Questo tipo, arrestato, ancora in Veneto, per aver ucciso (pare) la ragazza con la quale aveva avuto una relazione e dalla quale ad ottobre era stato denunciato per stalking, è ancora peggio, se possibile di Filippo Turetta. Si perché lei, Vanessa (questa volta) portava in grembo una creatura e ne aveva una di quattro anni che ora è orfana. Un bambino avuto con il marito dal quale si era separata e che l’ha ritrovata cadavere nel sottoscala della sua casa. Una brutta, pessima storia. Una donna che lavorava in un supermercato e che viveva da sola e che è stata brutalmente accoltellata a morte dal solito balengo che lei aveva lasciato dopo, forse, aver capito cosa rischiava. Anche denunciare serve a poco se poi finisce così il più delle volte.
Brutta storia e ancora più brutta se pensiamo a tutta la retorica che si è fatta dopo la barbara uccisione della povera Giulia, retorica del tutto inutile assieme alle tante polemiche che le hanno fatto seguito, retorica impregnata di politica e che non ha evitato questo ennesimo orribile delitto. E come avrebbe potuto?
Forse è arrivato il momento di fare meno chiacchiere e davvero più fatti. I bei discorsi servono di più a chi li fa, sia per consolazione personale, nei, purtroppo diretti interessati o per altri motivi, non ultimi questi del tutto strumentali o, semplicemente vanagloriosi.
Ma ci sarà, come sempre chi darà un po’ di colpa a lei, che doveva essere più “accorta” o semplicemente forse, starsene tappata in casa e magari indossare il burqa.
Concordo. Credo che questo sia stato un femminicidio ancora più tipico ed emblematico.
Immagino che passerà sotto silenzio o quasi, dopo che si era scelto, non so se deliberatamente o per una concatenazione di eventi, di fare un caso emblematico solo di quello di Giulia.
Come prevenire questi casi? La vedo difficile, perché non hanno una chiara matrice comune e sono tutti un po’ diversi, il che rende difficile intervenire sulla categoria degli uomini.
Fermo restando che la colpa e la responsabilità di questi delitti è ovviamente solo degli uomini, niente impedisce che le donne possano fare più prevenzione, così come si fa prevenzione contro i furti in appartamento mettendo la porta blindata.
A costo di essere criticato, ripropongo la strategia combinata che prevede di intervenire sia sugli uomini che sulle donne.
Cosa si deve insegnare e far capire agli uomini lo abbiamo scritto tante volte, e chi voleva capire lo ha capito. Restano fuori i decerebrati autentici e i sordi che non vogliono sentire. A questo punto, per non lasciare niente di intentato, bisogna intervenire anche sulle donne.
insegnare alle donne a scegliere gli uomini giusti, a cogliere fin da subito i segnali sospetti, anche se deboli, a farsi raccontare la loro storia e a tenerne conto, invece di pensare che “è cambiato” o che “con me si comporterà diversamente”.
Insomma, a non peccare di ottimismo e a non accontentarsi di un uomo inadatto per stato di necessità, o per paura di restare sole, o per tentare la strategia “chiodo scaccia chiodo”.
R
si, in parte ha ragione, sono le donne che devono chiedere un curriculum dettagliato prima di mettersi assieme a chiunque e magari farsi consegnare una o due perizie psichiatriche che comprovino sanità di mente e volontà di non ammazzarle. Poi, però, non basta. Li devono tenere sotto stretto controllo degli organi competenti in materia di prevenzione dei reati (Forze dell’Ordine) per almeno un paio di decenni, per vedere se non esce qualche azione da disturbato che potrebbe nuocergli. E tutto questo comporta visionare almeno un decina di uomini per vedere se tra questi si trova quello senza il “verme”.
E un cero o due alla Madonna potrebbe completare l’iter.
Orribile storia. Ora, cosa ne pensa di questa intervista rilasciata alla corrispondente del CorSera dal collega di Vanessa? Lei cerca di fare in qualche modo il suo mestiere, per aggiungere qualche trafiletto al giornale del suo datore di lavoro, ma lui, perche’ si e’ lasciato abbindolare cosi’ stupidamente? Non sarebbe stato meglio se, giustamente indignato, avesse voltato le spalle a questa pescatrice nel torbido?
(https://video.corrieredelveneto.corriere.it/femminicidio-treviso-il-collega-di-vanessa-lui-veniva-al-supermercato-4-volte-al-giorno-/421bc1b0-2d23-4dad-8766-a3b5fa7e8xlk?vclk=video3CHP%7C23_dicembre_20)
R
La giornalista fa il proprio mestiere, non ci vedo nulla di strano, prende le testimonianze di chi è disponibile a parlare. Questo collega non ha detto niente di più di quello che chiunque avrebbe detto in casi del genere. Credo che abbia accettato perché forse anche per lui è stato uno choc e forse cercava di aiutare con le sue informazioni. No, questa volta non sono d’accordo con lei signor Giani: si chiama dovere di cronaca e libertà di stampa.
