La premier Giorgia Meloni, da quando è al governo, fa come i genovesi nella vecchia gag di Gilberto Govi: “parla poco e ride rado”.
Da donna intelligente ha capito che è meglio se tiene un low profile. Si, non le conveniva più urlare, le dicevano che sembrava una megera. meglio il parlare soft e “rado”, appunto. Insomma, risparmiare le parole per passare ai fatti concreti. Anche se i fatti concreti, in Italia, sono sempre qualcosa di impalpabile ma che ci ritroviamo tra capo e collo, all’improvviso come una mannaia.
Lei sorride, al Salone del mobile e dice con nonchalance: “facciamo lavorare di più le donne”, Sarebbe un’idea, la classica lampadina che si accende e che ispira aspetti tridimensionali di future politiche illuminate…
Ma no, dai, ma che cosa va dicendo “quella”? Far lavorare di più le donne? Ma non le basta quanto lavorano di già? Poverine, tra casa, lavoro, figli, genitori, badanti dei genitori…hanno poco tempo per lavorare di più…
Ma, forse, anche lei lo sa. Forse lo sa e intendeva dire che le donne andrebbero aiutate a lavorare meglio e di più e magari anche con politiche sociali (ohibò che parolone!) che le aiutassero a garantire la presenza sul lavoro, come succede in altri paesi europei? E magari retribuite, se non proprio al pari dei colleghi maschi, almeno in maniera congrua a non sentirsi le Cenerentole sfruttate che spesso si sentono?
Ma no, eresia! Meloni ma che dici? Non vorrai mica dire che vuoi impiegare le donne a raccogliere la frutta al posto degli immigrati e pagarle una manciata di euro? Ma si, eccola la schiavista Meloni pronta a mettere in ginocchio le donne nella raccolta dei pomodori al posto della manovalanza straniera! Ha mostrato la sua vera faccia, che megera!
Ecco, forse ha ragione lei a “parlare poco e ridere rado”, fare la sparagnina di parole alla genovese, le converrebbe. Almeno lasci passare il 25 aprile e poi apra la bocca, se crede ma solo per pigliare qualche mosca di passaggio…
(Pubblicato oggi su Italians del Corriere della Sera)
Qualcuno per favore mi dice se in questo post si legge l’ironia?
Qualcosa mi dice che forse si potrebbe equivocare e pensare che io sia seria…
Grazie. Attendo.
Mi pare che l’ironia sia rivolta ai potenziali critici della Meloni. Almeno così ho capito io da una prima lettura.
R
Grazie Francesco, grazie mille. Si ha capito giusto. Meno male…
A volte il subconscio fa brutti scherzi, e capovolge le intenzioni. l’ironia c’è, mette in ridicolo la Meloni che anziché governare si dedica ai problemi di sociologia spicciola, ma a quanto
pare l’effetto è contrario a quello voluto.
Insomma, alla berlina non va chi abusa del potere, ma coloro che lo subiscono.
R
Il mio subconscio non c’entra: non hai capito l’ironia. O meglio hai preferito pensarla come ti pare. E non sei il solo, l’ironia non è per tutti. Dove avrebbe abusato Meloni del potere lo sai solo tu.
E, comunque, la mia intenzione era IRONIZZARE sulle cattiverie che le dicono tutti i giorni e non su di lei che le subisce, chiaro adesso?
Vale per te e per tutti quanti non hanno capito o fanno finta di non capire: sono ironica!
Invece no, qualcuno ha capito male!!
Il signor MASSIMO BIANCHI, ex frequentatore assiduo di questa rubrica per anni, ha pensato bene di scrivere ad Italians dicendo che io insulto la premier.
CAPISCO che l’ironia non è sempre facile, ma era ironia diretta ai suoi detrattori e NON a Giorgia Meloni, signor Bianchi.
Lei ha preso fischi per fiaschi (FORSE). E però, nel dubbio è sempre meglio sparare a pallettoni vero?
Ma può essere che abbia sbagliato io a non essere più chiara. Rimane il fatto che appena possibile, anche magari fingendo di non capire, si coglie l’occasione per spararmi.
COMPLIMENTI!
