L’epidemia del secolo è sparita. Non se ne parla più, ormai nessuno vuole ricordare, tutto svanito come in una bolla di sapone.
Puff…meglio, certo. Ma quello che è rimasto nella mente di molti non è visibile ai più ma è un tarlo che devasta. Le malattie come la depressione cronica, l’ansia, il panico, non fanno notizia, non sono contagiabili e non esiste vaccino che le case farmaceutiche possono immettere nel “mercato” (salvifico ma molto remunerativo per chi lo vende). Ma non esiste neppure una cura veramente efficace in grado di guarire queste patologie che rimangono latenti a lungo e riesplodono quando il soggetto si trova a fronteggiare una difficoltà anche minima.
Il Covid è stato un flagello, a parte le vittime che ha causato e che avrebbero potuto essere molte di meno con maggiore prevenzione e competenze adeguate e meno chiacchiera da parte degli organi preposti, ha generato uno stato di ansia generalizzato che ha contribuito a peggiorare i sintomi nelle persone più fragili e a cambiarci la vita per sempre.
E ancora non sappiamo che ringraziare. Ma forse lo sappiamo e facciamo finta di non sapere.
Lo trovo interessante su un tema che, a quanto pare non interessa nessuno:
https://www.theguardian.com/global-development/2023/nov/16/who-declares-loneliness-a-global-public-health-concern
@mariagrazia: a qualcuno interessa. Io lavoro in una grossa organizzazione, ogni anno si tiene una “settimana del benessere mentale” e quest’anno è dedicata alle tematiche della solitudine. Diciamo che chi si sente solo, per definizione, non è considerato in quanto “solo”, ma per una serie di manifestazioni ad esse correlate: depressione, aggressività social, dipendenze…
Le fa onore, potrebbe darci i riferimenti per chi fosse interessato? Li pubblico volentieri.
Off topic
mi capita di leggere sempre più di frequente le letterine zuccherose di persone che si dicono dispiaciute della chiusura di una certa rubrica…come se perdessero la possibilità di comunicare al mondo le proprie perle di sciocchezza pardon, saggezza. Si strusciano al conduttore come ad un amico, ma sono certa che ne dicono peste e corna in privato…
Tu chiamala se vuoi …ipocrisia.
A me non dispiace se Italians chiude. Anzi, sarebbe anche ora. Ormai è un luogo social, come altri. Resta quel che è stato, ed è stato tanto ed unico.
R
A me si dispiace, sinceramente, io sono arrivata tardi ma per me è stato sempre molto “aperto” e disponibile e non posso che ringraziarlo, io spero davvero che non chiuda.