Pare che lo tsunami repubblicano anche chiamato “onda rossa”, alle elezioni di Mid-term americane, non ci sia stato. In compenso l’onda giallognola di Donald Trump, in questi giorni appare piuttosto afflosciata, come un souffle sgonfiato, parlo ovviamente della sua folta e super curata capigliatura. E lui sembra ogni giorno di più un pallone sgonfio. Sembra che la sua corsa alle elezioni per la presidenza del 2024, sia ostacolata da ” DeFuture”, come qualcuno ha soprannominato il governatore della Florida Ron DeSantis. Un uomo decisamente “ben piantato” e piuttosto avvenente, soprattutto messo al confronto col tycoon ex presidente.
Insomma, pare che Trump questa volta non sia riuscito a imMagare l’America che, in buona parte gli sta voltando le spalle, compresi i suoi ex alleati, quel partito che si diceva essere tutto in mano a lui o quasi e che invece, sembra volersi liberare dalla stretta sudaticcia delle sue manacce.
Ora, forse, i detrattori di Joe Biden ci penseranno una volta e mezza prima di chiamarlo ancora Sleepy Joe. A me pare che non abbia dormito affatto ma che abbia affrontato ben desto questa campagna elettorale soprattutto puntando sul pericolo che corre la Democrazia in America (cosa mi ricorda?) in questo momento. Un rischio gravissimo che gli elettori sembrano avere colto e cioè che finisca di nuovo in mano ad un demagogo che mette se stesso prima e sopra di tutto, persino la Costituzione.
E ad aiutarlo è stata anche la battaglia dei democratici per mantenere la scelta delle donne sull’aborto dopo la recente decisione della Corte Suprema di cassare la sentenza Roe Vs Jade, che dava il potere ai vari stati di legiferare “pro-choice”, per permettere alle donne di abortire, se sceglievano di farlo.
E pare che Trump, dopo aver archiviato la baldanza di qualche giorno fa, ora sia furioso. Forse aveva annunciato troppo in fretta la sua candidatura alle prossime presidenziali? Forse. O forse “l’esercito” che seguiva la sua delirante idea che se le elezioni non le vince lui devono per forza essere truccate, deve essersi assottigliato strada facendo.
Oppure, dopo l’assalto alla casa di Nancy Pelosi dove un fanatico ha preso a martellate il marito facendolo finire all’ospedale, tanti ( anche tra i repubblicani) si saranno chiesti se tanta violenza faccia bene all’immagine del partito e il presidente Biden ha sottolineato, in un suo discorso, che dare di nuovo in mano il paese a chi sceglie la violenza per mantenere il potere dopo averlo perso e si ostina a non accettarlo, poteva essere una minaccia permanente per una democrazia si imperfetta, cosi l’ha chiamata, ma sempre democrazia che rispetta la volontà degli elettori e non pretende di cambiare l’esito delle votazioni con la forza.
Insomma pare che The Donald abbia perso smalto. Beh, potrebbe a ragione essere stato grattato via dalle tante inchieste di ogni genere che pendono sulla sua testa ritinta e rischiano davvero questa volta di dargli qualche problemino. E anche se ha già lanciato anatemi, come vuole il suo stile, nei riguardi del suo probabile concorrente alla corsa alle presidenziali (“io so qualcosa di te che se si viene a sapere…”) che mi ricorda il film con Totò e Gino Cervi, “Il coraggio” nella famosa scena in cui Totò minaccia di fare rivelazioni poco piacevoli sul suo benefattore, noto che Totò in quel personaggio è irresistibilmente simpatico mentre Trump la simpatia ormai la può forse ottenere solo dal suo stretto entourage, ma sempre tenendo un occhio aperto e uno chiuso, anche mentre dorme. Non si sa mai.
Condivido sostanzialmente l’analisi, a parte qualche aggettivo.
Penso però che Biden e i democratici non si dovrebbero rallegrare troppo del declino di Trump.
Peobabilmente Trump lo avrebbero battuto di nuovo, magari infangandolo nuovamente durante la campagna elettorale, e attribuendogli l’ispirazione di ogni violenza.