PS
Si legga questo:
“Ma, forse, anche lei lo sa. Forse lo sa e intendeva dire che le donne andrebbero aiutate a lavorare meglio e di più e magari anche con politiche sociali (ohibò che parolone!) che le aiutassero a garantire la presenza sul lavoro, come succede in altri paesi europei? E magari retribuite, se non proprio al pari dei colleghi maschi, almeno in maniera congrua a non sentirsi le Cenerentole sfruttate che spesso si sentono?
Le pare che questo non chiarisca abbastanza come la penso? E lei che dovrebbe conoscermi per quanto ha letto il mio blog, sta solo fingendo di non capire.
Allora, visto che qualcuno fa il furbo per non pagare dazio oppure davvero io non sono stata chiara: mi spiego meglio:
IO SONO D’ACCORDO con Meloni quando dice che bisogna far lavorare le donne.
Per decenni le politiche ipocrite di tutti i governi hanno solo fatto finta di capire il problema.
Comprese le “quote rosa” che altro non erano che un modo perché tutto rimanesse invariato e che le donne dovessero pietire quello che gli spetta per diritto.
Si, diritto, perché il diritto al lavoro, alla professione ed alla piena possibilità di esplicare le proprie potenzialità è di tutti: uomini e donne.
Invece in Italia siamo rimasti al medioevo e tutte le “pari opportunità” sono state solo opportunismi di politicanti ipocriti che hanno messo li solo qualche buffetto per nascondere la realtà. Che cioè in Italia le done sono sfruttate, sottopagate e discriminate da sempre.
E questo lo vado scrivendo da anni, come si possa equivocare lo sa solo chi ha INTENZIONE di equivocare per far passare messaggi sbagliati.
E le donne sanno bene come e quanto sia difficile lavorare in questo paese: come e quanto sia difficile esplicare qualsiasi potenzialità se non sei figlia di o moglie di…persino nei blog.
Vieni presa di mira, ridicolizzata, messa alla berlina da chi ha tutto l’interesse sempre e comunque a stravolgere le tue idee o a metterle al servizio delle proprie.
HA RAGIONE MELONI, facciamo lavorare le donne, ma non per carità o pietà, ma perché ne hanno tutto il diritto, al pari degli uomini e ne hanno tutte le potenzialità e capacità.
E se la denatalità sta diventando un problema lo è perché le politiche subdole di tutti i governi che l’hanno preceduta, non hanno fatto altro che mantenere lo status quo senza fare nessun vero provvedimento che andasse nel senso di aiutare le donne che lavorano e che hanno una famiglia, ma proprio tutto il contrario.
Ora vedremo se le parole di Meloni si tradurranno in FATTI CONCRETI. Io ovviamente ci spero,
Ma se non lo farà e le sue si dimostreranno solo belle chiacchiere, allora ne avrò anche per lei!
Vorrei spezzare una lancia a favore del governo Meloni a proposito della ipotetica gaffe di Lollobrigida che teme la “sostituzione etnica”.
Mi chiedo se la Schlein non arriva a capire o ci prova tanto per provarci in malafede.
Cosa c’entra la difesa della cultura e della tradizione italiana con il suprematismo e il razzismo?
Siamo un Paese di antichissima tradizione e cultura e i turisti ci vengono a visitare per l’atmosfera che si respira in Italia e non solo per guardare i monumenti.
Mi pare chiaro che, se trovano che i gondolieri a Venezia sono rumeni e che i camerieri dei ristoranti tipici romaneschi di Trastevere sono bengalesi, un po’ di questo fascino si perde.
Qualcosa del genere è già successo a Parigi, e Montmartre ha perso il suo fascino.
Per dimostrare che la razza e il colore c’entrano come il cavolo a merenda, dico che la stessa delusione la proverei se andassi a visitare il souk di Fès o di Marrakesh e ci trovassi venditori europei o cinesi.
L’Italia non è l’Australia. Molto meglio – soprattutto economicamente – se continua ad essere abitata soprattutto da italiani.
Da questa situazione però le donne non sono esenti da colpe. In parte hanno contribuito e contribuiscono a mantenerla.
Ad esempio quelle che fanno lo sgambetto alle altre donne, che si comportano in maniera sleale con loro, che sono le prime a “fare la spia” su certe situazioni. Tipo se una lavoratrice che si ritrova incinta, pur di mantenere il lavoro e non essere messa nell’angolino, mantiene per un po’ il segreto. Almeno fino a che non diventa evidente…ma sono proprio alcune colleghe che sono le prime ad andare a spifferare le confessioni, magari carpite e in buona fede rilasciate dalle stesse ingenuamente.
