La camisa nera

Giorgia Meloni se la cava bene, direi che dopo otto mesi del suo governo, nonostante tutte le critiche che arrivano da chi si è impegnato fin dal primo giorno della sua presidenza a cercare di smontare con rabbia il consenso che ha ottenuto alle urne con tutti i pretesti più fantasiosi, lei resiste. E resiste con determinazione e grinta anche se le deve costare molto.

Si vede sul suo viso che le costa molto. Soprattutto le costa dover parare i colpi di una opposizione sulla difensiva e in rotta e quindi ancora più scoordinata e palesemente in difficoltà. Una opposizione che non potrebbe opporsi in modo più sguaiato dopo che ha perso tutto il perdibile e ora cerca di risalire la china a fari spenti nella notte più nera.

E meno male che era lei ad avere la camisa nera e pure l’alma, da come la descrivevano prima che arrivasse a Chigi sembrava Mussolini con la parrucca. E invece piace, piace nelle cancellerie europee e anche fuori d’Europa. Piace perché è carina, determinata e spesso sorridente e non sembra avere il coltello tra i denti e neppure in borsetta.

Parla bene l’inglese e se la cava col francese, cosa rara, sembra capire di economia e di tassi di interesse. Non porta la sveglia al collo e non fa il saluto fascista (strano). Qualche errore lo fa anche lei non è infallibile, ma, tutto sommato, alle condizioni date e con l’eredità lasciatale di governi che l’hanno preceduta, per ora non ci ha preparato ancora nessun piatto di fichi secchi da mangiare a colazione, per forza.

Ricordo quanti ci hanno finora riempiti di chiacchiere e solo di quelle e poi se ne sono scappati col bottino lasciandoci con le pive nel sacco e il debito oltre le stelle. E come ci hanno ingannati con le loro promesse mai mantenute e sempre disattese. Tutti nessuno escluso.

Lei non fa più paura di altri che dicevano di stare dalla nostra parte e poi stavano dalla parte loro e come se ci stavano. Che hanno rubato lo stipendio per anni e che ora sono ancora qui a prendere soldi dagli italiani anche dai più poveri, anche da chi aveva creduto in loro e si sono ritrovati con una mano davanti e due di dietro. Gli italiani con tre mani ( i famosi trimanicciuti) e un solo occhio ormai perché l’altro se lo sono dovuti vendere per pagare le bollette.

E quelli che nel PD che ora hanno la segretaria con l’effetto in calo perché era un bluff, ora sono preoccupati perché i campi gli si sono ristretti e non sanno più dove andare a mietere il grano, mentre i grillini hanno recuperato un punticino di sutura dopo le ferite delle ultime stilettate, ma solo perché Grillo si è rimesso a sparlare di brigate di qualche cosa e si sa che se parla Grillo qualche cosa recuperano ma è solo un fuoco di pagliuzze.

Per ora Giorgia non teme l’opposizione che non c’è e va abbastanza liscia. Lasciamola fare e speriamo che lei e noi con lei ce la caviamo…ma non la camisa.

6 commenti su “La camisa nera”

  1. E si, “Usa, Ue e banche stanno con Meloni”, ve lo spiego io il perché.
    Biden era quello che alle elezioni in Italia metteva in guardia su fughe in avanti (o all’indietro) di un governo fascista.
    Ursuala Von der Leyen, da parte sua, assicurava minacciosa: “Abbiamo strumenti”.
    Ai banchieri non era calato giù il Reddito di Cittadinanza: che diammine, quanti soldi sprecati per i “fannulloni! Il denaro deve circolare, ma tra ricchi, s’intende.

    Cosa ha fatto la Meloni per accontentare i potenti? Piegarsi ai loro voleri, sorridere e stringere la mano a tutti, nonché ripetere come un mantra, dopo i vari incontri (accompagnata dalla figlia Ginevra): “Sono soddisfatta… sono soddisfatta… sono soddisfatta”. Non saranno soddisfatte le 169 mila famiglie ricacciate nella più nera povertà con la soppressione via sms del reddito di cittadinanza.
    R
    cioè, cittadini poveri (si fa per dire perché tanti non lo sono affatto) sulle spalle di chi paga le tasse e “sudditi” per antonomasia: un bacino elettorale assicurato, ma una “dipendenza” vergognosa da soviet. cittadini pagati dallo stato per non lavorare ed essere sempre più “merce” da usare per i propri sporchi fini elettorali e di consenso. E, comunque Meloni ha solo messo un regola a una cosa che andava avanti senza regola anche se erano scaduti i termini lo stato continuava a sborsare…ma fino a quando??? E a scapito di chi? Di chi percepisce una pensione da fame? nettamente inferiore del “reddito” a chi non ha mai lavorato un giorno in vita sua. Gli ammortizzatori sociali sono giusti e sacrosanti ma devono avere dei criteri precisi e non furfanterie messe in atto da una classe politica che la classe non ce l’ha mai avuta e pensa solo a resistere col culo inchiodato alla poltrona e con tutti i benefit che ne conseguono…compresi adesso il finanziamento pubblico ai partiti e le prebende cancellate a suo tempo dai “generosi” Conquestelle (nel fango).

