Prima di presto

Angela Merkel avrà altre occasioni di dire come la pensa sulla guerra di Putin, ora ha solo rotto il ghiaccio, penso che la sua sia una voce autorevole da leader “pesante” quale è stata e mi auguro che le sue parole servano a iniziare un vero percorso di negoziati non quelli fasulli ai quali i russi hanno partecipato solo per prendere il mondo per i fondelli.

Per ora ha parlato di “barbara aggressione” e mi pare che basti e avanzi.

Ma ci sono anche quelli che la criticano e dicono che la sua opinione non conta nulla. Già, non contano nulla le opinioni di chi non la pensa come noi, Come mai?

C’è chi persiste nel voler sempre avere ragione,  quando critica o contesta qualsiasi cosa lo fa con la precisa intenzione di screditare l’interlocutore.

Nel caso di Merkel è normale: si tratta di una donna che ha tenuto il potere per ben 16 anni, cosa che non riesce facile a nessuno e intendo uomini perché di donne al potere ce ne sono veramente pochine.

Dunque lei si è finalmente espressa: è uno schifo ha detto, in pratica. Invece il premio nobel Ohran Pamuk ha detto che è una cosa da medioevo e che la Turchia che si pone ora come mediatore, dovrebbe prima guardare dentro di sé e alla mancanza di democrazia  e di libertà del suo popolo. E aggiunge che Erdogan si pone come mediatore solo per far dimenticare al mondo come vengono trattati i dissidenti nel suo paese.

Cioè uno “buono” che cerca di far incontrare Putin e Zelensky che però nel suo paese mette in galera chi osa manifestare un pensiero contrario alle sue politiche.

Ma è quello che vorrebbero anche molti italiani: mettere la mordacchia a quella parte della popolazione che ha un pensiero diverso dalla corrente di pensiero che va per la maggiore: succedeva col Covid e succede anche ora con la guerra, ma all’incontrario. Ora vorrebbero che chi sta con gli aiuti per l’Ucraina (cioè col governo nonostante la gestione fallimentare del Covid) si uniformasse al pensiero che vorrebbe che invece gli si voltassero le spalle.

Pare che siano in maggioranza, a credere ai sondaggi, gli italiani che vorrebbero farsi i “fatti” propri.

Cioè, in due parole: girare la testa dall’altra parte o unirsi al coro di : Biden go home, oppure la Nato offende e non difende….ritornelli che abbiamo sentito spesso i questi tre mesi.

Ohran Pamuk (se non avete letto il suo capolavoro Istanbul ve lo consiglio) però aggiunge che si augura che la mediazione di Erdogan dia dei frutti e serva alla pace, anche se si dice piuttosto pessimista.

Merkel invece da politica, secondo me, andrà al sodo e perseguirà la linea della fermezza nel criticare Putin e nel cercare di promuovere la pace promuovendo anche la libertà degli ucraini.

Ma intanto, le armi non tacciono ancora e dopo 100 giorni anche Zelensky ha ammesso che i russi stanno occupando il 20% per territorio.

Beh, c’è chi lo interpreta come un successo dei russi, io, modestamente tendo a credere che sia un successo da poco se dopo tutto ‘sto sconquasso siamo ancora al 20%. Sembra l’esercito di Brancaleone, tutto sommato anche se ha compiuto una devastazione  e stragi che rimarranno nella storia,  non si può non dare atto agli ucraini del loro coraggio e della loro resistenza.

Sarà questa a fare la differenza quando finalmente si apriranno trattative  serie e io spero che sia presto, anzi prima di presto.

8 commenti su “Prima di presto”

  1. Secondo me, Zelensky dovrebbe purtroppo rinunciare a Donbass e Lugansk, dove abbondano i russofoni, che gli creerebbero solo grossi problemi, in futuro, aizzati da Putin. Dovrebbe garantirsi il possesso di Odessa, per il traffico marittimo.

