Ho seguito un pochino della puntata di ieri sera di “Diritto e Rovescio” condotta da Del Debbio su Rete4.
Il tema era sempre la famosa (ormai) intervista alla sorella di Giulia davanti al cancello di casa in una fredda sera di Novembre dopo che la sorella era appena stata uccisa in quel modo atroce e si stava svolgendo una fiaccolata in suo ricordo.
Avrei pensato tutto prima di accendere la TV, sapendo che avrebbero ripreso quella manifestazione, meno che un familiare cosi stretto, potesse fare “politica” e lanciarsi in proclami. Non me lo aspettavo e ho cercato di mettermi mei suoi panni. Ho pensato che se fosse successa a me una cosa simile avrei rifiutato, per prima cosa di comparire in TV, ma se lo avessi fatto, non avrei certo parlato a lungo sostenendo un dibattito con dei giornalisti presenti in studio. Avrei detto solo due parole in ricordo di mia sorella e avrei chiesto di fare prima di tutto e subito Giustizia vera. Null’altro. La commozione sarebbe stata la protagonista assoluta e anche un certo pudore che ho dei sentimenti mi avrebbero impedito di dire niente altro.
Ma non siamo tutti uguali.
Elena forse ha creduto meglio reagire così per sfogare la propria rabbia e affrontare un momento terribile occorsole nella sua giovane vita e che lascerà un segno indelebile. Va bene, la posso capire.
Ma non riesco a capire come ci si possa presentare alle telecamere con quella felpa, con quella sicurezza, con quei discorsi che, a mio parere, non sono tutta farina del suo sacco. Erano stati preparati e forse suggeriti da qualche collettivo femminista. Nulla di male, ci sta.
Ma non in quel momento. IN quel momento ci stava soprattutto il silenzio, quello che ti chiude la gola e non ti permette di parlare.
le sue parole poi, hanno gettato quasi un velo di” banalità del male” sull’omicida, feroce e crudele assassino e che aveva premeditato tutto con accuratezza. A lei sembra non interessare la sua sorte. Sembra non interessare che paghi per quello che ha fatto. Lo definisce “un figlio sano del patriarcato”. Sano non sembra essere molto uno che fa una cosa simile, ma spostando l ‘attenzione da lui alla società, a tutti gli uomini, allo stato, al patriarcato e forse dimentico qualche cosa, non fa che deresponsabilizzare un criminale efferato e senza un minimo di pietà.
La chiosa del suo discorso poi è agghiacciante: “bruciate tutto” o “bruceremo tutto”, ripreso dalla poesia che ha fatto circolare sui social e che è stata ripresa da un numero indefinito di accounts.
Ma bruceremo che cosa? Che cosa sarebbe questo slogan, uno di quelli del tipo ” le streghe son tornate” di antica memoria? Un post femminismo forcaiolo pronto ad avventarsi contro tutti gli uomini rei di aver pensato almeno una volta nella vita di fare simili porcherie?
Un nuovo femminismo che brucia e distrugge e che si vendica su chi non è colpevole ma spesso addirittura vittima, come ad esempio il padre di Giulia?
Io ho scritto molto su questo tema, mi sono spesso sentita definire in tutti i modi e non erano complimenti, ma mai mi era stato chiesto di “vergognarmi” per avere espresso una mia opinione dove non profferisco offese ma noto soltanto e con sconcerto, un atteggiamento mio parere fuorviante e sbagliato.
Ho letto che Elena parteciperà alle manifestazioni del 25, i collettivi femministi l’hanno invitata, come era logico supporre dopo quel discorso. Che cosa dirà posso immaginarlo ma lo trovo di già inquietante e per nulla utile alla causa, ma benzina su un falò riacceso da un femminicidio tra i più orribili e che vede, grazie ai suoi proclami, come imputato il patriarcato e affini e lascia nell’ombra il vero feroce, crudele e determinato a difendersi dalla condanna che dovrebbe giustamente avere, assassino della sorella.
Mariagrazia, rispetto la tua opinione, so che ti sei battuta sempre contro il maschilismo e i suoi effetti perversi, ma non sono d’accordo sul giudizio che dai sul comportamento di Elena.
Giudicare dall’esterno cosa comporti lo strazio di aver perso una sorella a quel modo è difficile se non impossibile, ma comunque, altro che silenzio, un urlo infinito da rompere i timpani di tutti non basterebbe a lenire il dolore. Se non si ribella lei, in tutti i modi, per l’ennesimo misfatto consumato su una donna, chi dovrebbe farlo? Spero tanto che questa sua ribellione, bene o male indirizzata, sortisca qualcosa di buono, e che non succeda che, nel breve volgere di tempo, tutto ritorni come prima.
R
perché secondo te io cosa vorrei che tutto tornasse come prima o restasse com’é ma quanto ho scritto su questo tema te lo sei dimenticato? e quante accuse di essere una vetero femminista mi sono presa, lo hai scordato? ?Ma che cosa pensi che cambi mostrarsi in tv col simbolo satanico e dicendo distruggiamo tutto? E fino ad adesso dove era stata? Ma dove andiamo predicando la violenza e dando degli assassini a tutti gli uomini, il patriarcato o la società, quando c’è un assassino vero che rischia cosi di passare in secondo piano? Io non contesto che parli ma quel simbolo e quei discorsi che non fanno bene alla causa. Ma ho molta pietà per lei e anche tenerezza o pensi anche tu che dovrei vergognarmi? Ormai qualsiasi cosa io scriva tu sei contrario. Forse hai letto superficialmente, o forse non mi conosci affatto.
Anche lei potrebbe essere sfruttata da qualche politicante (o peggio) senza scrupoli e ce ne sono da tutte le parti.
