“Politici che avete governato questo paese, guardatevi allo specchio e fatevi schifo, Questo ha detto il figlio di Roby Facchinetti, Francesco, dopo la rapina in villa che il cantante dei Pooh ha subito assieme alla moglie e uno dei figli domenica scorsa.
Lo ha detto in un video postato sui social ed era visibilmente colmo di rabbia. “Avete ridotto questo paese che è il più bello del mondo in un paese insicuro dove si deve avere paura”, ha continuato.
E’ uno sfogo comprensibile, il cantante e la famiglia per fortuna non hanno avuto conseguenze dalla rapina ma solo tanta paura. I rapinatori sono fuggiti dopo aver portato via gioielli a forse anche soldi. Eppure chissà i sistemi di sorveglianza e di allarme che hanno installato nella villa. Serviti a niente. Ed ora, passata la paura, il figlio Francesco se la prende con i politici che hanno governato un paese con una tra le più alte pressioni fiscali, dove i cittadini non si sentono sicuri ed hanno paura di tutto.
Come dargli torto? Non riconosco davvero più il mio paese. La politica degli ultimi trent’ anni ha certamente molte colpe, non vi è dubbio. Il paese è stato devastato dalla speculazione e dalla corruzione e dalla mala politica e questo i politici lo sanno, è un andazzo che va avanti da troppo tempo e che loro non solo non sono riusciti ad arginare, ma in molti casi le loro politiche sono state del tutto inutili se non controproducenti.
L’Italia non è più riconoscibile da trent’anni a questa parte. E’ un paese diverso. Cambiato profondamente e in peggio sotto molti punti di vista.
La criminalità non c’è solo da noi e lo sfogo di Francesco è comprensibile dato lo choc e forse ha un po’ calcato la mano proprio per questo. Sarà forse anche criticato da molti, diranno che è un riccone che si sveglia oggi e scopre che la politica non fa il proprio dovere, ma finora dove è stato?, Immagino che molti commenteranno.
Ma quando succede a te di trovarti faccia a faccia con un balordo che entra in casa tua, ti senti orfano dello stato. Uno stato che è incapace di difenderti da criminali che agiscono del tutto indisturbati nonostante tutti i sistemi di sicurezza più avanzati, ha ragione Francesco, è uno stato che si deve interrogare e anche a lungo su come ha gestito le risorse e su come le ha investite. E sui perché le nostre città, le nostre case, le nostre vite, siano sempre più spesso in balia di una criminalità incontrollata ed incontrollabile.
Pubblicata oggi (6.2.2023) su Italians del Corriere della sera.
Credo che buona parte della colpa di questo degrado della sicurezza pubblica sia imputabile alle ideologie di sinistra che hanno permeato la società nel dopoguerra, soprattutto dopo il ’68.
In questo contesto di degenerazione io metto anche l’atteggiamento della Magistratura, sempre pronta a mandare a processo i tutori della legge appena sbagliano, e ad essere indulgente verso i delinquenti.
Due casi famosi accaduti a Roma. Uno spacciatore morto dopo percosse in carcere (mai chiarito perché lo abbiano picchiato) è diventato un martire e la sorella è stata eletta senatrice. I carabinieri picchiatori condannati a 12 anni di carcere. Un agente della polizia spara ad un onesto tifoso che stava seguendo la trasferta della sua squadra insieme ad alcuni amici con il bagagliaio carico di sbarre di ferro per sfasciare le auto dei tifosi avversari. Altro martire e altro agente in galera per 9 anni e mezzo.
La capitana di una nave “salva immigrati clandestini” rifiuta di obbedire agli ordini della Capitaneria di porto e sperona la motovedetta. Rimessa in libertà con tante scuse.
Invece si rinvia a giudizio il Ministro dell’Interno che ha ritardato lo sbarco di un gruppo di immigrati.
Comprensibile che le forze dell’ordine preferiscano far finta di non vedere. Se arrestano qualcuno, il magistrato lo rimette in libertà e loro rischiano ritorsioni.
