Carità di Patria

Daniela Garnero Santanché non mi è mai piaciuta (intendo come politica, non umanamente). Come non mi piace Michela Brambilla ex ministro del Turismo, come Daniela (idem). Ma per tutti altri motivi che ora non c’entrano con questa storia. Santanché indagata (anche se dice di no) pare per falso in bilancio. Ma lei nega tutto e dice che tanti in Parlamento hanno una faccia ma poi fuori ne hanno due…(ma va?) si riferisce a chi ora l’accusa, ma che secondo lei, le hanno chiesto più volte di prenotare un posto nei suoi locali di lusso.
Oh perbacco, direbbe Totò, si trattano bene ‘sti politici, quasi mille euro al giorno al Twiga del Forte…ma che volete che sia? Son pagati bene, se lo possono permettere.
Ma chi saranno? Boccia, ha cantato, primo Gallo, che lui no, lui no.
Altri canteranno dopo di lui o faranno i pesci in barile? Il lusso piace anche a sinistra eccome se piace, ostrega!
Però Daniela che tu taccia per “carità di Patria”, fammi il piacere anche no, o parli o taci e forse è meglio che parli e dica: ” mi dimetto per carità di Patria e resto fuori dalla politica almeno fino a quando tutto non sarà stato chiarito”.
Ma dubito molto che lo farà perché da noi non si dimette mai nessuno.
Meno che mai per carità di Patria. Certi politici la Patria la mandano a carità pur di non dimettersi e i galletti che cantano sono tra questi, compreso un certo Conte che anche se non è stato nel locali alla moda della Santa, non si fa certo mancare niente, la faccia da uno che sa vivere c’è l’ha, la faccia… Vedremo chi la perde, se la perde, o se per carità di Patria finirà tutto sotto un castello di sabbia.

22 commenti su “Carità di Patria”

  1. Partendo dalla presunta indagata Daniela Garnero Santanchè mi permetta un off topics sull’annosa questione della longa manus della magistratura contro la politica (indirizzata ovviamente in senso unidirezionale!).
    Aggiungiamo anche l’imputazione coatta dell’on.le Andrea Del Maestro Delle Vedove e quella del figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa. Che combinazione. Mi ricorda qualcosa. A voi no? Questa è la prova del degrado della magistratura italiana fortemente endorsed.
    Vi sentite sicuri? Io no

    R
    Così ne parla il Corriere:
    https://www.corriere.it/politica/23_luglio_06/daniela-santanche-indagata-settembre-2022-non-secretata-ea63c964-1b5a-11ee-802f-6d9619f8b741.shtml
    Penso che i magistrati facciano il loro dovere.

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    • Toh, tutti e tre gli imputati citati da Marina D. riguardano membri del governo?
      Se fosse una slot machine sarebbe un jackpot.
      Che combinazione.
      E poi lei cita il Corriere? Quella stessa testata che 30 anni fa anticipò la procura sulle indagini a carico di Silvio Berlusconi mentre era a Napoli a presiedere il G8?
      Eh sì. Il Corriere no si smentisce
      R
      Il Corriere è il primo che mi è capitato aprendo la ricerca. E, comunque, quella che cita non è stata una bella pagina. Anche la situazione attuale, in effetti è particolare. Vedremo.

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  2. Ecco. La sig.ra Ghiani mi ha preceduta. Anche lei @Gazzato ammette quindi che quella non è stata una bella pagina. A distanza di trent’anni l’ha ammesso anche Paolo Miele allora direttore del Corriere. Al quanto pare non abbiamo importato nulla da quello squallido episodio. La magistratura deve essere super partes per natura! Io intendevo solo dire quello.
    R
    Intendevo che non è stata una bella pagina della nostra storia, sotto molti aspetti. Ma veniamo a oggi. Quello che intende dire è chiaro. Ma la storia del figlio di La Russa non mi pare che rappresentare la “dabbenaggine” di un ragazzo che, sapendo di avere il padre presidente del Senato, fa quello che, almeno stando a quanto raccontano le cronache, ha fatto. Che lei fosse “consenziente” mi pare davvero una barzelletta. Quello che succede e che gira in quei “club esclusivi” forse chi li frequenta dovrebbe saperlo, ma non è una giustificazione per portarsi a casa una semincosciente e approfittarne, non le pare? Faccio fatica a vedere complotti antigovernativi dietro a questa squallida storia.

