Senza ombrello

Mi dispiace non posso portare avanti un blog dove si parla solo di morti e di guerra, francamente, non ne posso più. Trovo che giriamo e rigiriamo sempre intorno alle stesse cose: io la penso in un certo modo, o in modo certo, chi commenta la pensa completamente all’opposto quindi? Sono sola contro tutti…beh, tutti tutti no, ma siamo talmente pochi che sarebbe facile contarci e dire chi sta con cosa e con chi.

Ci contiamo sulle dita di una mano e ci conosciamo ormai bene. Cioè, conosciamo quello che pensiamo ed è difficile credere che qualcuno di noi possa cambiare idea. Ieri è entrato un nuovo personaggio con un nick strano (tutti i nick sono strani), ha detto la sua ma forse non si farà più sentire perché qui è difficile entrare e restare. Siamo troppo radicati nelle nostre idee, ci fa paura cercare di vedere un orizzonte diverso e chi entra trova un ambiente chiuso a riccio e pungente pure.

Io, parlo per me adesso, non sono facile da convincere. Su questo non ci piove…a proposito, ieri il premier inglese Rishi Sunak ha annunciato le elezioni generali per il 4 di luglio, anticipandole di mesi. Lo ha fatto sotto una pioggia torrenziale davanti al numero 10, come tradizione e non ha portato l’ombrello perché troppo “tradizionale”. Ma certo, come lo vedete uno che tiene l’ombrello aperto mentre fa una dichiarazione che lascia tutti a bocca aperta?

Cosa avrebbero detto di lui? che aveva paura di bagnarsi? Eh no, ci vuole coraggio ad annunciare le elezioni con tanto anticipo e praticamente dimettersi senza aver dato alcun segnale preventivo di volerlo fare, doveva bagnarsi per forza: premier uscente bagnato, premier fortunato, Ma mi sa che non vuole neppure rientrare.

Ma, insomma dicevo, non sono facile da convincere. Ieri qualcuno (ma sapete di chi parlo) mi ha proposto di vendermi un ponte o la fontana di Trevi. Mi sono offesa quasi a morte, ma sono subito resuscitata perché conosco il tipo e immagino non volesse offendere anche se è difficile non pensare che una puntina di malizia ce l’avesse messa.

Non sono permalosa, badate, ma perbacco e anche perdinci, sette anni di blogmasteraggio con alti e bassi come in tutte le cose, per sentirmi dare della …(attributo maschile al femminile)? Anche no. Non sono negoziabile, tiro giù la saracinesca e me ne vado al mare o in montagna e buonanotte ai cantatori.

Va bene?

Ma, siccome non sono Rishi e oggi qui splende il sole dopo settimane di temporali a ripetizione, mi sento ottimista che questo mio piccolo sfogo non avrà alcuna conseguenza seria e non cambierà le sorti del paese. In fondo chissene se un blog chiude? (ma non chiude) solo mi fa venire l’orticaria solo l’idea di dover passare un commento dove c’è citato il professore Alessandro Orsini ( da parte di un altro Alessandro che pare lo abbia preso a balia).

Ma chi è questo Orsini? Ma che palle (lasciatemelo dire quando ce vo’), io non lo sopporto con quel musetto da topolino furbetto che si insinua dapper…tetto. Non mi piace lui, non mi piacciono le sue idee, lo trovo arrogante e insipido, un’approfittatore che naviga a vista tra le tempeste per fare soldi sulle disgrazie mondiali. Geopolitico? ma non era meglio se faceva il geologo? E comunque le sue teorie sono tutte filo russe e filo palestinesi…e che volevate che si mettesse con gli ucraini o gli israeliani? Bravi furbi e quando avrebbe attirato le masse con simili argomenti? Mai, ve lo dico è furbo più che geopolitico è molto politico, non mi meraviglierei diventasse leader di partito o addirittura premier.

Comunque l’annuncio di Sunak davanti al number ten di Downing street ha lasciato tutti stupefatti e furiosi (strano per gli inglesi, è proprio cambiato il mondo) e gli articolisti si sono sfrenati. Le prime pagine titolano “Le Deluge” con le foto di un Sunak soaking wet (inzuppato), ma se non sarà zuppa, anche questa volta, sarà pan pepato …no, bagnato.