I detenuti, da persone meritevoli di giusta punizione, sono diventati dei poveri disgraziati meritevoli di compassione.
Emblematici di questo atteggiamento di tolleranza verso i malviventi sono certi slogan come “Nessuno tocchi Caino!”
Per decenni si è identificata la richiesta di ordine e rispetto delle regole – necessari alla vita civile – con la repressione di stampo fascistoide.
Con lodevoli eccezioni di intellettuali illuminati, come Pasolini, si sono identificate le forze dell’ordine con lo strumento al servizio dei “padroni”.
Altra questione. Negli anni ’70-’80 ero molto vicino alla Procura per il lavoro che svolgevo ed ho assistito a delle modifiche delle regole che a molti, non dell’ambiente, sono sfuggite.
In pratica le forze dell’ordine sono state messe tacitamente alle dipendenze della Magistratura e non possono indagare se prima non hanno convinto un magistrato inquirente dell’opportunità dell’indagine. Niente iniziativa!
E gli agenti passano le giornate a gironzolare nelle macchine di servizio aspettando che qualcuno gli chieda di intervenire e intanto chiacchierando di sesso e di politica.
Il “poliziotto di quartiere” che doveva tenere gli occhi aperti e notare traffici sospetti è stato messo a lavorare in ufficio. Problemi di privacy?
Le associazioni dei consumatori insegnano ai cittadini a violare impunemente la legge: a trovare scappatoie per non pagare le multe, ed evitare lo sfratto se sono morosi.
Tutte queste deviazioni dal buonsenso e dal senso di giustizia che portano a simpatizzare paradossalmente con chi ha torto sono alla base del dilagare del disordire e della delinquenza.
Bisogna che lo Stato difenda le persone perbene, non “quelli che sbagliano”. Le stesse parabole del Vangelo, se ben interpretate, non insegnavano questo.
R
La passo ma mi dissocio dalle sue affermazione sulle forze dell’ordine e sulle associazioni.
Lo stesso vale per le sue “opinioni” dalle quali io sono lontana. Come spesso succede. Soprattutto quelle sulla “capitana “Rackete. Che lei ha voluto polemicamente inserire in una discussione dove non c’entra per nulla. Cerchiamo di stare ai temi per favore.
A nessuno piace essere derubati, giusta la rabbia della vittima e la denuncia ripresa nell’articolo. Ma c’è di più di un Stato che non ha funzionato negli ultimi trent’anni, estenderei il periodo dall’unità d’Italia a oggi.
Se permetti ripropongo un mio commento ad un articolo sul pericolo che correrebbe l’unità nazionale a causa dell’autonomia differenziata.
“Ma quale unità nazionale? Quella che ci vede uniti nel tifo per la Nazionale? o nei morti in guerra?
Basta analizzare il Pil pro capite come s’è divaricato dall’unità d’Italia a oggi tra regioni settentrionali e regioni meridionali, basta confrontare la sanità in Lombardia e la “non sanità” in Calabria, basta vedere lo stato dei trasporti su rotaia e su strada, com’è diramata al Nord e come si assottiglia al Sud, basta guardare gli indici di occupazione e di disoccupazione, gli uni massimi al nord, gli altri massimi al sud, basta vedere come sia ripreso il flusso migratorio interno per concludere che ci sono sempre state due Italie divise e distinte.
E allora, che la divisione sia anche istituzionalizzata, che sia estesa tra regione e regione e che ognuno si arrangi come meglio creda: aumenteranno le guerre di confine, ma almeno non ci saranno recriminazioni, ipocrisie e prese in giro.
R
“Il Friuli Venezia Giulia [cfr. X], la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto Adige/Südtirol e la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale.
La Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol è costituita dalle Province autonome di Trento e di Bolzano.
Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all’articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata.”
Per dire che il governo ha diritto di promuovere una legge che vedrà sicuramente un lunghissimo iter parlamentare, infinite modifiche e non è detto che arrivi in porto. E non aggiungo altro se non che io queste “guerre ai confini” francamente non le vedo.