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  3. Ammiro sinceramente la sicumera sulla consapevolezza della ragazza. Lei sig.ra Gazzato era forse presente per esser così certa di ciò che accade “in certi club privati”?? E se invece di Leonardo Apache La Russa quel 21enne si fosse chiamato Alberto Bianchi avrebbe avuto lo stesso clamore? Tutto qui! È sotto gli occhi di tutti l’intento di colpire il presidente del Senato.
    R
    la sicumera gliela rimando indietro e, casomai appartiene a lei e la prossima volta che offende la cancello, mai parlato di certezze, lei sa leggere? A parte questo, io non difendo che il diritto di non essere violentate, che poi quella ragazza lo sia stata o meno lo diranno i magistrati. Lei che titoli ha per essere cosi sicuro di quello che scrive ? Era presente? E La Russa padre che ne sa? Faceva meglio a stare zitto e aspettare che la giustizia faccia il suo corso, nella sua posizione ogni parola che dice è fraintendibile. ( In quanto al signor Bianchi, è ovvio che, purtroppo non avrebbe avuto lo stesso clamore ma io avrei scritto esattamente le stesse cose). E se difende una simile mascalzonata non ha titolo per rappresentare la carica che rappresenta.

    Da Fanpage:
    “La magistratura non ha alcuna voglia di alimentare lo scontro, ma quando il livello dello scontro si alza, il nostro silenzio sarebbe l’impacciato mutismo di chi non sa reagire con fermezza a una politica muscolare rivolta a un’istituzione di garanzia – ha dichiarato il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, in risposta alle polemiche di questi giorni – Sarebbe un arretramento e noi non arretriamo quando si tratta di difendere i valori della Costituzione”. Da Palazzo Chigi è arrivata “un’accusa pesantissima che colpisce al cuore la magistratura”. Poi, sulla separazione delle carriere, ha aggiunto: “Sono una misura di punizione nei confronti della magistratura”.

    Continua a leggere su Fanpage.it

    continua su: https://www.fanpage.it/politica/cosa-sta-succedendo-tra-il-governo-meloni-e-la-magistratura-dopo-i-casi-delmastro-e-santanche/
    https://www.fanpage.it/

    PS: moderiamo i toni, nemmeno io ho nessuna intenzione di “alimentare lo scontro”, sia chiaro.

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  4. «Che lei fosse “consenziente” mi pare davvero una barzelletta». A me pareva che da questa frase lei esprimesse una certezza.
    Ma poiché neppure io posso aver certezze su fatto (sia per la ragazza che per La Russa jr) non posso esprimere una mia opinione fino al 3º di giudizio.

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    • Come dice Pierpaolo L sarebbe corretto che anche i media si esimessero dall’esprimere un’opinione fino al 3º di giudizio. Si chiama deontologia professionale. Invece ai giornalisti piace mestare nel torbido anziché dare notizie vere asetticamente. Ad esempio che la ragazza per sua stessa ammissione aveva assunto cocaina, benzodiazepine (ovvero un potente ansiolitico), alcool e anche qualche canna.
      E la colpa sarebbe di La Russa jr.?
      La ragazza se l’è fatta, forse, ma lei era… già fatta!
      R
      I giornalisti hanno il dovere di dare le notizie, lei sa meglio di me che la stampa in Italia è libera, ancora. Quindi il terzo grado di giudizio lo aspetti lei, Marina i giornalisti, ripeto, riportano le notizie che hanno, che si procurano, che circolano e che informano chi le legge. Poi, sta a chi legge fare la tara alle notizie, farsi un’idea leggendo più testate e poi ragionare con la propria testa.
      La sua ultima affermazione non mi piace, lei, è evidente non è affatto super partes ma parteggia, detta da una donna poi è ancora più grave. Quella frase è denigratoria nei confronti della ragazza che ha denunciato una violenza. Aspetti se vuole essere davvero obiettiva che la giustizia si pronunci. Oppure dica la sua senza offendere chi non conosce.
      Una frase bruttissima e maschilista. Io la passo ma mi dissocio completamente.
      La mia idea è contraria alla sua: se era drogata ragione di più per non approfittarne (è un reato) ma per aiutarla ad andare a casa a dormire.

