Può succedere, mi pare sia successo anche da noi che qualcuno sia venuto a conoscenza di essere morto dopo che aveva chiesto perché non gli veniva più erogata la pensione.
Ma ad una ex insegnante inglese succede dal 2020 di essere richiesta di provare la propria esistenza in vita ogni anno, entro 28 giorni dalla richiesta altrimenti sospendono i pagamenti. Ora la signora 85enne si trovava presso un nipote e non aveva letto le missive dell’ente e perciò è stata costretta a farsi viva con lui per riavere la pensione accreditata. ma la cosa tragica è che si ripete ogni anno e che la signora ogni anno con santa pazienza deve affermare che è viva, anzi vivissima e che facendo le corna intende pure rimanerci.
Ora, sappiamo quanto i sistemi telematici abbiamo semplificato molte delle procedure burocratiche, tanto che non c’è più nessuno che risponde nei vari uffici o al telefono e i vari numeri dedicati sono sempre occupati o per arrivare a conferire con un essere umano devi attraversare una selva di domande di difficile comprensione persino per un docente di scienza della comunicazione, ma vederti arrivare una lettera che ti informa che devi farti vivo entro un tot di giorni altrimenti significa che sei morto e perdi automaticamente il diritto alla pensione suona davvero tragico. Anche considerata la difficoltà di comunicare con l’ente preposto e che prima di essere materialmente raggiunto dal malcapitato, è necessario espletare una lunga serie di procedure una più complicata e intricata dell’altra.
Ma, se alla fine, riesci a trovare una persona umana disponibile ad ascoltarti e che alla tua voce viva risponde e tu le certifichi con essa che sei effettivamente vivo e vegeto e che la morte non ti passa neppure per l’anticamera del cervello piccolo e grande e che speri di rimanere in questo stato il più a lungo possibile, questa pietosa creatura dovrebbe apporre un segno sul sistema inequivocabile che la signora finché non muore è decisamente e ostinatamente viva e la pensione le va corrisposta senza che ogni anno lei si debba inerpicare lungo i sentieri complessi della burocrazia (quella inglese poi è molto più efficiente della nostra) per dimostrare di esistere.
Temo che se capitasse da noi una cosa del genere, la cosa sarebbe ancora più complicata e prima di ricevere di nuovo la pensione, il malcapitato a cui toccasse questo tremendo disguido farebbe in tempo a morire, magari di fame per non aver potuto più pagare il conto della spesa. E così avrebbe risolto la questione senza troppi rompicapi.