Sostituto

Ti aggiri per le strade o nei parchi della tua città e non hai un cane al guinzaglio? Ti devi aspettare che qualcuno ti rimproveri per la tua mancanza totale di empatia per il mondo animale. In particolare il migliore amico dell’uomo. Il cane portato a spasso in centro a tutte le ore, seduto ai tavolini dei bar, nei negozi a farla negli angoli…è un must, una moda, un privilegio irrinunciabile. Non sei IN senza cane. Sei uno sfigato scanato. E basta.

Una nuova forma di dittatura si aggira per le nostre città e paesi, un po’ ovunque dove ti giri, giri, ci sono cani. Non so se sia mai stato fatto un censimento ma credo che la popolazione canina sia sull’ordine di milioni. Ma ‘ndo vai se il pittbull non ce l’hai?

Ma non basta. Tutto sarebbe nulla se i padroni non si sentissero, se cane muniti dei super eroi. Inutile dire che li devi far passare, che non ti devi scansare se il deretano del loro grazioso mastino ti sfiora mentre cerchi di passare su uno stretto marciapiede completamente invaso da lui e dal suo padrone/a, perché gli fai uno sgarbo, il padrone se ne accorge e ti apostrofa graziosamente: “se temi i cani, stai a casa”! A me è successo più di una volta. Oggi si è aggiunta anche questa frase, detta da un’amica della proprietaria del molosso che alla sua richiesta di starmene a casa ha aggiunto” sarebbe un bene per i cani”…

Sarebbe stato il caso di rispondere, ma che rispondi? Hanno sempre ragione! Chi sei, che vuoi? Che ci fai li? sono le domandine più ricorrenti. Quando non ti esortano a andare a nasconderti per il solo fatto di non aver baciato il…deretano del loro simpatico cucciolone.

Che spasso….

Poi ci sono i cani sciolti, senza guinzaglio perché giudicati “buoni” e se ti ringhiano li devi lasciar fare anche se si leggono spesso di cani che sbranano chi gli capita a tiro, anche i padroni.

Le donne sono le più aggressive con le altre donne scanate, hanno trovato il modo di sfogare le loro frustrazioni verso quelle che osano essere di aspetto decente e per giunta se ne vanno in giro impunite senza fare le moine ai loro cuccioli

Una società malata, frustrata, abbacinata dai social, da whatsup e similia e incapace di usare l’organo preposto al ragionamento e per molti il cane è usato come un sostituto dello stesso.

11 commenti su “Sostituto”

  1. Ben detto!
    Io detesto l’uso di avere un cane perfino più dell’uso di fumare.
    Fumatori e canari hanno in comune la velleità di imporre agli altri quello che piace a loro e costringerli a sopportare quello che sopportano loro.
    Sono una minoranza chiassosa e arrogante, e, purtroppo, oggi, in questa democrazia decadente, spesso sono le minoranze a imporre le loro posizioni alla maggioranza.
    Quando un padrone con cane pericoloso senza museruola mi risponde “Non abbia paura! E’ buonissimo!” mi piacerebbe puntagli una pistola e dirgli “Non abbia paura! E’ scarica!” Purtroppo, non ho il porto d’armi.
    Non capisco come si possa affermare di amare un cane se lo si costringe a vivere dentro un appartamento.
    Vicino a casa mia una famiglia possiede due alani. Li portano fuori uno alla volta per motivi di ingombro, immagino.
    Si è persa anche la buona abitudine di usare il guinzaglio corto e il collare. Dato che il collare lo strozza se tira, poverino, si è sostituito con imbracature simili a quelle per tirare la slitta,
    Ma con un’imbracatura del genere un cane grosso si tira dietro il padrone – peggio se è una padrona – e va dove vuole. Magari ad aggredire un altro cane o addirittura una persona.
    E tutta questa costruzione si basa su un equivoco: l’essere umano interpreta il comportamento del cane come se fosse un essere umano, e il cane interpreta il comportamento della persona come se fosse un cane.
    Un cane che lecca le mani o il viso al padrone non lo fa per affetto; lo fa per paura. E’ un atteggiamento di sottomissione, come anche il comportamento di “fare le feste”, scodinzolare, ecc… Tutti atteggiamenti di sottomissione, perché il cane ha paura del padrone; non lo ama. Lo teme.
    Tanto è vero che, a volte, quando il padrone diventa vecchio e malandato, il cane decide che è il momento di dire basta con la sottomissione; lo attacca e lo uccide.
    Chi ama davvero gli animali li osserva in natura; non se li tiene in casa a fargli da schiavi.

