Deriva, da dove arriva?

No cara Ritanna, io, da elettrice di sinistra non ci sto a questa narrazione, mi sono stancata di leggere che in Italia c’è una “deriva autoritaria” quando nessuno da sinistra e dico NESSUNO ha osato dire niente di simile mentre i cittadini italiani privi di inutile Green Pass venivano trattati peggio degli ebrei durante il fascismo.

La scrittrice, giornalista e femminista, commenta le proteste che hanno interrotto l’intervento della ministra: “La censura la esercita chi ha potere nei confronti di chi non ce l’ha. Un cittadino quale mezzo ha, oltre al voto, per far sapere che non è d’accordo? Se ci fosse stata violenza le avrei espresso vicinanza”

Questo lo scrive in merito alla contestazione subita dalla ministra Roccella al salone del libro qualche giorno fa: impedita completamente di parlare da un gruppo di manifestanti “pacifici”. Alla faccia del pacifismo! Roccella non è una roccia, ma una timida e gentile signora piuttosto bassa di statura ed esile. Le viene regolarmente impedito di parlare dovunque non sia una sede istituzionale e però non si tratta di censura, no, ma di libera manifestazione di dissenso.

Ma a cosa che non ha aperto ancora la bocca che viene subissata di insulti? Ma che razza di schifo di paese stiamo diventando? Io mi vergogno di essere italiana, ve lo dico, se continua questa deriva populista da parte di una sinistra che boccheggia e che ha perso le elezioni ma non se ne vuole fare una ragione. Il fascismo è nella testa di chi impedisce a qualcuno di esporre le proprie idee ma non parlo di vittime presunte come Scurati del quale si fa il martirologio ogni giorno e che può parlare ed ha cento megafoni che gli amplificano la voce e non ha certo bisogno di farlo in Rai pagato coi soldi dei contribuenti italiani.

Il fascismo è nella testa di chi si avventa contro i cordoni di polizia perché vuole sfondare per entrare in qualche luogo quando la polizia è li per fare il proprio dovere a difesa dell’ordine pubblico. E non ditemi che è democratico e pacifico sputare contro gli agenti e definirli “merde” o lanciare sassi o peggio contro di loro e poi andare a piangere da mammà che non sono stati lasciati liberi di manifestare “pacificamente”.

Il fascismo è pretendere di spaccare, scassare, offendere…durante una manifestazione “pacifica” che pretende quello che vuole e lo pretende con la forza, la brutalità, gli spintoni e i calci contro chi fa solo il proprio dovere.

E spaventa che intellettuali come Ritanna Armeni si schierino con i violenti contestatori del nulla che impediscono di parlare ad una donna che non minaccia né offende ma vuole semplicemente esporre il proprio pensiero. Non siamo d’accordo? Bene, la si contesti ma con mezzi civili e democratici altrimenti la deriva fascista scenderà a valanga, ma da sinistra e non da dove la si aspetta e paventa da due anni (e non c’è).

3 commenti su “Deriva, da dove arriva?”

  1. A te spaventa, a me no, anzi mi riporta a quando ero giovane e bello.
    I brigatisti e i vari katanga delle università prima di esagerare con i morti (e prima che cominciassero a far fuori i sindacalisti “rossi”) erano tranquillamente definiti con comprensiva simpatia “compagni che sbagliano”.
    Ed era solo 50 anni fa.
    R
    Giovane d’accordo, ma bello?…mah!

    Rispondi
    • Ero un figo dell’altro mondo e le ragazze me la tiravano con la fionda.

      O almeno, dopo il terzo bicchiere me la ricordo così.
      R
      ah ecco!
      PS: questo è il Nencionismo, direbbe Mauro.

      Rispondi
  2. Signora Gazzato, il suo messaggio contiene molte considerazioni in comune con quelle fatte dal generale Vannacci nel libro che non va letto. E’ sulla buona strada.
    R
    mi sa che mi copia, sa non sarebbe neppure il primo.

    Rispondi

Lascia un commento