Un copione che si ripete: troppo spesso, un deja-vu che fa inorridire. I due ragazzi scomparsi in Veneto, la mia regione, da giorni, una storia come tante e purtroppo troppo simile ad altre storie. C’è ovunque uno spiegamento di forze mai visto, si teme per la vita dei due ma soprattutto di lei, ex fidanzata di un ragazzo definito tranquillo e timido.
Al solito. “Non farebbe male ad una mosca” dicono i genitori. Purtroppo però troppe volte abbiamo visto come é finita la “mosca”. La cercano anche i sommozzatori della Riviera del Brenta, pessimo segno.
Io spero con tutto il cuore che li ritrovino entrambi vivi, la speranza si sa deve sempre esserci fino alla fine, ma purtroppo, la fine è quasi sempre un film già visto e ancora una volta mi sento di esortare le donne a NON accettare Mai un ultimo incontro, che potrebbe rappresentare davvero l’ultimo atto della loro, purtroppo, spesso, breve vita.
Solidarietà e sostegno a tutte le Forze dell’Ordine, Protezione e Genio civile, tutti con la stessa speranza: ritrovarli vivi!
Temo che finisca come al solito, ormai sono troppe ore che sono scomparsi.
Ma è mai possibile che con tutto quello che si sente le ragazze accettino ancora appuntamenti da chi hanno lasciato?
Ancora non hanno capito quanto sia pericoloso?
E che cosa succede dentro la testa degli uomini ultimamente: o con me oppure ti faccio fuori? Ma che cos’è emulazione dei tanti femminicidi? E’ diventata una prassi di routine?
Ma è spaventosa. Qualche cosa bisognerebbe fare, ma cosa?
R
fornire alle donne strumenti di difesa, uno è appunto, evitare di incontrare gli ex.
Mah …! Migliaia di donne incontrano gli ex e non gli succede niente. A volte un amore diventa una bella amicizia.
Come sempre, bisogna capire con intelligenza quali ex si possono incontrare tranquillamente e quali è meglio evitare. Dipende anche da come ci siamo lasciati.
Infatti, quando una donne lascia un uomo, deve essere estremamente chiara e trasparente e fargli capire che è la cosa migliore per entrambi. E, possibilmente, non deve distruggere la sua autostima lasciandolo.
R
Beh, non sarebbe un buon motivo comunque…
Sono stati ritrovati brandelli di vestiti della donna sull’argine del fiume Muson, non è un buon indizio.
Anche il perdurare del silenzio fa temere il peggio. Spero di sbagliarmi.
R
si, stanno trovando tracce un po’ dappertutto nella zona, ampia, che stanno perlustrando. Ma per ora nulla di concreto, purtroppo. Ma se fosse viva non telefonerebbe ai genitori? La speranza è l’ultima a morire ma l’ipotesi che l’abbia portata in campeggio sembra grottesca.
Lasciamo sperare i genitori, ne hanno tutto il diritto. Ma tutto f pensare che Turetta, incensurato, bravo ragazzo, abbia compiuto quello che non voglio neppure nominare.
Indagato per omicidio volontario, non c’è altro da aggiungere, più di 200 uomini setacciano da giorni il Veneto: esiti pochi.
Cosa passa nella testa degli uomini in certe situazioni non lo capiscono più neppure eminenti psichiatri.
Infatti meglio se tacciono.
Ecco “faccia d’angelo” ricercato in tutta Europa per l’omicidio di Giulia.
Le speranze ormai sono davvero poche, Giulia potrebbe essere morta da giorni uccisa da quel ragazzo timido, come affermano i genitori:
pen.online/2023/11/18/filippo-turetta-indagato-tentato-omicidio-tracce-vicino-casa-giulia-cecchettin/
poverino, voleva lasciarlo e andare a vivere la propria vita altrove da lui…che grave colpa, meritava la morte???
Chiediamocelo, potrebbe capitare ad ognuna di noi. Le donne spesso scrivono che le altre donne “se la cercata”, che non sanno scegliere, ma guardatelo, avreste mai detto che sarebbe stato un violento assassino (se lo è stato ma ormai…
Tutte o quasi le donne che scrivevano qui e con le quali ho spesso litigato, tendevano a difendere tipi come questo tipino qui….è tutto e niente dire. E anche tanti uomini che pensano che alle loro figlie non potrebbe succedere dovrebbero ricredersi e lottare con le donne per migliorare questo tremendo stato di cose.
PS: mi commento da sola, beh chi si contenta….capisco, si fa fatica a replicare a chi ha argomenti…meglio chi nicchia, i nicchiatori vanno forte, a valanga proprio e vanno anche in tivvù a mostrare i tatuaggi…
Come al solito è finita nel peggiore dei modi, tutta la mia solidarietà alla famiglia di Giulia e una preghiera per lei.