Signora Gazzato, in sintesi il mio lungo messaggio voleva dire che, per avere uno stato che garantisce sicurezza ai cittadini, è necessario che tutti rispettino rigorosamente la legge.
Se i magistrati credono di essere il Padreterno e sono i primi a non applicare la legge, tutto si deteriora di conseguenza.
La polizia non agisce con determinazione se non si sente coperta dalla Magistratura.
E se i parlamentari, invece di interpretare e rappresentare la volontà popolare, approfittano del loro potere per portare avanti battaglie personali, spesso contro l’interesse dalla nazione, tutto va a rotoli.
E’ il trionfo della logica del paradosso.
Il pesce comincia a puzzare dalla testa, e la testa che puzza in italia corrisponde a parlamento e magistratura.
Comunque, sono curiosio di sapere la sua diagnosi, dopo che ha ben presentato il quadro clinico. Se è più convincente della mia, non insisto e mi adeguo.
R
non darei colpe né alla magistratura né alle forze dell’ordine che svolgono le loro mansioni tra difficoltà di ogni genere. La politica invece ne ha eccome. L’interesse di bottega o botteguccia che viene spesso prima del Bene Comune e le rivalità, le faziosità. il non avere una visione comune ma il rincorrersi continuamente per guadagnare qualche consenso in più. La politica soprattutto degli ultimi decenni che ha guardato soprattutto e molto a rivaleggiare e primeggiare sugli avversari invece di unirsi veramente, pur nelle differenze, anche sostanziali, per affrontare i tanti problemi irrisolti del paese. E questo succede anche tra i cittadini che, invece che impegnarsi per dare anche un piccolo contributo a che il paese vada meglio e si può fare in mille modi, spesso seguono l’andazzo dei politici e cercano il tornaconto personale, piccolo e meschino. Esempio spicciolo: ora che abbiamo al governo una donna di destra, la faziosità è arrivata alle stelle e invece che sperare che riesca a portare avanti delle politiche che veramente aiutino questo povero paese a risollevarsi, tanti, politici o semplici cittadini, fin dal primo giorno le attribuiscono colpe e vaticinano disastri come se finora chi ha governato lo avesse fatto nel migliore dei modi possibili.
La faziosità e la polemica gratuita e fine a se stessa è quello che spesso impedisce di occuparsi di cose pratiche e veramente risolutive di problemi annosi che mettono i bastoni tra le ruote ad un paese che potrebbe andare molto meglio se tutti contribuissimo a questo scopo.
A commento della lettera introduttiva della Sig.ra Gazzato relativa al nostro insicuro Paese e al deprecabile episodio occorso a Roby Facchinetti, rapinato in casa sua, mi permetto di risottoporre alla attenzione dei lettori un mio pensiero sull’argomento in oggetto.
Ha ragione, in un certo qual senso, un signore italo-americano quando mi scrisse che alcuni studenti di New York appellano “mafiosi” i loro coetanei …italo-americani.
E fanno pure bene, quei giovani statunitensi, ad affermarlo, seppur in modo molto, molto generalizzato.
Il nostro, sicuramente, e’ un bellissimo Paese.
C’e’ di tutto: ottimo clima, arte dappertutto, paesaggi mozzafiato, prodotti gastronomici imbattibili e tanto, tanto altro ancora di bello e, in un certo qual senso, di unico sul nostro pianeta.
Pero’ e purtroppo, tutte queste meraviglie vengono opacizzate, se non addirittura vanificate, dagli stessi abitanti della nostra affascinante “penisola dei tesori” (come indicava il titolo di una interessante trasmissione TV condotta da Alberto Angela), col loro generale, bacato, comportamento.
Pur con il cuore amareggiato mi dispiace dover ammettere che non siamo gente sostanzialmente (auto)disciplinata, per cui i concetti di empatia, di razionalita’ ed educazione, da noi sono quasi sconosciuti.
