Si sa che sono vestita di pezze variopinte e che ho le scarpe rotte, il fazzoletto in testa, il naso adunco con una verruca proprio sulla punta e che cavalco una scopa. Tutto questo lo si sa.
Ma qualcuno si è mai chiesto come mi sento io ad essere rappresentata cosi? Non credete che sarebbe anche arrivato il momento per un restyling? Si, insomma, una remise en forme, un cambio di stile. Insomma mi sono stufata di essere racchia, va bene?
E allora per il prossimo anno ho deciso di mettermi nelle mani di un centro estetico che mi dovrà trasformare in una splendida creatura.
Non dico che mi presenterò come Biancaneve, no. Ma un pochino meglio agghindata si. E magari lascio a casa la scopa e mi presento su un monopattino volante. Una parrucca bionda e fluente e un trucco che copra le rughette e magari, perché no? anche un bel paio di occhiali fumè per nascondere le occhiaie.
E poi, al posto del sacco un bel trolley di quelli ultimo modello oppure uno zainetto colorato patchwork.
E il vestito? Basta col vestito da romana, che non ho mai capito che cosa sia se non quegli stracci da pezzente, no, indosserò una tunica ricoperta di strass e sotto un pantalone nero e stivaletto a punta.
Ecco, così sarò presentabile…ma, un momento, cosa mi vesto e trucco a fare se non mi vede nessuno? Evabbè lo faccio per me stessa come si di ce oggi, per la mia igiene mentale, che diamine mi sono stufata di essere chiamata “brutta Befana”, qualche fotografo nottambulo che mi sorprende a cavalcioni del mio monopattino mi vedrà splendida e poi metterà le foto in rete e cosi la farete un po’ finita con questa “vecchina stracciona”.
Ho anch’io la mia autostima , non vorrei finire depressa, alla lunga, questa storia che sono vecchia e brutta mi ha stufato.
E prendo contromisure. Così è anche se non vi pare.
La Befana
La befana mi ha sempre lasciato perplesso.
E’ brutta e vecchia come una strega, e vola a cavallo di una scopa. Quindi, è una strega?
Che differenza c’è con una strega? E’ una strega buona che si è convertita al bene?
Il messaggio è che anche le persone cattive possono diventare buone?
Comunque, la rappresentano con un aspetto che, se la si vedesse, spaventerebbe i bambini.
Secondo me questa figura è sempre stata ambigua.
R
è una strega ed è la rappresentazione classica della donna malvagia che per un giorno si finge buona. La strega è nell’immaginario collettivo una donna malvagia e le donne sono spesso dipinte così: ambigue. E pericolose.
Una spigolatura, non del tutto fuori tema.
Uno zio materno, più baffi che faccia, viveva in Maremma quando io portavo ancora braghette corte su spaiate gambe da fenicottero.
Rammento con nitidezza che narrava, con la sua enfasi da ranocchio caciarone, della usanza del ‘Befano’ , un pupazzo di stracci con connotazioni che evocavano grossolanamente la persona presa di mira.
Il Befano era il terminale di un perfido giudizio collettivo , solitamente riservato a una ragazza lasciata dal fidanzato per via del supposto disonorevole comportamento.
Proprio ai piedi sbilenchi del Befano , veniva posto un urticante cartello con scritte che insinuavano e alludevano , direzionavano e malignavano lordando e sbrodolando una reputazione sul precipizio.
E i corvi della Maremma sghignazzavano, caustici e inopportuni.
Una sgradevole commedia, con risvolti amarissimi.
R
quante storie ci sarebbero da raccontare, come la sua, molto significativa. Mia nonna, per esempio aveva un’amica che tutti dicevano fosse una “Befana” o meglio una strega. Lei non la temeva come altri, ma, anzi, ne coglieva i lati positivi. Per esempio la saggezza. Ecco, questa signora era una “saggia”, pur essendo quasi analfabeta possedeva quella cultura universale che potrebbe anche essere chiamata “intuito femminile”, come è stata chiamata in seguito per sminuire questa potenzialità, minimizzarla e persino disprezzarla. E spesso la consultava per essere consigliata quando si trovava in difficoltà.