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  2. Mariagrazia, tutti i paesi civili, almeno qui in Europa, prevedono in varie forme il reddito di cittadinanza, insomma una forma di aiuto per i più deboli. Solo qui in Italia la cosa fa scandalo, un Paese dove le differenze di censo sono sempre più accentuate, le tasse sempre evase, i condoni fiscali usati sempre come panacea, in realtà come scorno per chi le tasse le paga tutte.
    Per giunta questo provvedimento che aumenta la povertà (come se non ce ne fosse abbastanza) arriva in un momento di inflazione galoppante, di incremento dei tassi di interesse arrivati al 4,25%, grazie alla politica finanziaria inconcludente della Lagarde, di massima speculazione (vedi benzina a 2,25 al litro in autostrada). Che prospettive di vita possono avere queste persone?
    Ma attenzione, a tirare sempre più la corda, non ci vuole niente a fare scoppiare una rivolta sociale, e probabilmente una reazione dello Stato da vero Stato Fascista.
    R
    qui come negli altri paesi ci sono varie forme di aiuti, ci sono sempre stati ed è giusto che ci siano, anche il RdC c’è ancora, ma è il lavoro che si deve incentivare non uno “stipendio” per non fare nulla (senza controlli è andato anche a chi non ne aveva i requisiti) e che aumenta il lavoro nero e il precariato oltre che il debito pubblico ormai fuori controllo e non certo per colpa del governo attuale. L’inflazione, le disuguaglianze e tutto il resto vengono da lontano, non sono certo attribuibili a Meloni ultima arrivata, ma a politiche sbagliate di chi l’ha preceduta, e la corda l’hanno tirata in tanti da decenni a questa parte ed è anche il motivo per cui la gente ha votato questo governo.
    Le accuse di fascismo a Meloni sono un grave errore della sinistra che la farà rimanere al governo a lungo. E se lo scrive Hufftington Post…

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  3. Ecco un caso preso tra i tanti di chi ha usufruito indebitamente della misura contro la povertà:
    https://www.today.it/citta/reddito-cittadinanza-villa.html

    e questo è solo uno dei tanti.
    Ma, ovviamente io spero che chi ora non avrà più l’assegno mensile possa al più presto trovare un lavoro o una fonte di reddito, se nei tre anni nei quali lo ha percepito non è riuscito a trovare nessuna occupazione, sarà difficile ci riesca ora, ma la misura non era prevista per l’eternità ma doveva essere soprattutto mirata a trovare un lavoro a quelle persone che non lo avevano o lo avevano perduto. E i famosi centri d’impiego sono rimasti quel carrozzone inutile a spese dello stato che sono sempre stati. Purtroppo il problema più grave da noi rimane sempre il lavoro che non si crea con le buone intenzioni e neppure pagando la gente per non lavorare.

    E poi oggi esce anche questo: «Un bancomat che serviva da propaganda per il M5s»
    https://www.open.online/2023/07/31/roma-indagine-reddito-di-cittadinanza-inps-m5s/
    certo, tutto da verificare, come sempre tutti innocenti fino a prova del contrario, ma è giusto che sia fatta luce e chiarezza su una misura che è costata cosi tanto allo stato.
    Da cui estraggo:
    “Secondo i denuncianti l’istituzione stessa del reddito di cittadinanza è stata una scelta «imposta da pressioni politiche sull’istituto». Per «erogare una prestazione a pioggia a tutti i richiedenti, a prescindere dalla spettanza o meno del diritto». Il tutto «ai fini del ritorno elettorale dei partiti di governo». All’epoca dell’istituzione del reddito di cittadinanza il governo Conte era retto da una maggioranza formata dalla Lega e dal M5s. La Corte dei Conti avrebbe già acquisito la documentazione per verificare la corretta gestione dell’erogazione e dei controlli. Tridico, nel suo libro “Il lavoro oggi, la pensione domani” aveva anche scritto che era necessario controllare prima di erogare il sussidio: «Lo Stato dovrebbe fare come le banche prima di erogare un mutuo. Ovvero verificare in profondità la situazione del richiedente, senza fidarsi di autocertificazioni».

