Maldicenza e malcreanza

Ho avuto modo  molte volte, fin da bambina, di toccare con mano la maldicenza. Quella sulle donne è di solito molto pesante e persino devastante.

Le donne, ma anche gli uomini, sanno essere cattivi e quando vogliono diffamare qualcuno sanno quali arti sottili mettere in atto.

Lo scelgo come tema per l’articolo di oggi, il motivo c’è, naturalmente se accantono per un po’ la politica.

Noto, osservo e incamero con le mie antenne formatesi negli anni, che il pettegolezzo, la maldicenza, viene usata ancora moltissimo come valvola di sfogo da alcuni per non dire da molti, quando non hanno altre “armi” più affilate per fare del male a chi non gli sta simpatico. Può essere antipatia ma anche invidia, paura di essere messi in ombra da chi sembra possedere una personalità più forte.

A chi, come nel mio caso, non ha paura di dire, chiaro e tondo come la pensa piuttosto che usare sotterfugi.

Ma, alla maggior parte delle persone, non piace che gli si dica chiaro come la si pensa, preferisce, anche a costo che li si prenda in giro, una versione edulcorata di un bel NO chiaro e netto. Che però in senso lato si può anche intendere come una contrapposizione netta tra idee diverse.

E allora succede che la persona che ha ricevuto quel no si vendichi.

Si, proprio cosi, non facciamo gli ingenui, le vedo le facce a punto interrogativo dei mei (trenta?) lettori.

Ebbene si i diffamatori e le diffamatrici esistono.

Bella scoperta, direte voi. Ok, non scopro che l’acqua calda, ma oggi mi va cosi.

Alzi la mano che non si è mai accorto che qualcuno ha parlato male dietro le spalle di lui.

Si, certo, c’è chi se ne infischia. E fa bene, anzi benissimo, lo faccio anch’io. Ovviamente, nel caso mi accorga che ciò avviene. E’ successo in passato e non ho motivo di dubitare che succeda anche ora. C’est la vie.

Però, però, non sarebbe neppure tanto giusto che questi pettegoli/pettegole la passassero sempre liscia, non vi pare?

La diffamazione è un reato ma tanti se lo legano al dito e trovano mille scappatoie. Ci vogliono le prove!

Già, e sono capaci di smentirti pure se gli porti le prove:…la firma non è la mia, dicono nel caso che le abbiano pure messe per iscritto, c’è un complotto, ma quando mai io potrei aver detto quella cosa, ma che ti vai ad inventare?, …e via di seguito.

Sono come quelli che ti copiano le battute: La creatività è di tutti! Sono capaci di risponderti persino se gli porti prove certe che hanno copiato.

Certo, come la sfacciataggine ma per qualcuno è un po’ più uguale.

E ne possiede in quantità industriali.

Ditemi che non è vero.

————————————————————————————————-

L’ho pubblicato nel 2019 ma da allora non solo non trovo che sia cambiato molto ma che il “mondo” sia molto peggiorato.


2 commenti su “Maldicenza e malcreanza”

  1. Sono d’accordo con lei che il mondo si è incattivito.
    La maldicenza ha confini un po’ indefiniti. “La calunnia è un venticello ….” (Barbiere di Siviglia).
    Ci sono tanti tipi di maldicenza: quella basata sulle bugie e quella che riporta verità scomode che l’interessato vorrebbe fossero ignorate e dimenticate.
    Nel secondo tipo ci metterei la denuncia del prof Rovelli del fatto che il ministro Crosetto è stato un mercante di armamenti, o che la Meloni abbia strizzato l’occhio in passato agli estremisti di destra, o che qualche politico comunista abbia approvato a suo tempo le invasioni dell’Ungheria o della Polonia.
    Contro questo tipo di malignità non c’è rimedio sul piano legale.
    Quanto alle bugie ci sono quelle sfacciate, fatti mai accaduti o accaduti ad altri, e quelle più sottili, come riportare frasi estratte da un contesto nel quale avevano senso e presentate in modo che non lo abbiano. (tipo la “sostituzione etnica”)
    Ci sono le omissioni (che quando da bambino studiavo il catechismo non avevo idea di cosa volesse dire). A volte certi fatti fanno indignare, ma sarebbero ridimensionati se alla fine si spiegasse come sono andate veramente le cose (tipo il naufragio di Cutro).
    C’è anche la maldicenza inconsapevole, quando persone attribuiscono ad altri fatti che ritengono veri, ma che, alla fine si scopre che non lo erano.
    C’è la maldicenza basata sul pregiudizio, tipo che, se un tale ha fama di essere un violento e gli attribuisci episodi di violenza, la gente ci crede.
    Un universo di situazioni diverse. Ciascuno ha il suo modo per dire male degli altri e ha la sua sensibilità personale rispetto ai vari tipi di maldicenza.
    C’è anche chi la gradisce e la sa sfruttare. Oscar Wilde fa dire a Dorian Gray: “There is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about.”
    R
    una bella lista, non c’è che dire. A mio parere manca un’osservazione di base: che c’è chi non dice male o calunnia per principio mai nessuno. La maldicenza a sua insaputa però mi giunge piuttosto difficile da digerire. C’è anche un famoso detto: “se non puoi dire bene di qualcuno non dire niente”.
    Poi, sul professor Rovelli: quella frase su Crosetto è infelice altrettanto quanto lo strizzamento di occhi di Meloni agli estremisti: sono calunnie a mio avviso.
    Il primo perché è stato usato dal Professore per gettare discredito sul governo con una precisa finalità: condannare l’invio di armi in Ucraina e se non era maldicenza era quantomeno opportunismo maldicente, la seconda: che Meloni abbia strizzato l’occhio agli estremisti è una tipica calunnia di chi non ha argomenti politici da contrapporle.
    In quanto al being talked about…è da vedere, se il talk about è calunnia, maldicenza, dileggio e qualsiasi sorta di machiavello per sminuire, denigrare, diffamare o peggio una persona, non credo valga la candela of being talked about.

    Rispondi
  2. Un certo Alessandro Manzoni si rivolgeva ai suoi venticinque lettori. Lei pensa di averne 30? Beh. Complimenti per l’autostima.
    R
    grazie, intanto lei è una…gli altri 29 li troviamo, non tema.

    Rispondi

Lascia un commento