Ghostbuster

Che cosa si saranno detti il padre di Ilaria Salis e il presidente Sergio Mattarella? E perché il presidente della Repubblica si è sentito di contattare questo signore dopo che lui lo aveva chiamato in causa per il caso della figlia detenuta a Budapest?

Probabilmente gli avrà significato la “vicinanza” delle Istituzioni e, forse, ma dico forse, la sua personale solidarietà di padre verso un altro padre. ma…e poi? Ora è logico che un padre faccia di tutto per riportare a casa una figlia scapestrata che si mette nei casini e questo dell’Ungheria non è il primo e forse non sarà neppure l’ultimo.

A meno che il PD non decida di prenderla tra le sue calde coperte e proteggerla con l’immunità parlamentare, ma non sembra facilmente fattibile.

Ma, mi sorge una domanda spontanea: avrebbe fatto lo stesso, la sinistra italiana, se Ilaria Salis fosse stata un’attivista di destra? Avrebbe provato lo stesso sdegno e amor patrio se fosse una che ha idee opposte alla sinistra? Si sentirebbero cosi indignati e coinvolti e pieni di sacro furor patrio? Ho qualche legittimo dubbio.

Come mi permetto di trovare un po’ strano che un presidente della Repubblica Italiana si senta di telefonare ad un cittadino che si ritrova ad avere una figlia in galera in un paese straniero, pare non senza motivo, visti anche i suoi precedenti. Ma non mi spetta certo giudicare l’operato del capo dello Stato che fa quello che fa, ovviamente, sempre a ragione veduta.

E, comunque, saranno i magistrati ungheresi a decidere della sorte della nostra connazionale, credo spetti a loro visto che è stata arrestata nel compimento di un reato punibile, in quel paese con la detenzione fino a 24 anni. E però sarebbe auspicabile che non si arrivasse a tanto ma che la donna possa ritrovare presto la libertà, magari dopo aver pagato il suo debito con la giustizia ungherese, ma in maniera da non dover passare buona parte della sua vita in galera, quando anche in Italia, ci sono assassini che escono dal carcere anche solo dopo una decina di anni.

Ma quello che mi ha dato più noia, diciamo, è leggere queste parole dette dal padre della Salis a Repubblica:

” «Ilaria ha ragione, non si può stare a guardare questi tentativi di riesumazione dell’ideologia nazista o fascista, bisogna darsi da fare perché l’Unione europea renda intollerabili nel suo territorio queste manifestazioni. Ilaria è fatta così». 

Ha “Ilaria è fatta cosi”? Se ne vanta pure? e ci viene a dare lezioni anche su come dovremmo essere anche noi tutti? Cioè una che va a menare le mani in giro per il mondo e si caccia in casini pazzeschi durante una manifestazione pacifica in un paese straniero, va premiata e presa da esempio? La violenza, non solo è tollerata, ma dovrebbe, secondo Salis padre, essere insegnata nelle scuole?

No, anche no, caro signore. Lei ora sta esagerando. Se sua figlia vuole fare la Ghostbuster in giro per il mondo è un problema suo non nostro e ognuno ad una certa età deve essere responsabile delle proprie azioni e pagarne le conseguenze.

5 commenti su “Ghostbuster”

  1. Ilaria SG Salis (SG = “Sine Grano”), “La Maestrina dalla Verga rossa”.
    Da quel che si puo’ capire, questa “eroina de’ noantri” e’ arrivata a Budapest volando dalla Malpensa a Vienna, viaggiando poi via terra a Praga per incontrare i suoi accoliti tedeschi e poi spostarsi infine a Budapest per manifestare “pacificamente” contro un’assemblea di estrema destra. 
    Portando il manganello retrattile nella sua borsa ha infranto la legge di quattro nazioni: Italia, Austria, Repubblica Ceca ed Ungheria.
    E’ accusata di aver pestato partecipanti ad una commemorazione neo-nazista a Budapest, per altro autorizzata dal governo ungherese. Ogni indagato e’ presunto innocente fino alla sentenza finale del tribunale in questione. Quindi gli interventi di autorita’ italiane, anche ad alto livello, sono da ritenersi fuori luogo e controproducenti, perche’ non e’ ammesso interferire con procedimenti penali riguardanti un altro stato sovrano.
    Aspettiamo il verdetto.
    Se innocente, che venga accolta in patria con tutti gli onori, magari dedicandole un nuovo santuario esponendo le sue vestigia da carcerata consacrate come  “La Tonaca di Monza”.
    Se colpevole, che venga rinchiusa in un penitenziario di Budapest, sperando che le autorita’ ungheresi buttino la chiave nel Danubio.
    R
    beh magari con qualche sconto di pena.

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  2. Qualcuno ricorda la famosa formula “Compagni che sbagliano” ?
    Sempre lì ricaschiamo.
    R
    già, purtroppo fin troppo. Allora diciamo, senza sconti.