9 commenti su “Senza ombrello”

  1. La sua descrizione dello stato del blog mi pare realistica, e la realtà ha sempre il suo valore. Meglio dire le cose come stanno che girarci intorno.
    Mi sembra però una situazione rassicurante.
    Noi più assidui ci conosciamo bene ormai e sappiamo riconoscere quando uno scherza e quando vuole essere aggressivo e malevolo (cioè quasi mai).
    Che abbiamo un vissuto e una mentalità diversa e, essendo tutti “diversamente giovani”, poco modificabile, è un altro dato di fatto.
    Ma le posizioni diverse sono una ricchezza e non un problema, purché tutti argomentiamo con garbo e moderazione.
    Se a volte qualcuno si lascia scappare qualcosa fuori dalle righe non bisogna pesargli le parole col bilancino.
    Dopo anni di frequentazione e di sostanziale stima reciproca non è che a uno gli piglia il matto e si mette ad offendere all’improvviso. Conviene mediare con la storia dei messaggi pregressi.
    Che parliamo spesso di guerra è fisiologico, anche se, forse, si è rivelato inutile. Dopo essere vissuti nella pace stabile del dopoguerra ci troviamo dentro una guerra sempre più pericolosa. E’ il tema dei temi e, se non ne parliamo, è solo perché abbiamo deciso di non parlarne.
    A me sta bene non parlarne.
    Dato che questo è un blog e non un forum, e, quindi, solo l’amministratore può aprire nuove discussioni, se vogliamo evitare di accapigliarci sul tema della guerra conviene non aprirci su nuove discussioni.
    Detto questo, penso che siamo tutti grandi e vaccinati, che un dibattito a volte un po’ più acceso lo sappiamo sopportare tutti senza prendercela troppo.
    Ricordando uno slogan del Covid (in quel caso quanto mai improprio) direi: “Andrà tutto bene!”
    R
    si, oppure lo slogan dei laburisti: Things can only get better.

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  2. Visto che sono chiamato in causa per lo stesso argomento, ripeto qui quanto scritto in altro thread:
    Credevo di collaborare positivamente al tuo blog citando il parere di persone autorevoli, di studiosi di sociologia, di professori universitari, di esperti che hanno lavorato sul campo
    Non è la prima volta che mi contesti per avere riferito le posizioni di Mearsheimer, Chomsky, Orsini, Basile, Albanese, etc.
    Ora mi chiedi come favore personale di non citare più Orsini. No, Mariagrazia, se non ti va, censurami (io ne trarrò le conseguenze) ma non chiedermi di rinunciare alla mia formazione culturale”
    Ps Orsini è così “odiato” perché ti spinge a superare il “limite Carfagna”, così rassicurante, mettendo in crisi le tue ferree convinzioni
    R
    no, mi è insopportabile perché NON LO SOPPORTO. Perché Carfagna dovrebbe essere una “stupida” e Orsini un genio? Carfagna non è affatto rassicurante e a me di essere rassicurata non me ne può importare di meno, gradirei che questa fiaba che ho bisogno di “rassicurazione finisse una buona volta, pensa a te e se hai bisogno di Orsini e di tutti gli altri che nomini per sentirti rassicurato nelle tue certezze, mettili sul piedistallo e consultali ogni volta che ti pare.
    Uno che ha il “coraggio” o la spudoratezza di dire che Hitler non voleva la guerra, per me, ma dico PER ME, NON MERITA NESSUNA CONSIDERAZIONE.

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  3. https://youtu.be/ugNeG1X-zwc?si=tpBnhj25Yxg8aNQO

