Meloni sta sbagliando tutto. Doveroso ascoltare le opposizioni ma con un atteggiamento più distaccato. Si agita troppo e ascolta troppo. Ascoltare si, va bene, ma di tanto in tanto potrebbe fissare un punto e soffermarsi a meditare.
In fondo il tempo passa e la vita si vive una volta sola anche da premier. Si gusti il momento: starnazzano tutti come oche, le danno la responsabilità persino del surriscaldamento globale della siccità… La siccità è colpa del governo: non piove, governo ladro.
Dunque? Si dovrebbe rilassare e mostrarsi meglio vestita e truccata. Capisco gli impegni internazionali (quasi due ore di conversazione con Macron in francese mentre sotto scoppiava la rivoluzione…è dura, vorrei vedere chiunque).
Ma quando torna a casina dovrebbe immergersi in una vasca piena di acqua di rose e latte d’asina e starsene a mollo due ore. E poi presentarsi davanti agli oppositori, feroci e con svariati coltelli tra i denti fresca e profumata come un’asina,,,pardon, una rosa.
E’ il loro mestiere, si divertono una cifra a fare opposizione dopo che hanno governato avendo soprattutto a cuore di lasciarle tanti di quei debiti da non potere neppure andare per strada per paura di prenderle dai creditori. Scientificamente studiato a tavolino.
Si sapeva che avrebbe governato, che si sarebbe presa la gatta da pelare e allora gliela hanno preparata bella pelosa.
Prenda esempio da Elly: serena ma battagliera, sorridente, sempre con impermeabile e cappuccio perché se piovono maledizioni dalle correnti, si ripara. Bella e possibile, con gli occhi neri e il suo sapor medio svizzero, aperta a tutte le esperienze votata alla lotta per i diritti. Tutti i diritti e anche i rovesci pur di prendere applausi a scena aperta e anche chiusa, le sta bene anche chiusa a Elly. Tanto poi la sera da mamma col pigiama di Hermes e le pantofole di Pandora (?) si rilassa sul divano di cuoio bulgaro e si gode la registrazione dei video dove la acclamano…
Meloni deve fare cosi: alla sera due film di Totò uno via l’altro, una tazza di tiglio e due After eight. L’indomani fresca come una rosa sarà pronta per prendersi la responsabilità persino della plastica dentro il ventre molle della balena in estinzione e dell’estinzione della tartaruga Nigia.
E pensi, qualche volta, al dopo…a quando Elly si ritroverà a mettersi le gambe in spalla per superare le correnti: neppure la Pellegrini ci riuscirebbe, figuriamoci una Schlein.
Pubblicato oggi su Italians del Corriere della Sera
Ciabatte Pandora? ma che cosa sarebbero? un modello per piedi che non si sa dove finiscono?
R
sono una mia “invenzione”, ogni tanto dicono “shut up” (chiudi il becco) per ricordare alla segretaria di chiudere la bocca. Pare se ne dimentichi…
Simpatica presa in giro del confronto opposizioni-governo, più però della parte a sinistra (del trattino) che della parte a destra (sempre rispetto al trattino).
Però sulla “siccità” non si pretende mica che Mosè deleghi i suoi poteri alla Meloni, basterebbe uno stagnino e tappare i buchi a perdere delle reti idriche
R
già, aspettavamo il governo di destra e la prima donna premier per chiamare lo stagnino…
Mariagrazia, a proposito di relax, concedimi di raccontare il relax di una domenica di primavera:
Mentre il mondo è squassato dalla guerra in Ucraina (e non solo) , da veementi proteste di piazza in Francia, da flussi migratori imponenti funestati da morti per annegamento, dalla siccità dei fumi, dalla violenza del Tornado in Mississippi, e così via, come sempre –fulgida, calda e rasserenante- è tornata la primavera.
Sembra un nonsense, ma è così, la natura è sorda ai mali dell’umanità, non segue una logica, ma le sue leggi “eterne”.
Non so altrove, ma qui lungo la Riviera dei Ciclopi, tra Acicastello, Acitrezza e Capo Mulini, la primavera è esplosa in tutto il suo fulgore, sole abbagliante, aria tiepida immobile, cielo terso di un azzurro puro e profondo, e tra le rocce laviche, chiazze di colori delle macchia mediterranea – il verde degli arbusti dell’Euforbia arborea, il viola purpureo della Viperina, il giallo del Ginestrino, e poi l’Acanto, il Finocchio di mare, i Capperi, i pungenti Fichidindia- e tra il nero dei basalti, scorci di mare quieto come una prateria senza vento, di un azzurro intenso su cui si stagliano il Castello Normanno su una bolla di basalto del quaternario, gli imponenti Faraglioni, il faraglionetto frastagliato, la verdeggiante isola Lachea, di pari antichissima età, rocce emerse dal suolo sottomarino nei cataclismi che precedettero la nascita del vulcano Etna.
Il lungomare è un via vai di gente di tutte le età, gruppi di giovani con sfoggio di abiti primaverili, bambini che si rincorrono, coppie a braccetto con bebè in carrozzella, frotte di turisti sbarcati dai pullman in sosta, gente seduta ai tavolini dei bar e dei ristoranti, e la spiaggia brulica di persone che prendono il sole e fanno i primi bagni.
Certo dell’antico paese di pescatori immortalato dal Verga, non restano che il mare e quegli scogli monumentali, neppure le barche di legno tipiche dei pescatori, sostituite -tranne qualche raro esemplare- da barche di plastica e motoscafi. E tra l’Hotel Faraglioni, il Lido dei Ciclopi, il Residence Galatea, a ricordare i Malavoglia, una piccola trattoria, e una casa museo, la Casa del Nespolo.
R
Grazie Alessandro, bellissimo questo racconto che profuma attraverso lo schermo di mare, di fiori e di moderno e antico. Magari il mondo fosse tutto racchiuso in quel microcosmo e potessimo guardarlo e ammirarlo senza paura. Ma, intanto, possiamo gustarci questa cartolina di un pezzetto della regione magnifica che è la Sicilia.
PS: ieri qui vento e pioggia abbondante, finalmente.