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  3. Be’, se mi è concesso, un off topic “leggero” in questo marasma di notizie funeste.
    Argomento: “Clamoroso al Cibali”!
    La frase divenuta da tempo famosa nel gergo calcistico, è tornata attuale ieri sera in occasione della finale di Coppa Italia di serie C, che vedeva schierate, l’un contro l’altra, le squadre di Catania e di Padova. La squadra veneta in campionato occupa il secondo posto nel girone A con 69 punti, mentre quella siciliana è al 15°posto del girone C con appena 39 punti, due allenatori cambiati nel giro di pochi mesi, e squadra affidata all’allenatore in terza”. Una sfida improponibile, una vittoria quella dei veneti scontata
    Ma raccontiamolo dell’inizio.
    La partita di andata, allo stadio Euganeo, era andata male per il Catania, non solo perché era stato battuto per 2-1, ma soprattutto perché alcuni “focosi”(è un eufemismo) ultras al seguito della squadra siciliana si erano resi protagonisti di una invasione di campo con lancio di fumogeni nelle tribune dei tifosi padovani. Il che era costato, oltre la riprovazione di tutta Italia, isole comprese, la disputa “a porte chiuse” della partita di ritorno. Alla squadra sarebbe mancato il tifo di almeno 20 mila spettatori, oltre agli incassi.

    Così ieri sera la partita di ritorno al cospetto di 1500 bambini, ammessi in via eccezionale, inizia ed è subito gelo: segna ancora il Padova al terzo minuto, ora sono tre i gol che il Catania dovrebbe segnare(considerato anche il risultato dell’andata) per poter vincere la coppa, una chimera, vista anche la media di 0,89 gol a partita tenuta finora in campionato dalla squadra
    Ma ecco il miracolo quando tutto congiurava per il peggio, il Catania si trasforma, prima pareggia su rigore, poi passa in vantaggio allo scadere del primo tempo: è’ la prima volta che ribalta un risultato sfavorevole, ma non basta, occorre ancora un gol per vincere la coppa.
    E invece arriva il pareggio del Padova. Disperazione dei catanesi, tutto da rifare, il pareggio dà la coppa al Padova. I bambini non agitano più le bandiere, ma quando tutto sembra perduro, ecco un pestone sulla caviglia del centravanti del Catania da parte di un calciatore del Padova: rosso diretto e Padova in dieci.
    Ora il Catania attacca e il Padova si difende, si susseguono mischie furibonde ma il pallone va dappertutto tranne che in rete, finché allo scadere dei novanta minuti arriva il sospirato gooool del 3-2 per il Catania che fa 4-4 in totale, quindi tempi supplementari. Altra mezz’ora di patemi d’animo, e lì la superiorità numerica dei siciliani ha la meglio, altro gol spettacolare e la Coppa Italia per la prima volta –clamoroso al Cibali- è del Catania.
    Tripudio dei 1500 bambini, giubilo in campo dei vincitori, poi la premiazione e quindi quei venti mila che non hanno potuto assistere alla partita, si riversano nelle strade e nelle piazze della città a festeggiare. Che ci vogliamo fare, questo è il calcio, ci vuol poco per gioire o per fare sfracelli, le sorti possono cambiare quando meno te l’aspetti –“la palla è rotonda” si suole dire- e soprattutto si combatte una “guerra” con “eserciti” disarmati.
    R
    complimenti Alessandro. mio parere personale, quando parli di calcio dai il meglio di te.
    Bellissima questa “telecronaca” e anche se io sono veneta, come sai, ho tifato per il Catania. Perché padovani e veneziani in generale non sono mai andati d’accordo (“veneziani gran signori, padovani gran dottori”) ma nel calcio siamo acerrimi nemici.

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    • Mariagrazia, ti ringrazio per l’apprezzamento e per il tifo che hai fatto per il Catania, evidentemente i “dottoroni”, in tutte le parti del mondo, stanno… su quella rima.
      Però, devo dire che a Padova si sono dimostrati molto gentili quella volta che, precedendomi su una motoretta, mi fecero da guida per raggiungere la Cappella degli Scrovegni.
      Darei il meglio di me parlando di calcio? Non è per caso un eufemismo per dirmi di dedicarmi all’ippica? Scherzi a parte, il calcio giocato era la mia passione giovanile.
      R
      no, non faccio se non apprezzamenti sinceri e dico sempre quello che penso. Anche tra i “dottori ” padovani di certo si trovano delle persone educate e gentili.

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  4. Non so come si possa fare un parallelo tra i Marò e questa signora detenuta in Ungheria per un crimine ben preciso che ha compiuto in maniera premeditata e non è neppure la prima volta:

    https://www.huffingtonpost.it/politica/2024/04/04/news/giorgia_meloni_candidi_ilaria_salis-15554219/?ref=HHTP-BR-I15555014-P4-S2-T1
    Perché Meloni dovrebbe candidarla? Allora, mi propongo io ministro, vediamo se qualcuno mi prende in considerazione…già ma io non vado per piazze straniere a menare le mani o a picchiare a vanvera…non ho i presupposti.

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