Se invece del vecchio e chiacchierato Trump, in campo repubblicano, sarà candidato questo giovane brillante e relativamente pulito, probabilmente alle prossime elezioni perderanno.
Anche perché Trump, una volta vista tramontare la propria candidatura, presumibilmente lo appoggerà.
R
uhu…”infangandolo”…dunque le inchieste sono tutte fango? La sua “obiettività ” non mi stupisce, usa lo stesso metro di analisi che usa con Putin. Nulla di nuovo.
L’acronimo M. A. G. A. rivela un …mago: ovvero Trump che saprà al momento opportuno trovare l’asso nella manica per mandare all’ospizio il narcolettico Sleepy Joe!
R
certo se non ci va prima lui all’ospizio…dei maghi o in galera.
Mmmh. Nei blog da me frequentati finora il moderatore ha una funzione di arbitro super partes. Noto che qui l’arbitro fa endorsement e scende in campo a gamba stesa.
R
E con questo? E poi io non faccio l’arbitro, signor Gianluca e “funziono” come mi pare.
Cara titolare del blog: La sua risposta è acida, stizzita e boriosa. Come si permette?
R
lo chiedo io a lei: come si permette? acido, stizzito e borioso si attaglia di più a chi come lei entra nei blog dove le ricordo lei è ospite, solo per insultare. Non si permetta ancora tenere questo atteggiamento con me altrimenti finisce dritto nel cestino.
Beh… proprio in qualità di ospite …mi attendevo un’altra accoglienza più rispettosa. Ma qui non solo l’ospite non è sacro ma viene anche minacciato.
R
Lei è nuovo del blog, ma ci è entrato con un’arroganza che mi pare proprio fuori luogo, io non entro a casa sua a criticare lei o sua moglie o l’arredamento, quindi neppure a lei è consentito entrare qui ad insultare me che non le ho chiesto di commentare. Lei è liberamente entrato ed ha esposto la sua opinione che io ho regolarmente passato.
Di che si lamenta? Gestisco questo spazio da cinque anni e chi mi legge lo sa: questo blog ha delle regole. Gli insulti non sono graditi e le polemiche fini a se stesse pure. Ora lo sa anche lei. Quando io le dico che se lei insulta finisce nel cestino, non minaccio, ma la informo che qui funziona cosi: se si offende si finisce nel cestino perché è il luogo adatto a contenere gli insulti.
Signor Francesco, se non le sta bene può benissimo fare a meno sia di leggere che di commentare, libero di pensarla come le pare non non ha la libertà di insultarmi.
Spero di essere stata chiara, se vuole continuare a stare qui, può farlo, io non minaccio, mi difendo dagli insulti e dalle polemiche che sono sgradevoli per me e per chi legge il blog.
Se commenterà con garbo e non offenderà sarà il benvenuto, altrimenti mi costringerà ad usare il cestino e non è cosa che mi piace perché mi intasa il blog.
Signora Gazzato, ammetto che l’uso del termine “infangato” presuppone una valutazione negativa da parte mia.
Ma, del resto, lei usa normalmente definizioni che presuppongono una valutazione negativa sulle persone di cui scrive.
E’ vero che a me non piace quel modo di fare politica a furia di scandali, denunce alla magistratura, processi, per fare fuori un personaggio scomodo.
E’ un dato di fatto che personaggi provenienti dal mondo finanziario o imprenditoriale, come Trump e Berlusconi, hanno certamente molti più scheletri nell’armadio e molti più vizi di personaggi cresciuti nel campo della politica, come la Meloni o Letta o Biden.
E’ un dato di fatto che le opposizioni, piuttosto che attaccarli per le loro posizioni e strategie politiche, trovano più comodo e redditizio attaccarli per i loro difetti personali. Sono attacchi che sono più facilmente compresi dagli elettori, e ormai in tutto il mondo il populismo impera. E poco importa se alla fine sono condannati o prosciolti. L’immagine è danneggiata comunque.
