Una carriera in discesa

 

Conte si aggira come un fantasma per i palazzi. Non ci vuole stare a perdere il prestigio.

Un leader? Ma di che? di un drappello di disperati che ormai sono attaccati all’ultimo filo di speranza che il castello non crolli con loro sopra.

Apposta DiMiao ha lasciato e fondato il suo movimento. Un movimento di un certo spessore nel quale sono confluiti i suoi fedelissimi. Ormai col passato ha rotto e ha fondato “Insieme per il futuro”.

Massì è giusto guardare sempre avanti anche perché dietro c’è Conte.

E’ li, ancora che si agita ma ormai è come la ruota di scorta: ci deve essere ma molti non sanno neppure di averla nel bagagliaio.

E si spera di non doverla usare mai.

Si è riciclato troppe volte pover’uomo, ormai non sa più neppure lui che ruolo interpreta.

Non è più premier, questo lo sa per certo: al suo posto c’è Super Mario, un “giovanotto” di belle speranze che gli ha fregato la poltrona proprio nel momento culminante del successo travolgente…

Sorride a tutta dentatura, Conte. Ha un bel sorriso, il suo dentista ci tiene che gli faccia pubblicità e lui mostra i denti ai fans. E li mostra soprattutto a Mario che fa denti da mercante, pardon, orecchie da mercante o da banchiere che è ancora di più tutto dire.

Pare che Mario e Beppe spettegolino su di lui. Ma come si permettono? Che due serpenti.

Anzi tre, perché ne ha uno col fiato sul collo che assomiglia di più ad un post grillino di lui, quello è certo e che lo aspetta lungo la riva del fiume.

Di chi parlo? ma del più fico del movimento (dopo DiMiao), quel DiBattista tanto carino e tanto onesto e tanto trasparente…pare.

Insomma è circondato. Silvan Conte, il trasformista ora si dovrà tramutare in uccello di palude e svernare perché ormai non lo fila nessuno.

Ha la sua ricompensa per aver servito il paese e soprattutto la propria sconfinata ambizione con tanto fervore.

Ma sa recitare bene nonostante la zeppola, potrebbe farsi assumere da Grillo nel suo nuovo spettacolo e fargli da comprimario, la stoffa c’è, ne ha a metri, a litri a spanne.

Tutto sommato gli conviene, avvocato/attore ex premier, una carriera tutta in discesa. Controlli i freni, avvocato.

4 commenti su “Una carriera in discesa”

  1. “Chi troppo in alto va, case sovente
    precipitevolissimevolmente”.

    Questo distico, in cui il verso di un’unica parola fa rima con l’altro verso, pare creato apposta per “Giuseppi”, una carriera folgorante, da “milite” ignoto a Presidentedelconsigliouno, e poi a Presidentedelconsigliodue, una sorta di Ercolino sempre in piedi, impossibile da abbattere
    https://www.youtube.com/watch?v=tzAiEIWp–E

    Prima, sostenuto dall’alleanza di due partiti che facendo a pugni tra loro sono andati entrambi K.O. Dopo, da sostenuto da un’altra alleanza rimasta soffocata delle spire, come due serpenti, di due partiti che cercavano di fagocitare l’un l’altro.

    L’equilibrista è stato scalzato da un altro equilibrista, più scaltro di lui (o forse no) e ha dovuto cedere il filo su cui camminare ad un personaggio-cariatide che sul filo non ce la fa a stare. Adesso c’è la resa dei Conti, Ercolino sempre in piedi, domani, incontrerà la cariatide con la possibilità di buttarla giù dal filo: crisi o non crisi? Questo è il dilemma.
    Falso dilemma, perché comunque andranno la cose, purtroppo non cambierà nulla.

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  2. Rispondo al messaggio iniziale. Condivido le considerazioni su questo strano coniglio tirato fuori dal cappello da Di Maio, dopo che tutti gli stavano chiedendo chi sarebbe stato il PdC dell’atipico governo gialloverde.
    Un percorso politico assolutamente anomalo e inedito. Comprensibile che Conte, non avendo un background politico, cerchi di giocare il tutto per tutto prima di rassegnarsi a tornare inevitabilmente a fare l’avvocato.

    Come avevo già accennato altrove, vedo però anche una manovra tutt’altro che stupida nelle sue prese di distanza dal governo.