Ne conseguono, pertanto, tutte le nostre ben note negative caratteristiche che ci dequalificano non poco agli occhi del mondo civile.
Mancando da noi il senso civico in particolare ed il concetto di Patria, di comunita’, in generale, ognuno pensa per se’.
Ciascuno vive chiuso nel suo meschino egoismo, tutto intento a coltivare il proprio “io” a scapito del prossimo.Importante, per l’italiano comune, e’ fare il furbo, che’ attenersi alle leggi o alle regole e’ concepito come roba per fessi, per pusillanimi, per pecoroni sottomessi.
Da qui tutte le sregolatezze sussistenti nel nome di una presupposta … LIBERTA’:
l’evasione fiscale, il caotico traffico automobilistico, lo schiamazzo notturno, il menefreghismo piu’ sconcertante verso le liberta’ ed esigenze altrui, le invidie feroci, le derisioni o minacce per chi la pensa diversamente dalla massa
– vedansi i perpetui conflitti tra “fascisti” e “antifascisti” dopo quasi ottant’anni dalla fine del regime -, ecc. ecc…
Se passiamo poi al nostro sistema politico istituzionale c’e’ da mettersi le mani nei capelli.
Governi che quasi mai durano una intera legislatura (vediamo questo attuale quanto tira…);
una pletora di partiti tutti litigiosi fra loro e al loro stesso interno;
esecutivi che, in barba alle desiderata dei cittadini, possono essere, abbastanza spesso, costituiti da persone mai elette da nessuno;
parlamentari che vengono votati nelle fila di una compagine politica per poi finire, addirittura in corso di legislatura, in quella opposta a quella di prima militanza o andare a fondare personali compagini;
una burocrazia estremamente soffocante da rallentare, se non addirittura bloccare o scoraggiare, qualsiasi decisione o iniziativa di chicchessia cittadino;
per non parlare poi del nostro APPARATO GIUDIZIARIO, oltremodo politicizzato, con i suoi tempi biblici, le cavillose regole occorrenti per dirimere una causa, sia essa penale che civile e, dulcis in fundo, la “incertezza certa” sullo sconto delle pene oltreche’ il “favorire” quasi sempre il farabutto a scapito dell’onesto soggetto.
Occupanti abusivi di case; extracomunitari bivaccanti nelle stazioni ferroviarie;
borseggiatori rom sulle metropolitane; spacciatori in bella vista;
interi quartieri in mano a balordi…;
mafie di ogni specie che, infiltrate ovunque, gestiscono ormai il Paese….da un bel pezzo…
Ultima pensata la “riforma Cartabia” che consente al delinquente di evitare condanne o persecuzioni giudiziarie qualora la sua vittima non provveda a sporgere immediata denuncia nei suoi confronti!!!
In buona sostanza accade, cosi’, che il turista straniero, venuto in Italia, puo’ trovare bello, simpatico ed allettante il nostro Paese…:cio’ perche’ il suo soggiorno vi si protrae per poco, dopodiche’ egli torna nella sua nazione, ma … chi da noi ci vive, in quanto cittadino italiano, e quotidianamente ha a che fare con una societa’ abbastanza bacata e con un sistema a dir poco alla sudamericana o da Terzo Mondo, laddove la corruzione, il menefreghismo, il clientelismo, il lassismo, la delinquenza, le divisioni… sono la norma invece che l’eccezione, la visione paradisiaca, di “famiglia del Mulino Bianco”, cambia…., e di molto.
Eppure, se solo lo si volesse, il nostro potrebbe essere davvero il Paese piu’ affascinante ed invitante del mondo (come afferma Facchinetti) se, alle sue tante bellezze naturali, artistiche e culinarie, si aggiungessero, pero’, da parte dei suoi cittadini, un maggior senso civico mentre, dal canto loro i politici governanti, i magistrati, i magnati della finanza e quant’altri che da noi contano davvero, dovrebbero attuare una onesta, intelligente, razionale, saggia, “altruistica” amministrazione e governance istituzionale.
