Casa nostra

E’ certamente stato “emotivamente impattante” vedere quella ragazza bionda che con naturale ricercatezza che non comporta per forza studio d’immagine, saliva quella lunghissima scalinata. Chissà che cosa pensava quella ragazza ad ogni scalino che saliva? Si era dotata di scarpe comode per non finire nell’imbarazzo di caracollare sui tacchi. Decisamente però era lo stesso molto elegante nel suo completo nero e candida camicia bianca.
Ma quello che mi ha colpito di più è stato il suo sguardo.
Gli occhi le luccicavano sotto il trucco perfetto, né troppo né poco, il giusto per far risaltare gli occhi che ha decisamente espressivi.
Chissà a chi e a che pensava?
Io immagino che pensasse a sua figlia, mi piace pensare che pensasse a lei quando, da adulta avrebbe riguardato quelle immagini della sua mamma, prima donna premier della storia repubblicana, che saliva quella scalinata cosi lunga, interminabile dove al sommo c’era ad aspettarla quel signore garbato un po’ imbarazzato e lievemente proteso verso di lei.
Immagino che pensasse a cosa prepararle per pranzo e quanto si sarebbe trattenuta al primo consiglio dei ministri proprio all’ora di pranzo e a quanti pranzi con sua figlia sarà costretta a mancare.
E ancora, immagino che avrà pensato a suo marito, a come si sentiva ad avere una premier per moglie e se questo potrà mai influenzare il loro rapporto…
E poi, con quel campanellino sembrava proprio Campanellino, briosa, sorridente e speriamo beneaugurante e che quel sorriso e quello sguardo dolce siano forieri di benessere, prosperità, finalmente “pace” vera o armistizio tra forze contrapposte e politiche buone per il paese o la nazione chiamiamola come vogliamo la nostra “Italia” tanto criticata ma tanto invidiata e anche amata per quello che è, proprio cosi com’è: a volte insopportabile ma “cAsa nostra “. E speriamo che Giorgia la tenga “in ordine” e sappia mantenere l’equilibrio difficile di una democrazia sempre troppo giovane per definirsi matura. E allontanare da sé la brutta definizione che si porta addosso. Per sempre.

12 commenti su “Casa nostra”

  1. Lo spero anch’io.
    Credo che nessun premier in precedenza abbia sorriso quanto lei.
    E sono stati sempre sorrisi gentili e mai fuori posto.
    Certo, dietro quell’aspetto da fatina buona, c’è una “Lady di ferro”, e credo che tutti se ne accorgeranno.
    Però, indubbiamente, è una persona ricca di umanità, e, almeno finora, non è mai stata ipocrita.
    Spero che riesca a fare cose buone.

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  2. Ora direi di superare la sbornia dell’avere finalmente una Prima Ministra. E’ una cosa buona, ma da adesso chi se ne frega se c’è una donna o un uomo. Attendiamo i risultati, senza sconti, senza pregiudizi.

    R
    benissimo ma si tratta di un fatto storico e i giornali stranieri ne danno più rilievo che i nostri.

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  3. Nota di colore. Sembra che Giorgia Meloni abbia chiesto di essere chiamata “Il Presidente”. Subito scrivono scandalizzate Boldrini e Murgia dicendo che così si offende la lingua italiana, le donne e tutto il creato.
    Strano che questa considerazione provenga da una parte politica che preme perché ognuno scelga il genere con cui vuole essere chiamato/a, genitore uno e due, bagni personalizzati per chi non si identifichi col proprio sesso e persino storpiature del nome nel registro di classe.

