaginare pur di sopprimere quella che disturba, che non si piega, che vorrebbe agire autonomamente…già che bella pretesa. E conti che per quei 140 gentiluomini un numero uguale o forse maggiore di bambine e ragazzi sono rimasti senza un genitore e in alcuni casi senza entrambi.
Poi, ha davvero delle belle curiosità. Il maschilismo femminile si esplicita in molti modi, è donna lei? NO, lo so per certo e quindi non può sindacare, in questo almeno, e se non uccide ( e non uccide, la donna maschilista) può rovinarti la vita, il che è, per molti versi l’equivalente di uccidere. Le donne maschiliste sono quelle che gli uomini prediligono perché fanno le gatte con loro, ma con le altre donne si comportano da jene. Ma gli voglio trovare delle scusanti: l’educazione che ricevono è molto spesso carente di empatia verso le altre donne e crescendo alcune donne stanno dalla parte che hanno capito, gli “conviene” di più.
Ma è un discorso molto complesso.
Ma creda, per quel poco che posso aver capito di lei, a rigirare frittate lei mi batte e di molte lunghezze, al contrario, io in questa arte, sono veramente molto poco abile.
La mia curiosità era su cosa Lei intendesse significare con “maschilismo” per quelle che Lei ha chiamato “donne maschiliste”.
Ciò In considerazione del fatto che, dall’impiego che Lei ha fatto di quella ed altre espressioni, fosse chiaro non si potesse applicare il senso convenzionale dei termini.
In effetti l’espressione trasmuta in “maschilismo femminile”, perché ritiene necessario differenziarla. Io non potevo immaginarlo. Grazie per il chiarimento.
Nel mio lessico il “rigiratore di frittate” è qualcuno che considera intercambiabili espressioni di significato totalmente opposto ed io imparo in fretta, come quando ho mostrato come si potesse sostenere che le donne siano uomini sulla base dello stesso schema retorico che trasformava il minimo in massimo: perché pur sempre di “parti” si tratterebbe, Lei sostiene.
A Lei certe argomentazioni vengono spontanee? Allora ha un talento naturale: Ogni minimo è parte; Ogni massimo è parte. Quindi minimo e massimo sono intercambiabili.
https://it.wikipedia.org/wiki/Errore_nella_distribuzione_del_termine_medio
Se mi dice di crederLe che le frittate le rigiro meglio io, non insisto.
Noto che Lei ritenga che le preferenze affettive degli uomini si possano definire senza necessitare di distribuzioni statistiche e che ritenga che tale preferenza sia determinata da un unico fattore. Non ho studiato l’argomento.
R
lei non ha studiato l’argomento, io, francamente, non ho capito cosa intende dire.
Non ho letto studi sulle preferenze affettive degli uomini né delle donne e non so se si possa escludere o no che preferenze affettive possano essere determinate da gruppi di più fattori (per es. caratteriali, sociali, culturali, etici, ecc.) né se le preferenze affettive non siano diversificate all’interno del genere maschile o di quello femminile.
R
che cosa intende per “preferenze affettive”? Non capisco.
https://www.ilfoglio.it/politica/2024/02/20/news/cosa-dice-l-accordo-rinnovato-nel-2022-che-unisce-il-partito-di-salvini-e-quello-di-putin-6237986/
Sugli ex alleati di Salvini faccia un po’ Lei. Le interesserà anche sapere che la Russia riconosca il reato di abuso di ufficio e che dunque le buone relazioni che il leader leghista ha avuto con Putin siano solo espressione delle sue spiccati doti diplomatiche e non abbia subito condizionamenti a riguardo.
Il fatto che le condanne fossero giudicate troppo poche certo comporterà che in futuro le potenziali vittime del reato saranno ancora meno. In ottica di prevenzione si può già dire che stando alle future statistiche le vittime del reato saranno praticamente 0.
R
Va bene, abbiamo capito, quando tornerà il Pd o Il CL (campo largo) lo rimetteranno, nel frattempo cerchiamo di non abusare del nostro ufficio. Anche io nel mio piccolo( proprio un mini) cercherò di farlo e anche lei non abusi del suo così da diminuire il conto delle vittime, per tutti gli altri dobbiamo solo sperare che se gli abusanti abusassero le vittime trovino giustizia ricorrendo alla legge per altre vie: ne abbiamo così tante di leggi (e di vie) che non credo, anzi spero, non sia troppo difficile.
Non soddisfatti dalla mitezza di De Luca nell’incontro con Meloni alcuni giornalisti sono andati dal politico campano per sollecitare una risposta ed hanno ottenuto un’escalation.
Magari farà piacere saperlo a chi non ha argomenti da usare su altri temi così può approfittarne ancora per fare insinuazioni sul contro delle persone qui presenti.