Quel delinquente criminale latitante aveva premeditato tutto, una settimana per conoscere la verità (che sospettavo), un delinquente che spero venga presto assicurato alla Giustizia senza sconti di pena. Un mostro lucido e crudele, povera Giulia, peccato non averlo capito in tempo. Merita l’ergastolo.
Stavo per scrivere un off topic di tipo sportivo, tanto per alleggerire la discussione, ma la notizia del ritrovamenti del cadavere di Giulia Cecchettin vicino al lago Barcis, me ne ha dissuaso. L’assassino è ancora in fuga.
E’ domenica, do una scorsa ai giornali, notizie terribili come al solito, un macello a non finire, Ucraina, Israele con contorno di altre innumerevoli guerre ovunque eppoi il quotidiano vomiticcio canagliesco trumpiano, insopportabile e per rendere la giornata piu’ cupa la notizia del ritrovamento del cadavere di Giulia Cecchettin assassinata dal vigliacco Filippo suo ex ragazzo. Entrera’ in funzione la giustizia italiana, l’assassino tra appelli e contro appelli ricevera’ se va bene una quindicina di anni che naturalmente non saranno passati in cella, ma tra permessini vari la cella sara’ qualcosa simile all’albergo. L’associazione Antigone controllera’ il processo di riabilitazione dell’assassino, d’altra parte non lo richiede la Costituzione? Allora la pena di morte e’ per la vittima e l’ergastolo per la famiglia che ha perduto il congiunto e per dover rivivere l’orrore della perdita attraverso gli innumerevoli anni dei processi, le insinuazioni degli avvocati difensori e sapere che l’assassino praticamente l’ha fatta franca. In Texas hanno appena giustiziato il rapitore e assassino di una bambina di cinque anni. Ci sono voluti 22 anni per eseguire la sentenza, uno schifo, un obbrorio. Si discute che l’iniezione letale provoca dolore! Il mio grido di rabbia mi si strozza in gola.So che Lei definisce la pena di morte un delitto di stato, ma la sua posizione va nella direzione di favorire l’impunita’ dei peggiori criminali e la giustizia italiana ne e’ una prova. Cosa dire di quell’assassino condannato a trenta anni di carcere per l’uccisione della fidanzata e liberato perche’ obeso?
R
Signor Rossi,
condivido la sua rabbia e anche la sua amarezza. ma la pena di morte è scendere al livello degli assassini. In carcere si può avere modo di ripensare e pentirsi ma la pena deve essere certa e definitiva.
La pena di morte è vendetta: giustificabile, comprensibile, utile nell’ eliminare dal gioco un delinquente che difficilmente si “riabiliterebbe”, economica nell’ evitare anni di processi, revisioni e vitto in carcere
Ma.
1) Qualche volta c’è l’errore giudiziario, e soprattutto
2) E’ un modo troppo comodo per non affrontare le ragioni che hanno portato al delitto e cercare di evitare che succeda di nuovo. Un’iniezione letale è estremamente più tranquillizzante di, chessò, un intervento sulle famiglie o sui programmi scolastici o sui social o sui testi dei cantanti trap. E’ una soluzione consumistica a problemi etici. Non rappezzi la strada, rifondi i danni a chi si schianta, e riparti di slancio.
R
sono d’accordo che ci voglia molta più informazione a livello capillare, soprattutto nelle scuole e nelle università, Ma anche proprio come dici, un potente e continuo messaggio lanciato dai social sulla necessità di educare fin da piccoli, gli uomini a accettare che le donne non sono più la loro “metà”, ma esseri integri e perfettamente in grado di gestirsi e con tutto il diritto sacrosanto di vivere la propria vita come meglio gli aggrada.
Io credo che per poter porre freno a questa piaga, con effetto immediato, non c’è che ricorrere al rimedio peggiore (in quanto anticostituzionale), ma più efficace, comminare la pena di morte all’omicida per direttissima, così come in un fiat è stata troncata la vita della vittima.
R
non solo anticostituzionale ma un ritorno all’età della pietra, non possiamo scendere a questi livelli sarebbe quasi dare ragione agli assassini e lo diverremmo anche noi
Turetta sei un vile, uno sporco vigliacco che ha premeditato tutto con la massima cura e che ha ucciso con la massima crudeltà. Meriti un processo che ti condanni all’ergastolo, a passare il resto della tua vita in galera a riflettere sulla tua vigliaccheria.
Sei mostruoso e come tale non meriti di uscire mai più da quella galera dove spero ti rinchiudano presto e buttino per sempre la chiave.
Una donna ogni 72 ore viene uccisa in Italia dal compagno. Sarebbe ora e tempo che oltre ai proclami si agisse seriamente e con severità per sanare questa piaga purulenta, una vergogna infinita per un paese “civile”.
