Eppure piove ancora

Mentre c’era chi pensava a combinare i colori e a tatuarsi le sopracciglia, nessuno in Emila Romagna ha pensato di mettere in sicurezza i fiumi. La siccità aveva messo tutto “in regola”, gli abusi condonati e tutto va bene madama la marchesa.
Pare brutto prendersela con l’ overdog Bonaccini, già lui è stato impegnato con le primarie del PD e a cercare alleanze con gli altri overdog grillini, troppo per un solo uomo. Pensare anche a mettere in sicurezza un territorio che ha più argini che abitanti, era sicuramente impresa titanica, E Bonaccini titanico non è, è piuttosto (almeno in questo frangente) un po’ Monaccini, passatemi il venetismo.
Ma il dispiacere è tanto nel vedere quelle scene, ancora, dopo tutta la retorica dei grillini e dei piddini e affini, sulla difesa del territorio: prima e quasi unica battaglia da tutti tanto sbandierata, evidentemente persa e persa alla grande.
Piove ancora e come non se ne dia la colpa al governo in carica mi lascia un po’ perplessa. Ma non è ancora detto, basta aspettare.

Tutta la mia solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite.

Giri di giostra

Cambiano le cose in Rai, qualcuno fa le valige, nolente, si capisce perché ci sta da decenni e di andare in pensione non ci sente.

Lo capisco. ma, forse deve essere per questo che piove alla faccia della siccità: sono le lacrime dei fans di Fabio Fazio e del medesimo? Qualcuno parla di “epurazione”, di deriva anti democratica, di “colpo di stato”.

L’obiettività, il pluralismo e lo spirito democratico della nostra Rai sono obiettivi perseguiti col massimo della soddisfazione di tutti. Pago il canone da una vita ma il “servizio pubblico” che la Rai sinora mi ha fornito, io non l’ho quasi mai usufruito.

Perché? ma perché non mi ha mai convinto. Non nego che talvolta abbia guardato qualche TG o qualche programma di “intrattenimento”, ma, francamente, con i peli un po’ sollevati e lo spirito critico allertato.

Ma capisco benissimo che Fabio Fazio (come altri) che aveva una poltrona ben comoda e fissa mentre il posto fisso, ci continuano a dire da decenni, non è più cosa, si possa sentire spiazzato. Il posto fisso è utopia, la precarietà, per i giovani come per tutti è la realtà. C’è chi dopo anni o decenni, viene licenziato con un messaggino. Allora non si spiega come mai alcune star molto in vista della TV di stato, devono essere fisse come le stelle. Inamovibili e trattate come se fossero semidei.

Ben pagate, come Fazio che percepisce stipendi da favola. La Rai deve fornire posti fissi eterni e stipendi da favola, mentre la realtà del paese va in direzione del tutto contraria con posti che traballano ad ogni fischio di vento e pagati sotto la soglia della miseria nera?

Ci saranno dei cambiamenti? me ne farò una ragione con i ringraziamenti ai suddetti personaggi, che non ho quasi mai guardato (anche se il canone lo pago) e che vivranno benissimo anche se dovranno cambiare poltrona.

Ma non credo che questo comporterà un danno per la democrazia. al massimo, se proprio non saremo in sintonia coi nuovi programmi e star televisive, possiamo sempre azionare il telecomando. Almeno fino al prossimo giro di giostra.

Il Papa e Zelensky

Il bagaglio appresso del premier ucraino non può essere che la sua tristezza, la sua determinazione e poco altro: un cambio di biancheria, uno spazzolino da denti, e un cambio di vestiti militari, quelli che indossa da quando Putin ha lanciato l’invasione del suo Paese

Per uno che vive a stretto contatto con la morte da oltre un anno è più che sufficiente.

Zelensky è venuto in Italia per molte ragioni, non ultima, credo, dimostrare al suo invasore che non lo teme. Qualche porta qualcosa del presidente russo, di recente dopo i droni sopra il Cremlino aveva sentenziato: “Zelensky deve morire”.

