L’impermeabile Schlein

Non sarà così importante, ma che Elly Schlein indossi spesso l’ impermeabile, ormai lo sanno anche i più distratti. Ne ha di vari colori e sfumature di grigio, di verde e di azzurro. La definirei: ImpermElly per questa sua nota caratteristica. Estate, inverno o primavera, autunno, per ImpermElly è sempre tempo di ripararsi sotto un comodo, largo, accogliente impermeabile.

La tenente Elly si impermeabilizza alla bisogna: la politica italiana nella quale ha voluto entrare quasi dal buco della serratura è perigliosa e ardua e ora che siede una donna a Palazzo Chigi e la via era meno stretta del solito, lei si è infilata.

Ma si è anche infilata l’impermeabile perché non si sa mai quel che nel partito ti può capitar.

Pare non sia troppo reperibile, pare si nasconda spesso e volentieri e non solo sotto l’impermeabile, Elly, si dia piuttosto alla macchia anche se armocromatica.

Come darle torto? Il PD fa crescere i peli della barba anche ai neonati, figuriamoci ad una donna! E ImpermElly i peli se li toglie con la pinzetta o la ceretta e di farseli crescere non ci sente proprio. Per ora ImpermElly non impera si limita a esserci quanto basta, la barba non se la vuole far crescere, giustamente, giovane e piacente com’è. In fondo c’è sempre tempo per le barbose riunioni delle correnti.

Meglio parlare di vestiti e di colori, decisamente meno compromettente e divisivo.

Si riuniscano tra loro e nel frattempo si mettano un po’ d’accordo sul da farsi. Lei intanto pensa al guardaroba. Poi, si vedrà. Non mettetele fretta.

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Fatti e sfatti

Virginia Raggi si rifà viva, esce dal bugigattolo ragnateloso dove si era nascosta per la vergogna (sempre a spese del Comune però) e si lancia a fare una proposta decente a Giorgia Meloni.
Le chiede di sgombrare il palazzo occupato da Casapound: ” “L’antifascismo si fa con i fatti, non soltanto a parole. ” dice, tutta giuliva.
Direi che una come lei le può proprio dire in piazza certe parole: i fatti Raggi li ha fatti eccome: i suoi e quelli del suo partito, senza dubbio. I fatti di Roma uhmm, diciamo che sono più sfatti che fatti.
Ma è una bella proposta, lei ci ha provato dice, senza successo. Ma lei in fondo era solo la sindaca di Roma, aveva le mani legate ed ha dimostrato di avere legati anche i piedi non solo le mani. Solo la bocca aveva slegata…ah su quella non si può dire che non l’abbia sciolta. Quando non si doveva difendere dalle varie cause e concause causate dagli impicci nei quali si cacciava, era sempre in televisione a sfoderare fascino e parlantina, fatti però davvero pochini.
Ma ora, dopo venti anni che quel palazzo è occupato abusivamente dovrebbe essere Meloni ad andare fisicamente finalmente a sgomberarlo.
Si prenda una ramazza, si metta un foulard in testa e una bella parannanza fiorata e cominci la pulizia. Diamine. In quanto a pulizia di Roma, Raggi ne ha fatto la sua bandiera.
Finita anche quella sotto una montagna di rifiuti…

Pubblicata oggi (29.4.2023) su Italians del Corriere della sera

Carovana

Il presidente ucraino Volodomyr Zelensky ha definito proficua la telefonata di circa un’ora avuta col premier cinese Xi Jinping. Il tema era naturalmente le precondizioni per aprire un tavolo di negoziati con la Russia.

In molti hanno apprezzato (con molti distinguo e non poco scetticismo) che il leader cinese si stia attivando per la Pace, ma in molti hanno fatto notare che i cinesi non hanno mai parlato veramente e chiaramente di attacco da parte della Russia alla sovranità di un altro paese.

Senza dubbio il primo ad apprezzarlo è stato il presidente russo Putin il quale a però aggiunto che è Kiev a non volere la pace (!). Non mi stupisce.

Si tengono sulle generali, i cinesi. Come loro consuetudine aspettano che passi il cadavere del nemico, pazienti. Hanno pazienza da vendere e solo per questa prerogativa il leader cinese sarebbe, sulla carta, il migliore mediatore sulla piazza.