SILENZIO
Ne hanno lasciate a mazzi sul luogo del delitto,
davanti a quel portone quella scia rossa ha scritto
la tua mortale angoscia per quelle enormi mani,
per quel muto terrore, per quel freddo sudore.
Quel rosso delle rose somiglia a quel tramonto
che anticipa la sera che ti nasconde al mondo.
La pietà della notte, che vela col silenzio
quell’urlo trattenuto da quel terrore muto,
su quel viso impietrito che grida alle coscienze:
non rimanga impunito!
Mariagrazia Gazzato
Occhio per occhio, dente per dente è la legge primitiva del cuore, il resto è costruzione artefatta.
R
ma che dice??
Lo hanno preso…finalmente, non mollatelo più!
Un essere ossessivo, maschilista, un potenziale assassino, diventato tale, che ha premeditato tutto e che non sopportava che lei fosse laureata e lui no.
Peggio non si potrebbe incontrare. Giulia era predestinata, lo avrebbe evitato solo se se fosse scappata all’estero e avesse cambiato identità.
Questo è mostruoso, il maschilismo è in crescita e arriva a questi effetti.
Certo questo ennesimo femminicidio smuove dentro di noi tutto il dolore e la rabbia verso una azione così brutale è incomprensibile …ma cercando di tornare ad uno stato di calma la mia paura è quella di pensare quanti giovani e meno giovani uomini si trovano nella condizione mentale di Filippo ? Cosa concretamente si può fare per prevenire questa violenza .Credo che si bisogna partire dalle scuole .ma dall’asilo proprio con un educazione civica .sentimentale di rispetto verso l’ altro donna o uomo che sia verso il cosiddetto diverso ecc.inserirei nelle scuole la figura dello psicologo per aiutare anche gli insegnanti a capire e relazionarsi in modo corretto a seconda della giovane persona che si trovano di fronte ma anche per non essere succubi di giovani violenti e senza alcun rispetto delle istituzioni e dell’ insegnante in particolare .Insomma certo nessuno ha la soluzione in tasca ma cominciare a pensare che questo è un grave problema sociale che riguarda tutti uomini donne familiari vicini di casa istituzioni lo trovo forse un passo avanti per una possibile prevenzione di queste forme di violenza.
R
senza dubbio, ma lo andiamo dicendo da troppo tempo, bisogna agire.
Questo di Giulia è un femminicidio orrendo, tra i peggiori mai successi. Quella povera ragazza piena di vita ha vissuto l’orrore poco prima di morire. Niente potrà riportarla in vita, ma lui, assassino feroce e crudele come nei peggiori incubi, non deve avere pace mai più nella sua vita. In galera dovrà espiare la sua orrenda colpa fino all’ultimo dei suoi giorni, altro che pena di morte. pena di vita e che viva e peni a lungo.
Questo lo dedico a Giulia e spero che possa sentirlo:
“Turetta stanco e rassegnato al momento dell’arresto”
Povero figliolo, sembrerebbe quasi suggerire!
Ma si possono mettere titoli del genere? Mi riferisco a RAI News 24. Magari domani ci propinranno il parere dell’avvocato difensore, che ci riferirà lo stress psicologico del giovane che l’avrebbe fatto agire in stato di incoscienza, o altra panzana del genere.
R
Difficile, tutti i parametri sono quelli di una persona lucidissima competente e organizzata. Voglio proprio vedere come fanno a aggirare questi fatti.
Su questa tragedia cominciano gli sproloqui in televisione
A “Stasera Italia” (TgCom24)
Minzolini riesce a riscontrare un segno positivo per il fatto che, in Italia, se ne parli tanto.
Ammazza oh, dall’inizio dell’anno si contano 102 femminicidi, non riusciamo a contenere la mattanza, però ne parliamo tanto: quanto siamo buoni, verrebbe da dire!
E Battista -nomen omen- ribatte: “Ma cos’è tutto questo parlare? Già c’è chi dice “inasprire le pene”, “niente sconti” etc. Noi non dobbiamo dire niente, che ne sappiamo? È il magistrato che deve dirlo”
Si, Battista, il popolo deve star zitto, tacere, l’importante che parli lei.
E che diamine! Che sono queste levate di cresta della gente comune?
Aspettiamo che parli il giudice, magari troverà che i jeans erano troppo stretti da suscitare un insopprimibille moto di gelosia.
R
questo caso è molto complesso e particolare e sarà difficile trovare le solite scuse.
Cristina Torres Cáceres ha scritto questi versi nel 2011 li ho trovati su Repubblica, leggendoli mi sono venuti i brividi e tanti lucciconi. Non vivo in Italia quindi ho la fortuna di non essere ottenebrato dalle ciance che puntualmente si levano altissime.L’assassino la fara’ franca.
Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.
Se non ti dico che vengo a cena. Se domani, il taxi non appare.
Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in una borsa nera.
Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia.
Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata.
Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata.
Mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata.