Beh, se proprio deve morire, il premier ucraino deve aver pensato che era meglio morire da vivo. E questo spero avvenga quando Ben Altro che Putin avrà deciso che è arrivata la sua ora.

Per ora viaggia e viaggia anche tanto per uno “condannato a morte” e sotto tiro costante dell’armamentario russo miliare e mediatico.

Il suo incontro con Papa Francesco, credo sia stato il suo obiettivo principale. Non credo considerasse che sarebbe avvenuto il giorno della commemorazione della Madonna di Fatima, il 13 di Maggio, no, non lo credo. Credo piuttosto che il caso abbia voluto che accadesse in questo giorno che, per chi crede, può essere un segnale.

I due: il Papa e Zelensky mi sono sembrati legati da qualche cosa ed ho pensato a cosa. Mi è venuta in mente la Croce: entrambi ne portano una, il Papa quella di Cristo che lui rappresenta in terra e Zelensky quella del suo popolo, l’Ucraina devastata e massacrata da un uomo senza pietà. Il viso del premier ucraino è quello di un giovane uomo provato dalla sofferenza ma non rassegnato, al contrario molto determinato ad avere Giustizia e Pace per il suo popolo. Il volto del Papa è preoccupato per le sorti del mondo, per le implicazioni di questo conflitto che lui cerca di fermare da un anno, ma senza risultati. Almeno sinora.

I due, in questo momento mi sono sembrati assomigliarsi un po’, non sembri mancanza di rispetto: Papa Francesco ha dimostrato quanto la sua umanità sia presente in tutte le sue manifestazioni e non credo se ne avrebbe a male.

Nessuno può leggere nel futuro, ma credo che questo incontro tra i due possa segnare una svolta nelle sorti del conflitto. Una svolta positiva anche se Zelensky ha detto che non ha bisogno dei mediatori. La “mediazione” di un Papa, anche se non richiesta è sicuramente la benvenuta e Zelensky lo ha affermato facendogli visita e con quella mano sul cuore: “E’ un grande onore”.

Ma la Pace non è e non deve essere ottenuta con una resa, lo ha detto il Presidente Mattarella e lo ha detto soprattutto il premier ucraino determinato a andare fino in fondo nella difesa del suo popolo e del suo territorio. E il Papa non può che stare dalla sua parte.

Maldicenza e malcreanza

Ho avuto modo  molte volte, fin da bambina, di toccare con mano la maldicenza. Quella sulle donne è di solito molto pesante e persino devastante.

Le donne, ma anche gli uomini, sanno essere cattivi e quando vogliono diffamare qualcuno sanno quali arti sottili mettere in atto.

Lo scelgo come tema per l’articolo di oggi, il motivo c’è, naturalmente se accantono per un po’ la politica.

Noto, osservo e incamero con le mie antenne formatesi negli anni, che il pettegolezzo, la maldicenza, viene usata ancora moltissimo come valvola di sfogo da alcuni per non dire da molti, quando non hanno altre “armi” più affilate per fare del male a chi non gli sta simpatico. Può essere antipatia ma anche invidia, paura di essere messi in ombra da chi sembra possedere una personalità più forte.

A chi, come nel mio caso, non ha paura di dire, chiaro e tondo come la pensa piuttosto che usare sotterfugi.

Ma, alla maggior parte delle persone, non piace che gli si dica chiaro come la si pensa, preferisce, anche a costo che li si prenda in giro, una versione edulcorata di un bel NO chiaro e netto. Che però in senso lato si può anche intendere come una contrapposizione netta tra idee diverse.

E allora succede che la persona che ha ricevuto quel no si vendichi.

Si, proprio cosi, non facciamo gli ingenui, le vedo le facce a punto interrogativo dei mei (trenta?) lettori.

Ebbene si i diffamatori e le diffamatrici esistono.

Bella scoperta, direte voi. Ok, non scopro che l’acqua calda, ma oggi mi va cosi.

