Emissioni ed omissioni

Un articolo del Guardian parla molto apertamente delle conseguenze dell’avanzata delle destre estreme che avrebbe una connessione con una minore attenzione dei governi riguardo il surriscaldamento globale e le sue conseguenze. Praticamente dice il giornalista, che la destra estrema tende a considerare gli sforzi per ridurre le emissioni nocive un fatto destabilizzante l’economia e non prioritario.
Non so se ciò corrisponda a verità, soprattutto quando si parla di interventi (anche italiani) per gestire l’immigrazione che proverebbero l’indifferenza dei governi di destra verso il problema relativo ai tanti che fuggono da posti ormai invivibili a causa del surriscaldamento del pianeta.
Ho l’impressione che la tesi sia semplicistica e non tenga conto della complessità del problema. Ma, forse, non troppo lontana dalla realtà.
E’ un fatto che Trump, per esempio, quando era presidente negava che ci fosse connessione tra il surriscaldamento e l’inquinamento e non intendeva ridurre l’uso dei fossili ma aumentarlo. Mentre ora con Biden la situazione è diversa, ma fino a che punto praticamente? E la Cina che non si può definire certo di destra, non mi pare sia troppo concentrata nel ridurre le emissioni.
Certo ridicolizzare i movimenti giovanili come quelli di Greta Thunberg, metterli dentro il circuito di quelli telecomandati dalle lobby, non aiuta né a capire il problema né a fare passi avanti per risolverlo. Ma riduce tutto a scontro politico con la conseguenze che si fa poco per l’ambiente e quel poco è abbastanza irrilevante.

https://www.theguardian.com/commentisfree/2023/jun/15/hard-right-climate-catastrophe-extreme-weather-refugees

Ecco come Trump ha influito negativamente sulle politiche ambientali:

https://www.focus.it/ambiente/ecologia/tutti-i-modi-in-cui-trump-ha-peggiorato-clima-e-ambiente

Qualcosa Biden fa ma sembra ancora poco rispetto alle sue promesse iniziali:
https://www.teleambiente.it/usa-biden-legge-clima-tasse-salute/

https://www.agi.it/estero/news/2022-11-06/vertice-polemiche-via-focus-su-clima-e-giustizia-18724256/
e qui alcune delle conclusioni dell’ultimo vertice:

Credo che l’Italia dovrebbe darsi una smossa soprattutto sull’ambiente e diventare nazione leader per la lotta contro i devastanti effetti dell’inquinamento e dell’azione negativa dell’uomo sull’ambiente, gli effetti li vediamo purtroppo ogni giorno e sono di già devastanti nel nostro paese. La politica dovrebbe occuparsi giorno e notte soprattutto di questo ed essere da esempio per tutti quei paesi che sembrano non aver ancora capito quanto sia importante combattere le emissioni nocive e il consumo di suolo.

21 commenti su “Emissioni ed omissioni”

  1. L’unico approccio serio per ridurre il riscaldamento, l’inquinamento, le migrazioni ecc… è un programma di riduzione della popolazione del Pianeta.
    Se continuiamo ad aumentare di numero tutti i buoni propositi sono solo palliativi.
    L’aumento della popolazione vanificherà qualsiasi comportamento virtuoso.
    Diminuire la popolazione significa esportare il modello italiano. In Italia stiamo diminuendo senza che nessuno ci imponga niente. Abbiamo smesso di crescere negli anni ’60 con l’emancipazione femminile.
    Tutto sommato, far capire alla gente che fare più di due figli a coppia non ha senso, è più facile che fargli capire che si deve risparmiare energia.
    Nel 2022 l’effetto serra ha avuto un’accelerazione. Il divieto di usare il gas russo ha fatto riaccendere le centrali a carbone.
    La fuga di metano dal gasdotto sottomarino (il metano contribuisce all’effetto serra 300 volte più della CO2) ha fatto il resto.
    Se Biden fosse veramente sensibile ai problemi ambientali non ci avrebbe imposto di rinunciare al gas, che contribuisce molto meno del carbone.
    Tutti bravi a parole.
    R
    Biden non ci ha chiesto di rinunciare al gas è Putin che fa la guerra non Biden, lei si sbaglia e usa le lenti alla rovescia.