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato, che erano i miei vestiti, l’alcool nel sangue.
Ti diranno che era giusto, che ero da sola.
Che il mio ex psicopatico avesse delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana.
Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria.
Lo giuro, mamma, sono morta combattendo.
Lo giuro, mia cara mamma, ho urlato forte così come volavo alto.
Ti ricorderai di me, mamma, saprai che sono stata io a rovinarlo quando avrai di fronte tutti quelli che urleranno il mio nome.
Perché lo so, mamma, non ti fermerai.
Ma, per quello che vuoi di più, non legare mia sorella.
Non rinchiudere le mie cugine, non privare le tue nipoti.
Non è colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia.
Sono loro, saranno sempre loro.
Combatti per le loro ali, quelle ali che mi tagliarono.
Combatti per loro, che possano essere libere di volare più in alto di me.
Combatti per urlare più forte di me.
Possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.
Mamma, non piangere le mie ceneri.
Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.
R
la poesia non si discute, né si commenta. Però voglio dirlo: non mi piace quel “distruggi tutto”. Non so bene cosa intendesse l’autrice, ma per me è un messaggio sbagliato. Bisogna conservare la memoria e ricostruire una società che ha perso i valori più importanti, soprattutto quelli della spiritualità e lo devono fare insieme uomini e donne.
La tentazione di nascondersi dietro questi versi viene a molti, ma è un gettare sale sulle piaghe.
Abbiamo sbagliato “tutti” e riconoscerlo sarebbe già un primo passo. Cosa sia scattato nella mente di Filippo non può essere rappresentato come un sentimento privato, no è collettivo, l’abiezione nasce e si alimenta in seno a società malate. La nostra lo è da tempo e tutti, dico tutti dobbiamo farci carico della responsabilità di cambiarla. Con la consapevolezza che i genitori hanno una grande parte in tutto questo come c’è l’ha la politica, la scuola e come ce l’hanno i media: nessuno può chiamarsi fuori.
L’Italia, in Europa, è una delle nazioni col numero più basso di femminicidi, e sono in calo. In Francia è Germania sono il doppio che da noi.
Quindi ci sono elementi per essere ottimisti.
Certo, sarebbe bello portare a zero i femminicidi, gli incidenti sul lavoro, la moria di ragazzi il sabato, sera e tante altre disgrazie, ma la statistica ci dice che zero non è un obiettivo realistico.
Quello che si può dire, comunque, è che, in Italia non c’è un emergenza, e siamo migliori di tante nazioni che si credono più avanzate di noi, come la stessa Svezia.
R
Vanno insegnati a studenti e genitori, maschi e femmine, quali sono i segnali di una relazione tossica. Se non li colgono i protagonisti li devono poter cogliere le persone vicine e fare qualcosa. Ma cosa? Le forze dell’ordine arrivano, fanno la ramanzina e se ne vanno dicendo di non poter fare altro finché il soggetto non combina qualcosa. Bravi, ma se poi combina qualcosa non è forse un po’ tardi? Le istituzioni sono oberate dalla burocrazia. Per un intervento sanitario devi passare dalla guardia medica che non si prenderà mai la responsabilità di dichiarare un soggetto mentalmente pericoloso, deve pararsi le natiche ovviamente. Naturalmente se un soggetto è maggiorenne non potrà essere costretto a curarsi o andare in analisi se non lo vuole fare. Tutti parlano della famiglia, ma anche in famiglia si può fare poco se le istituzioni non ti supportano. Qualcosa va cambiato.
Quello che ho scritto – con cognizione di causa perché ho visto cose – vale per i giovani che sono sicuramente più aperti di mentalità e liberi di noi. Per loro c’entrano più le turbe mentali che non il maschilismo. Per quelli più vecchi la mentalità maschilista è una causa persa; l’unica soluzione è di ascoltare le denunce e usare la tecnologia per monitorare la situazione. Meglio un ex spedito su Plutone in più che una ex in meno.
R
decisamente. Dare maggiore autonomia di intervento alle Forze dell’Ordine in caso di reiterate denunce da parte delle vittime di stalking o violenze, forse sarebbe utile e però tutta la comunità si deve stringere intorno a questo problema: il problema del rispetto delle donne in primis e dell’altro, comunque non in subordine. La scuola le famiglia possono molto ma poi ci vogliono le istituzioni a supportare le varie denunce, a tenere un occhio vigile e discreto ma all’erta su ogni possibile indizio che possa far pensare che si sia prossimi ad atti orrendi com questo. Anche la comunità ecclesiastica può fare molto, intervenendo di più nel sociale con iniziative che vadano a incidere nel suo tessuto con fermezza, senza invasione di campi, ma con discrezione far sentire la presenza della Religione anche a chi non crede perché incida sulla comprensione maggiore dei valori del rispetto reciproco.
