Sono grata agli alberi
alla loro luce morbida
attorno all’onda del riflesso
del giallo del rosso
del marrone.
Tinte le foglie non più verdi
Assorbono i colori
dalla fonte primaria di luce.
E affondo gli occhi
nel riverbero del cielo.
Mentre l’azzurro si piega dolce
verso la cima degli abeti.
E l’avvolge con amore
in un abbraccio che sa di cose
ancora da scoprire.
O di cose che so che ricordo
che rivedo che mi parlano mute
mentre alzo la testa
e chiudo gli occhi.
E respiro il profondo azzurro.
E fondo l’anima con le rughe
del tronco che si affaccia
da un angolo e mi guarda
e mi chiama come tante volte
Io l’ho chiamato.
“Sono qui per te” sembra dirmi
come sempre sulla curva del viale
dritto impassibile ed eterno
compagno e amico.
La chioma va oltre la vista sopra
le altre chiome, sopra di tutto.
E mentre mi appoggio sento la linfa
scorrere come sangue che
si mischia a quel verde che
fugge e si ritrae accecato.
Se gli alberi potessero parlare troverebbero le parole per ringraziarti.
Ma forse gli alberi parlano col fruscio delle foglie scosse dal vento, e se tendi l’orecchio, chissà se li sentirai ripagarti di uguale amore che porti per loro.
R
Li sento, gli alberi parlano, dobbiamo stare in silenzio e sentirli con l’anima e il cuore.