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  2. Ci sono anche i cani piccoli che, proprio perché minuscoli, abbaiano come forsennati
    ad ogni piè sospinto, per prevenire eventuali attacchi. Ce n’è uno nel mio condominio che ci allieta da mane a sera, e il bello è che la proprietaria, se glielo si fa notare, si adonta.

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  3. Peggio die cani che abbaiano, ci sono le sirene dei dispositivi di allarme, sia degli appartamenti, sia delle auto, che ormai sono diffusi più dei ladri. Tali marchingegni suonano il più delle volte a vuoto, ossia in assenza del ladro che dovrebbero mettere in fuga. E pazienza quelli che dopo tre minuti smettono, il più delle volte, dopo una breve pausa ricominciano e non si fermano più, o addirittura suonano in continuazione senza neppure frapporre una pausa.
    Il suono che emettono -ce n’è per tutti i gusti- pare siano studiati apposta per dare il massimo fastidio, non al ladro che se c’è fugge, non al padrone che è lontano e si gode le vacanze al mare, ma a chi non c’entra nulla, gli abitanti entro un cerchio di raggio qualche centinaio di metri.
    Se chiami la questura, a volte interviene per verificare se c’è il ladro, ma non può fare nulla per zittire l’allarme, può intervenire solo dietro decisione del giudice. Capito?
    Insomma fossi io il legislatore (ma purtroppo non lo sono, anche se qualcuno direbbe “per fortuna”) li vieterei, o in alternativa imporrei che il dispositivo -se non è collegato ad un pronto intervento- superati i tre minuti di suono si autodistrugga con un bel botto, e poi una multa salata al proprietario, all’installatore e al costruttore. Insomma, se deve essere un deterrente, lo sia per tutti.

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  4. Se vogliamo estendere il discorso ai disturbatori della quieta pubblica, gli esempi sono tanti.
    Io al momento sono al mare vicino ad un “resort” a 5 stelle in una località piuttosto isolata. Ebbene, chi si volesse godere il rumore del mare, il canto degli uccelli e degli insetti, o semplicemente il silenzio, casca male.
    Nel pomeriggio, all’ora dell’eventuale pisolino, gli addetti falciano l’erba con le falciatrici dotate di motore a scoppio, o semplicemente puliscono i vialetti dalle foglie con le “soffianti” a spalla, anch’esse rumorosissime. E non sono neppure rumori costanti; sono sgassate continue.
    A Roma il Comune ha deciso che la raccolta delle foglie dei platani, gli alberi che più di ogni altra specie ingombrano i marciapiedi con enormi foglie secche, si fa di notte, forse per non intralciare il traffico.
    Ebbene, anche al terzo piano con doppi vetri il rumore delle soffianti e dei furgoni aspiranti è tale che, per dormire, bisogna mettere i tappi negli orecchi. E passano avanti e indietro per almeno un’ora.
    Ed è comico vedere due addetti seduti stretti nella cabina del furgoncino, prevista per una persona sola, scarrozzare il loro mezzo senza mai scendere a fare qualcosa a mano. E al mattino metà delle foglie sono ancora per terra.
    La domanda è se chi progetta certi dispositivi, siano allarmi o sistemi per pulire, si ponga mai il problema del fastidio che danno alla gente.
    Gente che, se glielo chiedessimo, probabilmente preferirebbe non avere quel servizio o averlo con cadenza molto più diradata.
    Ricordo anni fa, a Londra, la pulizia dei marciapiedi fatta con la scopa o altro attrezzo simile da personale a piedi senza fare alcun rumore.
    Ma non abbiamo il problema della disoccupazione? E allora perché meccanizzare i servizi senza necessità creando stress per i cittadini?
    R
    forse perché i cittadini stressati non sono una priorità dei politici? Eppure lo stress da rumore provoca a volte anche patologie gravi, col conseguente carico sul Servizio sanitario.