Quanto sopra completerebbero positivamente il quadro.
Tutto quello, inoltre, valorizzando ulteriormente le gia’ invidiabili caratteristiche italiane, apporterebbero un tenore di vita e comportamentale oltremodo razionale e coscenzioso, rendendo davvero il nostro Paese un piccolo Eden sulla faccia della Terra.
Invece tale prospettiva pare destinata a restare un’ utopia.
La nostra atavica cultura, fatta per la maggior parte di meschina voltagabbanaggine, di accentuato egoismo, di spudorata corruzione, di sfacciato clientelismo e di spregiudicato menefreghismo, impediscono il sogno di trasformare l’Italia in una terra meravigliosa.
Del resto, come si dice dalle nostre parti:
“Quattro uova in un piatto non si possono avere”!!!
R
Romolo, faccio un po’ fatica, mi perdoni a capire il detto citato. Forse perché dalle sue parti si usano piatti piccoli o per l’alta concentrazione di colesterolo
cattivo?
Poi…diciamo che l’ho invitata a nozze…si fa per dire. Si sente davvero la sua “simpatia” nei riguardi ei suoi connazionali. E va bene, nessuno nega i “vizi” italici, ma consideriamo pure che qualche persona davvero per bene esiste anche qui altrimenti è una depressione…
In quanto alla riforma Cartabia. Si, abbastanza incomprensibile e confusa la norma sulla procedibilità dei reati su querela (introdotta per alleggerire il lavoro dei magistrati come ci chiede l’Europa)e che complica il lavoro delle forze dell’ordine, questo articolo fa abbastanza “chiarezza” si fa per dire:
https://www.ilpost.it/2023/01/10/procedibilita-ufficio-querela-riforma-cartabia/
Da ultimo: non sono affatto d’accordo che gli statunitensi facciano bene a chiamare in quel modo gli italo americani, nel modo più assoluto.
Signora Gazzato, sono d’accordo con lei che, in ultima analisi, le responsabilità delle disfunzioni del nostro Paese sono della sia classe politica.
Mi rendo conto di toccare un tabù, una delle poche certezze a cui si appoggiano tutti nei momenti di sconforto, ma a questo punto è un passaggio ineludibile.
Il problema è la nostra Costituzione.
La nostra Costituzione prevede l’assenza di vincolo di mandato, che, probabilmente, nelle intenzioni dei costituenti, voleva dare ai parlamentari il diritto di agire nell’interesse del Paese tutto, piuttosto che nell’interesse del proprio collegio elettorale che lo aveva mandato in parlamento per farsi rappresentare.
Ma questa norma, scritta in maniera non chiara, ha permesso ai furbastri quello che dice Piccinini: farsi eleggere in un partito e poi passare al partito avverso.
L’articolo che prevede l’indipendenza della Magistratura dall’esecutivo p stato scritto in maniera non chiara, per cui i magistrati lo hanno interpretato come indipendenza assoluta, perfino dal Parlamento, che rappresenta il popolo sovrano.
Un’interpretazione che fa della Magistratura una dinastia che regna per diritto divino.
E si potrebbero fare tanti altri esempi.
La nostra Costituzione è il miglior prodotto che si potesse creare in quel momento, ma si è dimostrata inadeguata nel tempo.
Troppi compromessi tra l’anima cattolica e l’anima comunista che erano i vincitori della guerra e si spartivano il potere.
Troppe remore a dare autorevolezza ai governi per paura che tornasse l’autoritarismo.
Troppi veti incrociati che impediscono di fare quello che serve fare.
Troppo garantismo ai malviventi per scongiurare l’avvento di uno stato di polizia.
Bisogna trovare il coraggio di mettere mano alla Costituzione attraverso una nuova assemblea costituente per fare la necessaria manutenzione.
Per adeguarla ai quasi 80 anni di usura e di disallineamento ai tempi.
Per togliere tutti quegli articoli velleitari di cui non c’è più bisogno e che servono solo ad essere strumentalizzati in malafede.