Ho visto anch’io la diretta su Rete4 e devo dire che sono rimasta sconcertata dalle parole di Elena Cecchetin e anche dalla esposizione di quei simboli sulla maglietta che indossava, del tutto fuori luogo e neppure le sue parole mi sono piaciute er nulla.
https://www.open.online/2023/11/20/stefano-valdegamberi-vs-elena-cecchettin-societa-satanista/
non giudico e rispetto il dolore di una sorella colpita da una tale tragedia, ma anche a me è sembrata troppo “politicizzata” e artefatta. Non mi è piaciuta, ripeto.
E non mi piace la frase: “Per Giulia bruciate tutto” ripresa dalla poesia che ha postato sui social. E’ una frase guerresca, non c’è bisogno di incitare ad altra violenza. Per me Turetta è un mostro, inteso nel senso di un essere umano senza anima, ha dimostrato di non possederla, deve vivere a lungo in un penitenziario per riuscire, forse a ritrovarla ma per ora è e rimane un mostro.
Il virus dei “quindici minuti di notorietà” ha colpito ancora.
R
spero la paghi carissima.
Non apprezzo per nulla l’attivismo di Elena, la sorella di Giulia. Non apprezzo i suoi slogan, non apprezzo in due parole, il suo protagonismo.
Non si tratta di lottare contro le ingiustizie e la violenza, lei sta promuovendo se stessa, lo trovo fuori luogo e lo disapprovo.
Parla di patriarcato…ma sa di che cosa parla? E’ una donna colta ma è ancora troppo giovane per avere nozioni chiare e idee precise su quello di cui parla.
La morte orrenda della sorella ha scatenato in lei tutta questa rabbia? Fino ad oggi dove è stata? Era impegnata in politica o pianificava di farlo?
Ce lo deve raccontare Elena prima di tutto per rispetto di chi ha fatto quella fine orrenda. E ci deve spiegare perché utilizza certi simboli che, a mio parere, sarebbero da bandire non da esibire in pubblico. Meno che mai durante la commemorazione della sorella appena uccisa.
No Elena, sei fuori strada, il sospetto che tu stia strumentalizzando questa tragedia, viene. Difenditi e spiega e convincimi se ne sei capace.
Poi sto zitta, prometto.
No, mi da fastidio ora, vi sembrerà strano, ma voglio spezzare una lancia per gli uomini che in questo momento, più che mai, rischiano di passare tutti per dei Turetta. Niente di più sbagliato. Le esternazioni di Elena sembrano andare in questa direzione. Infatti rubriche prestigiose tacciono su questo tema.
Io ringrazio i signori che hanno commentato qui e quelli che vorranno dire la loro perché capisco che si sentano nel mirino.
Il maschilismo va combattuto, ma con lealtà e basandosi su un principio di realtà: non tutti gli uomini sono potenziali assassini della compagna. Direi anzi che ci sono uomini che hanno a cuore la compagna come e più di se stessi. Purtroppo questi episodi gettano una luce macabra su tutti gli uomini, ma io voglio credere che siano una piccola percentuale anche se devastante. Tutti gli altri dovrebbero farsi sentire e condannare i violenti e unirsi alle donne nella lotta contro la violenza di genere. Senza se e senza ma.
PS:”Giorgia Meloni, in trincea anche quando si tratta di femminicidio, in polemica con chi l’accusa di essere espressione di una cultura patriarcale, pubblica una foto sju Instagram con quattro generazioni di donne della sua famiglia, lei compresa e un commento.
“Non so come facciano certe persone a trovare il coraggio di strumentalizzare anche le tragedie più orribili pur di attaccare il governo” Giorgia Meloni. Non posso che essere d’accordo.
Io credo che i femminicidi siano un problema molto specifico che non si presta a generalizzazioni strumentali.
Non è vero neppure, statisticamente, che gli autori di femminicidio non hanno rispetto per le donne.
Alcuni sono dei prepotenti facinorosi che non hanno rispetto per nessuno; neppure per i figli e per gli estranei.
Altri, viceversa, sono dei complessati con scarsa autostima per i quali essere lasciati da una donna è la certificazione di essere una nullità. Uno stato che non riescono a sopportare.
Credo anche che le molestie sessuali non siano l’anticamera dello stupro, e che, invece, gli stupratori, di solito, non hanno una storia di molestie.
Sono problematiche che viaggiano su binari separati, che andrebbero affrontate con approcci diversi e specifici. Mescolarle insieme fa solo polverone.
R
ma che significa? Lo sa solo lei. Finirà che li faremo santi…
Forse non mi sono spiegato. Gli autori dei I femminicidi sono delinquenti che commettono atti gravissimi, che non c’entrano niente con le molestie e la mentalità maschilista. Altro che farli santi! Io li farei martiri.
I delitti vanno prevenuti coi metodi che polizia e magistratura usano per la repressione della criminalità, non facendo cultura nelle scuole. Per quella strada non arriveremo mai a dei risultati.