La campagna denigratoria contro Trump da parte del mondo del “politically correct” ha avuto connotazioni molto simili alle campagne che hanno tenuto sotto scacco Berlusconi quasi senza soluzione di continuità durante i periodi in cui ha governato.
Indipendentemente dalla valutazione che possiamo avere personalmente su certi personaggi, trovo che quel modo di fare politica contro di loro non è una bella cosa, e non è nell’interesse della democrazia.
R
Trump lei lo definisce personaggio scomodo? Beh una valutazione super partes la sua, decisamente.
Io giudico in base alle informazioni che ho dei politici che, le rammento, sono personaggi pubblici e sottoposti al giudizio del “pubblico” sia col voto che con altri metodi di valutazione. Lei invece giudica col metro delle sue ideologie politiche. Non è sempre sbagliato ma lo è eccome quando si vuole difendere l’indifendibile anche di fronte all’evidenza dei fatti. E non mi dica che lei è più informato di me e che io credo alle fake news o alla propaganda avversaria, perché è un giochino che, francamente ha stufato ed è poco, ma poco, intellettualmente onesto.
Oltretutto lei dimostra, ma forse è solo malafede, una ignoranza totale dei fatti o misfatti che hanno portato Trump a essere quel personaggio che è. E scarsa volontà di aggiornarsi. Non sarò certo io a farlo tanto so per esperienza che è inutile.
Beh sì ho capito. Questo è il suo spazio dove concede ad altri di commentare. Chiedo scusa per non averlo capito.
Signora Gazzato, secondo lei la nazione più potente del mondo, che comanda a bacchetta anche noi europei, che decide quale deve essere il prezzo delle materie prime nel mondo, che gestisce con le proprie banche la maggior parte del denaro in circolazione, che decide quali guerre si possono o non si possono fare, è stata guidata per 4 anni da un delinquente.
Io preferisco non pensarlo e restare nel dubbio.
Altrimenti, mi viene la depressione …
R
mi dispiace per lei, si tiri su, io non dico quello che scrive lei, dico che ne ha combinate di ogni e ci sono prove a bizzeffe. Basta avere la pazienza di leggere e capire e le assicuro che non è impresa facile.
@Luigi: secondo lei la nazione più potente del mondo, … è stata guidata per 4 anni da un delinquente.
Ni. Ovvero: si, perché il presidente era lui. Ma no, perché essendo a capo di una democrazia esistono pesi e contrappesi. Si parla del resto di amministrazione Trump, amministrazione Biden, ecc. Ed infatti gli alti funzionari non lo hanno assecondato nel momento in cui rischiava di scatenare uno scontro civile con l’assalto al Campidoglio. Vede Luigi, le democrazie funzionano così. Non c’è mai un uomo solo al comando, e per la verità nemmeno una cerchia di fedelissimi o un elite. Altrimenti saremmo tutti circondati da tante piccole Russie. Sa che incubo.
Cosi andava (e va ancora) il mondo
e non è riferito a Trump.
Francesco, come funziona la democrazia lo sappiamo tutti e non c’è bisogno di ironizzare.
Ad essere precisi, però, le democrazie non sono tutte uguali.
In quella americana le elezioni del presidente sono abbondantemente finanziate da grandi gruppi di potere: banche e gruppi finanziari, lobby degli armamenti, petrolieri e così via.
Alla fine gli elettori sono chiamati a scegliere tra due candidati in rappresentanza di due partiti, ma quelle candidature le hanno costruite altri, che non figurano ufficialmente.
Che un presidente governi da solo o che sia l’intera amministrazione a governare – e parte di questa amministrazione cambia con le elezioni e parte no – è indubbio che la personalità e le idee del presidente si fanno sentire.
Bush e Obama hanno scatenato guerre e disordini in tutto il mondo, e Biden ha provocato la guerra in Ucraina.
Quel mascalzone di Trump non ha prodotto nessuna guerra e ha disinnescato la crisi con la Corea del Nord, facendo imbestialire i produttori di armi.
Non si può dire che un presidente, più o meno supportato dalla sua corte e dai suoi grandi elettori, non faccia la differenza.
