Sei antifascista?

Domanda ricorrente, domanda delle domande, diversa da chiedere se sei per il riciclaggio dei rifiuti, ovvio, ma posta in continuazione a chiunque odori di destra. Ma che cosa si aspettano quelli che la pongono ai vari malcapitati nei talks? Che rispondano un bel sonoro NO?

Eppure Meloni dovrebbe dire la sua e dare direttive severe: se vi fanno questa domanda…mandateli a … (per decenza non lo scrivo ma si intuisce)…già, ma come?

Se. come è successo in un talk di La7, di recente, al malcapitato viene posta la domanda e dopo due secondi la conduttrice lo interrompe al primo sospiro dicendo che deve mandare la pubblicità, è chiaro che è difficile dare una risposta. Ma, i bravi oppositori incalzano: potevi rispondere si…

Eh. già. il tempo di un si e poi si può mandare tutta la pubblicità mentre una frase del tipo: ma che cacchio di domande fai?, ma vai a quel paese…richiede molto tempo e ne porta via agli spazi pubblicitari che sono sacri quasi come…l’antifascismo.

Ora, conviene che Meloni dica chiaro e netto (se non lo ha fatto, la seguo poco, ho altro da fare): sono antifascista, ho (abbiamo) giurato sulla Costituzione, detesto il saluto romano e chi lo fa potrebbe mettersi la mano sul didietro ed evitare di dare occasione all’opposizione di mettermi sulla graticola perenne e a chi viene chiesto: sei antifascista consigliare (?) di rispondere: …col cavolo.

Cosi vediamo se la finiranno una volta per tutte con questa domanda che sa solo di provocazione e allora basta col doppiopetto allacciato slacciatelo e provocate i provocatori.

Ma se siamo al governo come facciamo a non esserlo? Abbiamo avuto il lasciapassare democratico e ora stiamo qui. Dovrebbero rispondere. Ma non gli viene, piuttosto balbettano qualche frase sconcicata (cit:) e si fanno poi menare per il naso dai questionatori soddisfatti di averli messi in imbarazzo.

Come se gli italiani non avessero già abbastanza problemi!! E mi chiedo? L’hanno mai fatta a Conte? Perché? Conosciamo già la risposta? Si, e credo che sarebbe proprio….ma andate a …con garbo raffinato, naturalmente.

PS: non la fate a me perché io vi ci mando e senza garbo.

4 commenti su “Sei antifascista?”

  1. Mi e’ venuta in mente questa battuta passatami da un mio amico prima delle ultime elezioni.
    Cittadina di provincia, strada principale. Un sondaggista cerca di tastare il polso dei locali. Ferma un signore e comincia l’intervista.
    -Scusi, lei e’ fascista o comunista?
    -Una via di mezzo.
    -Cioe’?
    -Farmacista.
    -Si spieghi meglio.
    _Somministro l’olio di ricino gratis ai poveri…
    R
    Buona Luigi, grazie di portare un po’ di buonumore, ne abbiamo bisogno.

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  2. La pretesa degli esponenti di sinistra è che Giorgia Meloni, come preambolo ad ogni suo discorso, puntualizzi la sua distanza da quella dozzina di microcefali che urlano con il braccio teso. Per me è sufficiente che lo abbia fatto durante il suo primo discorso alle Camere, che è il luogo più solenne dove ufficializzare le proprie idee.
    Mi chiedo se i vari Schlein, Conte e ciurma, ogni volta che aprono bocca, si dichiarino contro le Brigate Rosse o prendano le distanze da Pol Pot.
    Ora sembra che per capire meglio le esigenze del popolo che arranca con salari da terzo mondo, abbiano organizzato il loro raduno a Gubbio presso una SPA extralusso. Chissà se vi troveranno operai, pensionati e badanti per poter parlare con loro di come risolvere il problema del caro vita.
    R
    si, una spa extralusso ex convento, dove tra una sauna e un pasto frugale a base di aragosta e salmone del Baltico, affronteranno la teoria del salario minimo e di come ridurre ulteriormente in povertà il po po lo.

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  3. Condivido il messaggio di Mauro e l’apertura della signora Gazzato.
    Purtroppo, nel partito della Meloni ci sono persone poco furbe. Ignazio La Russa, alla domanda se era antifascista, invece di rispondere “ma che cavolo di domanda mi sta facendo?” ha dato una risposta contorta.
    Più o meno – ricordo a memoria – ha detto che se per antifascisti si intendono i protagonisti della Resistenza, ANPI ecc…, non si riconosce in questa categoria.
    In realtà, il percorso di distacco progressivo della destra dal Movimento Sociale di Almirante è stato simile al distacco progressivo della sinistra dal comunismo filosovietico di Togliatti, anche se è cosa più recente.
    Perché allora chiedono alla Meloni e compagni di professarsi antifascisti, e non chiedono ai rappresentanti della sinistra di professarsi anticomunisti.
    Forse perché il comunismo nel mondo è praticamente scomparso, mentre le tendenze a ristabilire dei regimi autoritari di destra nel mondo sono in crescita.
    Forse perché, dopo gli anni di piombo, dell’estremismo di sinistra sono rimasti solo quattro mentecatti dei “centri sociali”, mentre a destra sopravvive Casapound, capace di radunare 200 imbecilli che gridano all’unisono facendo il saluto romano.
    Personalmente, non capisco perché la Meloni non si decida a scaricare platealmente e una volta per tutte le frange neofasciste.
    Forse perderebbe qualche voto, ma lo recupererebbe al centro.
    R
    Meloni non deve “scaricare” nessuno perché non se li è “caricati” mai.(Ho come l’impressione che potrebbe essere anche la sua risposta).
    Ma, insomma, sarebbe anche ora di finirla di fare simili domande che servono solo all’opposizione per mascherare la pochezza della propria azione.

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  4. Lei ha ragione in teoria.
    In teoria un politico non è responsabile dei voti che prende e degli appoggi che riceve.
    Se certe frange estremiste, per esclusione, decidono di votare per la Meloni, non è colpa sua.
    Purtroppo, se loro dichiarano di appoggiarla e lei non dice apertamente che dei loro voti non sa che farsene, l’appiglio per i suoi detrattori resta.
    Fini, in questo senso, era stato più chiaro.
    R
    Meloni è cresciuta alla scuola di Fini, non ha bisogno di ripetere quella famosa frase.

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