Una pesca è…per sempre?

Quando lo Stato latita su un problema grave come il disagio dei figli dei genitori separati può succedere che a pensarci sia la pubblicità di un supermercato. La tendenza a sottovalutare il problema va avanti da troppo tempo e la società tutta ne è fortemente influenzata in vari modi.
Da delinquenza minorile al disagio dei genitori che si ritrovano ad affrontare una vita diversa da quella in cui avevano sperato e ciò implica spesso disagio psichico, fino ai terribili femminicidi cui assistiamo tutti i giorni.
Quindi…una pesca è per sempre? parafrasando un vecchio slogan?
No, ma potrebbe essere un buon nuovo inizio.
Il caso ormai è diventato quasi ridicolo, i padri separati si sentono offesi…ma di che? Quando uno Stato latita completamente, scuola compresa, su un tema così importante, c’è chi si prende la briga di intervenire e dire la sua e ne facciamo un caso di Stato? Come se non sapessimo (ipocriti) quanto e da sempre la pubblicità influenzi le nostre vite, in molti modi.
La pesca in questione è un caso di pubblicità positiva. indica una posizione solidale nei confronti di chi si trova in una situazione di disagio. In questo caso tutti e tre i protagonisti sono in grave disagio
Una pesca lo risolve? Ma no,,,siamo seri.. Però apre un dibattito che serio dovrebbe essere soprattutto sul disagio dei bambini che soffrono terribilmente in situazioni analoghe.
Complimenti vivissimi ai creativi di Esselunga.

5 commenti su “Una pesca è…per sempre?”

  1. La bambina, donando una pesca, fa da tramite perché i suoi genitori si rappacifichino.
    Non c’è nulla di scandaloso, anzi, e la polemica montata mi pare ridicola.
    Però, non bastrebbe solo quel viso crucciato della bimba a fare da tramite? Non l’avevano notato i genitori quando avevano deciso di separarsi? No, non’avevano notato, o se l’avevano notato, avevano ritenuto più importanti i loro reciproci sentimenti ormai deteriorati. Non sarà il dono di una pesca a far superare le cause di una relazione sfasciata. In questo senso, trovo un po’ di retorica e di falsità nello spot pubblicitario, ma niente dei motivi che hanno sollevato l’inutile polverone.
    R
    Allora tutta la pubblicità, che fa sempre leva sui sentimenti, è falsa. Ma la guardiamo e in questo caso ne facciamo quasi un dibattito parlamentare…ridicolo, e se tante imprese danno stipendi mensili ai loro collaboratori, lo dobbiamo anche a lei.
    PS: io giro o azzero l’audio, sempre…e questa l’ho vista solo grazie al clamore mediatico. Però qualcuna mi piace anche se la vedo di sfuggita e senza voce.

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  2. Poi, naturalmente ci sono padri e padri…esempio lampante quei personaggi che riempiono i blog delle loro preziose opinioni ed esperienze…una versione a senso unico e forse del tutto inventata.
    Ma pontificano da un pulpito che non gli spetta, traballante quei presuntuosi ai quali forse non basterebbe una pesca per capire quanto sono stronz…come non basterebbe neppure (per assurdo) una bomba a mano…
    /E qui le accuse di misandria…pioverebbero se taluni non si fossero nascosti dietro i cespugli.

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  3. Temo che il polverone che si è sollevato non sia perché alla gente appassioni il tema della sofferenza dei bimbi, ma perché il tutto è stato classificato nella solita stagnante diatriba fra destra e sinistra e fra chi vede con nostalgia la famiglia “tradizionale” e chi accoglie favorevolmente tutte le altre configurazioni. I casi sono sempre specifici e non si può sapere se la bimba stia meglio con genitori separati o assieme forzatamente.
    Una cosa è certa: i pubblicitari hanno fatto centro. A me cambia poco visto che per comprare una pesca presso quel marchio dovrei fare almeno 50km.
    R
    Mauro
    commento lucido e condivisibile. Come spesso succede lei coglie l’essenza delle cose con molta praticità.

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  4. Anche a me il messaggio di quella pubblicità è piacuto, anche se ho trovato lo spot troppo pesante e a volte stucchevole e non mi è piaciuto l’espediente della pronuncia sbagliata della parola “pesca”.
    Ci sono genitori che si separano per futili motivi, per orgoglio, per incapacità di tollerere le differenze, di perdonare gli errori, a carattere generale per l’incapacità di accettare l’impegno di vivere in due. E non si preoccupano abbastanza delle conseguenze sui figli.
    A volte si sente dire che è meglio avere due genitori separati che hanno un rapporto civile che avere due genitori che restano insieme detestandosi. Sarà anche vero (bisognerebbe chiederlo ai figli), ma c’è sempre una terza via, che molti di noi hanno seguito pazientemente con successo.
    Sul tema delle separazioni impulsive e irresponsabili quando invece c’era lo spazio per restare insieme a tutto vantaggio dei figli, segnalo un libretto scritto da una mia amica intitolato “Amorroma”, dove si racconta di coppie che riescono a stare insieme superando perfino problemi di corna.

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  5. Nessuno di voi c’entra ma l’arroganza e la supponenza sono le prerogative più odiose di molti uomini del nostro tempo o di tutti i tempi. E ci metto anche qualche donna che però ne è comunque vittima.
    Il maschilismo è una grossa ferita nella società odierna.

    Di più. constato che chi è rimasto a commentare qui e partecipare nonostante le regole e la mia poca pazienza, non è per nulla maschilista ma esempio di apertura mentale. E questo mi consola.

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