E quindi torno alla mia considerazione che una democrazia che permette ad un delinquente di diventare presidente sarebbe un pericolo per il mondo intero.
La differenza tra Russia e Stati uniti è grande nella forma, ma sottile nella sostanza. Basta sostituire Abramovich e i suoi colleghi “oligarchi” con i presidenti della Lockheed Martin, di Goldman-Sachs, della Exxon e così via e il parallelo è stringente.
R
mah…forse non sa o no vuole sapere che Trump è stato eletto con l’aiutino dei russi e che comunque non “sarebbe”, Trump è un pericolo per la democrazia ed è per questo anche che neppure il suo stesso partito lo vuole più. Pensi un po’…e se lei sa che cosa sia democrazia, dovrebbe sapere che si accettano i risultati del voto e non si grida ai brogli e si scatena l’inferno come ha fatto Trump.
Signora Gazzato, sono perfettamente d’accordo che in democrazia i risultati del voto vanno accettati, e che Trump ha sbagliato a contestarli, ma non è la prima volta che succede.
Quando fu eletto Bush junior furono i democratici a contestare il risultato, e ci fu un periodo di incertezza e cattiva immagine per l’America.
E non possiamo dimenticare che la sinistra italiana non ha mai accettato i successi elettorali di Berlusconi e ha fatto di tutto per impedirgli di governare (processi, scandali, conflitti di interessi ecc…).
Io non ho apprezzato i governi di Berlusconi. Gli ho dato il voto la prima volta e poi non più. Non mi sono piaciuti l’abolizione dell’IMU, il ponte sullo Stretto a tanti altri provvedimenti.
Però, se uno vince le elezioni e non gli permetti di governare, il risultato è che non governa nessuno, che è ancora peggio.
R
lei dimentica o finge di non ricordare l’assalto a Capito Hill e i negazionisti del voto seguaci di Trump, uno di questi ha preso a martellate il marito di Pelosi.
Nessuno ha impedito a Trump di governare è lui che voleva impedirlo a Biden. Lei, signor Lenzini, secondo me fa troppo il furbo su questo tema.
Pare che due missili russi abbiano colpito al confine con la Polonia uccidendo due persone, sarebbe gravissimo se fosse confermato. Speriamo che le diplomazie mondiali mantengano la bussola, non è il momento di cedere a provocazioni.
Al solito, si ipotizza che Putin sia pazzo o demente.
Solo un pazzo o un demente lancerebbe apposta un missile su un Paese NATO dando alla NATO il pretesto per reagire e attaccare la Russia.
Mi ricorda l’incidente nel golfo del Tonchino che diede agli USA il pretesto per intervenire in forze nella guerra del Vietnam.
Escludendo l’ipotesi che Putin sia uscito di senno, per me le spiegazioni possibili sono altre.
1) Un missile russo ha sbaglio traiettoria casualmente.
2) Un missile russo ha sbagliato traiettoria perché i sistemi di disturbo elettronico americani sono riusciti a mandarlo fuori strada.
3) Nessun missile russo ha colpito la Polonia e l’esplosione ha avuto altra origine, ma gli Ucraini hanno fatto trovare sul posto resti di missili russi caduti in Ucraina (ne hanno a centinaia).
Spero che si tratti solo di un avvertimento alla Russia del tipo “Lancia meno missili sulle città ucraine perché altrimenti te li facciamo cadere nel posto sbagliato e ti mettiamo nei guai!”
R
maddai…ma che birichini che sono ‘sti ucraini, se non fosse una grande tragedia ci sarebbe da fare dell’ironia sulle sue affermazioni, ma lasciamo perdere, con lei è solo tempo perso.
Il neo premier inglese Sunak durante una conferenza stampa a Bali oggi ha detto, riguardo ai missili caduti in Polonia:
“We should all be clear, none of this would be happening if it weren’t for Russia’s invasion of Ukraine. This is the cruel and unrelenting reality of Putin’s war. As long as it goes on, it poses a threat to our security and that of our allies. And as long as it goes on, it will continue to devastate the global economy.”