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  2. @Mariagrazia: è un argomento molto vasto. Certamente le destre estreme non sono sensibili al problema. Da quanto ho potuto osservare sui social network, i gruppi di destra sono spesso infarinati da una discutibile interpretazione della fede cattolica, per la quale l’uomo essendo al centro del Creato e potendone disporre a suo uso e consumo, non avrebbe nei suoi confronti alcuna responsabilità. Pertanto bene moltiplicarsi e consumare energia a più non posso, tanto arriverà qualche miracolo tecnologico che ci aiuterà. È una posizione che si presta a diverse controindicazioni:
    Le soluzioni tecnologiche, per esempio, non arrivano: la fusione fredda è per ora solo teorica, ma soprattutto su cosa sia la soluzione non c’è disaccordo. Nessuno a destra vede come soluzioni le auto elettriche o le energie rinnovabili, anzi.
    Inoltre: essendo una posizione fideistica, è sacra ed intoccabile. Questo l’espone a chiusura mentale a crearsi aspettative irrealizzabili. Tornando alla tecnologia: è ovvio che sia l’auto elettrica che i pannelli solari non siano la soluzione, ma possano essere parte di essa e non vadano rifiutati aprioristicamente (come anche l’energia nucleare, del resto).
    Questa mentalità fa vedere il mondo alla rovescia. La quantità di scienziati che ci mettono in guardia dal riscaldamento è ridotta alla figura di Greta Thurnberg, per la quale i negazionisti del clima nutrono una vera ossessione – del resto è giovane, ed è donna: qualcosa di inaccettabile. Per contro pochi sparuti scienziati, che sull’argomento clima come su altri errano clamorosamente (Zichichi, per esempio), sono issati sugli scudi a rappresentare l’intera scienza.
    Tuttavia io credo che l’emergenza climatica si imporrà pian piano anche all’agenda delle destre. Chi la subisce maggiormente, sono proprio i ceti più bassi che rappresentino la loro base elettorale. Nel frattempo un modo per parlare a costoro potrebbe convincerli che in nessun aspetto l’agenda ambientale è in contrasto con i loro valori. Vogliamo essere conservatori? Allora cominciamo con il conservare l’ambiente!
    R
    certo, si, conserviamo l’ambiente potrebbe essere un ottimo slogan, sia per la destra che per la sinistra. L’argomento è vasto, non c’è dubbio direi infinito. Potremmo discutere per ore su che cosa è stato fatto ma soprattutto su cosa non è stato fatto. E i partiti, tutti, hanno più colpe che meriti.
    Mi piace ricordare qui una frase di un poeta veneto: Andrea Zanzotto che diceva più o meno che si è passati dai campi di sterminio allo sterminio dei campi. Parlo del Veneto, la mia regione perché l’ho vissuta su di me la sua trasformazione: da quasi oasi naturalistica a territorio devastato prima dalla industrializzazione e poi dalla post industrializzazione. Per non parlare della cementificazione che ha ridotto non solo i campi ma proprio lo spazio vitale dentro il quale vivere ed ora riparare questa situazione sarebbe un argomento per i politici locali ma andrebbe esteso a tutte le regioni. Ma che cosa si fa, realmente, sia a destra che a sinistra per porre dei limiti reali alla speculazione e migliorare l’ambiente? Molto ma molto poco per non dire nulla.