    R
    Forse Meloni lo ha chiesto proprio per evitare polemiche inutili, ma non servirà a niente qualsiasi cosa dirà sarà usata contro di lei…

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  4. La lingua italiana è la lingua che parlano gli italiani.
    Se gli italiani dicono “dottoressa”, “maestra”, “infermiera”, “senatrice” ecc….., ma non dicono “sindaca”, “presidentessa”, “medica” (a parte il caso dell’erba), “direttrice d’orchestra”, ecc…. , rispettare la lingua italiana significa mantenere le cose come stanno.
    Quello che violenta la lingua italiana, secondo me, è usare ruffianescamente entrambi i termini, tipo “elettori ed elettrici”, “donne e uomini”, giornalisti e giornaliste”, “gli uomini e le donne del paleolitico”, e così via. La gente non parla così, e non si può costringere.
    Io eliminerei i bagni separati.
    Per evitare imbarazzo, basta eliminare gli orinatoi, che non sono indispensabili. Poi, quando uno è entrato e chiude la porta, cosa cambia?
    E le donne eviterebbero le file interminabili davanti ai loro bagni mentre quelli degli uomini sono liberi.
    Vi racconto un aneddoto. In una convention aziendale eravamo quasi tutti uomini e c’era la fila davanti al bagno degli uomini. Ad un certo punto, io mi avviai verso quello delle donne che era libero.
    “Ma quello è per le donne” mi fece osservare un collega.
    “E allora?” risposi “anch’io sono per le donne”.

    R
    Luigi, la passo ma io penso che lei stia uscendo dal seminato, ci rientri per favore altrimenti mi costringe a cestinare.

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  5. Suvvia Mariagrazia, l’aneddoto di Luigi era divertente. Peccato però non facesse alcun riferimento ai motivi igienici che fanno preferire tenere separati i bagni delle donne da quelli degli uomini. Questi ultimi esercitano le funzioni di minzione prevalentemente in posizione eretta, convinti di brandire un idrante che in realtà è di dimensioni inferiori di quanto ognuno si immagini. Pertanto intorno al sanitario si trova spesso l’Adriatico, e più grande è il fossato e più si sta lontani dal canestro peggiorando la situazione. Ovviamente nessuno osa toccare la tavoletta per sollevarla per non rischiare di contrarre l’ebola. Dei bagni femminili invece non so molto a parte quando accompagnavo la bimba in autogrill e, quando entrava nel box, venivo squadrato come se fossi un guardone.
    La differenziazione non va fatta a seconda del genere a cui ci si sente più vicini, ma a seconda dell’anatomia e dell’educazione.

    R
    Va bene Mauro, se dice che anche lei è divertente lo passo, ma ora rientriamo nel seminato per favore.

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  6. Mi pare un dibattito… scaduto, da casa nostra alle toilette di casa nostra…non sarà un modo maschilista di sminuire la portata dell’evento?
    Il fatto che ci sia una donna premier da fastidio a molti, donne e uomini.
    Lo si capisce da molte cose che sento qui e la e da molte altre lo si capirà e lo si capisce anche da qualche commento (anche quelli non scritti).
    Ma tanto donne che scrivono qui sono una sola: io, le altre che scrivevano sono scappate a gambe levate tutte e dunque dico io cosa penso. Penso che la premier sia una donna molto in gamba e il suo percorso fin qui lo dimostra. In tempo da record ha fatto il governo (il primo Conte ci ha messo tre mesi) e ieri ha fatto un bel discorso ha tratti persino commovente. E mi è piaciuto tutto quello che ha detto. L’ho ascoltato con attenzione e non c è niente di quello che ha detto che mi abbia fatto pensare ai libri dei sogni dei discorsi dei premier che l’hanno preceduta.
    Ma non solo quello che ha detto ma come lo ha detto, senza troppa enfasi e senza toni celebrativi ma con la consapevolezza della durezza del compito che ha davanti.
    Mi è piaciuto l’elenco scandito delle donne che le hanno permesso di rompere il soffitto di cristallo, mi è piaciuta la passione nel descrivere il nostro paese e nel definirlo “Nazione”, mi è piaciuto quel “qui finimo alle tre” rivolto agli applausi che la interrompevano e dei quali non si beava ma aspettava impaziente la fine per riprendere, mi è piaciuto quel ” chi ha chiesto responsabilità deve anche essere disposto ad assumersi le proprie”, riguardo all’inchiesta che ha promosso su come è stato gestito il Covid, mi è piaciuto come ha condannato il fascismo e mi è piaciuto il finale quando ha detto che non indietreggerà davanti alle difficoltà della immane impresa che ha davanti ma che ce la metterà tutta per migliorare l’Italia,
    Lo hanno detto tutti? no, non mi pare, Giorgia ha fatto un discorso che non avevo mai sentito in quei termini e nel modo di esprimersi e nei gesti non solo nelle parole ha espresso sentimento, quello che finora è quasi sempre mancato e di cui avevamo molto bisogno.

