Le parole volano e accarezzano
e morbide come piume fluttuano.
O sferzano come bufera sul viso.
Sono cosi le parole delicate o crudeli
parole che incantano ammutoliscono
oppure parole che uccidono.
Danno voce all’anima o al cuore
o alla rabbia all’odio al furore
e offendono deridono mirano
puntano e sparano.
Oppure sono come carezze
e assomigliano al suono
di conchiglie appoggiate
all’orecchio dove si sente
il mare e il silenzio che
non assomiglia a niente
se non all’eco di un dolore.
Mariagrazia, queste tue “parole” ci raccontano di altre parole, quelle che costituiscono le relazioni tra le persone, e come tali, tessuto connettivo di tutta la gamma dei comportamenti e dei sentimenti umani.
Complimenti per averle sapute usare in modo poetico, la maniera più efficace per toccarci più nel profondo.
R
Grazie.
Creativa Mariagrazia,
le parole nascono, crescono, si nascondono e riappaiono, svicolano per poi ripresentarsi, certamente figliano e troppo spesso diventano senili nella precocità esuberante della lingua moderna.
Non mi sarebbe dispiaciuto, attorno ai quattordici anni, avventurarmi nella professione de ” L ‘acchiappaparole” , inoltrandomi in uno sconfinato dizionario con tanto di retino e con un inesausto taccuino in saccoccia.
Poi sono iniziati i perentori richiami della vita con i tanti principi di contraddizione : esistono i giovani vecchi e le parallele convergenti?
E dentro un amichevole disaccordo , ho stabilito un patto con le parole : poteva essere la nostra una costruttiva frequentazione che per gli incantevoli sconfinamenti non restava abbastanza tempo.
Continui con il suo dinamico Blog , dove le parole tracciano segni di idee e di cose.
R
Le sue parole mi hanno fatto riflettere su quanto siano importanti e quanto possano incidere nella nostra vita le parole.
Le parole a volte curano e incoraggiano e sono la chiave per entrare nei misteri della vita, grazie delle sue, se le fa piacere, si faccia sentire più spesso.
Le parole sono la differenza principale tra la nostra intelligenza e quella degli animali. Con le parole noi siamo in grado di trasmettere non solo sensazioni e impulsi, ma dati ben precisi e perfino concetti astratti.
Le parole, come la matematica, sono nate come uno strumento per incanalare i pensieri e renderli condivisibili, ma poi sono diventate essere stesse una fonte di nuovi pensieri.
Le parole, però, come tutti gli strumenti, sono un punto di forza, ma anche un limite.
Abbiamo imparato a pensare in termini di parole, e questo finisce per essere un collo di bottiglia per il nostro pensiero, sia perché serializza un processo che avviene in parallelo in tutto il cervello, sia perché ci porta ad ignorare i pensieri che non riusciamo ad esprimere in parole.
Questo limite è superato dall’arte, che mette direttamente in comunicazione il cervello con gli strumenti espressivi senza il tramite delle parole.
Un’ultima osservazione: è molto più facile litigare sulle parole scritte che sulla comunicazione parlata, perché la parola scritta si fraintende facilmente.
Da quando abbiamo preso la brutta abitudine di scambiarci messaggini invece di telefonarci alla vecchia maniera la litigiosità è aumentata.
R
dunque, se capisco bene, la poesia non sarebbe, secondo lei, una forma d’arte?