La libertà di espressione sancita dalla Costituzione è una bella cosa, per anni in Italia è stato proibito manifestare il proprio pensiero dal regime fascista che sappiamo tutti come è finito.
Ma libertà di espressione non significa poter dire o scrivere tutto quello che si vuole, come e quando si vuole. Ci sono delle regole da rispettare. Esiste il reato di diffamazione che punisce chi offende una persona in pubblico ed è ancora più grave quando questa offesa viene diffusa a mezzo stampa.
Questo spazio è piccolo ma ha un discreto numero di lettori e negli anni sono riuscita a mantenerlo dentro a delle regole che mi sono imposta fin dall’inizio e che non é stato facile far digerire a chi ha preteso di entrare qui a scrivere tutto quello che gli passava per la testa. Per anni mi sono dovuta imporre, cancellando i post che ritenevo potessero offendere la sensibilità di qualcuno, sia lettori che politici e, in generale, che ritenevo non pubblicabili per il contenuto di “odio” che mi è sembrato di cogliere (e non solo per ottemperare alla Legge ma per mia scelta personale). E per questo sono stata anche spesso offesa pesantemente. Offese che, ovviamente ho cancellato.
Non sempre tutto è attribuibile all’odio e ci sono molte sfaccettature dell’odio, ma sappiamo tutti a cosa mi riferisco con questa parola. Io stessa ne sono stata vittima più volte, mi sono difesa come ho potuto e qualche volta avrei anche potuto denunciare ma non l’ho mai fatto.
Ho altri “pensieri” e la vita è già abbastanza difficile senza che ce la complichiamo ulteriormente.
Quando ho iniziato a scrivere qui ho messo subito in chiaro le cose e devo dire che la maggior parte dei miei lettori ha capito e si è attenuto alle regole senza protestare, chi non ci sta ha lasciato il blog. Negli anni ho cancellato o censurato davvero molto poco perché non mi piace farlo e le discussioni sono andate avanti nei vari post abbastanza tranquillamente anche se vivacemente.
Ora vengo al sodo.
Chi mi legge tutti i giorni ( e gli sfugge molto poco) sa o dovrebbe aver capito, che un frequentatore abituale e molto assiduo si è molto contrariato ed ha protestato perché gli ho cancellato un commento. Capisco che si possa rimanere male, lo capisco benissimo, ma non si può, a mio parere eccedere con le proteste arrivando ad offendermi.
Non farò il nome, già sapete a chi mi riferisco, ma, poiché non ho aperto un blog per farmi insultare e neppure però mi piace che le cose prendano una piega sbagliata e vengano fraintese, voglio essere chiara. Il commento cestinato era una accusa infondata e molto grave nei riguardi di una persona che ha pagato con la vita la sua opposizione ad un regime. parlo di Alexiey Navalny, il dissidente russo del quale si è molto parlato in questi giorni anche su questo piccolo spazio e che è morto “improvvisamente” in un carcere duro in Siberia.
Ne ho scritto io, molto, ma ne poteva scrivere chi voleva in quanto do sempre spazio ai commenti di chi vuole partecipare. Ma ci sono dei limiti che non derivano dalla “paura”, come questo signore ha voluto “gentilmente” farmi osservare e cioè che io avrei paura di pubblicare un commento perché sempre secondo lui, temo di andare “controcorrente”.
Ecco, questa, signori, è un’accusa che respingo decisamente. Credo di aver passato la vita ad andare controcorrente e non è sempre stato facile e sentirmi ora accusata da un lettore assiduo di questo blog di avere paura di andare controcorrente è una cosa che ritengo inaccettabile. E non lo scrivo qui per ricevere consolazioni da parte di nessuno, ma perché credo giusto che chi mi legge da anni conosca la mia versione dei fatti e i fatti sono questi: ho cestinato un post che diffamava con una grave accusa una persona che è morta per aver protestato contro un regime. Una persona che lottava per la libertà del proprio popolo e che ha fatto quella fine che sappiamo a soli 43 anni e che, a mio parere, merita rispetto. E le opinioni sono una cosa, le accuse o le offese, un’altra. Di più se questa persona è morta e i morti, credo, vadano lasciati in pace.
Non ho cestinato quel post per “paura” ma perché leggerlo mi ha profondamente indignata e mi sono messa nei panni di chi amava quella persona e che se lo avesse letto ne avrebbe provato un grande dolore e non se lo merita.
La reazione, devo dire piuttosto scomposta della persona che non cito, mi ha sorpreso. Anche se ormai la conosco bene, virtualmente, ovvio, mi ha sorpreso e amareggiato. Lo confesso, non me l’aspettavo. Le offese nei miei riguardi che ne sono seguite, le trovo ingiuste e persino ridicole.
Ma io posso anche passarci sopra e dimenticare, ma volevo che fosse chiaro che se non passo qualche cosa ho le mie buone ragioni e se ho le mie buone ragioni mi aspetto che chi frequenta da anni questo blog le accetti, le rispetti, magari protesti pure, ma est modus in rebus e non si può, neppure su un blog, superare certi limiti.
Mariagrazia, questa e’ per lei.
Un ragazzino autistico sale sul bus della scuola e si siede dietro l’autista.
Il bambino comincia a snocciolare una cantilena:
-Se mia mamma fosse una una mucca e mio papa’ fosse un toro, io sarei un vitello.