    Rispondi
  2. Capisco che il premio Nobel turco Ohran Pamuk sia prevenuto ma avanzando dubbi sul tentativo di mediazione da parte di Recep Tayyip Erdoğan è chiaramente fazioso. Tutti noi sappiamo che ha privato il suo popolo delle regole più basilari della democrazia e di libertà. Sarà anche vero che forse si propone come mediatore «solo per far dimenticare al mondo come vengono trattati i dissidenti nel suo paese» ma perché non dargli questa chance? Quid nocebit temptare dicevano i latini. E famolo prova’ direbbero ora i discendenti di quegli stessi latini. Se anche si proponessero come mediatori Grimilde, Barbablù e Jack the ripper io direi “Why not?”

    R
    Infatti, lei non ha letto che Pamuk però ha anche detto che se riuscirà nel suo intento gli sarà comunque grato?

    Rispondi
  3. @Sig.ra Gazzato non ho specificato che mi riferivo solo a ciò che Lei ha scritto nella prima parte di questo suo post.
    Conosco bene Ferit Orhan Pamuk e ho letto alcuni suoi libri (“Il museo dell’innocenza”, “la casa del silenzio” e “la donna dai capelli rossi”. ) Non ho letto ”Istanbul” ma mi riprometto di farlo. Amo il suo stile narrativo onirico.

    R
    si, li ho letti anch’io e anch’io amo molto il suo stile narrativo, credo sia uno dei più grandi autori contemporanei. Istanbul è il suo capolavoro.

    Rispondi
  4. Anch’io posseggo il libro Istanbul di Orhan Pamuk, ma ancora ne ho letto solo la prefazione. Una nuova edizione corredata di un grande quantità di fotografie, “un autoritratto in forma di città”.
    Le foto non sono solo una testimonianza del tempo, ma sono legate alla narrazione in maniera indissolubile, perché esse contengono -come dice l’autore- anche ciò che il fotografo non era consapevole di ritrarre: “L’obiettivo vede cose che sfuggono al fotografo e, anni dopo, le nuove generazioni, con nuovi occhi e nuovi interessi, attribuiscono nuovi significati a questi dettagli casuali”.
    Amando, sia la letteratura, sia la fotografia, mi sono ripromesso di leggere e osservare tutte le 637 pagine del libro, nella speranza di potere rivivere anche la mia breve esperienza di viaggio in quella città affascinante.

    R
    Io l’ho letto molti anni fa, l’autore parla di sé e della sua città adagiata tra due continenti e lo fa con una limpidezza di immagini dove racconta (e si racconta), la storia della sua famiglia con un candore che stupisce e man mano che procedi nella lettura ti senti sempre più come se stessi ascoltando la storia di una parte importante della vita di un amico.

    Rispondi
  5. Tra i vati e profeti filoputiniani di alto o basso livello, come Crivelli e Cacciari ci si è aggiunto il famoso Premio Pulitzer Giletti, con i suoi panegirici pro-Putin e svenimento finale molto drammatico.

    Rispondi
    • @Bifani: io non credo che Giletti sia ideologicamente vicino a Putin né che abbia ambizioni si visibilità di cui non ha bisogno, a differenza dei altri. Certo però è che nell’intervista alla “troll in chief” Zakharova non ha posto una domanda impegnativa che fosse una. Forse perché trovandosi a Mosca non voleva passare per ospite sgradito? Ma allora perché non intervistare la Zakharova da Roma, mi domando.

      Rispondi
  6. Le liste di proscrizione per i presunti filoputiniani sui media proliferano come i funghi. Attenti che non tutti funghi però sono edibili. Anche molte liste sono velenose.
    Io continuo a dire «chi è senza peccato (tra Vladimir e Volomydir) compili la …prima lista!!»

    R
    ci andrei piano con certe affermazioni il Copasir nasce per garantire la sicurezza del nostro paese anche contro attacchi ai nostri sistemi informatici e i russi sono abbastanza famosi per questo.
    “Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR) è un organo del Parlamento della Repubblica Italiana che esercita il controllo parlamentare sull’operato dei servizi segreti italiani. Nato nel 2007 in sostituzione del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti (COPACO).” Wikypedia

    Rispondi

Lascia un commento