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  5. Due milioni di cani assenti all’anagrafe e 71.000 abbandonati. Questo quanto emerso dal 12esimo rapporto nazionale Animali in Città, presentato da Legambiente il 27 luglio 2023, Premesso che amo i cani ,ne ho adottato uno dal canile e sono felice di averlo con me anche se riconosco l’ impegno per seguirlo nel modo migliore possibile .Evito comunque di portarlo in mezzo alle persone o nei locali, quando vado a far spese lo lascio a casa (ha a disposizione un piccolo giardino e una entrata indipendente per entrare in casa o uscire quando vuole). Quello che non sopporto e la maleducazione delle persone oltre alla loro ignoranza per l’ utilizzo del proprio cane come fosse un oggetto da esibire, portandolo a passeggio su asfalti roventi o lasciando le sue deiezioni sparse per il territorio ( nel mio quartiere sono spuntati alberi geneticamente modificati con sacchetti e guanti monouso attaccati al tronco) .Con questo voglio dire che amare un animale richiede consapevolezza e anche impegno e non solo economico ,non può essere una moda .Ripartire anche dalle scuole per corsi assieme ai genitori su etica e rispetto verso gli altri e non solo animali per incidere anche nella eliminazione (magari) del reato dell’ abbandono.
    R
    purtroppo molti padroni di cani non ragionano cosi Carmela, sono invadenti e pericolosi sia per come tengono i loro cani che per come si comportano con le persone pretendendo che abbiano il diritto di esistere solo se hanno un cane da portarsi appresso. Magari solo per fare i gradassi.

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  6. Carmela, a prescindere da tutto, io credo che, nella società moderna, tenere un cane abbia senso per pochi.
    Prima c’erano i cani da caccia, i cani da guardia, i cani da tartufi e altri “mestieri” canini che giustificavano tutte le spese e i sacrifici che tenere un cane comporta, primo tra tutti l’obbligo di portarlo fuori una o due volte al giorno.
    Senza parlare delle difficoltà di fare dei viaggi in aereo o comunque quando non lo si può portare dietro.
    Oggi avere un cane può essere utile ad una persona che vive sola in un ambiente poco sicuro, o per una persona che ha poche frequentazioni tra le persone, e in pochi altri casi.
    Poi ci sono le persone generose, come è probabilmente il caso suo, che vogliono sottrarre un cane al canile per dargli una vita dignitosa.
    Resta il fatto che la nostra è una società di persone e la convivenza con altri animali è complicata, specialmente per chi vive in città.
    Ci sono anche problemi igienici non indifferenti. I cani, come altri carnivori, se portati in campagna, tendono a strofinarsi sugli animali morti e su altre schifezze. E poi, sul pavimento dove è stato il cane si fanno giocare i bambini, oppure si accetta che ci lecchi il viso.
    Un elemento fondamentale che mi fece notare un collega, proprietario di un cane, è l’addestramento. Secondo lui tutti i cani dovrebbero essere portati a scuola da un buon addestratore.
    I risultati di un addestramento fatto da un professionista, anche breve e poco dispendioso, sono impressionanti. Il cane si abitua ad ubbidire, ad ascoltare i richiami del padrone, a vivere in armonia con la gente.
    Chi acquista un cane non deve avere l’illusione di essere un buon addestratore per scienza innata o buonsenso. Quasi tutti i proprietari fai da te tirano su cani nevrotici.
    R
    mi permetto di dire però che non c’è miglior compagno di un cane quando questo non viene considerato come giocattolo di cui disfarsi quando non “serve” più, oppure quando lo si considera un’ “arma impropria”.

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  7. Egregio sig Lenzini rispetto la sua opinione anche se non la condivido io credo che ultimamente siamo troppo impegnati su noi stessi e sulla vita che viviamo sempre più nevrotica e virtuale poco propensa alle vere relazioni e a rendersi conto che noi umani non siamo gli unici esseri viventi ad aver diritto di esistere e poi sinceramente il rapporto con un cane che ami e il miglior antidepressivo per molte persone. Secondo me poi ci riporta su un piano mentale più di realtà e ” semplicità,quella semplicità che a volte e difficile a farsi .Per inciso sono cresciuta fin da subito con cani e gatti che vivevano con me e la mia famiglia in casa e nessuno ha avuto problemi o malattie da scarsa igiene anzi è risaputo che i benefici di questa convivenza sono molteplici a vari livelli …cordialmente la saluto e le auguro una buona serata

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  8. Lenzini, non ti “allargare”…
    “Un cane che lecca le mani o il viso al padrone non lo fa per affetto; lo fa per paura.”

    Maddeche. E’ la prima manifestazione di affetto della mamma per i cuccioli, e tra adulti costituisce il grooming, quella forma di cura reciproca che rinforza i legami di branco. Senza entrare in altre questioni dove ognuno ha le sue ragioni e i suoi torti.

