Il ciclista veneto Davide Rebellin è morto in un incidente stradale sulla regionale 11 nei pressi di Montebello Vicentino, con tutta probabilità centrato da un camion che non si è neppure fermato, non si sa ancora se per scappare o perché non si sia accorto di nulla.
Pare difficile che non si sia accorto di nulla. Ma avete presente cosa sia la regionale 11? Uno stradone solcato in continuazione da auto e da camion di tutte le forme e dimensioni. E cosi gran parte delle strade del “ricco” Veneto con capannoni lungo quasi tutto il percorso e un traffico spaventoso soprattutto in certi orari.
Dunque Rebellin era andato per un “sgambata”, come ha riferito il fratello, lungo quella pista” della morte”, ma lui la conosceva bene e sapeva come prenderla. Non questa volta, pare.
Il mondo del ciclismo è giustamente in lutto e ai familiari va tutta la solidarietà per la morte del loro congiunto. Ora però vorrei anche dire che spesso i ciclisti rappresentano un pericolo per se stessi e gli altri. Ormai corrono dovunque, non solo sulle strade regionali ma anche sui marciapiedi in città e se sei pedone ti devi guardare continuamente dietro perché altrimenti rischi di farti arrotare da un ciclista che arriva a tutta velocità dietro a te, magari senza fanale e senza la minima intenzione di fermarsi quando ti vede. Anzi, corre anche più veloce e ti fa marameo schivandoti a malapena.
Vale lo stesso se si è in macchina per la strada, anche trafficata, come sono tutte le strade ma in Veneto forse un po’ di più, i ciclisti sgusciano e attraversano tagliandoti la strada come baleni e a malapena ti accorgi di loro prima di inchiodare per non prenderli in pieno.
E non parlo solo di quelli che vanno in giro bardati e calzati con tanto di bici ultimo modello come se stessero facendo il giro del mondo, no, parlo di gente comune che si crede in diritto di correre in bici dovunque le due ruote li portino infischiandosene di tutte le regole del codice della strada del quale fanno carta da…macero.
Per non parlare dei monopattinari che sfrecciano e saltano da un marciapiede all’altro con una boria e una prepotenza da fare schifo e che devi schivare all’ultimo momento perché altrimenti ti piombano addosso arrivando dal nulla…
Dunque, dicevo, tutta la solidarietà alle vittime degli incidenti stradali che siano in bici, in macchina o a piedi, come succede spesso di venire travolti persino da fermi in attesa di attraversare o mentre si attende il bus. Ma non dimentichiamoci che le regole valgono per tutti e che vanno rispettate e fatte rispettare altrimenti gli incidenti come quello occorso a Rebellin saranno sempre più frequenti come lo saranno quelli che coinvolgono pedoni che vanno o credono di poter andare tranquillamente per la propria strada, senza costituire pericolo per nessuno ma rischiando di finire come i birilli di una pista da bowling.