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      • L’ultima frase di Marina D. è palesemente un gioco di parole. Si chiama calembour. E che diamine.
        R
        ah si? ma tu guarda! Marina scrive, P.P.L. spiega quello che scrive Marina, sempre più palesemente…che gioco (” di parole”) sarebbe?
        Ma è un calembour…che diamine.

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  5. A prescindere da come sia andata davvero, che non sapremo mai neppure dopo tutti i gradi di giudizio dato che da lì uscirà solo la VERITA’ PROCESSUALE (ossia quello che gli avvocati saranno riusciti a dimostrare), io resto sempre sconcertato dal (denunciato) ricorso alla violenza in ambienti dove se c’è un problema è la sovrabbondanza di offerta.
    In un giro di feste, coca e figli di papà potenti, le fanciulle disposte a qualunque concessione le devi metere in fila con le transenne – sorry, Mariagrazia, malinconico realismo. Invece ogni tanto salta fuori quella che non c’aveva voglia e lo strafatto orango di turno si incaponisce proprio su di lei.
    E’ proprio vero, signora mia, non sono più i tempi delle belle orge bene organizzate dei Kennedy…..
    R
    Beh, signora mia, se la ragazza denuncia la magistratura indaga e se ci sono i presupposti, ci sarà un processo. Funziona cosi, non essere sorry…

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  6. Non leggo OPEN. Come neppure The Guardian. Non per vantarmi …Ho gusti raffinati per i quotidiani …
    R
    ma non parlavo di lei…oppure lei è un alter ego?

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    • Mi permetta. Lei ha citato Open in risposta al MIO commento. A chi voleva riferirsi?
      R
      a chi ha scritto quella frase e che lei difende e “spiega”.

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  7. Io sono favorevole alle dimissioni dopo il primo grado di giudizio di colpevolezza. L’avviso di garanzia non vuol dire nulla se non che ci sono delle indagini in corso. Se bastasse questo a costringere alle dimissioni saremmo veramente in balia dell’esito della buona o cattiva digestione di qualche magistrato.
    Per quanto riguarda il figlio di La Russa, come si può essere certi che la ragazza non fosse o fosse consenziente? Impossibile, se non (suppongo) facendo qualche ipotesi sul contesto in cui è avvenuto il fatto. E in questo caso droghe e alcol non la aiutano.
    R
    Santanchè non si dimetterà, ho l’impressione. Ma per la sua stessa tranquillità e quella del governo di cui fa parte, non riterrei sbagliato fare un passo indietro fino a che la faccenda non sia chiarita. La giustizia è lenta, lo sappiamo ma chi si prende incarichi così importanti non dovrebbe avere nessuna ombra intorno a sé e fino a che non viene del tutto fugata, lei farebbe meglio a farsi da parte. Secondo me. Anche se lei è innocente fino a prova contraria, trovo che le sarebbe difficile portare avanti il suo compito con serenità. Per quanto riguarda il figlio di La Russa. Ma secondo lei una se è consenziente perché denuncia? Si è ritrovata nel letto di quel ragazzo ed ha saputo da lui che è stata “consenziente” anche con l’amico di lui, perché pare che lei fosse talmente sotto l’effetto della droga da non ricordare nulla. E le hanno trovato nel sangue un bel quantitativo di sostanze. Ora se sei in quello stato difficilmente “acconsenti” a qualche cosa, ma subisci qualsiasi cosa ti facciano fare. Per questo ha denunciato la violenza: perché in quello stato, a quanto pare i due “signori, si sono accomodati con lei nello stesso letto a casa del ragazzo ( e dei genitori di lui) dove lui l’aveva portata, pare, in stato di incoscienza o semi. Non è difficile, Mauro, pensare che lei fosse talmente inebetita dall’aver fatto credere a quei due di poter “disporre” di lei a piacimento. Affrontare una denuncia per violenza sessuale non è uno scherzo, se lo ha fatto, probabilmente ha delle ragioni per farlo. Lasciamo decidere ai giudici. Loro solo possono dire una parola definitiva, ma se hanno davvero infierito su una ragazza incapace di difendersi allora la violenza è doppia come la vigliaccheria.