    Un saluto dal Mar Rosso

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  9. Carmela, anch’io rispetto la sua opinione, e la capisco, anche perché mi dice che è vissuta fin da bambina in una casa con cani e gatti.
    Anche in casa mia c’era un cane (da caccia) quando ero piccolo, e i miei ricordi non sono così belli. Erano altri tempi, l’igiene era meno curata e non c’erano le possibilità di oggi Non avevamo neppure la stanza da bagno per noi. Ricordo ancora il cattivo odore di quel cane.
    Per me, che ho l’hobby del naturalista, l’amore verso gli animali si manifesta osservandoli e ammirandoli nel loro ambiente senza interagire con loro. Si manifesta anche cercando di proteggere l’ambiente in cui vivono.
    Tenere con sé un animale, che sia un ragno o un cane, significa toglierlo dall’ambiente dove vorrebbe vivere e costringerlo a vivere nel nostro ambiente, che non è quasi mai l’ideale per lui, anche se, col tempo, si abitua e si rassegna.
    L’affetto si può riversare anche sulle persone invece che sui cani. Magari le persone sono più complicate, ma con un po’ di tolleranza e di pazienza, alla fine danno più soddisfazione.
    R
    ragni e cani, Lenzini no sono paragonabili (i ragni mi fanno orrore anche se “domestici”).
    Signor Lenzini, mi spiace aver cassato il suo commento diretto a Alberto, nulla di che ma lei capisce, anche l’occhio vuole la sua parte. Lo riformuli in maniera che sia esteticamente differente. Grazie. (Si possono dire le cose senza essere troppo espliciti).

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  10. Scusa, Alberto, ma le cose stanno diversamente. La mamma lecca i cuccioli per pulirli. Lo fa in maniera pacata e non “con trasporto”. E il grooming tra i cani non è praticato come tra le scimmie.
    I cuccioli dei canidi, soprattutto licaoni, ma anche lupi e volpi, leccano le labbra della madre per chiedere cibo. E’ un comportamento che è stato molto studiato dagli etologi.
    Infatti, i canidi non hanno molte possibilità di portare il cibo ai piccoli in tana se non inghiottendolo e poi rigurgitandolo per loro. (a loro la cosa non fa schifo)
    L’atteggiamento dei piccoli che attorniano il genitore al ritorno e gli leccano il muso perché gli dia del il cibo è un tipico atteggiamento infantile, e come tale è un atteggiamento remotivante che spegne l’eventuale aggressività dell’altro.
    Quindi, il cane che lecca le mani del padrone quando torna a casa, o lo fa perché vuole rabbonire il padrone che gli è sembrato un po’ nervoso, assumendo un atteggiamento da piccolo indifeso, o gli dice che ha fame e vorrebbe essere nutrito.
    (purtroppo, stiamo parlando di animali e loro non hanno la nostra sensibilità; basta guardare qualche video su you tube).

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  11. L’Italia donne eliminata dal Mondiale per opera del Sud Africa che vince per 3-2 la partita decisiva.
    Sarebbe bastato difendere il 2-2 negli undici minuti del recupero finale per qualificarci, invece no, abbiamo attaccato lasciando sguarnita la difesa, così, fallito il gol della ormai inutile vittoria con la Ghirelli, che spreca un magnifico assist servitole dalla Bartoli, la difesa si fa sorprendere in contropiede, con la Orsi incapace di contrastare la sua diretta avversaria, e gol delle vittoria del Sud Africa.
    La Orsi era già stata protagonista di una precedente clamorosa “papera”: l’Italia inizialmente è avanti grazie a un rigore trasformato dalla Caruso, ma la Orsi ci pensa lei ad annullare il vantaggio: pressata da un’avveraris, anziché servire una compagna, si rigira e sferra un tiro (dovrebbe essere un passaggio al portiere)
    improvviso e angolato che, sorprende la Durante, forse un po’ distratta. Ciò a riprova di quanto sia inutile e pericoloso questo continuo ricorrere al portiere del gioco moderno.
    Questo clamoroso autogol dà l’avvio alla rimonta del Sud Africa che, passata poi in vantaggio, viene ripresa sul 2-2 e infine, con le peripezie su descritte, segna il gol del 3-2 che la qualifica.
    Criticabile anche la CT Milena Bertolini: lascia a casa Sara Gama, una vera istituzione della Nazionale, fa giocare scampoli di partita alla Girelli, l’unica veramente insidiosa sotto porta (infatti, nei pochi minuti giocati, aveva già segnato il gol della vittoria contro l’Argentina, e oggi, appena entrata in campo nel finale, ha segnato il gol del pareggio provvisorio che avrebbe dato la qualificazione all’Italia); sostituisce solo a un minuto delle fine del recupero l’imbambolata Orsi che dopo l’autogol non si era più ripresa; sostituisce la Caruso che si era dimostrata la più intraprendente. Chi li capisce questi CT è bravo. Intanto tra sconforto e pianti si va a casa. Fine dell’avventura.

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