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    • @Mariagrazia: bella e amara la citazione del poeta veneto.
      Vero che recentemente e solo in parte della società si è creata una coscienza ecologica. Tuttavia io non accuso le generazioni precedenti per lo sterminio dei campi, il buco dell’ozono (fortunatamente un problema avviato a soluzione), l’uso del carbone, la cementificazione ecc. Spesso da ambientalista mi sento muovere quest’accusa, che io svilirei gli sforzi dei miei nonni per garantirmi il benessere pur danneggiando l’ambiente. È una accusa ricorrente e meschina perché non è vero! Comprendo benissimo perché negli anni 60-70 avvenne il cosiddetto sterminio dei campi: altri tempi, altra consapevolezza, altre priorità. Ma ora, e sottolineo ora, vorrei vedere le cose cambiare: e si può fare. I miei nonni non sapevano cosa andavano incontro, noi invece si e non abbiamo scuse. E sì, né destra né sinistra hanno fatto molto per porre fine alla speculazione anche se, dovendo fare una graduatoria, l’oggi compianto Sig. B., con i suoi condoni edilizi…
      R
      Beh il signor B., pace all’anima sua, di colpe sulla cementificazione dell’Italia ne ha da vendere (e questo era il suo mestiere). Ci ha venduto le radici del Paese per accumulare un patrimonio che ora, gli eredi, dovranno gestire e non sarà facile, anche, se francamente non mi fanno molta pena. Ma la ricchezza, sappiamo non da la felicità, su questo credo siamo tutti d’accordo, ma aiuta. Si possiamo fare tanto e nel mio piccolo io quello che posso fare (da anni) lo faccio, non sto a dire cosa, uno dei miei chiodi fissi sono gli alberi che adoro e cerco di salvarli se ci riesco perché le motoseghe sono crudeli e io non le posso sentire in azione senza che mi salga un grosso nodo alla gola e un moto istintivo di rabbia.
      Ma non amo molto le pale eoliche, deturpano l’ambiente come non sarei molto propensa all’energia dal nucleare. Ma propendere per politiche serie di contenimento del traffico urbano e sub urbano, aerei, Tir e Co. E tanto altro.

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      • @Mariagrazia: intanto, una buona notizia: i cittadini svizzeri hanno fatto passare un referendum “salva ghiacciai” che impegna il governo a raggiungere la neutralità delle emissioni entro il 2050. Qualche musone replicherà che “ehhh, ma se non ci si mettono Cina ed India…”. Balle, arrampicate, scuse. Dobbiamo metterci tutti a cominciare da noi europei avendo beneficiato per primi dello sviluppo industriale.
        Buona notizia nella buona notizia: se l’obiettivo “2050” può apparire vago e remoto lo stesso referendum impegna il governo in qualcosa di più immediato e verificabile: far pagare più tasse alle multinazionali. Dobbiamo farcelo spiegare dagli svizzeri cosa è giusto fare con questi soggetti?
        PS. Ieri ho osservato in giardino il volo di piccolo cervo volante. Una meraviglia. Oltre agli insetti impollinatori, così descritti nel libro cui ha contribuito Lenzini. Se riuscissimo anche a livello mediatico e divulgativo (quanti conoscono esattamente cosa sia l’impollinazione?) a raccontare le meraviglie della natura sotto casa, allora forse le masse svilupperebbero una maggiore sensibilità ed attenzione verso l’ambiente e, per esteso, al bene comune.
        R
        si ha ragione, il cervo volante una delle tante meraviglie della natura, ora sotto protezione perché in via di estinzione (a causa della nostra dabbenaggine) e ha ragione anche sulla necessità di diffondere con tutti i mezzi le meraviglie della natura che sono infinitamente piccole e immense e che vengono trascurate per seguire le onde di tutti quei maledetti diffusori di menzogne e artifizi che vengono definiti devices giustamente “dei vizi”.
        E ci sono tante cose che potremmo imparare dalla Svizzera.

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  3. La colpa non è di Biden, che fa gli affari suoi, ma di noi babbei che ci svegliamo adesso e ci accorgiamo che dal punto di vista energetico dipendiamo sempre da qualche simpatico dittatore dal grilletto facile.

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  4. Ma basta con la storia dei dittatori!
    La Russia non ci ha fatto mai mancare il metano e il petrolio, non ci ha mai ricattato per queste forniture.
    Un fornitore più affidabile di Putin non c’è.
    Se è un dittatore è un problema dei russi, non nostro.
    Buoni gli altri fornitori! Arabia Saudita, dove c’è meno libertà che in Russia. Emirati arabi, Kuwait, sultano del Brunei, Algeria, Libia, Venezuela.
    L’unico fornitore democratico sono gli USA, che ce lo fanno pagare il doppio, e ci ricattano in continuazione.
    Non abbiamo capito che era tutto il contrario: il gas e il petrolio russo rappresentavano una diversificazione rispetto al monopolio delle 7 sorelle e una garanzia di non dover sottostare ai ricatti degli americani. Lo aveva capito bene Enrico Mattei, e ha fatto una brutta fine.
    E chi più di loro ha il grilletto facile? Siamo assediati dai migranti in fuga dai Paesi dove gli americani hanno fatto guerre che non hanno prodotto nessun risultato e hanno gettato quei Paesi nella miseria e nella disperazione.
    Le nostre imprese che lavoravano in quei Paesi, così come in Russia, sono fallite o hanno chiuso e licenziato.
    E noi continuiamo a preoccuparci di Putin, che non ha neppure la forza militare per conquistare un quarto di Ucraina …….
    R
    poverino, Putin quasi quasi farei una colletta, in fondo è cosi buono…