Dobbiamo essere chiari, niente di tutto questo sarebbe accaduto se i russi non avessero invaso l’Ucraina. Questa è la cruda realtà della guerra di Putin- Fino a che andrà avanti, è una minaccia continua alla nostra sicurezza e a quella dei nostri alleati. E continuerà a devastare l’economia globale”.
Si chiama parlare chiaro.
Ora si faranno gli accertamenti, ma una cosa mi sembra innegabile: se la Russia non avesse lanciato quell’enorme offensiva contro i civili ucraini devastando ulteriormente le centrali elettriche, l’incidente in Polonia non sarebbe avvenuto. Considerando poi il fatto che si stava parlando al G20 di possibili trattative di pace, mi pare ancora più evidente la scarsa volontà di pace del russo visto come risponde.
Signora Gazzato, le sue considerazioni sono giuste quanto ovvie.
Se Putin non avesse attaccato l’Ucraina quei missili in Polonia non ci sarebbero caduti.
Ma, secondo questo principio di risalire alle origini, è anche vero che, se gli USA non avessero programmato di accogliere l’Ucraina nella NATO, Putin non si sarebbe mosso, l’Ucraina sarebbe intatta e in pace, e noi avremmo ancora il gas e il petrolio a buon prezzo.
Risalendo ancora a Ritroso, se al momento del disfacimento dell’URSS si fossero create due Ucraine invece di una, creando uno stato russofono sostanzialmente a est del fiume Dnjepr, non ci sarebbe stata neanche la secessione del Donbass, l’annessione della Crimea ecc…
E risalendo ancora, se Hitler non avesse fatto la campagna di Russia non ci sarebbe mai stata l’Unione Sovietica, ma solo la Russia, con dentro l’Ucraina che fa parte della Russia da sempre.
Banalizzando, si potrebbe dire che, se un tizio non fosse uscito di casa quel giorno e a quell’ora, non sarebbe stato investito sulle strisce.
La causa prima ha poco senso. Ricorda i concetti di “condizione necessaria” e “condizione sufficiente” di quando studiava matematica? Ci sono state infinite biforcazioni in cui si poteva scegliere di andare a destra o a sinistra.
La guerra si sarebbe potuta fermare tante volte, e chi ha deciso di proseguirla se ne è assunto parte della responsabilità, insieme a chi l’ha iniziata.
R
se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata una carriola…ma per favore, la mia pazienza è quasi al limite.
Da RAI News: “Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha detto esplicitamente ai partner del G7 e della Nato che è stato un missile della difesa aerea ucraina all’origine della deflagrazione che ha causato due morti, ieri, in un villaggio polacco al confine con l’Ucraina. Lo ha riferito una fonte dell’Alleanza alla Reuters.”
Complimenti a Biden!
Ha smentito le bugie di Zelensky, che non poteva non sapere che quel missile era partito dall’Ucraina.
Zelensky ha mentito sapendo di mentire approfittando del fatto che era un missile di fabbricazione russa, senza specificare che era in dotazione da decenni al suo esercito e non a quello russo.
C’è speranza che quel pagliaccio guerrafondaio in maglietta militare subisca il ridimensionamento che merita.
Dopo le dichiarazioni di Biden le prospettive di pace sono aumentate. Forse, dopo le elezioni di medio termine che non sono andate malaccio, si può permettere di agire con maggiore saggezza.
R
toh, guarda, Luigi si è ricreduto, non è più colpa di Biden la guerra in Ucraina ma di Zelensky…
Santa Patata ne ho di pazienza, più dii quanto credessi…
Signora Gazzato, se le avesse letto il mio lunghissimo messaggio precedente, avrebbe visto che io affermo che gli americani, dopo aver provocato la guerra, ora hanno interesse a chiuderla, perché hanno già raggiunto i loro obiettivi.
E li ho elencati uno per uno.
Il modo con cui Biden ha sputtanato Zelensky che cercava per l’ennesima volta di far entrare la NATO direttamente nella guerra con un pretesto falso, la dice lunga.