Le donne sanno essere perfide e spregiudicate almeno quanto i colleghi maschi, se non di più. Ma lo fanno, non solo per malvagità (che esiste) o invidia, ma anche perché sanno che mors tua vita mea, essendo il mondo del lavoro estremamente competitivo e molto penalizzante per loro.
Oppure le donne che scrivono sui giornali o sui blog, che le donne dovrebbero essere tenere ancella della casa, portare le gonne e magari fare la fame assieme al marito che non trova lavoro…tutto per mantenere e conservare l’immagine deamicissiana della donna tutta casa e chiesa e pargoli. Un po’ ottocentesca e un po’ new age, ma decisamente anacronistica, per la quale però molte donne anche giovani, si “battono” con fervore sui giornali o sui blog.
Ne abbiamo avuto qualche esempio anche su questo blog. E son ben io i “complimenti” che ricevevo da queste signore solo per il fatto che io ho una visione diversa. Con ciò non voglio dire che la donna debba essere per forza “stronza come un uomo” (anche se a volte lo è persino di più), ma pretendere di avere la propria libertà e possibilità di vivere pienamente le proprie scelte di vita.
Cosa che si può fare solo se il mondo del lavoro non le discrimina.
La vignetta sulla sorella di Giorgia Meloni pubblicata dal Fatto quotidiano è disgustosa. Ed è la riprova di quanto vado dicendo da mesi: l’opposizione non si fa insultando e sbertucciando nessuno, soprattutto le donne, come in questo caso. Ora mancava solo che se la prendessero con Arianna Meloni “rea” di essere la sorella della premier e moglie del ministro Lollobrigida: un vero schifo.
Ma Travaglio non è nuovo a “cosette” di questo tipo e le cause per diffamazione ormai non le conta.
Se pensa che questo sia fare “giornalismo” allora è davvero caduto molto ma molto in basso.
Tutta la mia solidarietà ad Arianna Meloni.
Dov’è l’abuso di potere? Be’, se è vero che l’ironia può essere travisata, è pure vero che può essere travisato l’uso di un’iperbole.
Mariagrazia, intendevo dire, genericamente, che l’ironia è efficace quando è rivolta a demolire quei politici che usano male la loro posizione di potere. Il potere può essere usato male in tanti modi: uno è quello di fare dichiarazioni d’intenti che danno l’idea di non essere suffragate da azioni ben precise. Quella frase sembra quella rimasta famosa pronunciata da “Lui” quando lo informarono che erano sbarcati gli alleati in Sicilia: “Fermateli sul bagnasciuga!” Si certo, eccellente, ma come?
La dichiarazioni d’intenti vanno bene in campagna elettorale, ma quando si è al governo occorre produrre azioni efficaci. Se queste ancora non ci sono, meglio tacere come hai ben detto tu: “risparmiare le parole per passare ai fatti concreti” (o eri ironica?).
R
Certo che ero ironica, ne dubiti forse? e mi rivolgevo anche a chi come te non fa che sbertucciare il governo da quando si è insediato, prima ancora che Meloni aprisse la bocca. Dove avrebbe abusato del proprio potere ancora non mi è chiaro. Secondo te dovrebbe stare sempre zitta? Questo vorrebbero i suoi detrattori ed è proprio a questo che mi riferivo. Se ancora non si è capito, mi dispiace ma allora fate finta di non capire.
E quella frase è riferita al fatto che da giorni i giornali d’opposizione non fanno che chiedere a Meloni di parlare chiaro sul 25 aprile e di prendere posizioni nette…si per poi sbertucciarla ed infamarla come fanno da sei mesi…questo era il senso e se non ti è ancora chiaro, a te o altri, mi dispiace ma non è un problema mio-
Signor Bianchi
noto che fa lo gnorri. Sa bene di aver scritto quella lettera in malafede e però ora si goda pure il plauso del suo “gruppo d’ascolto” che immagino nutrito e che le fa grandi complimenti!
Ma non importa, le persone intelligenti fanno la tara a me come a lei.
Degli altri…francamente me ne infischio.
La saluto. Si goda il suo attimo di popolarità perché tutto scorre…
Bella fusione tra Eraclito e “Via col vento!”