Della intuizione delle donne il maschilismo nel medioevo ha prodotto roghi. Pericolosa per il “potere”. E lo si fa ancora oggi in molte parti del mondo anche senza roghi.
La Befana non si mostra come quel caciarone di Babbo per le strade con tanto di slitta e vestito rosso fiamma.
No, lei se ne deve stare nascosta tra i camini e , al massimo farsi scorgere tra gruppi di nuvole. Il suo sorriso deve essere sdentato e la verruca sul naso deve apparire nitida e ben conservata. Le donne afghane scacciate dalle scuole sono come lei: befane belle e ribelli ma scacciate dagli uomini al potere dal tempio della cultura.
Perché non facciamo che l’anno prossimo Babbo se ne va per tetti e Befana si mette in piazza vestita di lustrini e dispensa sorrisi e saggezza “popolare”, ma anche no, saggezza e basta. E che le donne dovunque nel mondo siano represse nelle loro “manifestazioni” (soprattutto di intelligenza e cultura) non lo siano più e possano andare fiere e a testa alta del loro “sapere”, “intuito”, “saggezza” e perché no? anche cultura, va.
Confesso che appena letto il titolo, restyling, avevo pensato all’Italia, all’auspici che sotto l’azione del governo Meloni il nostro Paese cambi aspetto. Invece no, chi dovrebbe ambiare aspetto è la befana, che con qualche ritocco si trasformerebbe in fata turchina.
Ma, a pensarci bene, il paragone calza, così come la befana cambierebbe aspetto, ma sostanzialmente resterebbe sempre quella di prima, una benefattrice dei piccoli (anche quando porta il carbone, un monito a comportarsi bene nell’anno che viene), altrettanto il governo Meloni, cambia aspetto del Paese solo apparentemente, restando immutati tutti i nostri difetti e i nostri mali: inflazione, costo delle vita, carenza di energia, corruzione, politica estera al traino di Biden, perfino i migranti seguitano a sbarcare alle grande. Il maquillage l’ha fatto solo la Meloni, la fine annunciata della “pacchia” non c’è stata affatto. La “pacchia” continua e la befana sarà sempre la stessa.
Guardate cosa ha portato a me la befana!
https://arages.de/en/journal/arachnology-letters/detail?tx_psbpublicationmanagement_publicationmanagement%5Baction%5D=show&tx_psbpublicationmanagement_publicationmanagement%5Barticle%5D=979&tx_psbpublicationmanagement_publicationmanagement%5Bcontroller%5D=Article&cHash=e13ecda224ac05ff295a25f928251947&fbclid=IwAR1nKV-NAHYY7cF-uNMNv-uRgHK9DJOOQcJROu_9jnvaBX84_WW8Lz0eW5s
R
io ho capito (ma i ragni mi fanno un po’ ribrezzo) ma dovrebbe spiegarlo anche agli altri. Comunque…apprescindere, complimenti.
Per Luigi Lenzini
le avevo chiesto di chiarire a cosa si riferiva il link postato ieri. Credo sia doveroso far capire ai lettori, per grandi linee a che cosa si riferisce. Almeno un accenno.
Va bene. Era la citazione di un fatto curioso che mi ero un po’ pentito di aver postato.
Ho l’hobby dell’osservazione naturalistica, con foto macro, filmati e osservazioni di comportamenti dei piccoli animali, come insetti e ragni.
Quella pubblicazione riguarda una mia scoperta originale di una specie ri ragno che vive dentro i formicai in simbiosi con le formiche.
I coleghi dell’Associazione Aracnologica Italiana, di cui sono socio consigliere, hanno completato lo studio dandogli spessore scientifico, e lo abbiamo pubblicato.
E’ stato il regalo che mi ha portato la befana.