Sono grata agli
alberi e alla loro luce
morbida
attorno all’onda del
riflesso del verde
del rosso e del giallo
e affondo gli occhi
nel riverbero del cielo
mentre l’azzurro si piega
dolce verso la cima degli
abeti
e li avvolge in un abbraccio
che sa di cose da scoprire o
che so che mi parlano.
E respiro il profondo azzurro e
mi fondo con le rughe del
tronco che si affaccia
dall’angolo del viale,
la chioma oltre
le altre chiome
e mi chiama
come sempre
immobile ed eterno
compagno ed amico.
La dedico a chi oggi non ha ricevuto e non riceverà né mazzi di fiori né cioccolatini. Le feste a loro dedicate sono ancora da inventare.
E invece no, forse ogni giorno dell’anno è festa per loro.
Versi toccanti di sincera graditudine per l’universo vegetale, muto, ma ugualmente comunicante come una poesia.