Alzi la mano che non si è mai accorto che qualcuno ha parlato male dietro le spalle di lui.

Si, certo, c’è chi se ne infischia. E fa bene, anzi benissimo, lo faccio anch’io. Ovviamente, nel caso mi accorga che ciò avviene. E’ successo in passato e non ho motivo di dubitare che succeda anche ora. C’est la vie.

Però, però, non sarebbe neppure tanto giusto che questi pettegoli/pettegole la passassero sempre liscia, non vi pare?

La diffamazione è un reato ma tanti se lo legano al dito e trovano mille scappatoie. Ci vogliono le prove!

Già, e sono capaci di smentirti pure se gli porti le prove:…la firma non è la mia, dicono nel caso che le abbiano pure messe per iscritto, c’è un complotto, ma quando mai io potrei aver detto quella cosa, ma che ti vai ad inventare?, …e via di seguito.

Sono come quelli che ti copiano le battute: La creatività è di tutti! Sono capaci di risponderti persino se gli porti prove certe che hanno copiato.

Certo, come la sfacciataggine ma per qualcuno è un po’ più uguale.

E ne possiede in quantità industriali.

Ditemi che non è vero.

————————————————————————————————-

L’ho pubblicato nel 2019 ma da allora non solo non trovo che sia cambiato molto ma che il “mondo” sia molto peggiorato.


Il miracolo di Roma

Il presidente ucraino Zelensky è a Roma. E’ arrivato a Ciampino ed è stato accolto dal ministro degli Esteri Tajani che gli ha dato il benvenuto. Tra parentesi, una piccola nota: il nostro ministro degli Esteri italiano si chiama Tajani, non sembri una presa in giro, lo trovo davvero particolare in questo momento che si chiami cosi, un po’ come se il ministro della Difesa ucraino si chiamasse Krajini…ma insomma, non conta lo so ed è persino banale. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha preferito…salvarsi. Lui non è andato a incontrare il premier ucraino, si è schernito dicendo: ma chi sarei poi io? Giusto chi sarebbe? Ha forse qualche crisi di identità? Grave, perché sarebbe anche vicepresidente, ma non se ne ricorda. Un Salvini un po’ sotto tono, Che sia la raggiunta maturità? Lo vedo invecchiato, un po’ imbolsito, niente a che vedere con il Salvini del governo giallo-verde. Sembra un altro uomo.

Beh, si cresce e si impara a vivere e anche a mettersi in disparte quando non si ritiene necessario mettersi in mostra, meglio l’ombra…più sicura.

Zelensky comunque vedrà il presidente Mattarella, avrà un colloquio con lui che è un vecchio saggio e che saprà cosa dirgli di sicuro e speriamo che le sue parole siano di conforto e che diano solidarietà ma anche sostegno e incoraggiamento e che aiutino Zelensky nella sua ardua impresa di uscire al più presto da questo conflitto.

Lo stesso farà Papa Francesco, Credo che l’incontro con lui sia quello che Zelensky aspetta di più e che lo aiuterà a rinforzarlo nella sua determinazione a sostenere il suo popolo e la libertà ma, soprattutto a dipanare l’aggrovigliata matassa della questione che riguarda un possibile accordo di pace coi russi. Il papa ha detto di avere un piano segreto, forse lo svelerà al premier ucraino e forse questo incontro potrebbe aprire la strada alla lunga e difficile trattativa.

Certo, manca il principale artefice di tutto questo, il presidente russo. Ma lui osserva e ascolta e vede e riflette. E, se non rinuncerà alla sua operazione speciale, forse, vedendo Zelensky ricevuto dal Papa potrebbe avere un sussulto di …di? Non saprei neppure trovare una parola adatta per definire che tipo di sussulto potrebbe avere Putin.

Spero gli prenda un sussulto di invidia e di considerazione che se il papa riceve Zelensky forse qualche via, qualche strada che lui non conosce potrebbe aprirsi per la pace in Ucraina che lui sta devastando da un anno.