-Se mia mamma fosse una gallina e mio papa’ un gallo, io sarei un pulcino.
-Se mia mamma fosse una papera e mio papa’ un papero, io sarei un paperino.
Stizzito, l’autista gli fa:
-Cosa succederebbe allora se tua mamma fosse un’ubriacona e tuo papa’ un vagabondo?
-In quel caso sarei un autista di autobus…
R
Grazie Luigi, buona, strappa un sorriso. Speriamo che gli autisti di bus non se la prendano…
Due poesie per celebrare la primavera:
OGGI VENTUNO MARZO
Oggi ventuno marzo entra l’Ariete
nell’equinozio e picchia la sua
testa maschia contro alberi e rocce,
e tu amore stacchi
ai suoi colpi il vento d’inverno
dal tuo orecchio inclinato
sull’ultima mia parola. Galleggia
la prima schiuma sulle piante, pallida
quasi verde e non rifiuta
l’avvertimento. E la notizia corre
ai gabbiani che s’incontrano
fra gli arcobaleni: spuntano
scrosciando il loro linguaggio
di spruzzi che rintoccano
nelle grotte. Tu copri il loro grido
al mio fianco, apri il ponte
fra noi e le raffiche
che la natura prepara sottoterra
in un lampo privo di saggezza,
oltrepassi la spinta dei germogli.
Ora la primavera non ci basta.
(Salvatore Quasimodo)
Marzo
Oggi la primavera
è un vino effervescente.
Spumeggia il primo verde
sui grandi olmi fioriti a ciuffi
ove il germe già cade
come diffusa pioggia.
Tra i rami onusti e prodighi
un cardellino becca.
Verdi persiane squillano
su rosse facciate
che il chiaro allegro vento
di marzo pulisce.
Tutto è color di prato.
Anche l’edera è illusa,
la borraccina è più verde
sui vecchi tronchi immemori
che non hanno stagione,
lungo i ruderi ombrosi e macilenti
cui pur rinnova marzo il greve manto.
Scossa da un fiato immenso
la città vive un giorno
di umori campestri.
Ebbra la primavera
corre nel sangue.
(Vincenzo Cardarelli)
R
La primavera ha sempre ispirato gli artisti, o non saranno gli artisti ad aver ispirato la Primavera? Ottima scelta. Grazie.
E questo è un omaggio musicale:
https://www.bing.com/videos/riverview/relatedvideo?q=la+primavera+di+vivaldi&mid=13EFD6A52DEDE180E4CD13EFD6A52DEDE180E4CD&FORM=VIRE
R
un brano delizioso. Altrettanto lo è il video.
A proposito di primavera:
R
la cantava mia nonna e anche mia mamma…alle ‘acine messere aprile fa il rubacor..chissà perché mi ha fatto venire in mente Renzi?
Valida analisi.
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/bestie-social-2299750.html
“Alla Camera ascolta con aria di sufficienza, e anche un po’ di scherno, Elly Schlein, non guarda praticamente mai in faccia Conte, tenendo la tesa bassa sugli appunti, tranne quando il leader 5 stelle la attacca sul caro mutui e sugli extraprofitti delle banche: Meloni fa no con il dito, portandoselo poi al petto, come a dire «io non c’entro». Il meglio, però, lo dà quando il portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, la invita a non fissarlo «con quello sguardo inquietante». Lei, per tutta risposta, si copre la testa con la giacca, si nasconde e resta un paio di secondi in quella posa da scuola media. Una cosa mai vista in un’aula parlamentare, una foto che in poche ore diventa virale sui social. ”
eppure credevo che La Stampa fosse una testata seria…ma quando si tratta di criticare Meloni danno tutti il peggio di sé. Non so quanto gli convenga.
Bonelli poi…”sguardo inquietante”.. ma si è mai guardato allo specchio? Lo sguardo che inquieta mi sembra averlo lui, ma non solo quello, ogni volta che apre la bocca bisogna consultare un …esor…ehm psicanalista per capire quello che dice. Ammesso che lui stesso lo sappia.
“Uno Sguardo dal Podio”.
https://media.gettyimages.com/id/903930530/photo/italian-politics-general-election-2018-daily-coverage.jpg?s=612×612&w=gi&k=20&c=7RqUndeI9_zG0r-rP3rP3zqYmD_hO2-H9uJhR7s4iDI=
R
decisamente inquietante quello sguardo…
Il firmamento politico britannico e’ stato costellato da diversi personaggi carismatici. Uno di questi e’ Dennis Skinner, ex minatore eletto alla Camera dei Comuni come rappresentante laburista per la circoscrizione di Bolsover nel 1970, seggio che tenne fino alle ultime elezioni del 2019. La sua carriera fu costellata da interventi pungenti ed a volte un po’ eccessivi (fu sospeso almeno dieci volte per “unparliamentary language”) nei dibattiti alla camera, tanto da meritargli il titolo di “Beast of Bolsover”.
Per esempio, gli viene attribuito questo scambio con il Pesidente della Camera, anche se forse manipolato da un battibecco con un altro deputato.
Dennis Skinner: “Meta’ dei conservatori di fronte sono furfanti”
Presidente della Camera: “Ritratti per favore”
Dennis: “OK. Meta’ dei conservatori di fronte non sono furfanti”
R
doveva essere molto divertente partecipare alle riunioni con quel tipo, questa è proprio tipico humour inglese e fa ridere.