    Sia lui che Salvini si sono resi conto che si è formata una vasta percentuale di italiani sorpresi dell’assoluto filoamericanismo di Draghi, che non vorrebbero le sanzioni che rovinano la nostra economia, che non vorrebbero inviare armi all’Ucraina col rischio di essere coinvolti anche noi nella guerra, che rimpiangono il gas russo a buon prezzo che sosteneva la nostra ripresa post Covid, e che non se la sentono di affrontare rischi e patimenti per aiutare una nazione lontana e culturalmente diversa. Non dimentichiamo, infatti, che gli ucraini e le ucraine – proverbiali accalappiatrici di pensionati – prima della guerra, non riscuotevano grandi simpatie tra gli italiani.

    Dunque, le elezioni si avvicinano, e sembra che nessuno stia tentando di accaparrarsi questa ghiotta fetta di elettorato, compresa la Meloni che sembra non capire la situazione.
    Conte sta cominciando a provarci, e anche Salvini ci sta facendo un pensiero.

    R
    Non so come le venga in mente un post cosi cattivo nei confronti di quel popolo martoriato e oltretutto ho anche il pessimo gusto di parlare delle ucraine come “accalappiatrici” di pensionati (forse un po’ di invidia nei confronti degli “accalappiati)? Trovo questa frase pessima ma la passo lo stesso perché ha diritto alla sua opinione che però, me lo lasci dire, fa un po’ accapponare la pelle. Spero che la maggioranza degli italiani differisca da lei e dal suo modo di pensare e giudicare questa guerra e mi sembra che i fatti la smentiscano. Se Conte e Salvini si “attaccano” a quelli come lei, allora sono davvero alla frutta.

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  3. Signora Gazzato, deve riconoscere che, prima della guerra, pochi italiani avevano l’Ucraina nei loro pensieri, e, se ce l’avevano, pensavano alla badanti ucraine venute in Italia, o, al massimo, a quelle venute a fare le infermiere.
    Un’anziana collega di mia moglie, malata, aveva assunto una badante ucraina che, nel giro di alcuni anni, l’ha isolata da tutti e le ha svuotato il conto in banca.
    E non è un caso isolato.
    L’Ucraina e l’Italia non hanno mai avuto niente in comune, sia sul piano culturale che economico.
    Semplicemente, prima della guerra, per noi l’Ucraina non esisteva, così come il Kazakistan. Tutto qui.
    Perché ci dovremmo rovinare per il bene dell’Ucraina? Gli ucraini lo farebbero per noi?

    Quanto alla parte di elettorato contrario come me alla guerra e alle sanzioni, i valori sono diversi a seconda di come viene posta la domanda, ma sono comunque oltre il 60%, e illudersi che voteranno senza tener conto di come viene gestita questa crisi, sarebbe da ingenui.
    Chi li saprà intercettare in maniera intelligente vincerà le elezioni.
    R
    Luigi, chi vota cosa non c’entra nulla se gli italiani sapevano o meno dell’esistenza degli ucraini prima della guerra. Ora che c’è questa ignobile guerra aiutarli è un dovere di esseri umani, di europei e di persone che hanno a cuore la democrazia e la libertà. Se lei non ha a cuore nessuno di questi valori, voti pure il partito che le sembrerà più consono ai suoi ideali. Lo troverà tra i tanti che si presenteranno. Ma la sua propaganda contro gli ucraini (e pro Putin) è semplicemente disgustosa.

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  4. Signora Gazzato,
    Lei ha a cuore la democrazia e la libertà, e anch’io li ho a cuore.
    Solo che io penso che non c’è libertà per i morti, e che morire per la libertà è un nonsenso. Si deve vivere per la libertà, non morire stupidamente caricando i mulini a vento.
    Chi abbia veramente a cuore il bene degli ucraini dovrebbe desiderare la pace, non un’ipotetica vittoria che arriverà – se arriverà – dopo altri mesi di morti e distruzioni.
    A parte la mia scarsa simpatia per il popolo ucraino, un popolo turbolento e attaccabrighe, io vorrei che quel popolo recuperasse la pace, non che continuasse a sacrificarsi per gli interessi degli altri guidato da politici spregiudicati.
    R
    Ma cosa si è messo in testa? Che voglia vedere morire gli ucraini? Mi sa che lei ha le idee confuse. E comunque, lo dica a Putin che non li ammazzi come le mosche tutti i giorni da 4 mesi e non a me. Io penso che a questo punto il popolo ucraino ricambi la sua scarsa simpatia.

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