R
Non mi meraviglia affatto, quello è tipo da rifarlo. Ma non capisco chi farebbe insinuazioni su chi.
https://www.open.online/2024/05/30/padova-donna-precipita-cavalcavia-a4-omicidio-compagno/
eccone un’altra, aveva 33 anni e un figlio.
https://www.open.online/2024/05/30/chi-era-giada-zanola-mamma-spinta-cavalcavia-a4-vigonza/
nonostante le Convenzioni ratificate o snobbate, le predicazioni del padre e della sorella della povera Giulia contro il patriarcato…nonostante ma perché? Ha confessato? si ha confessato, questo stronzo ha confessato. E adesso? Compriamo il libro di Cecchettin?
Ha anche lui un disturbo narcisistico? Quanti uomini hanno disturbi di questo genere? Si può fare una casistica?
O l’uomo che ha ucciso Giada era femmina per cui possiamo dire che ANCHE le donne uccidono le compagne?
Anche questo caso, Lenzini, è di una “chiarezza tale che non vale pa pena perderci del tempo”?
Nel 2008, secondo il DSM-IV, la prevalenza del narcisimo era stimata al 6,2%, con il 7,7% per gli uomini e il 4,8% per le donne, con uno studio del 2015 che conferma una differenza di genere. https://en.wikipedia.org/wiki/Narcissistic_personality_disorder#Epidemiology
L’1% della popolazione italiana di età da 15 a 64 anni è di circa 3.700.000 persone (dato 2022)
PS: Non penso che le darà fastidio sapere che la convenzione di Istanbul non si applichi solo alle donne. https://rm.coe.int/istanbul-convention-questions-and-answers-italian/1680944876
T
no, anzi, ne sono contenta, se si applica anche per gli uomini che subiscono violenze, va benissimo.
Pare che sia stata arrestata la madre di Saman
https://www.fanpage.it/attualita/la-mamma-di-saman-abbas-e-stata-arrestata-nazia-shaheen-trovata-in-pakistan/
R
Speriamo che serva a chiarire una vicenda ORRIPILANTE. Povera ragazza.
Ma certo, signora Gazzato! Per me c’è poco da elucubrare su maschilismo, patriarcato e quant’altro.
Chi fa certe cose è un delinquente o uno psicopatico o un decerebrato.
Spesso questi assassini si lasciano scoprire e arrestare passivamente, o si suicidano.
Io non credo che un uomo intelligente e perbene possa diventare un assassino perché ha idee distorte sul rapporto tra uomini e donne.
Mai sentite storie di mariti o compagni Jekill che si sono trasformati, per qualche oscuro meccanismo maschilista, in Mister Hide.
Erano tutti Mister Hide in partenza, anche se nessuno se ne era reso conto con sufficiente chiarezza, a cominciare dalle loro compagne.
R
ma certo, ma come no? Infatti quasi tutti gli assassini sono persone “perbene” che mai si sarebbe detto che avrebbero fatto quello che hanno fatto, chi li conosceva rimane a bocca aperta davanti alla realtà, al sangue, alla crudeltà…chi mai lo avrebbe detto? dicono.
Per Lenzini sono una sparuta minoranza di criminali incalliti facilmente riconoscibili, che le donne non avevano capito subito e da “stupide” si erano lasciate ingannare. Quindi non esiste il maschilismo nella società italiana, o mondiale, è una invenzione di quelle sboccate scriteriate obsolete maniache delle femministe che hanno tempo da perdere. Esiste solamente qualche singolo individuo che, se una è un minimo intelligente se ne tiene alla larga, altrimenti, perbacco, ne paghi le conseguenze!!
Lenzini insegna non solo a cavare ragni dai buchi ma come difendersi dagli assassini delle compagne che altro non sono che delinquentelli facilmente riconoscibili ed evitabili. Se li conosci li eviti e se non li eviti…tuo danno.
E non facciamola tanto lunga, eddai il maschilismo NON ESISTE! Meglio cavare ragni dai buchi e studiare l’accoppiamento delle formiche che stare a perdere tempo su fenomeni di pura invenzione di un gruppuscolo di sgallettate.
Signora Gazzato, non mi deve mettere in bocca cose che non penso e che non scrivo.
Il maschilismo esiste, la mentalità patriarcale esiste, così come esiste il femminismo e tante altre visioni poco obiettive della società e dei rapporti tra i generi.
Lungi da me negarlo.
Sto affermando solo che i femminicidi non sono quasi mai riconducibili, come causa scatenante, ad atteggiamenti maschilisti e patriarcali.
Sono due fenomeni che procedono su binari paralleli. Raramente si incrociano, come nel caso di Saman, la ragazza pachistana.