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    • @luigi: c’è un’aggravante, non è solo essere stati dipendenti di un dittatore, come scrive Mauro. È l’avergli finanziato le spese militari con cui ha riportato una guerra di espansione sul nostro continente dopo 70 anni. Per questo il minimo che possiamo fare per riparare è tagliare i ponti con la Russia (fatto) e sostenere l’Ucraina (fatto). Saluti e stia tranquillo, malgrado tutto.
      PS ho letto un libro (“Ronzii”) cui ha contribuito tanto da essere citato nei ringraziamenti e seguo i suoi interventi naturalistici su FB. Quando non si fa prendere dal cinismo e dalle opinioni disinformate in difesa di Putin scrive cose sensate e condivisibili.

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  5. Signora Gazzato, Putin non è buono, è certamente cattivo, ma è debole, e non è pericoloso per l’Europa e, in particolare, per noi.
    Diventerà pericoloso, e molto, solo se la NATO entrerà in guerra a fianco dell’Ucraina.
    Sarebbe la più grande stupidaggine che potrebbe fare l’Europa: mettere a rischio i nostri Paesi per una guerra che non ci riguarda.
    Spero proprio che i nostri governanti non siano tanto stupidi da farlo, e dicano finalmente no agli americani se ce lo chiedessero.
    R
    Lenzini, io sono proprio convinta che lei abbia preso una cotta per Putin. Si distragga, certe cose possono essere pericolose…

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  6. Rispondo a Lenzini e alla Sig.ra Gazzato che, secondo me, anche a costo di passare per un “fissato”, l’unica cosa giusta che oggi come oggi possono fare i governanti europei e’ quella di sedersi attorno ad un tavolo e cominciare, seriamente e con determinazione, a ragionare per trovare la quadra onde di costruire, quanto prima, una ben organizzata ed autorevole confederazione in grado di arginare le eventuali mire espansionistiche putiniane, la perniciosa diffusione cinese di ognicche’ (merci, tecnologia, prodotti rari, financo virus), la baldanzosa spavalderia americana con le sue mattane ed americanate, il fanatismo musulmano, che conduce quelle genti, a guisa di una droga, ad invocare e combattere guerre pseudo…sante in nome di una ….pseudo religione che di umano e razionale mi pare abbia ben poco.

    Una Europa politicamente unita, economicamente e militarmente forte, in grado di dipendere il meno possibile da ingerenze esterne (politiche, economiche, sociali, militari…), e’ la sola strada che possono intraprendere, gli Europei, se vogliono ancora…non solo vivere, salvaguardando davvero le loro tante decantate liberta’, civilta’, democrazia, diritti umani…e via dicendo, ma soprattutto fornire, tutti insieme uniti, quel valido contributo indispensabile per la risoluzione di problematiche altrimenti impossibili al singolo Paese del nostro continente.

    In caso contrario tutti quei bei “valori” andranno a farsi benedire e il nostro continente diventera’ una “dipendenza” di chiunque delle succitate potenze vorra’ qui mettere stabili radici.

    (Gli Americani in Europa hanno gia’ basi militari con la scusa della NATO; i Cinesi mirano a installare canali commerciali e a comprare eccellenze e marchi italiani..; i Musulmani hanno riempito da tempo Francia, Germania, Regno Unito … di moschee e colmato interi quartieri o addirittura citta’ con la loro presenza, tant’e’ che oggi cittadini francesi, inglesi, tedeschi e via dicendo sono di origine extraeuropea… ma, in realta’, culturalmente mai integrati col nostro modo di essere e di vivere per cui ogni tanto qualche terrorista, con cittadinanza di Paese europeo ma…musulmano, combina qualche strage o accoltella inermi passanti in nome di…Allah).