Dopotutto tentar non nuoce e se tentare di mettersi ancora più in luce con questa sortita diplomatica, di tutto rispetto, ovvio, servirà ai cinesi ad emergere un po’ dal pantano provocato dal Covid e non solo in termini sanitari, certo è una buona mossa. Ben studiata e meglio attuata non ultimo il prestigio che ne seguirebbe in caso di successo.

Ma buona per chi? è tutto da vedere.

Certo Zelensky ha accumulato abbastanza “pelo” sullo stomaco per avvertire a naso se la mossa può aiutarlo ad uscire dal conflitto nei termini che lui si augura per il suo paese o se, viceversa, non è che l’ennesimo trabocchetto che il russo gli sta tirando.

La domanda non può che essere legittima dati gli interessi in campo. Ma la risposta è di quelle da un milione di…rubli e la sapremo solo quando tutti ( e sottolineo tutti) i personaggi ed interpreti di questa triste vicenda si saranno convinti di una cosa: che il mondo ha già troppi problemi e che spetta a chi ne ha in mano le redini e la responsabilità risolverli.

Non certo aggravarli.

Altrimenti dovrebbero fare “tutti” le valige e partire per Marte. Putin a guidare la carovana.

PS: cioè a dire: a XI giova?

Onore a chi combatte per la libertà

Nella giornata a loro dedicata, onore a quanti hanno perso la vita nella lotta contro il Nazifascismo, onore a quanti lo hanno combattuto e contrastato e hanno sofferto e hanno continuato a lottare fino alla sua sconfitta.

E onore a quanti oggi, nel mondo, combattono contro feroci dittature e regimi totalitari che gli impediscono di vivere pienamente la propria vita.

Un pensiero particolare va alle donne di tutto il mondo che si battono doppiamente per la libertà dalla dittatura e dalla cultura maschilista che le vorrebbe ancora sottomesse e senza diritti.

E onore al Popolo Ucraino tutto che si batte oggi per la propria libertà contro l’invasione proditoria del loro prepotente confinante, con l’augurio che torni presto la pace e con essa la libertà e una vita degna di questo nome.

I furbi

Chi sono i furbi? Son quelli che credono di fregare il prossimo e di farla franca. Possono essere politici o anche no, uomini e donne normali, per cosi dire, perché la normalità non esiste.

Sono quelli che macchinano dalla mattina alla sera per fregare il prossimo. E qualche volta ci riescono. Pensano di saperne sempre una pagina o due più del libro e di saperne di sicuro di più degli altri. Di quelli che intendono fregare, di sicuro.

Sono dei mediocri ma si credono molto intelligenti. Esattamente come chi si crede bello o affascinante o irresistibile. Non sono che dei poveri frustrati.

Ma si credono al di sopra della moltitudine umana di cui fanno parte ma vogliono distinguersi e per distinguersi fanno, appunto, i furbi. E si credono anche intelligenti.

Gli italiani sono particolarmente furbi o si credono di esserlo. Si lasciano andare e si cullano nella convinzione di essere meglio degli altri. Di poter mangiare i risi in testa a tutti. Ma sono dei frustrati.

Mi è capitato spesso di incontrarne: li riconosco dalla “puzza”, in senso traslato, intendo dall’odore, cioè, per meglio dire, dall’aura che spirano. Un’ aura da furbetti che si riconosce a un tratto da qualche ammiccamento di troppo o da qualche parola buttata li.

L’Italia ne sforna parecchi di tipi così. E non sono simpatici. A me non lo sono di certo. Cercano a volte di apparire quello che non sono ,ma la furbizia gli si legge in faccia ed hanno la tipica…”faccia da mona”,, così li definiamo noi veneti che abbiamo la battuta pronta.

Facce da mona.

Non serve che vi spieghi cosa significa, potrete trovare la spiegazione in internet. Ma non è offensivo è solo un nostro, particolare modo di definire i furbi o meglio i furbastri che si credono intelligenti e invece sono “mona”.

E sono di più gli uomini, dei mona, mi dispiace dirlo perché le donne quando sono furbe non sono affatto mona, sono pericolose e basta.

