Ipocrisia italiana

Devo dire che non mi è simpatica, so a malapena chi sia perché è invasiva come la gramigna e trovi la sua faccia persino sui formaggini, ma a Sanremo ha decisamente superato ogni limite di indecenza, di protagonismo e di banalità. Una donna eterea, vestita con un abito che aveva le sue “forme” disegnate, ma che sembrava nuda. E non era affatto un bello spettacolo. Anzi. Mi ha ricordato un brutto periodo della nostra storia che non dirò, ma che quella magrezza esasperata riportava alla memoria.

Un inno ala femminilità? Non mi pare. Mi è sembrato di più un inno all’egocentrismo al limite del patologico. In molti sensi.

E poi quella lunga lettera a se stessa: una bambina nata e cresciuta in una famiglia ricca che l’ha amata e protetta e ora da grande e madre a sua volta, sul palco di Sanremo lei platealmente e col nodo in gola, l’ abbraccia virtualmente come se la volesse proteggere prima di un lungo viaggio per mare senza speranza.

Un inno al narcisismo di una donna ricchissima e notissima che non aveva bisogno di Sanremo per affermarsi, al contrario di molte sue coetanee che non arrivano a metà del mese e fanno fatica a sfamare i figli. Le opportunità per lei non sono mancate, la bambina cui ha indirizzato il suo lungo (e noioso) monologo è diventata una donna con enorme seguito di persone che la vedono (a torto) come una sorta di “guida spirituale”.

Ma vederla con quell’abito osceno, ridicolo, magra al limite dell’anoressia, commuoversi alla sua autocelebrazione, non mi è sembrata una guru ma semplicemente una donna molto scaltra che sa sfruttare una società al limite della decadenza. O oltre.

Non hanno voluto Zelensky, in molti, tanto che lui ha preferito dire: no grazie. Ma Chiara col suo messaggio alla bambina che è stata ha portato Sanremo sulla vetta dell’ipocrisia.

Italiana e forse mondiale,

Pirati

A questo punto mi auguro che vinca Schlein e che prosperi nelle correnti come la sirena sulle navi dei pirati.
Pirati? ma come mi vengono? PD pirati democratici? Ma no, ma che schifezza!
Però qualcosina del piratesco hanno. Sentire Renzi che se la prende coi suoi vecchi “amici” è una cosa da far cascare le …bretelle.

https://www.open.online/2023/02/05/regionali-milano-renzi-shakira-pd-pique-ferrari-twingo-video/

ma questo tipo qui ci ha abituato a ben peggio, quello che arrivò in Smart a palazzo il primo giorno, per poi comprarsi i castelli in Toscana e vivere come un “pascià”…bisogna dire che al progressista Renzi piaceva e piace soprattutto il progresso del suo c/c.

Schlein è tosta. Troppo inclusiva coi 5s ( andrebbero banditi dalla politica ma ci stanno a ricordarci che non dobbiamo cadere in certe trappole), e assomiglia un po’ alla ex premier neozelandese. Ma lei, se diventasse premier, dubito che si farebbe intimorire.
Ma c’è tempo per questo, prima si impara a correre e poi a zoppicare.
Per ora Bonaccioni sembra il preferito, ma lo trovo troppo bonaccione per stare in mezzo ai “pirati”, quelli gli strappano anche le…bandiere.
Mentre lei Schlein con quel nome, metterebbe in riga anche un compasso.
Stiamo a vedere: di donne toste sulla scena politica c’è molto bisogno anche se l’opposizione più faziosa al mondo ci mette una buona dose di elettricità per tostarle a dovere. E con quello che costa la metteranno tutta in conto a noi.

Un paese insicuro

“Politici che avete governato questo paese, guardatevi allo specchio e fatevi schifo, Questo ha detto il figlio di Roby Facchinetti, Francesco, dopo la rapina in villa che il cantante dei Pooh ha subito assieme alla moglie e uno dei figli domenica scorsa.

Lo ha detto in un video postato sui social ed era visibilmente colmo di rabbia. “Avete ridotto questo paese che è il più bello del mondo in un paese insicuro dove si deve avere paura”, ha continuato.

E’ uno sfogo comprensibile, il cantante e la famiglia per fortuna non hanno avuto conseguenze dalla rapina ma solo tanta paura. I rapinatori sono fuggiti dopo aver portato via gioielli a forse anche soldi. Eppure chissà i sistemi di sorveglianza e di allarme che hanno installato nella villa. Serviti a niente. Ed ora, passata la paura, il figlio Francesco se la prende con i politici che hanno governato un paese con una tra le più alte pressioni fiscali, dove i cittadini non si sentono sicuri ed hanno paura di tutto.

Come dargli torto? Non riconosco davvero più il mio paese. La politica degli ultimi trent’ anni ha certamente molte colpe, non vi è dubbio. Il paese è stato devastato dalla speculazione e dalla corruzione e dalla mala politica e questo i politici lo sanno, è un andazzo che va avanti da troppo tempo e che loro non solo non sono riusciti ad arginare, ma in molti casi le loro politiche sono state del tutto inutili se non controproducenti.

L’Italia non è più riconoscibile da trent’anni a questa parte. E’ un paese diverso. Cambiato profondamente e in peggio sotto molti punti di vista.

La criminalità non c’è solo da noi e lo sfogo di Francesco è comprensibile dato lo choc e forse ha un po’ calcato la mano proprio per questo. Sarà forse anche criticato da molti, diranno che è un riccone che si sveglia oggi e scopre che la politica non fa il proprio dovere, ma finora dove è stato?, Immagino che molti commenteranno.

Ma quando succede a te di trovarti faccia a faccia con un balordo che entra in casa tua, ti senti orfano dello stato. Uno stato che è incapace di difenderti da criminali che agiscono del tutto indisturbati nonostante tutti i sistemi di sicurezza più avanzati, ha ragione Francesco, è uno stato che si deve interrogare e anche a lungo su come ha gestito le risorse e su come le ha investite. E sui perché le nostre città, le nostre case, le nostre vite, siano sempre più spesso in balia di una criminalità incontrollata ed incontrollabile.

Pubblicata oggi (6.2.2023) su Italians del Corriere della sera.

Non lo so

Quante volte ho pensato

questo giorno è il mio

è il mio tempo, finalmente

e potrò essere?

Quante volte ho pensato

questo attimo è il mio

e niente e nessuno

potrà rubarmelo?

Quante volte ho pensato

questo volto è il mio

e non potrà mai essere

diverso.

Eppure ora oggi qui il giorno

mi sembra quello di ieri e invece

non è che il sempre, il tutto

e il mai.

E non mi ricordo se l’ho

visto riflesso nello specchio

o solo in sogno o forse neppure

mai sognato.

E non lo so.