E lui potrebbe non essere il primo attore ma una comparsa. E fare la comparsa non credo gli piaccia. Ecco, gli dovrebbe venire un sussulto di protagonismo che gli facesse sorgere qualche dubbio che Zelensky non gli stia rubando la scena.

Furbo Zelensky, furbo e capace. Come protagonismo, anche suo malgrado in questo momento sta battendo il russo 2 a 0.

Sarà forse la rabbia di Putin a farlo decidere finalmente di sedersi al tavolo della Pace?

Forse. Io lo spero. La rabbia è un sentimento negativo ma a volte assieme all’orgoglio può portare a compiere azioni che vanno nella direzione giusta. Speriamolo, sarebbe davvero il miracolo di Roma.

Trump furioso

La sentenza c’è stata. Donald Trump è stato giudicato colpevole ed ora dovrà pagare a E.Jean Carrol, l’editorialista di Elle che lo ha denunciato per violenza sessuale e diffamazione, 5 milioni di dollari.

Per lui non è, dopotutto, una grossa cifra. I soldi comunque li ha, ma è certamente un danno d’immagine senza precedenti.
Nessun ex presidente americano ha mai subito condanne per crimini comuni, comunque non certo per violenza sessuale o diffamazione.

Ma sono sicura che Trump, come ha già cominciato a fare, cercherà in tutti i modi di convertire questa condanna in un vantaggio per la sua “causa”.
Dirà (come sta già facendo) che è una una bufala che lui è perseguitato che è una caccia alle streghe…beh, la “strega” Carrol però c’è l’ha fatta. Una donna intelligente e colta e con grande determinazione è riuscita dove molti uomini avevano fallito: mettere Trump davanti alle proprie responsabilità e farlo condannare per queste.

Sarebbe da farle una menzione di merito. Una medaglia io gliela darei.

Intervistata subito dopo la sentenza ha detto:
“Before yesterday there was a concept of the perfect victim,” she said. “The perfect victim always screams, always reports to the police, always makes note when it happened, and then her life is supposed to … fold up and she’s never sort of supposed to be happy again.

“And yesterday we demolished that all concept. It is gone. It is gone. And I am overwhelmed with happiness for the women of the country. It’s really not about me so much. It’s about every woman.”

“Prima di ieri c’era un concetto di vittima perfetta, dice Carrol. La vittima perfetta grida sempre, sempre denuncia alla polizia, sempre si prende nota quando succede e poi la sua vita dovrebbe …ripiegarsi e lei non dovrebbe mai più essere felice per la vita.
E ieri abbiamo demolito il concetto che è andato, andato, andato e sono piena di felicità per le donne di questo paese.
Non si tratta solo di me, ma di tutte le donne.”

Anch’io sono contenta per lei e anche per tutte le donne che ora avranno a disposizione una sentenza che farà storia alla quale riferirsi per prendere coraggio e denunciare, anche quando sembrerà che sia del tutto inutile.

Regina di cuori

Mi sono sembrati due attori, Carlo e Camilla, protagonisti di un film surreale come è spesso la vita.

Carlo con lo sguardo perso in qualche altrove che conosce solo lui e dove avrebbe voluto trovarsi in quei momenti in cui il suo destino si compiva e lui era costretto a stare su quel trono così scomodo. Sembrava avere il nodo alla gola e sembrava pensare: mamma, lo faccio solo per te.

Mentre Camilla nella sua veste regale, mi è sembrata più sicura, più decisa e anche più convinta.

I due sono stati e sono, l’uno per l’altra, l’amore della vita. La vera protagonista della sfarzosa cerimonia è lei. Lei che ha sopportato di tutto pur di stare con lui. Quando si sono conosciuti erano due ragazzi ed ora sono due anziani che hanno attraversato la vita e tutte le vicissitudini, sempre col pensiero rivolto l’uno verso l’altra.