Mentre il furbo mona è solo mona! E se ne vanta pure, beato lui. Lasciamogli credere di essere furbo. La furbizia del mona che non è poi così furbo come si crede. Si può vantare con gli amici che si complimenteranno con lui per la sua furbizia ma che penseranno: “che mona”!

Lo è o lo fa?

Mentre in Italia la politica si trastulla (si fa per dire) con le vignette del Fatto quotidiano (grande interprete della teoria della distrazione di massa), in Europa si continua a dibattere sulla difesa della Ucraina e sulla necessità, sempre più sentita, di annetterla alla Nato.

Il capo della Nato Jen Stoltenberg ha detto durante una conferenza stampa in Germania:

“I’m confident that they will now be in a position to be able to liberate even more land.”

“Sono certo che ora sono (gli ucraini) in una posizione che gli permette di liberare sempre più territorio”. Ha anche invitato Zelensky a partecipare al summit dei paesi Nato in Luglio.

Quindi sempre maggiore supporto all’Ucraina da parte della Nato e anche se il suo ingresso nell’Istituzione non è ancora stato concordato, sembra sempre più vicino. Almeno di fatto.

Era quello che Putin voleva, in fondo: fare la guerra all’Occidente attraverso gli ucraini. Cioè, gli ucraini, che Putin considera sua proprietà esclusiva, sarebbero le vittime sacrificali a che si instauri il nuovo ordine mondiale, previsto da Putin e dai suoi teorici filosofi di riferimento.

Un ordine mondiale nel quale la Russia sia in maniera inequivocabile la “padrona” dell’Europa, caposaldo a difesa della libertà del russo di contrapporsi agli americani, aiutato dagli europei filorussi, convinti (da lui) di agire in nome della libertà dallo strapotere americano).

In pratica la guerra non dichiarata di Putin, quella ridicola definizione di “Operazione speciale” contro i presunti nazisti ucraini, altro non sarebbe se non la guerra di Putin contro la “Società aperta” della quale lui è nemico giurato da sempre. Anche se finge di no e si atteggia a “democratico”.

Anche questo è il significato della sua grande amicizia sfoderata con dovizia di immagini e convenevoli su tutti i media russi e internazionali, con il leader cinese Xi Jinping. Il quale si dice pronto a negoziare la pace in Ucraina. Si, certo: la resa dell’Ucraina che favorisca l’uscita onorevole da questo pantano per l’amico russo e l’instaurarsi effettivo di una coalizione sino-russa.

Ma, pare, né Zelensky, né l’Occidente (Usa e Germania & Co.), ci stia cascando.

Sembra più propenso a “cascarci” un Macron in formato napoleonico animato da nuove fervore leaderistico, forse per compensare i tanti suoi problemi interni. Ma non fa molto testo. Almeno per ora.

Ora, più che mai, con qualche dovuto distinguo (che c’è sempre) l’Occidente sembra deciso ad aiutare l’Ucraina a difendersi dalla grinfie del russo il quale, mi pare sempre più evidente, fa il furbo pensando per…sino di esserlo.

Guerra permanente

Marco Travaglio, oggi si difende sulla ormai famosa vignetta che ritrae la moglie del ministro Lollobrigida a letto con un uomo di colore. La moglie di Lollobrigida capita essere Arianna Meloni, la sorella di Giorgia.

Oggi, in un editoriale dove fa il verso a Mussolini, Travaglio spiega a suo modo che non intendeva essere una critica o presa in giro della donna, ma del marito, ministro della Repubblica da quando è al governo la cognata.

Si, l’intreccio sembra strano. L’occasione ghiotta per il noto giornalista. I “fascisti” al governo, secondo la sua ottica, si meritano di essere “puniti” con una satira feroce, pungente e dissacratoria. Questo fa la satira quando è veramente tale.

Ma c’è un limite a tutto. Anche alla satira quando prende di mira persone che con la politica non c’entrano se non di riflesso. La moglie di Lollobrigida che cosa c’entra con le sue improvvide (per taluni o molti) uscite? C’entra solo per il fatto che è la sorella di Giorgia Meloni? Ma Arianna Meloni non fa politica. Perché metterla in berlina così?

Prendetevela col marito, fate le vignette su di lui, ma lasciate stare la moglie che ha tutto il diritto di non essere trattata come una che si fa trovare a letto con un “nero”, mentre il marito va in giro a cercare di convincere le donne italiane a fare figli. O, almeno questa è la “vulgata”.

