E dunque?

Ancora bombe sui civili, ogni notte o quasi, bombe sui civili un po’ dovunque in Ucraina, a muzzo, come si dice per non dire altro.

Sparacchiano i russi, bombe che uccidono i civili a chilometri dal fronte. Una guerra sconsiderata per le minacce che pone al mondo un dittatore senza freni.

Niente e nessuno che possa farlo “ragionare”? che cosa gli viene di buono a fare il duro?

La Nato non si fa intimidire e dunque? Zelensky neppure e dunque?

L’Occidente neppure si fa intimidire da lui, Germania in testa che sta ripensando a tutta la sua politica estera degli ultimi anni e, attraverso la sua ministra degli esteri, si dice pronta sempre di più ad aiutare gli ucraini ad uscire dalla minaccia russa.

Lo so, lo so, in tanti pensano che dovrebbero arrendersi, che eviterebbero altri morti, ma chi ce lo assicura?

Chi ci dice che non farebbero peggio, i russi con Putin ormai avviato a “tenere il punto”?

Ma quale? Lo sa solo lui o, forse, la sua governante.

4 commenti su “E dunque?”

  1. Buongiorno Mariagrazia, io sinceramente prendo un po’ per le molle le dichiarazioni di Annalena Bearbock, che rimangono pur sempre quelle di un politico. Certo è abbastanza impressionante – in senso positivo – che provengano da un leader dei Verdi.
    Restando in tema di interviste, gliene segnalo due, fatte a dissidenti russi. Queste interviste mi hanno colpito perché provengono dall’interno della Russia e mi fanno sorgere qualche lumicino di speranza per quel popolo. Mi hanno colpito per l’umiltà, la consapevolezza, il disincanto ma anche la speranza che ripongono nel futuro. Se questi prigionieri politici riescono a immaginarsi un avvenire pur nelle condizioni in cui si trovano, perché non potremmo riuscirci noi, spesso così involuti in una spirale di pessimismo e rancore?
    Ecco i link. Sono a pagamento, ma valgono la pena:

    https://www.huffingtonpost.it/guest/memorial-italia/2023/07/04/news/ilja_jasin_patria_e_destino_un_unico_cammino-12567204/

    https://www.huffingtonpost.it/guest/memorial-italia/2023/06/30/news/russia_carcere_intervista_vladimir_kara-murza-12538118/

    Cordiali saluti.
    R
    Grazie Francesco, davvero molto interessanti. Dalla prima intervista che trovo bellissima (come la seconda), ho estratto questo brano: “Penso che l’unico futuro possibile per la Russia sia la democrazia. Le alternative hanno fatto il loro tempo. Perseverare nell’esperimento imperialistico è la strada maestra per gli scontri sociali e la distruzione del Paese. In realtà, già ora nella nostra società esiste un potente impulso alla democratizzazione. Intendo la creazione di uno stato normale, dove la legge è unica per tutti, il potere passa di mano regolarmente, e l’economia nazionale è integrata in maniera organica con quella mondiale. Sono convinto che in realtà la maggioranza delle persone vuole proprio questo, uno stato pacifico, tranquillo e civile. E lo vogliono tanto la gente comune quanto molti esponenti della pubblica amministrazione e persino i rappresentanti delle élite. Questo impulso, però, è imbavagliato ad arte. Abbiamo le mani letteralmente legate, ci inculcano in testa come fossero chiodi l’idea dell’imperialismo, della militarizzazione e il culto della morte. Il naturale desiderio di ogni società, ossia vivere in pace e felice, è schiacciato dalla propaganda e dalle repressioni. Tutto questo porterà sicuramente il Paese a una nuova epoca dei torbidi come all’inizio del Seicento. Non escludo che, dopo l’uscita di scena di Putin, avremo per un certo periodo addirittura una giunta militare. Ma di fanatici dal muso duro disposti a diventare cenere radioattiva non ce ne sono molti fra i funzionari pubblici e gli uomini di potere. Anche loro vogliono vivere, hanno famiglia e figli. Perciò è del tutto probabile che quel periodo difficile si concluderà con complicate trattative fra i leader del movimento democratico e i siloviki per raggiungere un qualche compromesso. Per esempio, con un passaggio pacifico del potere al popolo e libere elezioni in cambio della garanzia della sicurezza individuale e di una vecchiaia tranquilla. Al mondo non sono pochi gli esempi di transizioni democratiche avvenute così.”
    Entrambe sono estremamente interessanti per quello che esprimono e per il coraggio che sono capaci di dare, loro, da prigionieri, a chi sta fuori e non solo nel caso specifico in Russia, ma credo siano interessanti dal lato umano e non solo politico per la verità profonda e l’umanità che esprimono.
    Grazie ancora e grazie ad Huffpost per averle pubblicate, sono una testimonianza preziosa. Mi auguro, per loro, per i russi, naturalmente per gli ucraini e per tutti noi che abbiano ragione ( dopo averle lette mi sento più ottimista anch’io) ed è vero come dice lei, che aiutano a sperare.
    Ricambio i saluti.
    PS; diceva Churchill: “La democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per quelle che si sono sperimentate sinora”. Come dargli torto?

    Rispondi
  2. “Penso che l’unico futuro possibile per la Russia sia la democrazia.”
    Ovviamente scritto da uno che vive sui social, ossia su una invenzione… dei nemici della Russia.
    La storia Russa può suggerire e anche fare sperare molte cose, ma “democrazia” – nel senso occidentale del termine, è come sostenere che i problemi delle donne in Afghanistan si risolverebbero regalandogli account su OnlyFans.
    La Russia non è Mosca o SanPietroburgo, così come l’Italia non è Roma o Milano e gli USA non sono Manhattan. Il rispetto, anzi, il BISOGNO di un potere forte attraversa la letteratura, il cinema, la poesia Russa, anche quella dei dissidenti. Abbiamo già provato a “esportare” democrazie, non caschiamoci un’ altra volta. In Russia sono ancora un paio di secoli indietro (almeno) prima di riuscire a gestire una vera democrazia: non dimentichiamoci che la Francia ha avuto la Rivoluzione, ma tanti altri no – e infatti anche l’idea italiana di democrazia non è che sia così granitica.
    R
    E dunque? Devono rassegnarsi al dispotismo?

    Rispondi
  3. Se al popolo va bene la dittatura, che dittatura sia. Però, come è sbagliato tentare di esportare la democrazia in altri paesi, non vedo perché gli altri paesi debbano esportare la dittatura.

    Rispondi

Lascia un commento