Quello che voglio dire è che, anche se si eliminasse totalmente il maschilismo, la disistima di alcuni uomini verso le donne, se la parità tra i generi fosse totale, i delinquenti e gli psicopatici continuerebbero a delinquere. Loro sono un’altra categoria di uomini, impermeabile a qualsiasi acculturamento.
R
Credo che l’educazione possa fare molto. Comunque, grazie, ora si è spiegato meglio.
Ecco, è arrivato il signor Tal dei tali a scrivere contro le proteste
https://italians.corriere.it/2023/11/21/lettera-donne-calmatevi/
Ripeto, non apprezzo le strumentalizzazioni, ma questo signore ne sta facendo una grossa.
A leggere lui sembra che non sia successo nulla: tutto passa, tutto scorre, calmatevi, che protestate e soprattutto contro chi? I fantasmi?
Gli uomini? Ma dai: sono tutti agnelli sacrificali, femministe vade retro.
Adattatevi, arrangiatevi, sceglietevi quelli sani e via di questo passo.
Certo, ripeto la strumentalizzazione non va bene, Elena Cecchettin sta facendo del male alla causa, secondo me, troppa aggressività fuori luogo e troppa demagogia spicciola. Inadeguata e quasi riprovevole.
Ma il problema esiste, Lei ha avuto una sorella uccisa barbaramente dal maschio che diceva di amarla, non scherziamo.
Certo che non siete tutti Turetta uomini, ma di Turetta ce ne sono troppi ed è un problema anche vostro.
Ma non vi vergognate un poco a scrivere certe sciocchezze?
Devo fare una precisazione:
Le poche righe pubblicate oggi sulla rubrica Italians a mio nome, si prestano ad essere equivocate perché scritte di getto in reazione ad una lettera di un signore (quella che pubblico più sopra), nel contempo avevo scritto altre lettere che spiegavano meglio il mio pensiero ma Severgnini ha scelto la più breve e facilmente fraintendibile.
Intendiamoci, non ritiro nulla di quanto scritto, ma il senso era questo:
La sorella di Giulia, sempre rispettando il suo grande dolore, secondo me ha fatto male a presentarsi alla veglia per la sorella con quella maglietta che recava un simbolo satanista, ha dato l’impressione di fare discorsi politicizzati e questo mi è sembrato del tutto fuori luogo.
Per il resto lei e la famiglia, hanno tutta la mia solidarietà e spero che Turetta vada all’ergastolo.
Ma che ci siano tante donne che parlano a vanvera ne abbiamo esempi infiniti, basta volerle sentire. Per esempio quando parlano in maniera troppo aggressiva nei confronti di tutti gli uomini o quando li difendono in maniera eccessiva. Ecco, spero di essermi spiegata meglio.
Ecco il testo:
“Fate parlare solo maschi? Io scrivo che non mi piace la strumentalizzazione che Elena Cecchettin sta facendo sul cadavere ancora caldo di sua sorella. È artefatta e controproducente. Ma, da donna, non faccio testo. Finirà che siamo troppo “aggressive” e meritiamo quello che ci capita??? Ma tante donne blaterano a vanvera, soprattutto a sinistra, meglio sarebbe che osservassero un minuto, uno solo, di silenzio.”
Per me ha scritto cose giuste. Solo che le ha scritte in modo brutale, e Severgnini, alfiere del politically correct e tendente all’ipocrisia, non accetta toni così accesi.
Credo che gli abbia dato fastidio, oltre all’apparente attacco ad una parte del mondo femminile, anche l’accenno alla strumentalizzazione da sinistra, dato che lui è un moderato, ma di sinistra.
R
si legga la risposta che ho dato, quelle quattro righe erano state scritte di getto in reazione ad un altra lettera e non intendevo affatto fare discorsi “politici”. Severgnini ne aveva altre di mie dove mi spiegavo meglio, ha scelto quella, non commento ma dico solo che non conosce le persone con le quali ha a che fare da anni e me ne dispiace. forse non scriverò mai più sulla sua rubrica.
Salvatore Merlo ha scritto sul tema un bell’ editoriale sul Foglio
https://www.ilfoglio.it/politica/2023/11/22/news/su-giulia-cecchettin-ci-vorrebbero-tre-giorni-di-silenzio-da-parte-di-tutti-5931752/
R
Grazie Alberto
Buongiorno signora Gazzato. Spesso noi ci siamo scontrati ma ora voglio invece esprimerle la mia piena solidarietà.
Concordo che ciò che Elena Cecchettin stia facendo “sul cadavere ancora caldo di sua sorella” sia disgustoso.
Concordo che in tutto ciò appaia “artefatta e controproducente”.