Io non giudico Biden come persona. Giudico quello che fa, e mi sembra che al momento stia lavorando per la pace. Ed, essendo la persona più potente del Pianeta, se vuole la fine della guerra, la guerra finirà.
Se Zelensky continua a chiedere di tutto e di più rischia di essere lasciato a fare la guerra da solo, come i giapponesi rimasti nella giungla delle Filippine.
R
beh la fa già da solo, lei è comodo nella sua poltrona.
Il ragionamento di Lenzini mi pare corretto, aggiungerei che Biden, comincia a temere la spinta inflattiva, cosa che annullerebbe quei pochi meriti che gli Americani gli hanno riconosciuto da salvarlo da una totale débacle alle elezioni di midterm.
Perché lei sta seduta scomoda su una tavola da fachiri …? (smile)
R
è lei quello che se la prende con l’aggredito dalla sua comoda poltrona, non io.
Signora Gazzato, vorrei suggerire qualche spunto di riflessione che mi è venuto leggendo tra le righe.
Prendiamo ad esempio la frase del premier inglese che ha affermato che, comunque, la responsabilità dei due morti in Polonia è della Russia. Può sembrare un attacco alla Russia, ma forse non lo è.
Forse, Sunak “ha fatto l’indiano” trincerandosi dietro una ovvietà per non prendere posizione nel merito dei fatti, che sapeva già essere andati diversamente da come gridava Zelensky, nel senso che i missili erano di provenienza ucraina e non russa.
Secondo esempio. Prendiamo l’elenco dei 10 punti richiesti da Zelensky per trattare la pace. Ne manca uno importante, che è l’ingresso dell’Ucraina nella NATO. E’ vero che c’è il nono punto che parla di garanzie della sicurezza dell’Ucraina, che, non facendo parte di nessuna alleanza, si trova esposta agli attacchi della Russia. Ma perché usare giri di parole invece di parlare di ingresso nella NATO, come prima della guerra?
Forse perché gli americani non sono più tanto convinti che inserire l’Ucraina nella NATO sia un bene per loro, e hanno suggerito a Zelensky di glissare.
Questo perché si sono resi conto che i russi lo considererebbero una minaccia insopportabile, tanto che hanno scatenato una guerra per questo.
E forse non si fidano tanto di quelle teste calde degli ucraini, che potrebbero sfruttare la loro posizione di forza come membri nato per muovere guerra alla Russia, col rischio di innescare un conflitto nucleare.
Secondo me i segnali positivi per la imminente fine della guerra stanno diventando sempre più ricorrenti.
R
i suoi “spunti di riflessione” non mancano di insultare gli ucraini chiamandoli “teste calde”, che è come passare coi carri armati sulle vittime.
Se l’Ucraina vuole entrare nella Nato lo deve poter fare anche se a Putin non piace e con quello che succede ne avrebbe pieno diritto.
Signora Gazzato, lei confonde la popolazione civile ucraina con i militari e i governanti.
Ovviamente io rispetto le vittime civili, e pure i soldati, ma sulle gerarchie militari e su Zelensky ho molte più perplessità di lei.
Non mi sembrano tanto pacifisti e tanto preoccupati per le sofferenze del loro popolo.
Ho già fatto l’accostamento col generale Cadorna che mandava i suoi soldati a morire inutilmente negli attacchi alle trincee e lo confermo.
R
confermi pure io lo sconfermo.
Ha una bella faccia il nuovo premier inglese Rishi Sunak, ispira simpatia, tutto il contrario di quel carciofo bollito dell’ex premier Boris e anche di quella patata lessa di Liz.
E’ andato a Kiev a incontrare Zelensky, ha detto che è fiero di essere tra i paesi che sostengono l’Ucraina per la sua lotta per la libertà e contro la barbarie di questo assalto da parte dei russi.
Ha un bel sorriso aperto e mi pare che Zelensky lo abbia accolto come merita. Certo l’UK è uno dei primi fornitori di aiuti per gli ucraini ma la differenza col suo predecessore si nota tutta. E speriamo sia anche una differenza sostanziale che porti ad avviare vere trattative di pace.
Condivido senza rilanci.