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  8. @mariagrazia: Ero sorry per la sovrabbondanza di mignottaggine in circolazione. Sono vecchio e romantico, coltivo ancora in me l’illusione della “donna angelicata”. Invece sia per strada (soprattutto nel weekend e di sera) che sui media incontro orde di fanciulle più o meno smutandate che mi immalinconiscono. Sono belle, piacevoli, eccitanti, ma non me ne innamorerei, al massimo un giro in giostra. Era una considerazione al di là dei rampolli VIP.
    R
    avevo capito, sei un libro spalancato e però la “mignottaggine” come carinamente la definisci è formata da donne che non vogliono essere né angelicate né indemoniate ma essere quello che vogliono essere non quello che molti uomini o ominicchi vorrebbero che fossero (e ci mettiamo anche anche tante donne che tengono il sacco) per poterle strumentalizzare, denigrare, drogare, fargli fare quello che vogliono a seconda delle loro voglie e poi nascondersi dentro le mutande di padri importanti a piagnucolare e dichiararsi innocenti e puri come angioletti.

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  9. “..vogliono essere … quello che vogliono essere non quello che molti uomini o ominicchi vorrebbero che fossero”
    Bah.
    Mi suona una contraddizione, o quantomeno uno strabismo concettuale..
    Da come gira certo “progressista sentire” (non tutto, grazie al Cielo) sembra che l’unica vera libertà per le donne sia quella di essere sessiste, promiscue, prepotenti e profittatrici (quindi copie carbone dell “ominicchio” più tradizionale), e di esibire attributi sessuali e atteggiamenti di disponibilità alla copula, ossia compiacere i pregiudizi del “maschio” di cui sopra. Di rispetto, di ricerca, di proclamazione di valori ESCLUSIVAMENTE femminili, silenzio assordante. La moda, la pubblicità, alcuni “movimenti femministi” che prevedono solo lesbiche e trans ma condannano come imbecilli “sottone” sfigate quelle che in piena coscienza vorrebbero avere una famiglia normale e affettuosa e qualche figlio da aiutare a crescere, tutto questo mi sembra un ritorno a un passato molto vintage e fin troppo tradizionale. La Meloni è stata coperta di guano e prese per il kiulo a 360 gradi perchè aveva OSATO proclamare “sono una donna, sono una madre”…
    Personalmente vedo più liberazione in una serata al cinema con gli amici bevendo aranciata in jeans e sloggy, che andare a sfondarsi di vodka sbandierando perizomi di Victoria Secret, soprattutto se hai quindici anni – vivo in zona di “movida” e parlo per esperienza quotidiana, in zona Arco della Pace quelle strafatte e con tutto al vento sono ancora più giovani. Ogni volta che qualcuno si azzarda a dissentire da questi travestimenti da Moulin Rouge salta fuori la lagna sulla “liberazione della donna”: ma siamo sicuri che esista solo QUELLA liberazione? Che al ristorante puoi andare in bralette e microgonna e sei una strafiga, ma se le stesse tette, anzi, una sola, la tiri fuori per allattare il pupo ti nascondono nello sgabuzzino? Che aiutare ad abortire sia progressista e aiutare a tenerlo sia “fasssista”? (e di fatto non ti aiuta nessuno, le donne meno che meno). Non sarebbe più progressista inventarsi modi piacevoli e femminili di passare le serate invece che predicare che si può e si deve essere “se stesse” soltanto sfondandosi di cocaina e sesso, che è quello che auspicano da sempre i “peggio trogloditi” uomini?
    Al netto dei rampolli dallo zip fuori controllo, ovvio.
    R
    anch’io vedo lo schifo che fa la società, lo vedo anch’io purtroppo e mi fa schifo la droga e tutto il corollario ed è vero che c’è molto poco buon senso anche nei giovani.
    Ma forse la colpa non è proprio tutta la loro.
    Anch’io vedo e ripeto, certe cose mi fanno schifo, ma la violenza sessuale è uno dei reati più odiosi anche se contro una ragazzina viziata della Milano da bere e fumare e la legge deve fare il suo corso. Se non vuoi, non vuoi. E se lo denuncia tanto non si è divertita. E se si tratta di complotto o ricatto, i magistrati ne verranno a capo. Lasciamoli lavorare.