    La “Corte del Conte” mostra delle falle da cui entra acqua, ma Conte ci metterà qualche pezza di sicuro, da Azzeccagarbugli quale è non resterà ingarbugliato, al massimo chiederà asilo politico alla compagna. Oppure lo chiederà al suo ex compagno di partito quel Di Maio sparito dai radar (chissà come mai?).
    Per chi non lo sapesse ecco chi è Pasquale Tridico (anche lui innocente fino a prova contraria):
    “Nel marzo 2018, prima delle elezioni politiche nazionali in Italia, viene indicato come possibile Ministro del lavoro in caso di vittoria elettorale del Movimento 5 Stelle. Successivamente, con il decreto legge del 14 marzo 2019, il governo Conte I lo designa come presidente dell’INPS, incarico che assume ufficialmente il 22 maggio dello stesso anno con Decreto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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  4. La bontà della misura del reddito di cittadinanza si misura da come è stato recepito.
    Ho sentito di tanti giovani, magari figli di genitori benestanti, ma che vivevano da soli, che hanno rifiutato lavori poco remunerativi perché gli conveniva prendere il reddito di cittadinanza.
    Se uno si trova in condizioni di vera indigenza deve accettare qualsiasi lavoro, purché nella sua città, altrimenti le spese si mangiano lo stipendio.
    Si comincia, si impara e poi si cerca di meglio. Ovviamente, all’inizio, il tempo indeterminato bisogna scordarselo proprio.
    E poi, se non si hanno soldi, si devono ridurre le spese, tipo appartamento e macchina in comune con altri, e si aspettano tempi migliori per avere il resto.
    Il reddito di cittadinanza va dato a chi ha perso il lavoro o a chi veramente può dimostrare di non riuscire a trovarlo.
    E quanto alla gestione del collocamento, da quando, decenni fa, è passata al sindacato, ha smesso di funzionare.
    Ci vogliono agenzie private efficienti. Se non ci guadagnano su, non si impegnano. Altrimenti, è tempo perso. Sarebbe come cercare casa affidandosi ad un’ipotetica agenzia statale.

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  5. Il Reddito di Cittadinanza in Italia è impropriamente chiamato così: infatti il RdC è un reddito universale erogato a tutti i residenti con l’unica condizione che siano residenti (perciò non dipendente dal censo, dallo status di occupato o disoccupato, dal sesso e dal credo religioso) ed è cumulabile con altri redditi.
    Ciò premesso, il nostro reddito di cittadinanza si riduce ad un sussidio (non individuale, ma familiare), non universale (versato solo a disoccupati, inoccupati o lavoratori che hanno una situazione economica ISEE inferiore a una certa soglia), non incondizionato (in quanto prevede una serie di obblighi, quali iscriversi a un centro d’impiego, eventualmente svolgere senza “ulteriore” compenso lavori di pubblica utilità, eventualmente accettare proposte di lavoro ritenute “congrue” da terzi dopo un tot di rifiuti) e non automatico (in quanto, stante la presenza dei requisiti, viene erogato solo in presenza di idonea domanda, correlata inoltre da altri documenti/certificazioni altrimenti non obbligatori per il cittadino, come per esempio, l’ ISEE); infine non a tempo indeterminato.

    Insomma, tutt’altro che uno sperpero inutile erogato irresponsabilmente come lo si vuole far credere .
    Non nego che ci siano stati profittatori o difetti nella sua applicazione, ma questo non è un motivo sufficiente per abrogare una legge dello Stato regolarmente approvata, e gia operativa. Eventuali difetti si correggono, non se ne fanno una scusa per dare affossare la frangia più debole della società potenzialmente attiva che non riesce a trovare sbocchi.
    R
    quella fascia inattiva va aiutata a trovare sbocchi lavorativi e nel contempo anche aiutata a sopravvivere ma il RdC per come era concepito forniva il destro a troppi sprechi e troppe ruberie e pochi o nulli risultati sul piano occupazionale. Mi auguro che la situazione venga gestita in modo da non provocare troppi disagi alle persone e che l’evoluzione sia mettere in campo vere soluzioni per l’impiego.

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