Una spinta decisiva

Il vertice della Nato che si tiene in questi giorni a Vilnius (Lituania) è uno dei più importanti dal dopo guerra ad oggi.

Il presidente Usa Joe Biden ha sulle sue spalle le maggiori responsabilità e le decisioni che prenderà andranno ad incidere sul destino dell’Europa e del mondo. La questione di base è l’invasione russa dell’Ucraina. Dopo 500 giorni la Resistenza del popolo ucraino è decisamente ammirevole. Ma quanto può ancora durare? Per quanto potrà continuare, il popolo e il suo leader, a sostenere una guerra di difesa che si è presentata fin da subito sotto i peggiori auspici?

Biden lo sa che quello che dirà sarà fondamentale e che resterà nella storia. La questione sul tavolo dell’annessione alla Nato dell’Ucraina è certamente la più cruciale. Darle il via libera sarebbe un atto di coraggio ma soprattutto un atto di giustizia dopo quanto ha dovuto sostenere in questi mesi.

Il processo di democratizzazione è ancora lungo e difficile ma l’Ucraina lo vuole e lo sta dimostrando. Il suo ingresso nella Nato, o una promessa formale che ci entrerà a breve, potrebbe essere un passo di grande importanza per dare speranza ad un paese messo in ginocchio (ma non vinto) dalla furia devastante del vicino invasore.

Mi rendo conto della gravità del momento, me ne rendo conto pienamente, ma sono sicura che la strada verso il ristabilimento della pace in Europa, passi attraverso questa importante decisione.

Spero che chi ha sulle proprie spalle una cosi grande responsabilità sia in grado di affrontarla e portarla avanti fino al suo compimento: gli ucraini non possono continuare a combattere contro chi li vuole distruggere in eterno. La strada della pace è lunga e difficile e passa anche attraverso questa fondamentale riunione che potrebbe dargli una spinta decisiva.

Carità di Patria

Daniela Garnero Santanché non mi è mai piaciuta (intendo come politica, non umanamente). Come non mi piace Michela Brambilla ex ministro del Turismo, come Daniela (idem). Ma per tutti altri motivi che ora non c’entrano con questa storia. Santanché indagata (anche se dice di no) pare per falso in bilancio. Ma lei nega tutto e dice che tanti in Parlamento hanno una faccia ma poi fuori ne hanno due…(ma va?) si riferisce a chi ora l’accusa, ma che secondo lei, le hanno chiesto più volte di prenotare un posto nei suoi locali di lusso.
Oh perbacco, direbbe Totò, si trattano bene ‘sti politici, quasi mille euro al giorno al Twiga del Forte…ma che volete che sia? Son pagati bene, se lo possono permettere.
Ma chi saranno? Boccia, ha cantato, primo Gallo, che lui no, lui no.
Altri canteranno dopo di lui o faranno i pesci in barile? Il lusso piace anche a sinistra eccome se piace, ostrega!
Però Daniela che tu taccia per “carità di Patria”, fammi il piacere anche no, o parli o taci e forse è meglio che parli e dica: ” mi dimetto per carità di Patria e resto fuori dalla politica almeno fino a quando tutto non sarà stato chiarito”.
Ma dubito molto che lo farà perché da noi non si dimette mai nessuno.
Meno che mai per carità di Patria. Certi politici la Patria la mandano a carità pur di non dimettersi e i galletti che cantano sono tra questi, compreso un certo Conte che anche se non è stato nel locali alla moda della Santa, non si fa certo mancare niente, la faccia da uno che sa vivere c’è l’ha, la faccia… Vedremo chi la perde, se la perde, o se per carità di Patria finirà tutto sotto un castello di sabbia.

E dunque?

Ancora bombe sui civili, ogni notte o quasi, bombe sui civili un po’ dovunque in Ucraina, a muzzo, come si dice per non dire altro.

Sparacchiano i russi, bombe che uccidono i civili a chilometri dal fronte. Una guerra sconsiderata per le minacce che pone al mondo un dittatore senza freni.

Niente e nessuno che possa farlo “ragionare”? che cosa gli viene di buono a fare il duro?

La Nato non si fa intimidire e dunque? Zelensky neppure e dunque?

L’Occidente neppure si fa intimidire da lui, Germania in testa che sta ripensando a tutta la sua politica estera degli ultimi anni e, attraverso la sua ministra degli esteri, si dice pronta sempre di più ad aiutare gli ucraini ad uscire dalla minaccia russa.