La denatalità è un problema serio. Se abbiamo bisogno di immigrati (questo ci dicono) è perché le donne italiane non fanno più figli. E perché non fanno più figli? Se lo sono chiesto le teste pensanti, grandi esperti psicologi politologi sociologi che si curano di questi problemi?

Non li fanno perché l’welfare italiano è da decenni allo sbando e i giovani non trovano lavoro e se non lavorano non possono pagare il mutuo di una casa e se non hanno una casa non saprebbero dove metterli…i figli.

E gli affitti, alle stelle e bisogna esibire due stipendi a tempo indeterminato e dare garanzie su garanzie e subire persino una lavanda gastrica per poter ottenere un posto dove vivere. Anche uno sgabuzzino richiede che si diano garanzie di poterlo pagare, certificate e controfirmate.

E poi, l’edilizia, grande tema sul quale tutti i governi si sono tuffati a pesce, deregolamentando e permettendo qualsiasi cosa, depauperando un territori fragile delle sue anche minime difese. Case, a milioni, disabitate perché nessuno può permettersi di comprarle, marciscono. Mentre i casermoni popolari sono sempre di più ghetti in mano agli abusivi, che siano immigrati o nostrani, ma devono pur vivere da qualche parte…

Ma nessun governo sinora è riuscito a ricucire gli strappi portati dalla speculazione e dalla avidità di pochi che hanno ridotto il nostro paese ad una terra di conquista per chi ha “i mezzi” e un posto invivibile per tutti gli altri, dove le ingiustizie vanno a braccetto con le ipocrisie di tutta la classe politica che finora ha solo tentato (poco convinta) di regolare l’irregolare complicando per imperizia, per incapacità o per volontà precisa, affari che potevano, volendo essere se non semplici, governabili.

In intanto i politici di tutti gli schieramenti hanno badato di più ad ottenere consensi per accaparrarsi poltrone e privilegi, scannandosi tra di loro e i problemi si sono ingigantiti.

Oltre al disastro portato dalla pandemia dove abbiamo toccato con mano la fragilità delle nostre difese, a partire dalla sanità passando per la democrazia violata o negata o vilipesa. Per non parlare della corruzione e della speculazione anche sulla salute o sulla vita delle persone.

Ed ora che Meloni governa da sei mesi è tutto sbagliato quello che fa lei e il suo governo (democraticamente eletto), dalla zeta alla A, tutto. E il clima da guerra permanente contro i nuovi “fascisti” è indegno di un paese che si dice “civile”, indegno fino al punto di prendere di mira una donna che con la politica c’entra solo di striscio, metterla a letto con uno “straniero superdotato” per sputtanare il marito ministro di questo governo ( e di riflesso la premier) che da sei mesi è colpevolizzato di tutto il marcio di decenni accumulato da sgoverni di sinistra e di destra più o meno incapaci di governare un paese sempre più fazioso e ingovernabile.

Fatti concreti

La premier Giorgia Meloni, da quando è al governo, fa come i genovesi nella vecchia gag di Gilberto Govi: “parla poco e ride rado”.

Da donna intelligente ha capito che è meglio se tiene un low profile. Si, non le conveniva più urlare, le dicevano che sembrava una megera. meglio il parlare soft e “rado”, appunto. Insomma, risparmiare le parole per passare ai fatti concreti. Anche se i fatti concreti, in Italia, sono sempre qualcosa di impalpabile ma che ci ritroviamo tra capo e collo, all’improvviso come una mannaia.

Lei sorride, al Salone del mobile e dice con nonchalance: “facciamo lavorare di più le donne”, Sarebbe un’idea, la classica lampadina che si accende e che ispira aspetti tridimensionali di future politiche illuminate…

Ma no, dai, ma che cosa va dicendo “quella”? Far lavorare di più le donne? Ma non le basta quanto lavorano di già? Poverine, tra casa, lavoro, figli, genitori, badanti dei genitori…hanno poco tempo per lavorare di più…

Ma, forse, anche lei lo sa. Forse lo sa e intendeva dire che le donne andrebbero aiutate a lavorare meglio e di più e magari anche con politiche sociali (ohibò che parolone!) che le aiutassero a garantire la presenza sul lavoro, come succede in altri paesi europei? E magari retribuite, se non proprio al pari dei colleghi maschi, almeno in maniera congrua a non sentirsi le Cenerentole sfruttate che spesso si sentono?