    I governanti europei devono convincersi, per il nostro bene comune, di smetterla nel turlpinarsi a vicenda, nel continuare a coltivare anacronistici nazionalismi illudendosi di sopravvivere con le proprie forze agli tsunami planetari che ci investono devono farla finita ad emanare demenziali disposizioni comunitarie che oltre a non essere di prioritaria importanza, sono del tutte insulse e fuori luogo

    (dimensione cetrioli, politiche gender, insetti come cibo, tutto green per una ecologia meramente ideologica, normative su come pescare… e poi, forse, come sedersi a tavola, quale pigiama indossare a letto la notte, quante volte ci si deve recare in bagno…)

    se si pensa alle imminenti e minacciose problematiche che ci assillano e coinvolgono il pianeta

    (guerra mondiale a pezzi, cambiamenti climatici, esodi biblici di gente disperata che mira a stabilirsi in continenti e Paesi piu’ accoglienti tipo Europa, USA, Australia…);

    dulcis in fundo il sovraffollamento planetario e le soluzioni da trovare per far si che la popolazione mondiale diminuisca o, perlomeno, si stabilisca stazionariamente.

    Se il problema della unificazione politica europea dovessero essere gli Statunitensi…si abbia, da parte dei leaders europei, la forza di svincolarsi da tale soffocante abbraccio e si cominci a camminare da soli, una buona volta.

    Sembriamo davvero, noi Europei, come quei bamboccioni che a trent’anni suonati…od anche piu’, dipendono ancora da una mamma possessiva, gelosa ed invadente;
    senza frequentare mai una ragazza, insicuri e… dipendenti in tutto e per tutto dalla loro genitrice anche se laureati, economicamente in ottimo stato e con una salute ed un fisico niente male.
    L’ unico neo…e’ la forza di volonta’ di staccarsi dal soffocante vincolo materno e cominciare a camminare con le proprie gambe!!

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  7. Francesco, sì. Io ho l’hobby della ricerca naturalistica. E’ un bel passatempo che fa trascorrere giornate nella natura e dà l’occasione di interagire con tante belle persone.
    Le assicuro che metto lo stesso rigore logico e la stessa onestà intellettuale in una ricerca naturalistica come in un’analisi politica.
    lo vogliamo mettere in chiaro una volta per tutte che non mi passa neppure per la mente di voler difendere Putin? E’ una cosa che ritengo irrilevante e che non mi interessa.
    Alla fine credo che lei e la signora Gazzato non lo pensiate veramente, ma lo scriviate per sfottermi. Non posso credere che quello che scrivo possa essere travisato fino a questo punto.
    Io faccio un discorso molto banale.
    L’Italia è un Paese industrializzato tra i più forti del mondo ed è uno dei più poveri di materie prime. Somigliamo molto al Giappone, mutatis mutandis.
    Che cosa deve fare un Paese come il nostro o come il Giappone o la Corea del Sud? Trovare compratori per i propri prodotti finiti e trovare fornitori di materie prime.
    Se un Paese è le due cose insieme è un partner commerciale perfetto, da tenerselo stretto. Acquistare invece materie prime da un altro Paese industrializzato, come gli USA, è quello che in Toscana si dice “comprare il pesce dai gatti”.
    Le industrie italiane, purtroppo, se volevano prosperare, non si sono mai potute permettere di giudicare i propri clienti e fornitori. Abbiamo commerciato con dittatori, sultani, autori di genocidi, fondamentalisti islamici ……. purché ci pagassero bene, o, viceversa, ci vendessero materie prime a buon prezzo.
    Il miracolo economico italiano non sarebbe stato lo stesso se avessimo fatto gli schizzinosi.
    Mi pare chiaro che la faccenda dei diritti umani è un pretesto per attaccare i governi che non sono amici degli americani, come Russia, Bielorussia, Cina, Iran, mentre gli stessi americani chiudono tutti e due gli occhi di fronte al fatto che in Arabia Saudita si lapidino le adultere e che l’Arabia stessa stia martoriando da anni lo Yemen forse peggio di quanto sta facendo la Russia in Ucraina.
    Per non parlare del sostegno che gli USA garantiscono ad Israele qualsiasi cosa combini quel governo.
    Se loro chiudono gli occhi di fronte alle nefandezze dei governi amici, dovremmo sforzarci di aprirli noi e cercare di capire una buona volta, al di fuori della propaganda, quali sono le vere strategie dei potenti del mondo, e, come europei, dovremmo cercare di inserirci come negoziatori e portatori di pace. E in modo da salvaguardare i nostri interessi. Non come burattini autolesionisti e possibili capri espiatori sciocchi di ritorsioni provocate da altri che lanciano il sasso e nascondono la mano.
    R
    No, Lenzini io non sfotto nessuno, non so come dirglielo senza sembrare scortese ma io non ne posso più di leggere le sue analisi perché lei non considera una cosa molto importante che La Russia ha lanciato un’offensiva ad un paese sovrano, ta massacrando civili, sta facendo quello che tutte le regole che ci siamo dati dalla fine dell’ultimo conflitto in qua, stabilivano come soprusi e prepotenze foriere di altre guerre e lei vorrebbe che facessimo finta di non sentire e non vedere e che tutto continuasse come prima? Già cosi mi pare che la Russia e anche altri paesi, eludano le sanzioni alla grande e lei non fa che denigrare gli americani come se fossero loro i colpevoli dei massacri, lo stesso fa con Zelensky
    Lei sarà anche bravo come naturalista ma dimostra un grande cinismo nei confronti degli ucraini e una totale indifferenza nei confronti dei crimini compiuti dalla Russia.
    Lei è padrone di pensarla come le pare, ma non dica che la sfotto se qualche volta scherzo, lo faccio per non essere molto più incisiva ma le assicuro che le sue idee non mi piacciono affatto e anche se lei lo nega, la sua difesa di Putin è palese costante e insopportabile da un anno e passa.