Mariagrazia ho biasimato Severgnini per averti indirizzato quella parola, e ho premesso di rispettare il tuo giudizio, perciò immagino che quella tua domanda sia solo retorica.
Penso semplicemente che la sorella, comunque reagisca contro questa terribile delitto, fa bene
R
“comunque reagisca”? anche “inventandosi” slogan che con tutta probabilità le sono stati suggeriti da chi strumentalizza lei e la sua povera sorella? Anche mostrandosi in TV con una felpa che reca simboli satanici? Mi sorprendi ogni giorno di più. Gridare per gridare dunque, senza neppure sapere che cosa… fare “rumore” che serva soprattutto a chi sta usando questo caso per fare opposizione al governo? Da una persona intelligente come te mi aspetto sempre di meglio.
Ecco cosa intendevo quando parlavo di “strumentalizzazione”:
https://www.open.online/2023/11/24/25-novembre-carlo-calenda-vs-non-una-di-meno-manifestazione-roma-capitalismo-hamas/
forse anche la stessa Elena lo è (strumentalizzata).
Ed ecco cosa intendo per strumentalizzazione e donne che blaterano (soprattutto a sinistra, profetica? a anche oggi c’è chi insiste a dirmi di vergognarmi, credo che a vergognarsi dovrebbe, invece essere, chi lo dice a me:
https://www.linkiesta.it/2023/11/estremismo-sinistra-femminismo-pd-schlein-non-una-di-meno/
Beppe Severgnini,
vedo che anche oggi insiste ad insultarmi (io ritengo un insulto dire a qualcuno che si vergogni solo per avere espresso un’opinione).
Non mi ha permesso di replicare neppure un bah, ma insiste nel dire che dovrei vergognarmi rispondendo ad un lettore. Forse i fatti la smentiranno presto e allora a vergognarsi dovrà essere lei.
Nel frattempo, però, se insiste potrei denunciarla per diffamazione.
Credo sia un mio diritto dopo essere stata messa in berlina, non avermi permesso nessuna replica e reiterando l’esortazione a vergognarmi. Dopo che per anni ho scritto contro la violenza sulle donne proprio sulla sua rubrica ma lei, evidentemente, dormiva da piedi.
Credo proprio che sia intollerabile. A questo punto mi domando se con un uomo avrebbe fatto altrettanto e la domanda non mi appare affatto peregrina.
Mariagrazia Gazzato
Mariagrazia, detesto fare il Grillo Parlante, ma “chi va al mulino si infarina”.
Se scrivi a Severgnini, rinomato per la sua “medietà” , e gli dici qualcosa che esce dall’algoritmo indigno-mediatico del momento, la reazione sarà sempre quella. Ai tempi del metoo tutti a tuonare contro il mondo del cinema, poi con Blacklivesmatter tutti a dire che i neri sono tutti buoni e vittime, poi c’è il buco dell’ ozono che si apre invece poi si chiude, porcamiseria abbiamo toppato, poi c’è Gretina che ci salverà, adesso c’è un bel cadavere caldo di una poverina che sorrideva nelle foto, e vien “a fagiolo”, come si dice, a sostituire in prima pagina i seimila cadaveri caldi di bambini di Gaza che ancora non avevano imparato a sorridere e non scrivevano su Instagram.
Se entri in questo sistema devi giocare con queste regole: o ti adegui al coro o ti coprono di merda. Altrimenti, per citare una indimenticabile frase del film Giochi di guerra, “l’unico modo di vincere è non giocare”.
Hai le tue idee, altri no, non è un dramma. Non è Severgnini il riferimento etico ed esistenziale di nessuno.
R
Si, Alberto ma io non parlo a vanvera, se reiteri mi sembra che te le vai a cercare:
leggi questo:
https://italians.corriere.it/2023/11/25/ma-anche-le-donne-sono-violente/
alla fine. Secondo te poteva o forse doveva evitare invece che insistere? La diffamazione a mezzo stampa è un reato ben preciso e circostanziato.
Colgo l’occasione per ringraziare il signor Pier Andrea Podda, l’ autore della lettera linkata.
Diffamazione è un’ altra cosa. Diciamo che è un modo maleducato di rispondere: del resto i forum non sono fatti per discutere ma per litigare. Tra tre giorni non se ne ricorderà nessuno, la settimana prossima magari succede qualcosa di scenografico in qualche parte del mondo, oppure divorzia una Kardashian, e anche di Giulia non se ne parlerà più.
E’ la Rete, bellezza….:-(
R
Io non ho litigato con nessuno, ho espresso un’opinione. La maleducazione non è concessa quando si ha a che fare con una grande platea e si parla di qualcuno con altri nel modo che sappiamo. Vedremo. Però non parteciperò certo più e neppure lo aprirò più. Mi pare che basti e avanzi per tenermene ben lontana. Ma posso anche perdonare, forse conviene. A tutti capita di sbagliare.
Non sono sicuro che tra tre giorni non se ne ricorderà più nessuno.
Uno dei frequentatori di questo forum è andato a ripescare e ha riportato in parte (la parte peggiore) una mia lettera a Severgnini del 22 aprile 2022 per mettermi in cattiva luce. Scripta manent.
R
Lenzini, il mio blog non è la sua camera caritatis, non rivanghi. E in quanto a me onny soit qui mal y pense.
Se qualcosa le rode se la prenda coi “roditori”.
Mariagrazia, lascia perdere le denunce, Severgnini più “reitera” più si qualifica per quello che è.
A leggere come è stata uccisa la povera Giulia viene il voltastomaco, altro che “sonnambuli”. Un assassino che più feroce non avrebbe potuto essere. Altro che “patriarcato”, questo merita l’ergastolo e senza tante manfrine.