Si scoprono sempre nuovi aspetti della tragedia di Casal Palocco dove un bambino di cinque anni è morto e la madre e la sorella ferite. Il ragazzo alla guida dell’auto di grossa cilindrata è il colpevole, certamente e si dovrebbero prevedere leggi più severe per il noleggio di certi bolidi, per esempio età non inferiore ai 30 anni. E poi leggi più severe, tipo ritiro della patente a vita per chi guida facendo filmati o in stato di ebrezza.
Ora però si viene a sapere che il padre del ragazzo che ha causato la morte del bambino, è tale figlio se non peggio: Paolo di Pietro è un tipino che guida la Ferrari (emulo di Al Pacino in Scent of a woman (Profumo di donna) e la lancia a tutta velocità o quasi per le strade di Roma e non si allaccia la cintura perché cosi è più eccitante.
Quindi, ora si capisce da chi ha preso il figlio che ha un sito dove vengono riprodotti filmati dove si fanno Challenge, cioè sfide estreme e pare che guadagni anche bene. Senza voler fare nessun tipo di moralismo su questo genere di “mestieri” (si sa che la disoccupazione colpisce soprattutto i giovani) credo sarebbe tempo di indagare su cosa succede in certi social e porre un limite alla stupidità.
Stupidità che, in questo caso ha troncato la vita di una creatura di cinque anni. Perché la sua morte non venga dimenticata e passi come tutto sotto i ponti della imbecillità umana e finisca nella discarica senza filtro del “tutto va ben madama la marchesa” purché “se magna”, suggerirei al governo di mettere qualche paletto a questa deriva demenziale prima, ben prima di subito. Sperando che nel frattempo l’imbecillità non dilaghi talmente da fagocitare anche chi mantiene e coltiva con estrema cura, qualche etto di senno.
Pubblicato su Italians
Bisognerebbe che la Politica, quella con le P..lle maiuscole, si assumesse le proprie responsabilità e chiudesse la fogna.
Si può fare in poche ore, chiedere ai Cinesi. Certo, poi parte l’ululato dei quelli che “bisogna difendere i dissidenti” (come se non li pigliassero lo stesso), quelli della democrazia in pericolo, della Costituzione che meraviglia, del siamo tutti colpevoli ma quelli che non la pensano come me molto di più, e via miagolando. Ma qui c’è un incendio che aumenta e ai pompieri si chiede di aprire un dibbbbbbattito su quale acqua è migliore per spegnere i mobili o le tende.
E comunque stiamo sempre parlando con lingua biforcuta, tutti e a tutti i livelli.
Stavolta l’assassino è bianco, italiano (anzi, romano che è peggio) e ricco, per cui è già a piede libero, stanno già dando la colpa alla Smart e stanno accorrendo psicologi e bravi giornalisti con pensose articolesse sul declino dell’ Occidente – se era uno zingaro o un nero con le pezze al sedere c’erano già le forche alzate.
Poi è morto un bambino e vai di indigno e di commozione, ma dall’ inizio dell’ anno a Roma sono morte sulla strada 73 persone, forse il problema non sono soli i social ma è più largo – anche se i social sono già un problema per conto loro.
Poi pochi giorni fa di bambini ne sono morti CENTO in un colpo solo affogati al buio mentre i dotti politologi si menavano a decidere chi dovesse trasbordarli – ma siccome erano scuri di pelle e si chiamavano Ahmed e Muhammad e non avevano il profilo Instagram non se li caga nessuno. Anche qui, va bene che non bisogna fare le contabilità dei morti, però cazzarola un qualche Severgnini che ci spenda un piccolo blabla farebbe piacere.
Siamo talmente assuefatti alla banalità del male che non abbiamo più la capacità (o la voglia o l’interesse) per chiamarlo per nome. Il vandalismo si chiama scherzo, lo stupro si chiama ragazzata, la guerra si chiama intervento umanitario: contro COSA vuoi inasprire le pene se non riusciamo a nominare il reato?
R
in quanto a me, te lo dico subito “lingua biforcuta” non ne tengo dico sempre con estrema franchezza quello che penso anche se mi crea parecchie “inimicizie”.
Ma sono d’accordo con te che sulla strada bambini ne muoiono troppi e non sempre per fatalità o caso. L’altro giorno mi capita di incocciare una bimbetta sui cinque anni su un monopattino più alto di lei che mi stava per investire sul marciapiede ad una curva cieca, mi sono salvata ma poi ho guardato i genitori a qualche decina di metri di distanza e visto che non mi badavano per nulla ho osato dire: non sarebbe il caso di dire alla piccola di non girare senza guardare e magari di scendere dal marciapiede che è appunto per i piedi? Sai cosa mi ha risposto ma madre con la faccia di una seccata (lei!): ” maaa signora…”.
Ecco questo è quanto, se quella piccola incocciava un paracarro o un mastino forse si faceva male…ma signora….
In quanto al resto, Alberto, indignamoci per una cosa alla volta e già abbiamo il nostro bel daffare.
Bisogna andare a salvarli, ovvio, però…230mila euro per andare a vedere i resti del Titanic dentro una bomboletta di ossigeno del quale presto gli ospiti del sommergibile avranno estremo bisogno…avrebbero potuto darli in beneficenza.
https://www.bild.de/news/ausland/news-ausland/titanic-fuenf-touristen-zahlten-229000-euro-fuer-u-boot-tour-84390884.bild.html
La Storia dell’uomo va avanti ANCHE per ricchi annoiati che salgono su palloni ad aria calda e finanziano costosissime e incerte esplorazioni. Erano maggiorenni, vaccinatissimi e avevano firmato una dettagliata e chiarissima liberatoria. Io mi incazzerei quando mando il pupo a scuola e si sono rubati il cemento e il pupo resta sotto, solo per ricordarne una. O quando pago le tasse per l’istruzione e la scuola pensa ai cessi trans, o quando crollano ponti di autostrade a pagamento, o quando voto per rispettare una Costituzione che “ripudia la guerra” e poi mi ritrovo a pagare per MOLTE guerre senza chiare motivazioni.
Se uno vuole rischiare la buccia in un sommergibile è un modo di crepare come un altro: a fare il muratore in nero rischiava di più.
R
già, come quelli che vanno a sciare fuori pista e provocano valanghe e poi i soccorritori devono arrampicarsi coi cani e talvolta ci lasciano anche la vita…
Sono tutti morti, il sommergibile pare sia esploso in maniera disastrosa, sono stati trovati i rottami. Da giorni forse erano già morti tutti, ci hanno fatto stare col fiato sospeso sperando di ritrovarli ma è stato tutto inutile, le ricerche hanno dato purtroppo l’esito più crudele.
Il più giovane aveva solo 19 anni, lo so che molti della sua età muoiono in mare e nessuno li cita e li ricorda, ma questa sfida al proprio destino era fine a se stessa e il suo epilogo tragico il peggiore possibile.