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  7. Signora Gazzato, ha ragione. Abbiamo scantonato un po’ e la colpa è stata mia.
    Sono ben felice di tornare sulla via principale. Non c’era nessuna intenzione da parte mia di alleggerire o sminuire, ma solo la vanità di raccontare la storiella.
    La Meloni mi piace molto, tanto è vero che l’ho votata.
    E mi aspetto che faccia cose nuove e incisive, nonostante tutti gli sgambetti che le farà un’opposizione scorretta impersonata dal livoroso Letta. Un opposizione che dispera di tornare al governo e intende solo fare cecchinaggio di retroguardia.
    Un’osservazione, però, la devo fare. Chi sta all’opposizione e ha buone probabilità di andare al governo si deve preparare a passare dall’altra parte e governare.
    Se fa le barricate, poi se le ritrova. Per me la Meloni è stata imprevidente quando ha sostenuto con troppa energia le manifestazioni contro il governo Draghi, come quella dei piombinesi contro il rigassificatore. Errori di gioventù? Forse neppure lei ci credeva che sarebbe diventata premier.
    Una cosa che non mi è piaciuta tanto del suo discorso – ovvio considerando le posizioni che esprimo da tempo su questo blog – è stata il sostegno incondizionato all’Ucraina e la fedeltà assoluta all’alleanza atlantica, e il fatto che non abbia pronunciato la parola “pace”.
    Ma credo che fosse inevitabile partire in continuità con le posizioni di Draghi. Mi auguro che, nel seguito, quando avrà un consenso più consolidato, si attivi concretamente, in accordo con Sholz e Macron, per trovare una via percorribile verso la pace e la revoca delle sanzioni, che, come “patriota” e come sostenitrice delle imprese, non le piacciono per niente.
    R
    non so se non le piacciano ma le sostiene con forza e non potranno essere tolte fino a che la Russia non uscirà dal paese che ha invaso e riconoscerà i propri errori. La vedo dura.

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  8. Credo che nelle varie digressioni urologiche il maschilismo c’entrasse come l’ananas sulla pizza (metafora non casuale). Berlusconi o Salvini o Renzi sono stati sbeffeggiati molto di più, per non parlare di Conte e di quel citrullo del suo ministro della Speranza, anche in questa sede.
    Meloni finora si è mossa e presentata bene, ma al momento ha solo suonato una campanella e fatto un discorso alle camere. Per questo motivo, come trovavo ridicoli quelli che davano il suo governo in crisi ancora prima di averlo formato, ritengo prematuro tesserne le lodi senza che abbia ancora fatto alcunché. Secondo me, più che temere Letta, Meloni deve guardarsi dai suoi vicini.

    R
    dove sarebbero le lodi tessute? Se si rivolge a me ho scritto quello che penso, nessuna lode, solo constatazione che il suo discorso mi è piaciuto, poi lo so bene anch’io che tutti i discorsi contengono anche cose che non saranno mai fatte, quante ne hanno contenute i discorsi, tanto per citarne uno, di Conte?
    E non è vero che non abbia fatto ancora niente, almeno non ci ha sottoposto alla lunga interminabile umiliante telenovela dei governi Conte primo e secondo (correi DiMaio e Salvini).
    Le sembra davvero cosi poco?
    In quanto alle “digressioni urologiche” che, a suo dire non c’entrano col maschilismo, ma secondo lei quando mai si è parlato di cessi quando si dibatteva sugli insediamenti dei vari Pdc?
    E le cose che ho letto su di lei in questi giorni rafforzano la mia idea di un’ Italia maschilista anche per colpa delle donne che, in alcuni casi sanno essere molto più maschiliste degli uomini.