Con una Costituzione revisionata, una legge elettorale revisionata, avremo la possibilità di mandare al governo una classe politica più seria, più selezionata, più “patriottica” che non sia più disposta a fare il male della nazione per far perdere voti ai partiti avversari.
Con la Costituzione attuale, a quanto pare, non ci si riesce.
R
La Costituzione non si tocca, non c’entra con la mala gestione delle risorse pubbliche, quella spetta alla politica, i mezzi ci sono, sono le teste che vanno cambiate, comprese quelle di tanti che votano.
Lo dicevo che avevo toccato un tabù che ha qualcosa di religioso. Criticare la Costituzione è una sorta di bestemmia.
Eppure la Costituzione non è come le 12 tavole di Mosè che si attribuivano a Dio.
La Costituzione l’hanno fatta dei galantuomini che, in quel momento storico, hanno fatto del loro meglio.
E non era un momento storico facile, che permetteva libertà di pensiero. Era un momento di reazione alla fine di una guerra, alla caduta di una dittatura, allo sterminio degli ebrei ……….
Oggi gli stessi padri costituenti l’avrebbero scritta sicuramente in un altro modo.
D’altra parte, la Costituzione è già stata cambiata più volte (e, secondo me, in peggio). Perché non riscrivere anche quegli articoli (che si contano sulle dita di una mano) che hanno prodotto malintesi assurdi?
R
ecco, cambiata in peggio, dunque? E dimentica che al referendum di Renzi gli italiani hanno risposto NO.
Niente di religioso, gli americani ne hanno una vecchia come Matusalemme ma non si sognano di cambiarla, noi, ogni tre per due, chiediamo di cambiare la Costituzione.
Quei “galantuomini” lo erano davvero non come tanti che bazzicano oggi la politica. Farla cambiare da loro sarebbe come passarci sopra con un bulldozer.
ABITO in Inghilterra da 42 Anni prima a Londra 18 Anni ADESSO NEL Kent NEL sud del PAESE.RITORNo spesso in Italia in Veneto VICINO Padova ,e DEVO Notare Che in Giro TRA la GENTE ESISTE un SENSO Di PAURA e sfiducia .Per carita ESISTE mal ABITA pure qui ma a dire la VERITA Mai come GIRATO di sera a Padova ,ARRIVATI in stazione GENTE di TUTTE le razze let Terra SPORCHI ibriachi e minacciosi mia mogli intimidita non ha volute Passare Una SERATA in giro per Padova COSI SIAMO ritornati al PAESE di NUOVO.
Ma non finisce li ANDATO a Pisa LO STESSO Firenze poi Roma uno SCHIFO come Milano dove in Africano CI ha minacciato se non GLI Davo DEI soldi ,COSI penso per NOI non torneremo fino a Che le AUTORITA non FARANNO QUALCOSA.Ma come POSSONO LASCIARE I CITTADINI in BALIA do QUESTA GENTAGLIA UNA VERGOGNA PER GLI ITALIANI E PRR L’ITALIA.GRAZIE PER L’ATTENZIONE E ARRIVEDERCI DA INA INGHILTERRA SOLEGGIATA.
R
Grazie Giuliano per questa sua testimonianza. Quello che dice è tutto vero. Padova è una città meravigliosa o meglio lo è stata fino a che amministrazioni “illuminate ” hanno permesso questo ignobile degrado.
Londra me la ricordo un posto molto più “sicuro”, nonostante sia una città tentacolare.
Sono d’accordo.
Non bisogna confondere l’accoglienza verso gli immigrati con la tolleranza verso tutto quello che fanno per paura di essere etichettati come razzisti.
A Roma la stazione Termini dà a chi arriva uno spettacolo osceno.
Me lo hanno fatto notare persone che sono arrivate dall’estero in aereo.
Gente che bivacca lungo i porticati esterni, le scale esterne che vanno verso la metropolitana che puzzano di urina e spesso sono ingombre di ubriachi e di sfaccendati dall’aria poco rassicurante.
