Il filosofo di riferimento dei Cinquestelle, De Masi, ha affermato in una trasmissione TV che “E’ meglio vivere in una dittatura che morire”. Queste sono le parole usate da Giorgia Meloni durante un suo intervento in Parlamento, per sintetizzare le parole di De Masi, (ma la sostanza non cambia), e chiedere ai grillini se sono d’accordo col loro ideologo ispiratore.
Questa frase è semplicemente disgustosa e fa venire subito in mente i morti per la Resistenza e i tanti che non hanno esitato a sacrificare la propria vita per la libertà.
Chiaramente De Masi si riferiva agli ucraini e alla loro Resistenza attuale e gli invia un monito a desistere, a consegnarsi a chi li vuole schiavi, perché non c’è alternativa: o arrendersi o morire.
E se loro preferiscono morire, chi sarebbe De Masi per pontificare che è meglio schiavi che morti?
Da che pulpito parla questo signore, uno che i grillini seguono come un oracolo e che pare abbia guidato e stia guidando tutte le loro scelte? Perché c’è da chiedersi proprio con quale autorità si possa condensare in una frase e con tanta sfacciataggine una palese richiesta di rinuncia a uno dei valori fondanti della nostra civiltà: la Libertà.
Ora si spiegano i decreti i Dpcm e tutto l’armamentario con il quale Conte ha sgovernato l’epidemia di Covid. Senza fermarla ma allo stesso tempo diminuendo drasticamente la libertà e i diritti degli italiani. Ora si capisce da chi Conte ha preso ispirazione per tutte quelle regole che trattavano una buona parte della popolazione come cani o ebrei durante le persecuzioni naziste: estromessi persino dalla possibilità di entrare alla Posta per riscuotere la pensione o togliendogli il diritto al lavoro e penalizzandoli e marchiandoli a fuoco come reietti della società.
Ora è chiaro: il De Masi pensiero è il fulcro della ideologia grillina. E, infatti, si vedono i risultati: il Movimento 5S sta perdendo terreno ogni giorno ed è sul punto di sparire, di dissolversi nel polverone da esso stesso provocato e anche se rimarranno dei rimasugli sorti dalle sue ceneri, prima o poi la sua irrilevanza sarà tale da non poter più incidere neppure per sbaglio nella politica italiana. Io lo spero. I danni che ha prodotto e che produce tuttora sono ormai evidenti a quasi tutti e quei pochi che gli crederanno ancora rimarranno a ricordarci che certi sbagli si pagano e si pagano anche a caro prezzo.
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