    Cosa ci sarebbe di “spudorato” in ciò che ha detto Orsini? Hitler ha fatto un grave errore di sottovalutazione circa la reazione che avrebbe provocato invadendo la Polonia, in parole povere avrebbe voluto “papparsi” la Poloni “gratis et amore”. È quello che si direbbe di Putin se l’invasione dell’Ucraina sfociasse in una guerra mondiale.
    Orsini non ha detto -come i soliti manipolatori di verità vorrebbero- che Hitler non è responsabile dello scoppio della guerra, come lo stesso Orsini chiarisce a Giletti.
    Per favore, non ti aggrappare alle incomprensioni di comodo per dare addosso a chi ti fa antipatia con la motivazione “PERCHÉ NON LO SOPPPRTO”.
    R
    bene, ora io mi aggrapperei alle “incomprensioni di comodo”? Ma Orsini non mi fa antipatia, anzi, mi fa pena, letteralmente. Comunque quella sua frase gli è valsa la chiusura dell’osservatorio di cui era presidente. Anche altri si sono “aggrappati” alle incomprensioni, evidentemente. Come i tecnici del Covid, ora abbiamo l’invasione dei super eroi: storici, sociologi, finte ambasciatrici…tutti, rigorosamente filoputiniani. Un bel circo che sostiene le tesi del russo.
    Un po’ per smania di esibirsi e molto per guadagnare sopra le tragedie. Penoso. Come è penoso quel video….”dottore Giletti, io non ho detto…” sembrava alla sbarra, quasi balbettava. Arroganza, protervia, finta umiltà…un caso umano insomma.
    https://www.rollingstone.it/politica/la-luiss-ha-chiuso-losservatorio-sulla-sicurezza-guidato-da-orsini/635595/

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  4. Come scriveva Shakespeare, il modo con cui si chiama qualcosa non ne cambia la sostanza. Sappiamo però che c’è chi gioca con i nomi, divertendosi a ridefinire cose o persone anche ai fini di dileggio o insulto: nulla a che vedere con la “rettificazione dei nomi” di Confucio il quale dava importanza alle azioni.

    Riguardo al “cambiare idea” mi vien da pensare che i sistemi di valori delle persone (le morali) difficilmente cambino e che invece possano essere causa di guerre. Dalle interazioni dei presenti ho l’impressione che i frequentatori abbiano un genuino desiderio di dialogo anche se a tal fine non sono disposti a rinunciare ai propri valori (con cui attribuiscono la sensazione di “giusto” o “sbagliato”).
    R
    “Una rosa con qualsiasi altro nome avrebbe lo stesso profumo”. W. Shakespeare.
    “. Se le cose non sono nominate con termini appropriati, il pensiero sarà sempre distorto. E le cose non sono mai nominate in modo appropriato.” Confucio.
    Ecco, io che spesso mi diverto a “inventare” definizioni o nomi, creo distorsioni del pensiero? Non ci avevo mai pensato.
    – ” We are made of the same stuff dreams are made of”
    W.Shakespeare.
    Ecco a volte mi pizzico per capire se ci sono o se sogno, ci sono ma a volte mi pare di sognare, come nei deja-vu. Sensazione strana.

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    • Nell’opinione pubblica non è infrequente che a causa di “punti di vista” differenti si diano nomi inconciliabili alle stesse cose.

      Esistono punti di vista distrorti?

      Nelle democrazie viene concesso un ampio ventaglio di punti di vista (ma non ogni e di conseguenza è fisiologica una “Babele” di nomi.

      Certamente i nomi possono anche essere usati deliberatamente per favorire specifici punti di vista e la propaganda politica ce ne offre ampi esempi.

      Senza scomodare la propaganda, persino i piccoli gruppi sociali hanno un loro gergo che fa parte della loro identità.
      R
      certo. Quando mia madre mi ha dato questo nome non me lo ha dato a caso.

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  5. Magari prima di parlare di guerra si potrebbe parlare di scienza soffermandosi sull’eventuale differenza tra una teoria sociologica ed una legge scientifica, tra una pubblicazione scientifica open access soggetta a revisione paritaria ed un saggio a pagamento non soggetto a revisione paritaria, tra un accademico che esprime un opinione personale ed un accademico che divulga il consenso scientifico dei suoi pari oppure tra il metodo scientifico e le mere congetture.
    R
    ottima idea.

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    • Si, disperdiamoci nei rivoli del “nonserveaniente”, nel frattempo i morti si accatastano o si seppelliscono nelle fosse comuni.

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      • Se qualcuno credesse che nel non discutere di quello che si dice ci sarebbero meno morti, cosa dovremmo pensare se lo sentissimo parlare? Che abbia ragione e predichi bene e razzolando male?

        Nessuno dei convenuti ha il potere di intervenire per ridurre le morti in corso.

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