Il maschilismo semplice può generare discriminazione, molestie, al massimo, stalking.
I femminicidi, invece, sono delitti, e richiedono una predisposizione a delinquere.
Tanto è vero che molti autori di femminicidi sono pregiudicati.
Altri sono persone fuori di testa,e, indagando nel loro passato, si scopre che avevano fatto tante altre stranezze.
R
“Tanto è vero che molti autori di femminicidi sono pregiudicati.” ma dove li ha visti? ma che dice? sono quasi tutti incensurati, invece.
Io di patriarcato non ho mai parlato e non ci penso nemmeno a parlarne è lei quello che mi mette in bocca quello che NON dico non io.
Il maschilismo ha molto aspetti e tra questi ci sta la soppressione delle donne se non si piegano alla volontà maschile.
Lei vuole a tutti i costi sostenere la sua tesi che i femminicidi sono un fenomeno transitorio, di scarsa importanza, legato a piccola criminalità. Cioè lo vuole ridurre e sminuire a cosa di routinaria delinquenza.
Io al contrario, insisto che si tratta di tendenza che ha a che vedere col il maschilismo in generale e che ci riporta al passato.
La pensi come le pare ma non mi accusi di cose che non esistono solo perché le faccio notare che scrive delle cose che non condivido affatto.
Mi pare che cominciamo a capirci.
Io non sono maschilista, né “patriarcalista” e di solito non parlo di uomini e di donne come categorie separate. Preferisco parlare di persone.
Mi dà fastidio che ci siano persone (uomini e donne) che pensano che le donne abbiano meno diritti e meno libertà, così come mi dà fastidio che ci siano donne che pensano che gli uomini sono stronzi come categoria, ad accezione di quelli che, per snobismo, partecipano alle manifestazioni delle femministe.
L’ho scritto qui, l’ho scritto in lettere pubblicate su Italians, e credo che con le lotte non si va da nessuna parte. Bisogna smettere di contrapporsi e realizzare insieme quello che serve.
E lo dico soprattutto alle donne (questa volta faccio un’eccezione e le chiamo per nome), che, essendo la maggioranza dell’elettorato, in una democrazia, teoricamente comandano loro. Se si organizzano politicamente e si impegnano nella vita politica, possono cambiare tutte le leggi che vogliono senza pretendere niente dagli uomini. Se poi le elettrici si fidano più degli uomini, non è colpa degli uomini.
R
Lenzini, si aspetta un applauso? ha condensato il suo non maschilismo in due righe. Bel risultato, complimenti!
PS: le sue lettere pubblicate su Italians ( di cui si vanta continuamente) non fanno curriculum da non maschilista. Le conosco bene e ce ne sono altrettante mie da quelle parti che fanno a pezzetti le sue “non teorie”.
NON cominciamo a “capirci” proprio per niente, lei fa solo il furbo, come sempre. E lo fa dal pulpito dove si piazza sempre quando parla di questi temi. Le “donne”(ma non tutte) sanno distinguere un maschilista da chi non lo è, anche se si traveste da dotto e comprensivo “uomo di mondo”.
Lei non parla di “persone” fa distinzioni nette quando dice che le donne sono maggioranza ed è colpa loro se non ottengono tutto quello che vogliono e di cui hanno diritto. E poi la beffa finale: non è colpa degli uomini (non persone) se le elettrici si fidano più degli uomini…un capolavoro di ipocrisia e di maschilismo alla prepotenza ennesima.
https://eige.europa.eu/sites/default/files/documents/20211564_mh0421097enn_pdf_0.pdf
Per la classificazione di femicidio deve necessariamente sussistere un movente esprima un pregiudizio di genere (la definizione letteralmente data è “uccisione della donna in quanto donna”).
Sulla eccessiva flessibilità del linguaggio e sulla necessità delle codifiche psicometriche per rendere le applicabili in modo coerente, indipendentemente dall’osservatore, ho già accennato.
Una volta codificato il criterio di classificazione è possibile impiegarlo per delle analisi come quella del rapporto di probabilità che mette a confronto l’assenza o la presenza esposizione ad un fattore (bullismo) l’assenza o la presenza di determinate conseguenze (suicidio) https://adrianogilardone.com/odds-ratio/
In tal modo si stima la forza di associazione ad un esito, cioè se il fattore sia indifferente o se la sua presenza diminuisca o aumenti il rischio di un esito ed in che percentuale.
Qui si descrive una forma di pregiudizio di genere codificata psicometricamente come “sessimo ambivalente” (da Susan Fiske e Peter Glick https://doi.org/10.1177/0361684311414832 )
Ambivalent sexism inventory
https://emerge.ucsd.edu/r_2avmblyyi1y5jfy/
FAQ
https://secure.understandingprejudice.org/asi/faq