Quante volte ho pensato
questo giorno è il mio
è il mio tempo, finalmente
e potrò essere?
Quante volte ho pensato
questo attimo è il mio
e niente e nessuno
potrà rubarmelo?
Quante volte ho pensato
questo volto è il mio
e non potrà mai essere
diverso.
Eppure ora oggi qui il giorno
mi sembra quello di ieri e invece
non è che il sempre, il tutto
e il mai.
E non mi ricordo se l’ho
visto riflesso nello specchio
o solo in sogno o forse neppure
mai sognato.
E non lo so.
Non lo so…che cosa vuol dire ma la pubblico lo stesso. Ditemi voi che cosa significa, se significa qualcosa.
Mi sembra il passaggio da quegli stati d’animo in cui ci sentiamo vivi, immortali, illimitati, a quei momenti in cui realizziamo di essere ingabbiati e irretiti dentro una realtà più grande di noi, che ci sovrasta e non possiamo mutare
R
si, è una lettura, ma non lo so…se sia quella giusta.
Be’ ci ho provato, pazienza. Ma forse è una di quelle intuizioni inspiegabili, come nell’urlo di Munch, che, rimasto dietro ai due amici con suoi passeggiava, osserva il tramonto e percepisce lo sgomento della realtà che lo circonda.
R
eh, già meglio.
Dimenticavo:
https://artemagazine.it/2019/01/10/rara-litografia-dell-urlo-di-munch-al-british-museum-di-londra/