Proprio davanti all’uscita c’è un palazzo bombardato che non è mai stato demolito e ricostruito. E’ rimasto solo il piano terra che ospita bottegucce di souvenir, pizzerie, friggitorie e vendite di Kebab di bassa qualità.
Come se non bastasse la Via Gioberti ha i marciapiedi ingombri di bancarelle e agli angoli delle strade è facile incontrare travestiti che si prostituiscono anche di giorno.
Un turista che arriva col treno o con i bus navetta dagli aeroporti si trova in un ambiente sporco, maleodorante e disordinato che gli dà un primo assaggio dell’Italia che certamente non si aspettava.
Non capisco la politica dei Comuni che costruiscono o fanno costruire centri commerciali ultramoderni, restaurano palazzi per farne musei, e poi lasciano i punti di rappresentanza come le stazioni delle città in condizioni che definire da terzo mondo è dir poco.
R
ha ragione, tutte o quasi le stazioni d’Italia fanno abbastanza schifo. La stazione Termini, poi che è nella capitale e dove è successo qualche giorno fa quell’accoltellamento di quella ragazza, è un biglietto da visita vergognoso.
Eppure nessun sindaco (per non parlare dell Raggi che non ha fatto nulla di nulla) è riuscito a mettere un po’ d’ordine.
Il fatto che ci sia sempre meno polizia in giro ovunque, sempre meno vigili.. E meno sorveglianza da parte delle forze dell’ordine, ha ridotto le nostre città più belle a dei letamai a cielo aperto. Ed è un peccato mortale. La politica dovrebbe mettere un punto fermo su questa questione: non è più tollerabile questa situazione da terzo mondo
a commento della mia lettera relativa al nostro insicuro Paese e al deprecabile episodio occorso a Roby Facchinetti, rapinato in casa sua, Lei ha scritto che io, in ultima analisi, sarei un perfetto pessimista e non amo i miei connazionali!!
In Italia, sempre secondo il Suo punto di vista, ci sono pur sempre brave persone per cui, in fondo,…dobbiamo essere ottimisti!!!
Io ci provo ad essere positivo ma…, come afferma Facchinetti rapinato in casa sua, mi accorgo che il nostro, purtroppo, sta diventando un Paese sempre piu’ allo sbando…
Lei, invece, mi sembra, non pare accorgersene, visto che “minimizza o “giustifica” in un certo qual modo i negativi eventi da noi accadenti.
Eventi invece, a mio giudizio, sempre piu’ frequenti e sempre piu’…”efferati”.
Per rendere l’idea della nostra collocazione socioculturale e’ come il confronto che potrebbe farsi fra due comunita’ costituite, ciascuna, da … 200 persone:
nella prima collettivita’ 190 individui sono onesti, seri e coscienziosi mentre 10 balordi: come ci si potra’ vivere fra quelle persone?
Nell’altra, invece, solo 10 sono onesti, seri e coscienziosi ma…190 fanno letteralmente schifo, e quindi?
R
e quindi che?
Romolo le rammento che l’articolo qui sopra che lei sta commentando porta la mia firma e che è stato pubblicato anche da Italians, dunque? Sarei io quella che “minimizzo e giustifico” e non “mi accorgo” di quanto succede?
Ma lei si rende conto di quello che scrive?
“Lei, invece, mi sembra, non pare accorgersene, visto che “minimizza o “giustifica” in un certo qual modo i negativi eventi da noi accadenti” ….ma come le viene in mente e come si permette?
Ma le ha lette le risposte ai commenti? Io penso proprio di no e credo anche che lei scriva si tanto (ho dovuto prendere solo una piccola parte di una suo post “lenzuolo nonostante l’abbia pregata più volte di essere più sintetico) ma, secondo me legge poco o superficialmente.
La mia risposta al suo primo lungo post era ovviamente ironica e non voleva certo minimizzare nulla, altrimenti perché crede che avrei scritto questo articolo? Per passare il tempo?