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    • @luigi: ha già risposto Mariagrazia e non ho nulla da aggiungere. Solo una preghiera: la chiudiamo qui con il tema Ucraina in un post che parla di ambiente?

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  8. Francesco, ma lei crede veramente che la guerra di Putin sia una guerra di espansione?
    Che Putin si voglia portare il nemico in casa? Gli ucraini odiano i russi.
    Se avesse voluto annettere il Donbass lo avrebbe fatto nel 2014 quando è scoppiata la guerra civile e l’Ucraina era molto meno armata di ora.
    Invece ha sempre chiesto solo uno statuto speciale per i russofoni come abbiamo concesso noi agli altoatesini o gli spagnoli ai catalani.
    L’unico obiettivo serio di Putin era verosimilmente impedire che l’Ucraina entrasse nella NATO e che gli installassero basi militari e centri di spionaggio elettronico sul confine.
    Putin sarà un criminale, ma non è uno stupido, e avere mire espansionistiche in questo contesto sarebbe una velleità da idioti.
    R
    Eccolo…cosa le dicevo? e poi lei sarebbe quello che non difende Putin…ma mi faccia il piacere! Lei insiste nella stessa tesi come un martello pneumatico e non fa che ripetere all’infinito la propaganda di Putin. E poi protesta…

    Rispondi
  9. Francesco, le buone intenzioni sono sempre apprezzabili, ma chi parla di Cina, USA ecc… ha ragione.
    Ci sono casi in cui ai sacrifici e all’impegno per essere virtuosi corrispondono vantaggi diretti.
    Per esempio, nella raccolta differenziata dei rifiuti e nel riciclaggio, che comportano un risparmio per i Comuni e per il Paese proporzionale all’impegno che ci mettiamo perché la ricaduta è a livello nazionale.
    Se invece parliamo di effetto serra, inquinamento, esaurimento delle fonti di energia …. l’impegno e i risultati che può ottenere la Svizzera, o l’Italia, danno solo un contributo minimo alla soluzione del fenomeno, che è di ampiezza globale.
    In sostanza, ci accolliamo il 100% dei sacrifici, e otterremo un 1% di risultati per il nostro Paese.
    E non credo che l’esempio della Svizzera farà cambiare idea ai grandi inquinatori, che hanno enormi problemi da risolvere e enormi interessi da difendere.
    E comunque, ripeto che la strada maestra è la riduzione della popolazione mondiale. Altrimenti sono tutti palliativi che servono solo per pulirsi la coscienza, o, a volte, per creare business.

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    • @lenzini. Noi ci siamo già presi buona parte dei benefici, e da almeno tre generazioni. Dobbiamo partire da questo fatto assodato altrimenti invece di cooperazione otteniamo un meritato “andate a quel paese”. Quando un abitante del Bangladesh peserà ambientalmente come un tedesco ne riparleremo.
      Sulla diminuzione di popolazione sono d’accordo, ma vallo a spiegare ai negazionisti e sostenitori della crescita senza limite e senza vincoli.