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  10. Ecco il punto. La dilagante “mignottagine” fin da ragazzine. Lei, Maria Grazia, si domanda perché se sei consenziente poi denunci. È ciò che è accaduto con la solfa #metoo e l’affare Weinstein. Tutti a Hollywood sapevano fosse un porco ma stavano zitte perché faceva vincere gli Oscar. Ci sono ragazzine che buttano l’esca con il figlio del VIP -spesso imbottite di alcool e altre sostanze- per poi ricattarli. È non è affatto differente dalla storia del figlio di Grillo. Stessa storia. Probabilmente la mignottaggine è di famiglia. Questo non è “tenere il sacco” ma vedere la realtà oggettiva.
    P. S. Mi chiamo Marina non Martina
    R
    come vuole lei Marina, la pensi pure così è un suo diritto.

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  11. Ma perché da un tempo infinito quando una donna si ribella ad un uomo alla fine è sempre colpa sua? Che sia il retaggio cattolico della prima donna Eva colpevole di aver istigato l’ ignaro o se c ‘ero dormivo Signor Adamo?e che non sia mai detto che L’ Uomo si assuma una benché minima responsabilità rispetto all accaduto ? Perché mi domando siamo più propensi a cercare le eventuali discolpe dell uomo e non almeno a pari merito, quelle della donna? Mi torna alla mente lo stupro ,tanti anni fa,di Franca Rame ,certo forse non c’è attinenza con l’ oggi, ma come mai una violenza tale subita per mano di un gruppo di uomini ad oggi non ha ancora nessun colpevole?
    R
    bella domanda!

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    • Beh mettiamola così, signora @Carmela. Mi trovi una donna violentata che decida di trasformare la violenza subita in una piece teatrale scritta dal marito commediografo monetizzando la squallida storia subita?
      R
      mettiamola cosi Marina, io non la conosco ma trovo che questa risposta le calza perfettamente, non serve altro. Basta e avanza.

