Considerazioni amare sullo stato dell’arte dell’Unione Europa

Pubblico di seguito, eccezionalmente, queste amare considerazioni di Romolo Piccinini sulla UE e su cosa rappresenti attualmente per i cittadini europei.
Il testo è piuttosto lungo ma mette in luce molte incongruenze e indica anche quali potrebbero essere (ovviamente secondo l’autore) le possibili vie d’uscita dai molti problemi che questa istituzione presenta e che sono sotto gli occhi di tutti.
Magari possiamo non essere d’accordo con le tesi esposte in questa disamina ma su una cosa credo possiamo concordare: che la UE così com’è presenta molti punti oscuri e che, specie in momenti come l’attuale, potrebbe, se meglio organizzata, essere un punto di riferimento per molti cittadini europei che si sentono un po’ “stranieri” in casa propria.
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Oggi la UE è piuttosto un assemblaggio pletorico di Paesi uniti da niente ma tutti intenti, piuttosto, a turlupinarsi fra di loro e ad usare la istituzione europea per curare ciascuno i propri interessi nazionali a scapito degli altri partners. Alle riunioni intergovernative i leaders europei – le più recenti quelle col nostro Draghi ai vari vertici di Bruxelles -, con stereotipati sorrisi di circostanza, cianciano di crescita, di (apparenti) concomitanze o convergenze di idee, di condivisione di progetti, di ambiente da tutelare, di lavoro, di aiuti, di immigrazione clandestina ed equa ridistribuzione (si fa per dire) di quegli sventurati, spesso non proprio tutti veri fuggiaschi da guerre o persecuzioni politiche e quant’altro.. .Discorsi sterili, purtroppo, che, alla fin fine, lasciano il tempo che trova.
La UE non è una entità politica accomunata da un sincero spirito solidale e comunitario, bensì e’ un grosso, litigioso condominio dove ciascuno Stato resta pur sempre libero e sovrano e, checché se ne voglia dire il contrario, totalmente indifferente a quanto accade al vicino dirimpettaio.
Ogni Paese comunitario, così come avviene per ogni condomino all’interno del proprio appartamento, ha la sua vita, il suo reddito, le sue gioie o i suoi dolori che non condivide affatto con gli altri coinquilini. Il cassaintegrato (quale potrebbe essere uno Stato europeo meno sviluppato o con problematiche) che abita al piano rialzato del palazzo UE e che deve mantenere la moglie casalinga e figli in età scolare, di cui uno anche invalido, non ha niente a che spartire col benestante condomino del piano attico che, invece, può permettersi vacanze ai tropici ed un tenore di vita superlativo.
 Entrambi devono però attenersi alle disposizioni e regole condominiali: ovvero versare le rispettive quote millesimali e quant’altro; chi non ottempera (il cassaintegrato ad esempio) diviene “moroso”, “inadempiente” e viene sanzionato (richiami, multe, procedimenti di infrazione  e penalizzazioni varie).
L’amministratore (la Commissione) non guarda in faccia a nessuno e nel condominio della odierna UE non ci si sta, purtroppo, come in una famiglia, dove ci si dovrebbe invece sostenere e soccorrere reciprocamente!!!
 I leaders europei,  nonostante le belle chiacchiere, pensano solo, tramite la “Commissione”, a guardare e discutere sulle dimensioni dei cetrioli, sulla quantità di latte od olio che un Paese deve produrre, escogitano come farsi ridare indietro i soldi eventualmente elargiti in “prestito”, con calcolati interessi, al condomino (Stato) bisognoso e quant’altre meschinità o banalità possibili fra cui, la più recente, quella sul linguaggio e sui comportamenti “politicamente corretti” da tenere circa “Il NATALE”!!!
Ognuno poi ed in fondo, pensa soprattutto a come turlupinare l’altro per trarre maggiori vantaggi nazionali possibili  sfruttando abilmente le opportunità che offre la istituzione europea invece di trovare, insieme, una onorevole soluzione alle tante problematiche mondiali ed anche  continentali  intraprendendo, uniti, la strada per realizzare comuni interessi ed un comune destino.
Micidiali coltellate, sferrate con ipocriti sorrisi sulle labbra sotto i tavoli delle trattative, sono, invece il segno inequivocabile che contraddistingue davvero questa insulsa UE da operetta, sempre checché se ne voglia dire il contrario!!!
 Perché i leaders di alcuni degli Stati più rappresentativi (Germania, Francia, Italia, Benelux) insieme ad altri che vogliono starci (Spagna, Portogallo, Austria…) non si siedono piuttosto attorno ad un tavolo per cominciare davvero a stilare un iniziale documento di unita’ politica invece di impostare pseudo trattati bilaterali (Francia-Germania; Francia – Italia, ecc. ecc.) che lasciano il tempo che trova o ciarlare a vuoto di stucchevoli ed insulsi, oltre che “ipocriti”, argomenti nei tanti e spesso inutili summit che non apportano mai a nulla di costruttivo?
