Da gelare il sangue

Quando per puro caso ho visto quello che era successo a Mestre (stavo guardando Carta Bianca) mi sono sentita gelare il sangue.

Il pullman precipitato sui binari in fiamme e il traffico fermo e le luci della città in lontananza…sembrava l’apocalisse.

Mi è venuto in mente Genova. Ma poi ho capito che l’autista, forse per un malore, aveva divelto il guard rail.

Quante volte sono passata di li? Non saprei dirlo, migliaia di volte, anche di recente. Per i veneziani quel viadotto o cavalcavia è una cosa talmente consolidata e abituale anche se spaventosa, specie se lo percorri di notte, che non facciamo più caso al traffico sempre più intenso.

Ma non ho ricordi di niente del genere in tutta la vita.

Sembra che un malore del conducente sia la causa o forse si era distratto, forse qualche aggeggio che lampeggiava o cosa? Forse non lo sapremo mai.

Ma è terribile.

Non so se riuscirò a passare ancora di li senza piangere, senza sentire una fitta al cuore.

Tutta la mia solidarietà ai parenti delle vittime e gli auguri più fervidi ai feriti.

Altro non so dire che non suoni retorico ripetitivo e banale.

Amiche?

Non ho amiche. Non ne ho mai avute, o meglio, si, ma durante l’adolescenza, quel periodo in cui hai grandi ideali che poi, col tempo si offuscano e spariscono.

Sarà tutta colpa mia? Di certo. Sono sincera a volte persino troppo. Ma rimpiango l’amicizia, tutta, anche quella femminile.

Con gli uomini va un po’ meglio ma neppure poi tanto perché non mi trattengo mai dal dire come la penso. Su tutto e sempre. Ed è un difetto grave, lo so.

Sono fatta così, col tempo ho imparato ad accettarmi.

Ma amiche sincere qualcuna ne ho avuta anch’io ma poi la vita ci ha allontanate.

Credo che l’amicizia sia come l’amore: o c’è o non c’è, non si può “inventarsela” o costruirla, deve venire da sé e quando arriva siamo fortunati. Ma poi…può non durare.

Come tutto nella vita ha un inizio e una fine. Così l’amicizia a meno che non sia basata su presupposti di mutuo interesse e reciproca convenienza. E i rapporti umani possono anche durare a lungo con questi presupposti.

Io sono, perdonate, un po’ selvaggia. Forse un po’ strega…vado a naso, a sensazione a istinto. E spesso sbaglio. Ma, spesso, ci vedo giusto.

A volte mi è capitato di scappare da certe amicizie femminili che mi davano l’impressione di mirare ad altro. Istintivamente. Forse sbagliando, forse avrei dovuto motivare la fuga.

Ma no, forse è stato giusto così.

Insomma, amiche amiche non ne ho (più), ma qualche nemica sono sicura di averla, ma non me ne vanto. Francamente non so cosa sia meglio. (Mi riferisco al famoso detto…).

Mah, ci penserò e, forse, ve lo farò sapere.

Una pesca è…per sempre?

Quando lo Stato latita su un problema grave come il disagio dei figli dei genitori separati può succedere che a pensarci sia la pubblicità di un supermercato. La tendenza a sottovalutare il problema va avanti da troppo tempo e la società tutta ne è fortemente influenzata in vari modi.
Da delinquenza minorile al disagio dei genitori che si ritrovano ad affrontare una vita diversa da quella in cui avevano sperato e ciò implica spesso disagio psichico, fino ai terribili femminicidi cui assistiamo tutti i giorni.
Quindi…una pesca è per sempre? parafrasando un vecchio slogan?
No, ma potrebbe essere un buon nuovo inizio.
Il caso ormai è diventato quasi ridicolo, i padri separati si sentono offesi…ma di che? Quando uno Stato latita completamente, scuola compresa, su un tema così importante, c’è chi si prende la briga di intervenire e dire la sua e ne facciamo un caso di Stato? Come se non sapessimo (ipocriti) quanto e da sempre la pubblicità influenzi le nostre vite, in molti modi.
La pesca in questione è un caso di pubblicità positiva. indica una posizione solidale nei confronti di chi si trova in una situazione di disagio. In questo caso tutti e tre i protagonisti sono in grave disagio
Una pesca lo risolve? Ma no,,,siamo seri.. Però apre un dibattito che serio dovrebbe essere soprattutto sul disagio dei bambini che soffrono terribilmente in situazioni analoghe.
Complimenti vivissimi ai creativi di Esselunga.