Al summit della NATO, a Madrid succedono cose strane. Al ristorante si serve “Insalata russa”. Ma qualcuno ha fatto notare che non è il caso e allora molti ristoratori si stanno adeguando e invece di chiamarla “ensaladilla rusa” la chiameranno “ensaladilla Ucraina”. Qualcuno ci aveva già pensato in verità.
Mi pare giusto. Sembra poca cosa, questione di lana caprina che con questo caldo fa venire i brividi.
Ma se ci pensiamo ha la sua importanza e non poca.
Ma non scherziamo dai. Ma come può essere venuto in mente di introdurre una pietanza cosi “divisiva” anche se deliziosa, in un momento come questo se non per provocazione o quasi spirito di patata, ingrediente base della famosissima insalata?
Mia madre, veneta doc la preparava in casa ( non si fidava di quelle già pronte) e la faceva da leccarsi le dita o i baffi per chi li ha.
Insomma, pare brutto che in un summit dove si ritrovano teste “coronate” a parlare di difesa del mondo e del nuovo ingresso di Finlandia e Svezia nella NATO proprio a causa della aggressività della Russia, poi, chi si siede al tavolo si deve leggere un menù che prevede una pietanza cosi sfacciatamente “di parte”.
Pare però che i commensali se ne siano serviti in gran quantità. Eh, si, piace, eccome se piace. Basta mangiarla senza pensare alla faccia Putin e va giù che è un piacere. Alla faccia sua.
Io la evito però, ma non per via che si chiama cosi ma perché sono perennemente a dieta e la maionese mi rimpingua.
Ma per festeggiare l’occasione, non mi tirerei indietro e un assaggio ne prenderei. Tanto per gradire.