 1- una Costituzione europea democratica e condivisa che si basi sui comuni, millenari valori di civiltà che affondano i loro principi nelle radici cristiano-giudaiche, così come auspicava il buon Papa Giovanni Paolo II. Una Costituzione che stabilisca le competenze riservate ad una governance centrale e quelle attribuite ai singoli Paesi membri che, ovviamente, devono conservare le loro identità e specifiche prerogative pur se compresi in una entità sovrannazionale;
 2 – un Parlamento i cui componenti sono eletti dai cittadini dei rispettivi Paesi di provenienza: ad esempio Stati fino a un milione o due milioni di abitanti (esprimo ipotetiche cifre da concordare fra i vari Stati) hanno un rappresentante, quelli fino a due o quattro milioni due rappresentanti… e così via. l parlamentari, a loro volta, eleggono, fra di essi, il Presidente della Unione che diviene anche Capo del Governo perché  nomina, fra i parlamentari stessi, i suoi collaboratori destinati a dirigere quei dicasteri (economia, politica estera, difesa…) sovrannazionali stabiliti dalla già varata Costituzione;
 3 – una unica governance, federale o confederale, che coordini e sovrintenda alle diverse e fondamentali bisogna e problematiche comunitarie;
4 – una Banca Centrale che, a guisa di Federal Reserve americana, abbia la facoltà di stampare ed emettere denaro in collaborazione con un apposito dicastero europeo per l’economia;
 5 – un unico ministero degli esteri e un’ unica rappresentanza UE in sede ONU per avere, in quel contesto, più peso politico che non i singoli stati onde trattare e gestire le varie questioni planetarie, cosi’ come unica dovrebbe anche essere la ambasciata europea (sostituendo le varie rappresentanze diplomatiche che oggi ogni Stato europeo ha) nei diversi Paesi extracomunitari;
6 – una cittadinanza ed un passaporto unico europeo per i… cittadini comunitari;
7 – un solo dipartimento per la difesa europeo che, a guisa del Pentagono USA, coordini e sovrintenda tutte le forze armate UE provvedendo a fornirle di identici armamenti, uniformi e logistica (oggi invece ogni Stato deve provvedere a sue spese per la propria difesa con dispendio maggiore di risorse senza contare la disparità di potenza fra le diverse nazioni comunitarie – la Francia ha la bomba atomica e l’Italia no, ad esempio…);
8 – un unico Made in Europe che tuteli, promuova ed esporti nel mondo le eccellenze europee (tecnologia, agricoltura, pesca, turismo, arte.. riducendo, o eliminando addirittura, il gap con i Cinesi), indipendentemente dal fatto se la eccellenza reclamizzata sia tedesca, francese, italiana… Cosi come oggi un prodotto italiano ha il Made in Italy sia che si tratti del panettone di Milano o del prosciutto di Parma o della mozzarella di bufala campana o del Colosseo o del Duomo di Milano o della Reggia di Caserta… tale dovrebbe essere, sotto certi aspetti, per le eccellenze “europee”….
In buona sostanza una Europa unita politicamente sarebbe davvero un grande traguardo e un beneficio sia per la sicurezza che per la economia della collettività dei Paesi europei coinvolti oltre che per gli equilibri mondiali.
Oggi invece assistiamo, con tristezza e rabbia, all’ascesa incontrastata dei Cinesi, in primis. Essi, come anche i sassi sanno, invadono i mercati con comportamenti disonesti, comprano territori strategici in Africa e nel mondo per accaparrarsi materie prime, inquinano oltremisura il pianeta, hanno oramai il monopolio su tutto, svendono paccottiglie in ogni dove, diffondono, direttamente e non, virus ed altre porcherie senza tema di ricevere dure ritorsioni da chicchessia e minacciano di provocare, insieme alla Russia, un apocalittico conflitto mondiale insidiando, i primi l’esistenza politica di Taiwan o istallando basi militari in Guinea Equatoriale e i secondi provocando una possibile quanto probabile  invasione della Ucraina…ed altro ancora…
 Sussistono, inoltre e pur sempre, le egemonie di potenze come USA, la succitata Russia, oltreche’ dei Musulmani terroristi, che cercano di imporre il loro credo in qualunque modo, e quant’altri che, oramai da tempo, la fanno da padroni nel mondo.
 Il tramonto, inopinabile e stupido degli europei, ancora divisi in piccoli ed insignificanti Stati ancorati…, ancora pervicacemente, ad anacronistici e dannosi nazionalismi pare non interessare a nessuno, nemmeno agli stessi… Europei divenuti, col tempo, davvero rammolliti e senza più ideali e motivazioni, alla stessa stregua di quella gloriosa istituzione che fu l’impero romano che fini’ miseramente i suoi giorni perché, corrotto e disorganizzato, non fu più in grado di contrastare i ben più determinati invasori barbari (gli extracomunitari dell’epoca) che premevano cosi tanto ai confini da arrivare addirittura a scorrazzare e saccheggiare  nel territorio dell’Impero !!!
 Si dice che in Europa non vi sono più guerre ma non è vero. Non ve ne sono più di quelle violente, combattute con cannonate e schioppetate, ma di certo quelle oggi condotte col sorriso sulle labbra e le pugnalate alle spalle fra Stati europei non sono da meno…
 Anzi, quest’ultime sono ancora più dannose e fanno ancora più male!!!
Romolo Piccinini

