Per la prima volta da quando è nato il PD non ho partecipato alle primarie. Tante volte in cui avevo votato una donna che poi non si è affermata, credo persino da quel primo voto ai gazebo che ricordo, oggi, con un po’ di nostalgia.
Questa volta non ce l’ho fatta, troppe delusioni lungo la strada, troppi tradimenti.
Invece questa volta Elly Schlein ce l’ha fatta. I tempi erano maturi, la prima segretaria del PD ha un volto sorridente e soddisfatto e a tratti commosso. Il suo discorso dopo la vittoria è esultante e anche esaltante, Lo voglio dire, mi ha fatto impressione la sua determinazione e mi è piaciuta. Fossi andata l’avrei certamente votata, perché donna, prima di tutto, ma perché credo ci sia bisogno di una persona giovane e entusiasta per rinnovare un partito spento e senza più iniziative. Che aveva perso per strada tutti i valori della sinistra buona, quella che deve pensare prima di tutto alle fasce più deboli della popolazione.
“Noi saremo qui per difendere i poveri, gli emarginati, la scuola pubblica e la sanità, per lavorare contro il cambiamento climatico e per dare speranza ai giovani e a chi in tutti questi anni si è sentito abbandonato”, ha detto, tra le altre cose e dava davvero l’impressione di crederci.
Cose che però il PD aveva dimenticato, perso per strada e disperso tra le correnti.
Lei sembra il bel viso di un Italia che vuole veramente cambiare. “Sono la segretaria di tutti”, ha detto.
Le voglio credere. Dice che con lei nascerà una forte opposizione a Giorgia Meloni, un’altra donna che ce l’ha fatta a diventare premier in un paese dove non s’era mai vista una donna premier. L’opposizione è importante anzi fondamentale.
Se Schlein riuscirà a battersi per migliorare le tante cose che vanno male e sono andate male in Italia in tutti questi anni, anche con il PD al governo e riuscirà a fare quella “rivoluzione” nel paese e nel partito di cui abbiamo sentito tante volte parlare a vanvera, allora, forse, tornerò a votare per il PD. Ma la strada è lunga e in salita e però Elly sembra avere le spalle larghe e forse ce la può fare.
Il confronto con l’altra donna alla guida del governo, mi auguro, sia forte ma sereno, non inficiato da pregiudizi. Per ora ha ragione ad esultare la sua è una doppia vittoria: da quasi sconosciuta a leader del partito che per tanti anni aveva rappresentato una grande parte del paese e le sue speranze. Non sarà facile, al di la dell’entusiasmo che le si legge in faccia, risollevarlo dopo tante delusioni. Da donna e giovane ne ha la forza e l’opportunità.
Non la sprechi e soprattutto non deluda che ha creduto in lei e chi potrebbe tornare a credere, con lei, alla politica.