A proposito di far attenzione a chi si frequenta (senza ironia, perché sono cose serie), oggi la notizia dell’assassinio a Treviso di Vanessa Ballan.
Viveva da 10 anni con un compagno dal quale aveva avuto un figlio e ne aspettava un altro, ma allo stesso tempo aveva un amante: un bullo kossovaro che postava video da prepotente.
Quando ha deciso di lasciarlo lui l’ha perseguitata e alla fine l’ha ammazzata in casa sua di fronte ai familiari. Da notare che la denuncia per stalking non aveva portato ad alcun provvedimento restrittivo, né alcun intervento sullo stalker.
Da citare poi la sentenza sorprendente nel processo per la morte di Saman, la ragazza pakistana che rifiutava il matrimonio combinato con un connazionale.
Contro ogni evidenza la corte ha escluso la premeditazione, la corresponsabilità e l’istigazione da parte dei genitori, ed ha condannato lo zio, l’esecutore del delitto, a soli 14 anni di reclusione.
Questo, secondo me, invece, doveva essere un processo esemplare per condannare il maschilismo e il paternalismo, che sono stati evidentemente alla base del delitto.
Un’occasione persa dopo tanto clamore e tanta mobilitazione.
Forse i giudici hanno accreditato agli assassini l’attenuante del delitto d’onore essendo immigrati e di cultura diversa. Un occhio di riguardo verso gli immigrati.
Evidentemente, più che contro il governo, si dovrebbero organizzare proteste contro la magistratura, che sembra essere rimasta legata al passato.
R
La versione che ho letto io su Open è che lei e il marito si erano separati e che lei viveva da sola ma che ultimamente si erano riavvicinati, la storia col kossovaro l’ha avuta in questo frattempo e si parla semplicemente di un flirt. Lui la perseguitava però tanto che lei lo aveva denunciato, ma la denuncia non è servita a nulla visto che lui l’ha uccisa. Oltre che denunciare le donne devono anche mettersi sotto chiave da sole? La notizia è già sparita da Open e non l’ho ritrovata ma questo è ciò che riportava.
Che la magistratura ( o altro) possa venire influenzata dalle proteste delle femministe o dalle teorie sul patriarcato di Elena Cecchettin, l’ho vista dura sempre.
PS: ma lei ha letto la mia risposta al suo altro commento oppure scrivo per sport?
Errata corrige. La notizia data in tv era poco chiara. Nonostante la corte abbia escluso premeditazione e istigazione, i genitori hanno avuto l’ergastolo. Quindi resta solo la stranezza di una condanna a soli 14 anni allo zio killer.
Potrebbe gentilmente eliminare la seconda parte del mio messaggio, che, a questo punto, sarebbe da riscrivere diversamente?
R
No, mi spiace, è già stampato e con la mia risposta. Non l’ha visto?
Beh, nei panni di Manuel Vanin non avrei rilasciato nessuna intervista. Liberta’ di scelta.
R
Se è per questo, forse, neppure io avrei voluto saperne o forse si, è dovere di tutti i cittadini aiutare le indagini.
Un’altra storia orripilante, accaduta in Inghilerra l’11 di febbraio 2023
(https://www.bbc.co.uk/news/uk-england-manchester-67727331).
Il commento del giudice che ha sentenziato questi due assassini, minorenni al tempo del delitto:
-Mrs Justice Yip told the two defendants: “I will have to impose a life sentence.
“What I have to decide is the minimum amount of time you will be required to serve before you might be considered for release.”
“I’m not going to do that this week. I’m going to ask for some reports in relation to each of you.”
R
veramente disgustoso. Meritano l’ergastolo. Stiamo crescendo un’umanità disumana.
Per sua conoscenza, durante l’inchiesta della polizia le uniche notizie apparse su giornali e TV erano i bollettini di aggiornamento rilasciati dal Capo della Polizia di Manchester. Nessuna intervista e nessuna apparizione televisiva di genitori, parenti o amici di questa povera vittima. L’andamento del processo veniva aggiornato dai media, senza illazioni di sorta, per informazione generale. Alla fine tutta la storia di questo dramma e’ stato reso pubblico dopo la sentenza del giudice, basato sul verdetto (guilty) della giuria, composta da 7 uomini e 5 donne. il processo e’ durato 3 settimane. Una sola domanda: abbiamo qualcosa da imparare dal sistema investigativo e giudizario inglese?
R
direi non solo.