Colpo di scena

La storia a volte sorprende: il capo delle brigate mercenarie Wagner impiegate dal Cremlino in Ucraina, si è ammutinato e con il suo esercito si sta dirigendo verso Mosca con intenzioni non del tutto chiare ma certamente non di portare fiori al capo del governo.

L’Ucraina che stava mandando avanti una contro offensiva che, a detta di Zelensky, si prospettava lenta ma inesorabile, ora si trova in una situazione del tutto nuova. Le brigate mercenarie che dovevano difendere gli avamposti russi nelle regioni occupate si stanno rivoltando contro il regime russo e marciano compatte verso la capitale.

In Russia pare si stiano prendendo contromisure, ma l’inaspettato capovolgimento di fronte, sembra aver spiazzato il governo. L’offensiva lanciata dal boss della Wagner al Cremlino era inaspettata? Pensavano che facesse per scherzo quando nelle scorse settimane si era rivolto con toni durissimi contro i vertici della difesa russi?

Forse si. Forse no. Non possiamo saperlo. Fatto sta che una buona fetta dell’esercito russo è impiegato in Ucraina e la inaspettata avanzata delle brigate mercenarie con a capo un ex “amico” di Putin potrebbe destabilizzare un già precario equilibrio in Russia.

Pare che l’idea di conquistare l’Ucraina non stia dicendo molto bene a Putin. L’invasione che ha lanciato da un anno, non si sta rivelando proprio un “successo” e pare piuttosto un grosso boomerang che gli sta arrivando dalle parti del “capocollo”.

Non possiamo fare altro che attendere gli sviluppi di questa vicenda complicata e terribile, tenendo le dita incrociate e sperando che la situazione volga verso la fine del conflitto in Ucraina e un monito per chi lo ha voluto a ridimensionare le proprie pretese.

3 commenti su “Colpo di scena”

  1. Colpo si scena nel colpo di scena, un finale alla fratelli Marx: il boss della Wagner Brigade, ferma la macchina del colpo di stato a pochi chilometri dalla capitale perché pare, ha accettato la mediazione del leader bielorusso Lukaschenko…della serie: armiamoci e rinculiamo. Ma stiamo a vedere. Sono andati a fare un giretto in centro?

    Rispondi
  2. E nel frattempo su SkyTg24: «Il leader della milizia privata Wagner sfida Mosca e attacca i vertici militari, annunciando di controllare la città di Rostov e promettendo di marciare su ROMA con i suoi 25mila uomini pronti a morire» (sic).
    Così la giornalista di SkyTg24 Ketty Riga impegnata nella diretta su quanto sta accadendo in queste ore in Russia…
    ESTOTE PARATI.
    (Giusto per sdrammatizzare …se posso)
    R
    certo, con piacere, in un momento tragico è veramente comica questa uscita. Anche se poverina chissà quanto ci ha rispensato…forse la parola “marciare” ha indotto il lapsus.

    Rispondi
  3. In questa vicenda del golpe tentato da Prigozhin, ho subito seguito il mio istinto –non avendo a disposizione informazioni certe- e ho sospettato il coinvolgimento, in qualche maniera, dell’Occidente, argomento tabù e convitato di pietra in tutte le discussioni nei media.
    Occidente solo spettatore, sia pure compiaciuto? Biden autore di una “Excusatio non petita” che, come continua il proverbio latino, “accusatio manifesta”, ha puntualizzato che gli USA non c’entrano per nulla nel golpe, invitando anzi le cancellerie occidentali a tenersi ben distanti da questi eventi. Forse alludeva a Macron che, secondo Lavrov, in qualche maniera ne volesse approfittare? Mah!

    Mi conforta nella mia tesi “spregiudicata”, secondo molti, la lettura di una articolo ei Elena Basile, diplomatica italiana ed ex ambasciatrice in Svezia e Belgio, insignita dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, articolo comparso sul Fatto Quotidiano di oggi, di cui propongo uno stralcio:
    “Sui giornali del cosiddetto mainstream ci viene spiegato che le cancellerie atlantiche sapevano tutto, ma non hanno voluto rivelare quanto a loro conoscenza per timore di essere coinvolte. Il silenzio viene addotto quale prova della estraneità ai fatti (…) E’ invece naturale e legittimo pensare l’opposto, anche se non se ne hanno prove. I servizi segreti atlantici e alcune capitali particolarmente accanite hanno seguito in silenzio avvenimenti che in contatti segreti con i mercenari hanno di fatto aiutato secondo un’antica tradizione: destabilizzare i Paesi senza domandarsi come poi gestire il chaos. Afghanistan, Iraq, Siria, Libia, sono, mi sembra, precedenti innegabili”.
    Co ciò l’autrice smonta anche i motivi di “non convenienza” dell’operazione che qualcuno potrebbe addurre a favore dell’estraneità dell’Occidente. Operazione che se fosse riuscita avrebbe lasciato nelle mani del “boia” spregiudicato le migliaia di testate nucleari in possesso della Russia.
    R
    No comment. A meno che persino “no comment” venga considerato “disprezzo” verso le opinioni che non siano le tue o quelle di chi citi. Nel quale caso eviterò anche a quello.
    Permettimi di dirti però che sono sempre più lontana (anni luce) dal tuo modo di pensare e da quello degli illustri personaggi che menzioni per avvalorare le tue tesi. E che credo che nessuno possieda la verità ma che ognuno sia libero di pensare con la propria testa. Se ne possiede una.
    PS: hai capito male: intendevo che un ragazzo di terza media farebbe analisi più intelligenti e meno ideologicamente orientate dei grandi esperti che citi in continuazione.

    Rispondi

Lascia un commento