L’appello – absit iniuria verbis- che tutti i maschi (nessuno escluso) siano colpevoli e che occorra fare rumore anziché un minuto di silenzio è davvero fuori luogo. Io non sono Filippo Turetta, e posso scusarmi solo delle mie azioni!
E non parliamo dei simboli delle sette sataniche nella felpa.
Disgustoso e fuori luogo soprattutto il commento di Severgnini che giudica vergognose le sue parole e pretende le sue scuse. E l’ha graziata evitandole anche la flagellazione!
E la chiosa finale «Mi auguro che faccia lo stesso chi, in questi giorni, ha pensato cose del genere» si riferisce quasi certamente anche a me che qualche giorno fa ho espresso un concetto molto simile al suo, paragonando le parole sferzanti della sorella di Giulia con la dolcezza del dolore espresso dal papà!
R
La ringrazio, non me n’ero accorta.
Ho risposto così:
“Se c’è qualcuno che deve vergognarsi, non sono certo io. Lei ha volutamente pubblicato solo quelle quattro righe mentre in redazione ha altre lettere che parlano più diffusamente della cosa. Si dovrebbe vergognare chi pubblica lettere che parlano di “statistica” o di “fate chiasso per nulla”, non sono io quella, vada a controllare dottor Severgnini la firma e dica, eventualmente a loro di vergognarsi.
E si vergogni anche un po’ lei di mettermi sulla graticola dopo anni e anni che scrivo qui e dovrebbe conoscermi: dovrebbe sapere quanto ho scritto sul femminicidio e quanta sia la mia vicinanza alle vittime, se non lo sa significa che non è lei a seguire il suo forum o lo fa con le mani in tasca senza rendersi conto di quello che dice.
Mi permetta di replicare non si nasconda, accetti il confronto.
Elena Cecchettin ha parlato di “omicidio di stato” si è presentata con una felpa con un simbolo satanista, ha fatto discorsi fortemente politicizzati e mi fermo qui. Non l’ho trovata corretta e mi sono permessa dire le mie opinioni di getto. Lei ha scelto questa letterina che può facilmente essere equivocata mentre ne ha altre che sono molto meno fraintendibili.
Con ciò non rinnego nulla, il silenzio, in certi casi è molto più producente che strilli e urla e discorsi che tendono quasi a deresponsabilizzare Turetta che è un assassino feroce e crudele.
Tutta la mia solidarietà alla famiglia di Giulia e una preghiera per lei, la sua morte mi ha sconvolto ed ho pianto a lungo (tra l’altro la macchina che conteneva il suo cadavere è passata a pochi metri da casa mia, pensi l’orrore). Ma sono altrettanto dispiaciuta da questo suo acido commento che dimostra che lei non conosce chi frequenta da anni il suo forum e spara un po’ a casaccio senza riflettere”.
Anche a me è sembrato fuori luogo il postare su Instagram. È vero che ognuno processa il proprio dolore come crede, ma se ti muore la sorella e pensi a postare contro Salvini o a mettere le foto su Insta forse dovresti rivedere le tue priorità.
Altrettanto fuoriluogo il commento di Beppe. Posto per farti vergognare. Mah…
Ottima replica a Severgnini che – come lei sa molto meglio di me – è supponente e borioso e mai saprà accettare l’accusa di aver postato “un commento acido che dimostra che lei non conosce chi frequenta da anni il suo forum e spara un po’ a casaccio senza riflettere”. Se c’è uno che deve scusarsi è Severgnini. Nei suoi confronti ma sappiamo benissimo che non lo farà.
R
Grazie Pier Paolo.
Ringrazio pubblicamente quanti mi hanno mandato messaggi di solidarietà, ne ho ricevuti tanti.
Grazie di cuore.
Gentile signora Gazzato, per puro caso ha letto la sua lettera su Italians, che non seguo più da molto tempo. Sono d’accordo con lei. Severgnini di queste cose non capisce nulla.
Un saluto cordiale
Renato Pierri
https://www.corrierenazionale.net/2023/11/22/gli-sconcertanti-discorsi-di-elena-cecchettin/
R
Grazie signor Pierri.
Anch’io son rimasto disgustato dalla risposta del principe dei supponenti SEVERGNINI che la invita a vergognarsi e chiedere scusa.
E non posso non ricordare quando anche io mi sentii rivolgere l’obbligo perentorio a vergognarmi e chiedere scusa se avessi voluto continuare a scrivere qui. Se lo ricorda cara Maria Grazia? Ecco …ora capirai come mi sono sentita.
R
Francesco, se l’ho scritto spero e credo di avere avuto un motivo valido (ma non vorrei rivangare e forse era un periodo in cui il blog era preso di mira di continuo e i litigi erano all’ordine del giorno …), comunque ora, che ci conosciamo meglio, me ne dispiace. Ma non lo ricordo francamente. Ma io penso che non debba chiedere scusa di nulla, non ho offeso nessuno ho solo dato la mia opinione. E francamente non me lo aspettavo proprio un giudizio così severo.