Ma no, eresia! Meloni ma che dici? Non vorrai mica dire che vuoi impiegare le donne a raccogliere la frutta al posto degli immigrati e pagarle una manciata di euro? Ma si, eccola la schiavista Meloni pronta a mettere in ginocchio le donne nella raccolta dei pomodori al posto della manovalanza straniera! Ha mostrato la sua vera faccia, che megera!

Ecco, forse ha ragione lei a “parlare poco e ridere rado”, fare la sparagnina di parole alla genovese, le converrebbe. Almeno lasci passare il 25 aprile e poi apra la bocca, se crede ma solo per pigliare qualche mosca di passaggio…

(Pubblicato oggi su Italians del Corriere della Sera)

Temporale

Le celebrazioni della Pasqua ortodossa di questi giorni non hanno fermato la guerra di Putin. Ma la guerra di Putin non procede solo in Ucraina (che lui disconosce come territorio libero e sovrano) ma anche dentro di sé.

Ammesso e non concesso che Putin abbia un “dentro di sé”.

L’ho visto in una foto con una candelina rossa in mano, dentro la cattedrale di Mosca. La foto lo immortala in una posizione strana per un dittatore.

Prega? E chi e che cosa prega un dittatore? Chiede forse al suo Dio (da capire quale), che l’Ucraina ceda finalmente, sotto quel cappio che le va stringendo al collo da anni e che da oltre un anno a questa parte si è fatto così stretto da non permetterle di respirare?

Prega a che le forze del Male straniere (cioè per lui quasi tutto l’Occidente, in primis l’odiata America) gli concedano un’uscita più che onorevole dalla sua operazione speciale che di speciale ha solo la propria speciosità?

La faccia non è molto ispirata a mio parere, ma piuttosto preoccupata. Si, preoccupata. Ma per chi? Per il suo popolo? Per il suo Potere, per se stesso e la propria famiglia? Per il suo denaro, la sua ricchezza materiale che sembra essere sconfinata? O per cosa?

Forse per la propria salute? Pensa a quella mentale o a quella fisica o a entrambe? Perché se pensa ad entrambe è un pensiero legittimo. Tutti abbiamo a cuore la nostre salute. E’ un dovere verso noi stessi e verso chi ci sta vicino, pensare alla nostra salute e tenerla sotto controllo.

Ma, francamente, quella faccia, a me sembra quella di uno che pensa a come fare per non apparire “malato” e sull’orlo di una crisi, sia di nervi che di altra natura.

In molti scappano dalla Russia per non andare a combattere in una guerra che non capiscono, il Pil russo è sceso anche se non di molto ma scende progressivamente e questo non può non preoccuparlo (anche poco), i vertici militari russi sembrano non andare troppo d’accordo tra di loro e non si sa mai cosa possa succedere quando i militari “rognano”. Sono sempre rogne.

Ma è li, in quella cattedrale con un cero in mano a ascoltare il Patriarca Kirill che prega per la “pace giusta e duratura”. Preghiere ipocrite come quelle del suo amico col cero in mano, aggiungerei.

Ma fanno scena, fanno in modo che il popolo sia ancora una volta turlupinato e anche alla grande dal Potere, sia quello “Religioso” che quello “Temporale”.

A proposito di temporali…se all’uscita Putin ne trovasse uno con lampi e tuoni tanto da fargli rizzare i pochi capelli che ha in testa, chissà se gli verrebbe mai in mente che quel Dio che lui ha appena pregato ( non si sa cosa) , gli stia mandando un messaggio?

Che lui, naturalmente, temo, a meno di un miracolo, volgerà a suo favore.

Pubblicato oggi (17.4.2023) su Italians del Corriere della Sera

Life in words

Books are life in words
I can see them dancing
around me telling me
what I want to hear


Greeting me they know
I am looking for something
that stays


That can explain what
sort of card play life is
Evenings and nights
and mornings again


Words take me by the hand
guide me I follow my instinct
and I am there within
life in words