45 commenti su “Considerazioni amare sullo stato dell’arte dell’Unione Europa”

  1. Non siamo stranieri in casa propria. Siamo comunque cittadini di un Paese della UE e lo siamo anche delle UE stessa. Ad esempio se in un Paese estero senza ambasciata o consolato italiani dovessimo avere bisogno di assistenza abbiamo il diritto di chiederla a quelli di un altro Paese UE presente. Diciamo che la UE dovrebbe procedere a maggiore integrazione con più rapidità ma comunque procede. E intanto esiste e nel dopoguerra non era così scontato…

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  2. Non so se il Sig. Facchin se ne rende conto… ma la UE non procede affatto nella integrazione, ne velocemente ne’ lentamente, come lui afferma.
    Tutt’altro!!!
    Sono trascorsi, difatti, più di sessant’anni da quando furono istituiti EURATOM, CECA, MEC… e furono firmati anche i trattati di Roma; il tutto per favorire, all’epoca, secondo le intenzioni dei vari De Gasperi, Schumann, Adenauer e attraverso collaborazioni sempre più strette, la nascita di una unione confederale politica fra i Paesi partecipanti all’indomani della tragedia della guerra mondiale.
    Si chiede al Sig. Facchin, e ci si chiede: “Quando si deve aspettare ancora per vedere concretizzata tale unione, secoli”?
    Non prendiamoci in giro (non accuso il Sig. Facchin beninteso ma gli statisti europei)!!!
    Diciamo piuttosto che tutta questa voglia di “unirsi” non ce l’ ha nessuno, è bell’ e capito altrimenti, a quest’ora, dopo più di SESSANTA ANNI, qualcosa di più concreto sarebbe già sorto!!!
    I nazionalismi sono duri a morire, purtroppo… come diceva Bertoldo a proposito dei pregiudizi.
    Quello che maggiormente rattrista in tutta questa storia è che oltre a non pervenire a niente di concreto dal punto di vista politico, si continua, stupidamente, a prendersi per i fondelli tra i vari Paesi UE tenendo su un “inutile carrozzone” che, sotto le parvenze di collaborazioni sociopoliticoeconomiche, serve solo a mascherare gli intrallazzi e le turlupinature che i Paesi comunitari continuano a perpetrarsi gli uni gli altri.
    Gli Stati UE non hanno neanche la onestà di essere chiari e leali per dire, coraggiosamente, che la cooperazione politico-economico-militare fra gli Stati UE può benissimo andare a quel paese perché fra gli europei… “non c’è trippa per gatti”!!!
    Ovviamente i Cinesi, i Russi, gli Americani, i Musulmani terroristi e tanti altri… gongolano e ringraziano!!!

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  3. L’unico elemento che i paesi europei hanno in comune è la moneta. Avendo in comune la moneta ne discendono tutte le catastrofi che ben conosciamo ( budget, bilanci, provvedimenti punitivi, ” note sul registro” da parte dei burocrati di Bruxelles , etc.etc.) . Non esiste niente altro che leghi tra di loro i vari paesi europei. Manca un vero esercito , da cui l’atteggiamento da bullo di Biden in Ucraina o le figuracce a Kabul, ma dove crolliamo definitivamente è sul piano industriale e commetciale. Un esempio per tutti: l’Europa ha assistito passiva e dormiente alla razzia che hanno fatto i Cinesi in Africa senza muovere un dito. Ho sentito con le mie orecchie dire da Sassoli (r.i.p.) che gli stati singoli non avevano più un loro Ministero del Commercio Estero perchè ” ci pensava l’Europa” (sic!). L’allargamento dell’Eurppa ha favorito le delocalizzazioni impoverendo tutti ed uccidendo il R&D. In compenso i migranti ce li becchiamo noi e Macron li massacra alle frontiere. La Meloni non dice no all”Europa. Dice no a questa Europa. Le si può dare torto? Nel frattempo noi siamo qui sperando che un signore americano un pò annebbiato dall’età la pianti di giocare ai soldatini a casa nostra. Ma non era meglio per noi quello che pensava più alle signore che alle bombe atomiche?