Risposta supponente ed arrogante quella di Severgnini, evidentemente questo signore se non è d’accordo con chi scrive una sua opinione, anziché limitarsi ad esprimere il suo dissenso, passa all’attacco cercando di intimidire e umiliare l’interlocutore.
R
già, evidentemente, o forse gli sono servita per prendersela con chi non sta nel main stream che lui rappresenta.
Nota bene che gli deve essere bruciato il culo solo in tarda mattinata, perchè stamattina era stata pubblicata senza risposta.
Ma anche tu, benedetta Mariagrazia, ANCORA pensi che Severgnini sia un interlocutore?
R
mah, non saprei, ma credo proprio che sarà difficile che mi rilegga. Forse ne sarà contento manco se ne accorgerà meglio così in fondo ha già “un’audience” molto alta…
Io gli ho scritto qusto, posto che Beppe lo legga (pubblicarlo ho i miei dubbi)
Vergogna a te, Beppe, e a tutti i “bravi giornalisti” col sedere caldo che vi siete buttati sulla succolenta tragedia con un gusto da iene che non si vedeva dai tempi di Vermicino. Dettagli, illazioni, interpretazioni, esegesi, sociologia da twitter e psicologia da instagram, partitica applicata alla criminologia e ricostruzioni alla grandguignol, manca solo la pubblicità al nastro adesivo usato per imbavagliarla o la marchetta sul coltello. Per avere click e visioni vi siete adeguati alla regola che di un cadavere, possibilmente femminile e giovane, non si butta via niente. Indecoroso. Per fortuna c’è ancora qualche persona seria tra voi che ha una testa sulle spalle e una coscienza da qualche parte: Salvatore Merlo ha scritto sul tema un bell’ editoriale sul Foglio
https://www.ilfoglio.it/politica/2023/11/22/news/su-giulia-cecchettin-ci-vorrebbero-tre-giorni-di-silenzio-da-parte-di-tutti-5931752/
Leggitelo anche tu e cerca di capirlo.
R
Grazie Alberto, io ti pubblico volentieri, “altri” non so.
Probabilmente Severgnini (o chi per lui), ogni tanto, vuole mettere un po’ di pepe nella sua pagina, che, a volte, è un po’ piatta.
Successe qualcosa del genere a me quando gli mandai una lettere che, nelle mie intenzioni, non era destinata alla pubblicazione, ma era uno sfogo tra me e lui.
La pubblicò come esempio delle letteracce che gli arrivano.
R
Non credo che questo abbia nulla a che vedere con me: prima ha pubblicato una lettera di insulti di un “lettore” diretta a me poi mi dice di vergognarmi per le mie idee espresse senza remore a senza intenzione di offendere e come la penso sui femminicidi e sulla violenza sulle donne lo sa bene o dovrebbe saperlo in quanto mi ha pubblicato decine di lettere su questo tema e molte altre su temi diversi o correlati. Non ho mai scritto “letteracce”. Forse ne hanno scritto altri e lui si è lasciato influenzare. Potrebbe proporsi lei per colmare il “vuoto”…
Comunque sia, se non pubblica la mia replica non credo che aprirò mai più la sua rubrica. Enough! E non sarebbe la morte di nessuno ma forse la “vita” per tanti che non aspettavano altro.
“Forse ne hanno scritto altri e lui si è lasciato influenzare. Potrebbe proporsi lei per colmare il “vuoto”…”
Io non mi posso proporre perché non scrivo mai letteracce, e neppure qui posto messaggi sgarbati e offensivi, e lei lo sa bene.
Mi limito ad affermare senza eufemismi e ipocrisia quello che penso, come ha fatto lei su Italians.
Mi porti un esempio di letteraccia o “messaggiaccio” scritto da me; altrimenti, farebbe bene a ritirare la sua insinuazione.
R
Nessuna insinuazione, ha capito male, “letteracce” l’ha usato lei io l’o ripreso per dire che non ne ho mai scritte. Io non mi riferivo a lei nemmeno alla lontana, ma ad altri si e so quello che dico.
Riporto senza commentare l’intervista a Elena Cecchettin (che ho visto in diretta e che mi ha lasciata sconcertata)
https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/drittoerovescio/lintervista-integrale-alla-sorella-di-giulia-cecchettin-elena_F312803901021C13
per chi non l’avesse vista e per chi mi scrive ancora di “vergognarmi” sula mia mail.
PS: la sua felpa in bella mostra riporta un simbolo satanista. Su questo non ci piove.
Come vede non ha dato spazio alla sua replica. E neppure alla mia dove spiegavo che ognuno deve scusarsi delle azioni commesse e quindi non potevo scusarmi per l’omicidio di Giulia.
R
si, ho visto. Non commento, si commenta da sé.