Lo so, lo so, in tanti pensano che dovrebbero arrendersi, che eviterebbero altri morti, ma chi ce lo assicura?

Chi ci dice che non farebbero peggio, i russi con Putin ormai avviato a “tenere il punto”?

Ma quale? Lo sa solo lui o, forse, la sua governante.

Una pena infinita

Che brutta la guerra

che infame follia

che vento di insonnia

che grande eresia.

E’ morta una donna

quel giorno d’ estate

mi piace pensare non abbia

sofferto.

Un pugno sul cuore poi

buio e deserto.

Victoria Amelina è morta cosi

la guerra è un quel mostro che

ruba la vita e lascia nei

cuori una pena infinita.

Victoria scriveva la guerra

e la vita e la sua poesia

ora andrà per il mondo

a onorare il coraggio

e a renderle omaggio.

Un mazzo di fiori li

dove lei è morta sia

posto ogni giorno

per chi come lei ha

lasciato la vita

e in chi sopravvive

una pena infinita.

Scritta in ricordo della scrittrice poetessa ucraina che ha perso la vita durante un bombardamento dei russi a Kramatosk, mentre mangiava in un ristorante.

Aveva 37 anni e un figlio di 12, assieme a lei sono morte altre 12 persone e ferite innumerevoli.

Spero che gli ucraini riescano a scacciare i russi che si sono indebitamente impossessati dei loro territori e che da 18 mesi li massacrano di bombe e quanto altro. Una pena infinita.

La camisa nera

Giorgia Meloni se la cava bene, direi che dopo otto mesi del suo governo, nonostante tutte le critiche che arrivano da chi si è impegnato fin dal primo giorno della sua presidenza a cercare di smontare con rabbia il consenso che ha ottenuto alle urne con tutti i pretesti più fantasiosi, lei resiste. E resiste con determinazione e grinta anche se le deve costare molto.

Si vede sul suo viso che le costa molto. Soprattutto le costa dover parare i colpi di una opposizione sulla difensiva e in rotta e quindi ancora più scoordinata e palesemente in difficoltà. Una opposizione che non potrebbe opporsi in modo più sguaiato dopo che ha perso tutto il perdibile e ora cerca di risalire la china a fari spenti nella notte più nera.

E meno male che era lei ad avere la camisa nera e pure l’alma, da come la descrivevano prima che arrivasse a Chigi sembrava Mussolini con la parrucca. E invece piace, piace nelle cancellerie europee e anche fuori d’Europa. Piace perché è carina, determinata e spesso sorridente e non sembra avere il coltello tra i denti e neppure in borsetta.

Parla bene l’inglese e se la cava col francese, cosa rara, sembra capire di economia e di tassi di interesse. Non porta la sveglia al collo e non fa il saluto fascista (strano). Qualche errore lo fa anche lei non è infallibile, ma, tutto sommato, alle condizioni date e con l’eredità lasciatale di governi che l’hanno preceduta, per ora non ci ha preparato ancora nessun piatto di fichi secchi da mangiare a colazione, per forza.

Ricordo quanti ci hanno finora riempiti di chiacchiere e solo di quelle e poi se ne sono scappati col bottino lasciandoci con le pive nel sacco e il debito oltre le stelle. E come ci hanno ingannati con le loro promesse mai mantenute e sempre disattese. Tutti nessuno escluso.

Lei non fa più paura di altri che dicevano di stare dalla nostra parte e poi stavano dalla parte loro e come se ci stavano. Che hanno rubato lo stipendio per anni e che ora sono ancora qui a prendere soldi dagli italiani anche dai più poveri, anche da chi aveva creduto in loro e si sono ritrovati con una mano davanti e due di dietro. Gli italiani con tre mani ( i famosi trimanicciuti) e un solo occhio ormai perché l’altro se lo sono dovuti vendere per pagare le bollette.

E quelli che nel PD che ora hanno la segretaria con l’effetto in calo perché era un bluff, ora sono preoccupati perché i campi gli si sono ristretti e non sanno più dove andare a mietere il grano, mentre i grillini hanno recuperato un punticino di sutura dopo le ferite delle ultime stilettate, ma solo perché Grillo si è rimesso a sparlare di brigate di qualche cosa e si sa che se parla Grillo qualche cosa recuperano ma è solo un fuoco di pagliuzze.

Per ora Giorgia non teme l’opposizione che non c’è e va abbastanza liscia. Lasciamola fare e speriamo che lei e noi con lei ce la caviamo…ma non la camisa.