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  12. @carmela
    La risposta più semplice è che “la donna” come categoria universale non esiste, è una semplificazione che serve al marketing (sia di beni di consumo che di ideologie di consumo) e ai titolisti dei giornali. Esistono persone di sesso femminile che possono essere serie, promiscue, calcolatrici, generose, ricattatrici, zoccole dentro e zoccole fuori, tutto il catalogo, ma quando succede il fattaccio OGGI si parte dal presupposto che “le donne non mentono mai”, altrettanto sessista (e scemo) di “le donne hanno sempre a colpa”. Bisognerebbe accertare i FATTI, prima delle colpe, e poi le responsabilità, che non soono necessariamente colpe, e infine le COLPE, che sono sopratattutto caregorie etiche. Il retaggio cattolico esiste (peraltro anche in altre religioni la donna ha più o meno gli stessi ruoli) ma forse è più forte nell’idea di una Madonna madre senza sesso e senza sentimeti “terreni”, nata dalle pulsioni psicologiche scoperte da Freud, con cui risolviamo il problema tutto biologico di non dover copulare con la mamma (tutto sommato la prima femmina a disposizione, conosciuta, comprensiva, collegata anche al nutrimento) per possibili problemi di inbreeding, ma allo stesso tempo di dover copulare con più femmine possibili per poter affermare il nostro (maschile) patrimonio genetico. Da cui una cultura PLANETARIA con più o meno gli stessi elementi, la mamma santa e casta, la sorella pure, la cugina molto meno e il resto delle femmine caccia libera e di scarso prezzo.
    Gli stupri, grazie al Cielo, sono pochissimi (escludendo quelli di guerra). Le derive culturali coprona l’area grigia delle violenze-molestie, le prime spesso legate all’ affermazione di gerarchie piuttosto che a faccende veramente sessuali, le seconde variabilissime col “sentire comune” – quello che per Caterine Deneuve è corteggiamento per la Murgia è delitto capitale, nel secolo scorso erano canzoncine tipo “Rosina dammela”.
    I tempi moderni, e i media generalistici, hanno incasinato tutto. Atteggiamenti, vestiti, linguaggi non verbali che soltanto un secolo fa indicavano CHIARISSIMAMENTE disponibilità più o meno a pagamento oggi sono completamente sparsi a casaccio. Come osservava una costumista di Cinecittà, una volta se avevi bisogno di vestire un’ attrice da battona le mettive i tacchi, le calze a rete, una minigonna e una borsetta col manico lungo. Oggi una così probabilmente è la preside della scuola di tuo figlio.
    R
    Alberto trovo questo tuo commento di un maschilismo da paura e temo non sia un atteggiamento, ma non è colpa tua è retaggio antico e stantio, duro ta togliere come la ruggine.
    Carmela, se lo vuole, sa sicuramente come risponderti, Le lascio la parola anche se avrei molto da dire.

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  13. @mariagrazia
    ” maschilismo da paura”? Boh. E’ che se uno non giura fedeltà e devozione ai trend mediatici di moda diventa subito “il cattivo”. Ai tempi del liceo se non eri LottaContinua eri automaticamente “fascio”, peggio ancora se chiedevi a un Lottacontinua cosa voleva il suo movimento. Lo stesso con gli ambientalisti, se non ti cospargi di soia e catene di bicicletta sei servo della General Motors, oggi con i vari LGBTeccetera, o vai a suonare il bassotuba al Pride o sei sessista maledetto assassino, e ovviamente certo femminismo pret-a-porter (non certo i veri pilastri come Camille Paglia) per cui la sola richiesta di “dove è successo il fattaccio” equivale a un secondo stupro. E prova a chiedere cosa succede in Ukraina, diventi subito portaborse di Putin. Che noia che barba.
    Io non capisco, davvero, perchè “essere femministi” debba significare immaginare una donna uguale all’ uomo, con gli stessi difetti, le stesse limitazioni, lo stesso carattere: sono così davvero superiori, gli uomini, da dover essere LORO il traguardo da raggiungere? E’ femminismo spogliare le donne di ciò che le rende meravigliosamente uniche e insostituibili, a partire dalla maternità, per metterle a pilotare droni assassini, dirigere spietate multinazionali, nascondere creatività ed emozioni tutte loro per travestirsi da manzi brianzoli in cerca di “movida”? Se il massimo della vita dev’essere un tronista strunzo che si sfa di cocaina e redbull, beh, ci sono già gli originali. Tutto quello che millenni di evoluzione sono riusciti a ottenere in termini di complementarietà tra i sessi diventa “bieco maschilismo” in nome di un’ eguaglianza ideologica e disumanizzante – ma soprattutto MERCANTILE.
    Aiuta gli aborti, pubblicizza gli uteri in affitto, glorifica l’omosessualità come desiderabile affermazione di modernità, tutta roba che fa girare il fatturato. Mica come le tutele, gli aiuti, i percorsi educativi, tutta roba solo costosa e senza remunerazioni immediate. Metti l’asticella più bassa che puoi, diventerai una persona libera, completa e responsabile comprando una mutanda con le trasparenze, creerai una società nuova e senza problemi esibendoti a pagamento su OnlyFans.
    Ripeto, escludendo le VERE femministe che di solito sono persone con cui è spesso piacevole (anche se faticoso) confrontarsi, non viene mai il dubbio che le donne siano prese per il naso da un pseudo-femminismo stile Amazon, tutto facile lagna e facilissimo indigno e nessuna assunzione di responsabilità? Davvero davvero basta strillare “taci bieco maschilista” per fare una vera rivoluzione?
    Io ho 72 anni, non ho figlie o nipoti femmine, quel che potevo fare e dare di amore e rispetto l’ho fatto e l’ho dato – forse, ripensandoci, avrei dovuto parlare di più e pensare sotto sotto di più al mio tornaconto, chissà.
    R
    Già chissà, ma perché, Alberto: dire semplicemente che lo stupro non si fa no eh? A prescindere e guarda che sei tu che frequenti troppi social io manco so che cosa sono se non per sentito dire, sono una social snob e me ne vanto. Le donne sono un mistero per molti uomini, mi sa che lo sono anche per te eppure sarebbe tanto semplice…il femminismo non è una malattia perniciosa, ma solo un modo per cercare più rispetto. Io non voglio diventare come un uomo, me ne guardo bene,mai pensato di diventare come un uomo ma non voglio essere considerata di meno e detesto la violenza, la discriminazione e l’ipocrisia e il problema esiste, credi. Non staremmo qui a parlarne se non esistesse.