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  10. Caro Francesco, il problema è concreto, non è una questione di principio.
    Come dire che, se noi siamo andati emigranti nelle Americhe, oggi dobbiamo accogliere tutti.
    Sono associazioni di parole, ma i concetti non quadrano.
    Faccio un esempio concreto.
    Legambiente sostiene il taglio periodico dei boschi (ceduazione) per produrre energia. Dicono che, secondo certi calcoli (ottimistici) si risparmiano combustibili fossili e si riducono le emissioni di CO2.
    A parte che non dicono che bruciare legno, oltre a CO2, produce composti aromatici cancerogeni, formaldeide, diossina ecc…, Il risparmio di CO2 va a confluire nel calderone globale, mentre i boschi li perdiamo al 100% noi.
    E i boschi non sono solo legno. Sono paesaggio, biodiversità, attività ricreative, e tanto altro, tra cui gioia per lo spirito e cervi volanti e Cerambyx che volano all’imbrunire.
    Io sono contrario a questi slanci di altruismo, che, in realtà, nascono da business ben precisi, che si reggono sul guadagno economico più che sul guadagno energetico.
    R
    Legambiente non fa sempre onore al nome che porta. Ma, non è chiaro il punto che vuole portare. Almeno a me.

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  11. Signora Gazzato, io trovo ragionevole che si rinunci a qualche comodità, a qualche lusso, se ne otteniamo un vantaggio diretto e proporzionale per noi italiani.
    Farlo per compensare in piccola parte i danni prodotti dai cinesi, dagli americani, dai brasiliani … mi pare autolesionismo.
    Come nel caso dell’aumento della popolazione. Noi italiani abbiamo fatto quello che tutto il mondo dovrebbe fare: smettere di crescere di numero.
    Ma quali risultati abbiamo ottenuto? Noi diminuiamo e gli altri, quasi tutti, continuano a crescere, e vengono a vivere nel nostro Paese. Noi abbiamo il problema da risolvere che stiamo diventando, almeno transitoriamente, una nazione di vecchi, mentre il mondo continua nel suo insieme a diventare sempre più sovrappopolato.
    Come avevo scritto prima, la CO2 se ne va nell’aria e fa il giro del mondo. Se noi ne produciamo di meno il guadagno non resta nel nostro Paese, ma si diluisce nel totale dell’atmosfera.
    Se parliamo di acquisto di combustibili fossili, invece, se installiamo parchi eolici e solari e coibentiamo gli edifici, il risparmio nell’acquisto lo realizziamo a livello nazionale.
    Se riduciamo l’uso della plastica e la ricicliamo abbiamo vantaggi a livello anche nazionale.
    Se risparmiamo nell’uso di acqua potabile il vantaggio è nazionale.
    La lotta all’effetto serra o la lotta alla crescita demografica non hanno senso se fatte da pochi Paesi. O ci convinciamo tutti che va fatta e diamo tutti il proprio contributo in proporzione, a cominciare dai più grandi, oppure chi la fa si sta sacrificando per gli altri.
    Questo è bene che si sappia. Tagliare i boschi per bruciare legno, per esempio, non porta nessun vantaggio per il clima italiano. Solo sacrifici per l’Italia.
    R
    Tagliare boschi se non per motivi di sopravvivenza dei boschi stessi, per me non ha senso. Per il resto lei fa un discorso condivisibile, ma lo sa bene che i vari incontri internazionali per diminuire le emissioni si sono risolti spesso con poco o nulla di fatto. E vale comunque la pena sempre di dare l’esempio anche se non ottengono effetti straordinari. E’ pur sempre un esempio positivo che potrebbe dare frutti. Chi ha inquinato tanto sinora, dovrebbe tirare i remi in barca, pensare di andare di concerto è un po’ come costringere Putin a sedersi al tavolo della pace: chi vuole la guerra a fare pace non ci pensa davvero.

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  12. Se dobbiamo all’uomo i disastri che l’ambiente ora ci propone in forme ed aspetti lungamente previsti ma mai seriamente considerati, al poeta dobbiamo mirabili concentrazioni di emozioni, come questa:

    Specchio
    di Salvatore Quasimodo
    Ed ecco sul tronco
    si rompono le gemme:
    un verde più nuovo dell’erba
    che il cuore riposa:
    il tronco pareva già morto,
    piegato sul botro.
    E tutto mi sa di miracolo;
    e sono quell’acqua di nube
    che oggi rispecchia nei fossi
    più azzurro il suo pezzo di cielo,
    quel verde che spacca la scorza
    che pure stanotte non c’era.