Lei che era stata da subito osteggiata da Elisabetta, lei che non è mai stata vista di buon occhio e che è stata giudicata inadatta al principe, al futuro re e lei, sempre lei che ha fatto riempire di sé i giornali di tutto il mondo per la sua storia complicata e contrastata col bell’erede al trono d’Inghilterra. Lei che aveva sposato un altro e sempre lei che però non è mai riuscita a dimenticare quell’amore e non è mai veramente uscita dalla vita del principe neppure durante l’infelice e tragico matrimonio di Carlo con la povera Diana.

Chissà cosa le sarà passato per la testa in quei momenti, mentre posava per le foto con l’abito regale e la corona. Forse pensava al momento in cui avrebbe potuto raggiungere il salotto di casa e spogliarsi di tutti quegli orpelli e ridiventare Cami, come immagino la chiami Carlo.

E Cami, anche da regina sarà l’amica, amante, moglie regina del cuore del re di sempre e una donna determinata a coltivare ancora il suo amore per quel re infelice e ad aiutarlo a reggere quella pesante e impegnativa corona.

  • Pubblicata su “Italians”

Seriamente

Il noto tycoon ex presidente Usa, Donald J.Trump, si trova impicciato in una serie di cause in tribunale a New York. Cause perse, si dirà, perché, per chi lo apprezza, è irreprensibile. Un vero macho che marca la differenza e sempre viva la differenza, come qualcuno si ostina a rimarcare. Certo, le donne oggi sono delle rompiballe come mai in passato, anche se, ce ne sono state di quelle che…ma sorvoliamo, non è questo il caso.

Comunque, la nota giornalista E.Jean Carrol, ha denunciato Donald Trump per un fatto avvenuto nel lontano 1995 o ’96 (neppure lei ricorda con esattezza la data) e quel giorno se lo ricorda molto bene. Ma lui dice che non l’ha mai vista né conosciuta e che è una che si inventa balle e vuole farsi pubblicità a sue spese. Oltre che dem e che gioca la politica sporca contro di lui…

Lei lo ha denunciato anche per diffamazione. Ora la causa è arrivata in tribunale e Trump deve rispondere seriamente di violenza sessuale e diffamazione. Seriamente…è una parola grossa quando si tratta di Trump, lo stupro, fosse per lui, non sarebbe manco reato, verrebbe derubricato a reato di piccolo cabotaggio, passibile al massimo di una multicina. Perché le donne con lui ci stanno ci sono sempre state e sempre ci staranno. Perdinci, lui è macho, per niente ha avuto tre mogli e parecchie fidanzate e il futuro ancora non si sa cosa potrebbe portargli. Anche se Melania sembra aggrappata come l’edera e difficilmente si schioderà.

Comunque, non era per apprezzare le “doti” del soggetto che scrivo, ma solo per dire che, guarda caso, i potenti, anche loro qualche volta fallano.

E non riconoscono le donne che stuprano o le confondono con una delle loro mogli. Infatti, Trump, prima dice di non sapere chi sia questa donna, poi, quando gli mostrano una foto con lei, nella donna riconosce la sua ex moglie Marla…e quando gli dicono che è lei, Carrol, la donna che lo sta denunciando, si schernisce dicendo che la foto è “blurry” (offuscata)…

Già. Capita di confondersi, soprattutto quando se ne sono fatte (in molti sensi) così tante da aver perso il conto e la memoria.

Ora, non dirò che andrà, forse, accolta la richiesta di giustizia di questa donna dopo tanti anni, no, non sono così ingenua (o lo sono?) da pensare che Trump verrà condannato…in fondo che avrebbe fatto di così grave? Non ci stava? Peggio per lei, non sapeva che cosa si perdeva…ma almeno che passi qualche quarto d’ora di poca o scarsa celebrità perché la violenza sulle donne è un reato gravissimo, ma sono in troppi a farla franca e a pagare per colpe che non hanno sono più spesso le donne che i loro assalitori.