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  14. Sono le donne per prime a considerarsi di meno. Chiedere quote e percorsi facilitati vuol dire considerarsi poco, sostituire la discussione con lagne e recriminazioni vuol dire giocare sporco, sventolare la mutanda invece della propria creatività vuol dire non crederci. Lo stupro non c’entra niente, è un reato, ci sono leggi e gendarmi apposta: non è proclamando che è bruttobruttobrutto che si può prevenire o evitare. Così come è ovvio che le discriminazioni esistono: quello che penso io, e non solo io, è che non è l’ostentazione delle sise la strada vincente per porvi fine. La libertà di darla via come un frisbee non è mai stata messa in discussione, ma non è un atto di coraggio rivoluzionario nato da #metoo: le fanciulle svelte di pensiero e di zip hanno sempre mietuto successi nei peggiori bar di Caracas e pure alla corte di Francia. Ma perchè la rivendicazione il più delle volte non va oltre?
    R
    argomentini spiccioli, caro Nencioni, sei alle corde.

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  15. Aggiungerei anche “gnagnagna”… Battutine e mai risposte, è quello il problema più grosso, non io alle corde (di che, mica è un match). Come se i problemi si risolvessero zittendo chi ne parla.
    Dispiace un po’, in senso generale, che tra battute tranchant, dibbbbattiti, serate in terrazza-con-rinfresco- e- indigno, blog, hashtag, asterischi, schwa e altri giocattoli per benestanti annoiati, ci siano persone che soffrono davvero e non su twitter.
    A loro pensano i poeti (almeno quelli) come De Andrè e ai giorni nostri Stromae
    https://youtu.be/P3QS83ubhHE
    R ti sembra che ti abbia zittito? ma se parli solo tu? ma che argomenti vuoi trovare con uno che scrive mignottaggine, sventolare mutande, sise al vento, dovete fare fatica ragazze, sudare per la parità come abbiamo fatto noi uomini che vi abbiamo segregato per secoli…troppo facile pretendere la libertà sventolando biancheria intima e mostrando i seni, vi dovete mettere un burka di acciaio con 35 gradi all’ombra e poi, magari, ne riparliamo…ma andiamo signor dottor Nencioni, ma chi vuoi prendere in giro?
    Bencapesante annoiato forse sei tu io manco so di cosa parli …rinfreschi, ashtag, asterix…ma che stai a dddì?

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  16. “io manco so di cosa parli”.
    Lo so.
    Purtroppo.
    R
    pleonastico. So, ovviamente di cosa parli ma non gli do nessuna importanza. Meglio?

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