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  13. Il peggior disastro che l’uomo (con la complicità della donna) ha causato al Pianeta è stato di riempirlo di esseri umani.
    Ai tempi di Napoleone eravamo 8 volte meno di oggi.
    Eppure il mondo era già bello e vario. C’erano già stati i filosofi greci, Dante, Leonardo, Galileo, Mozart, Vivaldi, Shakespeare, Beetoven, Newton ……
    Non serve a niente essere tanti. Aumentano solo i problemi.
    Si consuma di più, si inquina di più, si occupano sempre più gli spazi naturali …….. è la “madre” di tutti i problemi.
    R
    essere tanti…ma Lenzini lei vuole pianificare le nascite nel mondo? Si pone a revisore delle politiche demografiche mondiali? Vaste programme Monsieur!

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  14. Quasimodo, uno dei poeti moderni da me preferiti, oltre che conterraneo. Bella poesia, ne propongo un’altra anch’essa divenuta attuale

    Anno Domini MCMXLVII
    Avete finito di battere i tamburi
    a cadenza di morte su tutti gli orizzonti
    dietro le bare strette alle bandiere,
    di rendere piaghe e lacrime a pietà
    nelle città distrutte, rovina su rovina.
    E più nessuno grida: «Mio Dio,
    perché m’hai lasciato?» E non scorre più latte
    né sangue dal petto forato. E ora
    che avete nascosto i cannoni fra le magnolie,
    lasciateci un giorno senz’armi sopra l’erba
    al rumore dell’acqua in movimento,
    delle foglie di canna fresche tra i capelli,
    mentre abbracciamo la donna che ci ama.
    Che non suoni di colpo avanti notte
    l’ora del coprifuoco. Un giorno, un solo
    giorno per noi, o padroni della terra,
    prima che rulli ancora l’aria e il ferro
    e una scheggia ci bruci in piena fronte.
    R
    bellissima, chiaro il riferimento. Ma Putin non si ferma con la poesia, neppure se esce dal genio di Quasimodo.

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  15. Signora Gazzato, il programma di riduzione delle emissioni di CO2 è ancora più difficile da realizzare, eppure ci stanno provando.
    Si dovrebbero legare i due obiettivi. E, per lo meno, se ne dovrebbe parlare seriamente come si parla dell’effetto serra.
    Una Greta Tunbergh che andasse in giro a proporre il modello italiano di crescita zero o meno di zero, tanto per cominciare a parlarne, sarebbe una bella cosa.
    R
    non avrebbe alcun effetto sui problemi che sono attuali e non procrastinabili.

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  16. E’ questo il motivo per cui il risparmio di energia non servirà a niente.
    Si punta a piccoli risultati immediati (e poi neppure tanto) senza pensare a lungo termine.
    Fare come dice Greta è coma sgottare l’acqua da una barca che affonda con una sassola senza chiudere mai la falla da cui entra.
    Prima va chiusa la falla e poi si svuota la barca.
    Per risolvere i problemi attuali non procrastinabili, come li chiama lei, in realtà non sta facendo niente nessuno.
    Darsi un obiettivo al 2050 come ha fatto la Svizzera non significa adoperarsi per i problemi attuali.
    R
    Lenzini, quando lei fa le sue osservazioni, si documenti su come la penso e su quello che scrivo. Lo può fare facilmente scorrendo i commenti e l’articolo in home page.
    Perciò che lei mi si metta in cattedra e mi dia lezioni (parlando a suocera) non MI sta bene per niente.
    Il problema è estremamente complesso, lei non può venire qui mettersi in cattedra scrivendo due righe e dicendo in pratica che non abbiamo (ho) capito nulla e che Greta farebbe bene a fare questo e quell’altro…
    Se lei mi legge bene io dico proprio che finora non è mai stato fatto NULLA e però se Francesco mi fa notare che la Svizzera o che la Germania fanno qualche cosa anche piccola, non posso che rispondere: MEGLIO DI NIENTE.
    Spero di essere stata chiara.

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