Vecchia tattica

Le dichiarazioni dei francesi nei riguardi del nostro governo che non saprebbe gestire la situazione relativa ai migranti che arrivano sulle nostre coste è decisamente offensiva.

Ma di che si impicciano? Si impicciano perché sanno che i migranti che arrivano da noi, poi, arriveranno da loro e loro non li vogliono. Si dimostrano ancora una volta dei grandi “diplomatici”. I francesi non hanno peli sulla lingua e a quanto pare neppure sullo stomaco considerato come trattano i migranti che tentano di passare la frontiera a Ventimiglia: a calci.

Ma si permettono di darci lezioni ex cathedra come se noi fossimo dei pivelli assolutamente in balia di situazioni più grandi di noi e non sappiamo che pesci prendere.

Decisamente una sortita spiacevole e,a mio parere persino maschilista, diretta alla nostra presidente del Consiglio considerata dal governo francese, evidentemente, inesperta e bisognosa dei consigli “paterni”.

La nostra opposizione, finalmente coesa su qualcosa, ha decisamente risposto al ministro dell’interno francese che a fare le pulci al governo ci pensa lei. Che cribbio, persino Conte che non risparmia critiche a Meloni si è detto indignato di questa ingerenza e di questa offensiva gratuita contro il nostro governo. Beh, hanno battuto un colpo, finalmente senza cincischiare e hanno detto chiaro che loro, come opposizione, non hanno bisogno di aiuti da altri paesi. I francesi pensino alle loro di pulci che alle nostre ci pensa l’opposizione interna.

Mi pare già una dichiarazione di intenti dalla quale partire (forse) per cercare di trovare soluzioni ad un problema epocale che dovrebbe essere condiviso da governo ed opposizione e che dovrebbe ottenere l’appoggio degli altri stati europei che sinora hanno davvero collaborato poco.

Ma i francesi hanno dimostrato ancora una volta quanto ci tengono a fare figuracce forse pensando che criticare l’Italia diventi presto lo sport preferito dai francesi che cosi si dimenticano dei problemi che hanno a casa loro. Vecchia tattica.

E la prevenzione?

Guardando le terribili immagini della alluvione a Faenza mi sembrava di vedere le vecchie immagini in bianco e nero dell’alluvione del Polesine del 1951.
Ma come si può dare una cosa simile nel 2023? ma a cosa servono i bollettini meteo, le allerte meteo con le quali ci bombardano tutti i minuti in tutte le reti TV?
A niente se una Regione non ne tiene conto ed espone i propri cittadini a grave rischio a causa di una pioggia, si torrenziale, ma che era attesa dopo mesi di siccità.
E dopo mesi che tutti i media non hanno fatto che parlare della siccità, dei fiumi a secco, all’improvviso ci ritroviamo con quelle immagini e con quelle povere persone morte perché l’acqua le ha ghermite e travolte e spazzate via come fuscelli.
Io capisco che Bonaccini risponda che tutto è sotto controllo che la Protezione civile si è attivata e che si stanno facendo i conti dei danni, ma e la prevenzione dei danni?
Dove è finita la prevenzione? In una ragione che ha una tale rete di fiumi e fiumiciattoli, argini e arginelli e case costruite dove non dovrebbero esserci e però sembra che la colpa non sia di nessuno se non della fatalità del destino e del caso.
No, mi dispiace. So che eventi come questo si ripeteranno, ma lo sapeva anche Bonaccini che poteva accadere e perché non ha evacuato le zone più a rischio?
O quantomeno, avvisato la popolazione di stare possibilmente lontano dagli argini?
Non mi convince che sia stato fatto tutto il possibile, lo trovo ipocrita. La situazione sarà adesso sotto controllo ma non lo è stata quando avrebbe dovuto essere controllata e prevenuto il prevedibile. Mi spiace, qualche responsabilità, gli amministratori locali e il presidente della Regione, ce l’hanno.

Pubblicato su Italians del Corriere della sera