Il coraggio di una donna

All’epoca dei fatti E.Jean Carroll era una bella donna, redattrice di una importante rivista, al culmine di una fulgida carriera.

Poi, un brutto giorno incontra Donald Trump. I due si erano già incontrati in precedenza durante qualche evento al quale la giornalista scrittrice aveva partecipato. Lui era con la moglie (quella di allora) e si erano scambiati qualche convenevole. Lui era, all’epoca un uomo avvenente e già tra i più potenti e ricchi d’America. Le cronache riportavano i suoi successi in molti campi e ne parlavano come si può parlare di un personaggio molto ricco e piuttosto originale e on the go, come dicono gli americani.

Bene quel brutto giorno si incontrano in un supermercato, lei era li per caso, lui, se non ricordo male per un evento pubblicitario, anche quella volta con la moglie. Si sorridono, scambiano due battute, poi lui la chiama in disparte e le chiede il “favore” di fargli da modella per un regalo che voleva fare alla moglie e voleva giudicarlo indossato da lei prima di procedere all’acquisto.

Ahi! Già qui qualche campanello avrebbe dovuto scattare nella donna, ma lei si fida, pensa che una persona cosi che può avere quante donne belle o bellissime solo chiamandole con un fischio (già giravano molte voci al riguardo), non pensa che possa avere mire anche su di lei. ma si sottovaluta come fanno spesso le donne, anche belle, ma che credono che l’uomo che hanno davanti sia, dopotutto, una persona relativamente seria, sposata e importate e, anche se la richiesta è piuttosto anomala, accetta.

Entra nel camerino, si spoglia e indossa un capo di lingerie piuttosto leggero e poi esce per mostrare al tycoon in attesa all’esterno, l’effetto che fa. La taglia è uguale a quella della moglie, potrebbe anche andare. Ma…succede l’imprevisto. Lei non si preoccupa che non ci sia gente intorno, non lo trova strano, forse si approssimava l’ora di chiusura o forse era solo un caso.

Lui la squadra e poi si avventa addosso a lei a la spinge contro la parete del camerino.

Mi fermo qui. La cronaca del processo analizza i particolari, ma lasciamo stare. Trump viene condannato per abuso sessuale nei confronti della scrittrice e costretto a risarcirla i danni per 5 milioni di dollari.

Questo avviene dopo circa trent’anni. Nel frattempo, lei aveva depositato tutto in una biografia e poi, spinta anche da un’amica che ne aveva raccolto a caldo il racconto dell’accaduto, si decide a denunciarlo. E lo fa mentre Trump è presidente in carica e ha già una collezione di denunce del genere.

Ci vuole molto ma molto coraggio. Lo ha ammesso lei stessa di essersi sentita una stupida e un’ingenua e per questo e anche perché temeva ritorsioni da parte dell’uomo potente sia nel suo ambiente di lavoro che in generale , aveva tenuto dentro di sé questa storia cosi a lungo. Ma alla fine decide, dice, di riprendersi la sua vita.

Naturalmente il libro scatena le ire di Trump che la diffama in tutti i modi, dice di non sapere neppure chi sia (quando ci sono le foto che li ritraggono insieme) , lei perde il suo posto nel prestigioso giornale dove lavorava e la sua vita diventa un inferno.

Poi recentemente la sentenza: Trump viene riconosciuto colpevole. Ma lui non si arrende, la controdenuncia per diffamazione ma i giudici respingono la sua denuncia.

E allora straparla di lei in tutti i modi tanto da metterle contro mezza America. Jane dice di dormire con una pistola sul comodino.

Ma non demorde e decide di denunciarlo a sua volta per diffamazione grave e i suoi avvocati questa volta chiedono un risarcimento stellare.

In questi giorni c’è stata l’udienza, Trump ha mugugnato a voce alta tutto il tempo, tanto che è stato redarguito più volte e intimato di tacere. Ma non ha scampo, la violenza c’è stata e la diffamazione è stampata a lettere di fuoco su tutti i media. Spero gli venga imposto di pagare i 10 milioni di euro che la donna ha chiesto. E farebbero 15.

Niente davanti al coraggio di questa donna all’apparenza fragile, di 81 anni ma determinata a averla vinta su un super super prepotente che le ha rovinato la vita.

Ha tutta la mia ammirazione.

https://www.ilpost.it/2024/01/16/risarcimento-danni-carroll-trump/

4 commenti su “Il coraggio di una donna”

    • Il mio punto di riferimento e’ la BBC.
      “He is expected to take the stand on Monday.”
      https://www.bbc.co.uk/news/world-us-canada-68009461
      R
      si, ho capito, Luigi, ma lei che ne pensa? Questo mi piacerebbe sapere. So che Trump will stand, lui si batterà con le solite balle, bisogna vedere se sarà creduto perché la tesi della diffamazione sta in piedi in quanto ha riempito pagine di giornali con le ingiurie nei riguardi di una riconosciuta assaltata con violenza. Da lui non dall’Angelo Custode.

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      • In questo caso non c’e’ giuria ed il verdetto finale sara’ riservato alla discrezione del giudice. Trump e’ stato redarguito da Mr Kaplan, per il suo comportamento in aula, e la sua “avvocatessa”, Alina Habba, si e’ beccata diverse volte con il giudice stesso. Il tutto non suona bene per “out mutual friend”. Don Aldo potrebbe sempre cercare qualche scappatoia, nominando qualche referente, tipo “Giuseppi”, come testimone della sua integrita’. Non faccio pronostici, ma, per il momento, “Hats off to E Jean Carrol”.
        R
        “testimone nella sua integrità”? are you joking? Comunque, vedremo ma ha già molte testimonianze scritte e parlate (da lui medesimo) che lo inchiodano, ne ha dette di ogni colore contro quella donna. In quanto al “mutual friend” anche qui scherza, vero?

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        • E. Jean Carrol versus Donald J. Trump, causa per diffamazione discussa nel Southern District Court di New York. Il carteggio di testimonianze non lascia dubbi sul comportamento dell’ex presidente. Inoltre, l’atteggiamento durante le sedute, sia di Don Aldo che del suo legale Alina Habba, che potrebbe essere definita appropriatamente in questa causa come l’ “avvocata del diavolo” visto i precedenti del suo cliente, pesera’ di sicuro sulla sentenza finale del giudice Lewis A. Kaplan. “Come me la vedo brutta!” stara’ di sicuro rimuginando Alina Habba.
          R
          sh, ecco Don Aldo = Donald…buona. Se la vede brutta di certo perché Don Aldo non perdona. Il suo avvocato che gli teneva la contabilità con la pornostar è finito in galera tre anni e Trump non gli ha portato le arance, i suoi avvocati saranno anche ben pagati ma devono stare molto attenti a come si muovono. In quanto alla definizione di Alina è perfetta, si attaglia perfettamente al cliente che si è scelta (mah), Luigi l’ha detta, Jung potrebbe confermare.
          Il giudice Kaplan non sembra uno che si fa intimorire facilmente.
          Mentre Trump faceva chiasso in aula e veniva redarguito, Kaplan gli ha detto che poteva rimanere se non disturbava ma che, probabilmente lui preferiva essere cacciato…al che Trump ha risposto: I would love it” , “si, mi piacerebbe molto”, il che connota entrambi gli interlocutori molto bene.

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