    PS: Salvini, Conte, Speranza e compagnia cantante, gli sbeffeggi se li sono meritati alla grande in certe occasioni.

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  9. Il governo ha reintegrato al lavoro i medici e il personale infermieristico al posto di lavoro.
    Giusy Pace, infermiera di Novara sospesa perché non vaccinata, ha detto che avrebbe dovuto scusarsi.
    Ora che il governo avrebbe dovuto scusarsi è sbagliato: Meloni era all’opposizione e era contro il green pass esattamente come Giusy Pace. (Che bel nome).
    Ma certamente una che è rimasta ingiustamente a casa senza stipendio per un anno, ha tutto il diritto di provare sconforto e di sentirsi nella posizione di chiedere di avere almeno un risarcimento morale. Andrebbe dato a tutti quelli che durante la pandemia sono stati trattati come appestati e però c’è ancora chi contesta la decisione del governo di reintegrare i lavoratori sospesi perché non vaccinati.
    Un “sopruso antidemocratico”” che il PD ha trovato perfettamente in linea con la costituzione. Ora che non governa più qualsiasi cosa farà il governo Meloni sarà fuori da quella linea. Cioè: opposizione alla Totò…apprescindere.

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  10. Signora Gazzato, era scontato che la sospensione doveva essere un provvedimento temporaneo finalizzato a ridurre la diffusione del virus nel periodo di maggior pericolo e soprattutto per tranquillizzare i pazienti che si ricoveravano in ospedale.
    Il reintegro non significa necessariamente che la sospensione fosse stata un errore o un’ingiustizia, ma solo che le motivazioni che l’avevano determinata non sussistono più.
    Esistono altre attività nelle quali il datore di lavoro può richiedere ai lavoratori delle vaccinazioni, per esempio, l’antitetanica.
    Nel caso dei medici, in fondo, non si trattava di affrontare una pratica invasiva, ma di fare quello che ha fatto spontaneamente la quasi totalità dei comuni cittadini, con un numero di eventi avversi veramente esiguo.
    Un medico che rifiuta di vaccinarsi, per me, è come un medico che si rifiuta di prescrivere la pillola anticoncezionale perché crede che i rischi siano superiori ai benefici.
    Chi svolge una certa professione ci deve credere.
    Se uno fa la libera professione è libero – fatte salve le responsabilità di legge – di prescrivere quello che vuole (farmaci omeopatici, statine, cura “Di Bella” ecc…), ma se lavora in una struttura pubblica deve avere un comportamento coerente con gli indirizzi del sistema sanitario nazionale, di cui fa parte.
    Quindi, per me, hanno fatto bene a sospenderli, e ora fanno bene a reintegrarli, e nessuno si deve scusare o dare risarcimenti a nessuno.
    Certo, un medico obiettore, che rifiuti i vaccini o che rifiuti di praticare l’aborto secondo la legge, o che rifiuti di espiantare un cuore che batte anche se l’encefalogramma è piatto, è un medico anomalo sul quale il sistema sanitario non può contare al 100%, ed è ragionevole che la sua carriera ne risenta.
    R
    Luigi, sarebbe bastato un tampone.

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  11. Signora Gazzato, il tampone fa una foto del passato, e non dà nessuna garanzia per il futuro.
    Anche un tampone al giorno – a parte il costo – non garantisce che la persona non abbia addosso il virus. Può averlo e non aver ancora prodotto gli anticorpi.
    E bisgna tener presente che nel periodo in cui morivano mille persone al giorno bisognava dare messaggi chiari e rassicuranti, senza lasciare zone d’ombra.
    R
    chiari e rassicuranti i messaggi di Speranza? O di Conte? Ma per favore. E comunque niente garantisce che non si sia contagiati o contagiabili, men che meno un certificato verde lasciapassare…anche il virus. La discriminazione c’è stata ed è stata vergognosa e ingiustificata. i medici e gli infermieri ci salvano la vita discriminarli è stato un obbrobrio, una discriminazione senza precedenti.

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