    R.
    già, fra gradassi e prepotenti ci si intende meglio.

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  4. Biden, definito Sleepy Joe, o “vecchietto rinc…” avrà i suoi difetti certo, invece il suo biondo predecessore con la sua innata arroganza avrebbe rimesso a posto il russo: go back buddy, gli avrebbe detto e il “compare” avrebbe subito rinculato.
    Cosa ci siamo persi!

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  5. X sra Gazzato: bè Signora Gazzato, non so se sarebbe andata proprio così. Chi può dirlo. Tuttavia il caro Sleepy Joe ha detto qualcosa di terribile che in tutta la mia vita non ho mai sentito dire da nessun Presidente americano , e cioè parlare apertamente di TERZA GUERRA MONDIALE. E noi Eurpei, poveri tapini, qui tremando ( anche dal freddo) e sperando che sopravvenga un pò di buonsenso in casa nostra ( Europa).Comunque almeno una cosa importante di Trump era che per lui il vero nemico era la Cina e non la Russia. La Russia è lì e noi ( Europei) dobbiamo conviverci.

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  6. Romolo, della UE si sa poco a livello di opinione pubblica. Si ignora quanto di comune ci sia, molto più di quello che appare a prima vista e anche se a piccoli passi l’integrazione procede.
    Il campo militare è un terreno particolare e può richiedere più tempo.
    E va detto che Paesi con storie diverse e lingue diverse non è facile diventino tutt’uno.
    Ma il processo va avanti anche se non alla velocità che i padri fondatori pensavano.

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  7. Postato da me su The Guardian Int. oggi alle 16.14:
    What this is all about is very difficult to understand and I do not even try, but one point is clear to me: the EU should be a more strong presence and use a more strong voice as an European Union , no matter what the single leader may do or state, no matter what the USA president does or says, the EU is, to my point of view the biggest actor on the scene and should do the most to prevent Russia to invade Ukraine by all means, and by all means I mean any mean that is able to convince the Russia president to retreat his troops. The big economic interests involved in this story should be the main factor to induce the aggressive intentions of Russia to calm down and prevent a war that is the last thing the world could face in this moment. All really together to avoid an unpredictable and really dangerous jump into the void.

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  8. La Russia non ha nessuna intenzione di invadere l’Ucraina.
    Quanto agli inglesi sostenevano che Saddam Hussein avesse terribili armi.
    Siamo sempre lì.

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  9. Che l’Unione Europea sia come un condominio rissoso, mi pare…se proprio vogliamo prenderla a scherzo, un tantino “riduttivo”.
    L’Unione europea e una grande idea, rimasta però incompiuta, per come l’aveva concepita Schuman già dal 1950, ossia una unione inizialmente economica che avrebbe dovuto sfociare in una federazioni di Stati democratici con unità di intendi, di cultura, di civiltà.
    Però, che abbia raggiunto certi obiettivi fondamentali è innegabile: a parte l’eliminazione delle dogane e l’allargamento dei mercati, la libera circolazione delle merci, dei capitali e soprattutto delle persone, fatti che hanno prodotto un progresso socio-economico notevole, nonché la creazione della moneta unica e, last but not least, un periodo di pace di più di settanta.

    Però è vero che ad un certo punto il meccanismo s’è inceppato, anche per l’eccessiva disuguaglianza delle economie dei paesi membri, specie dopo l’allargamento a 28 paesi
    Proprio l’unità delle moneta s’è rivelata, per i paesi più deboli, abituati a regolare l’economia con un certo regime inflazionistico, una sorta di capestro, il resto l’hanno fatto l’attenzione esagerata alla stabilità del sistema finanziario, i vincoli di bilancio troppo stretti, la fiscalità non omogenea, la non soluzione del problema migratorio.
    E’ mancata la revisione del sistema istituzionale che avrebbe potuto regolare settori decisivi quali il bilancio, la politica economica, la politica estera, la sicurezza e la difesa. Ossia è mancata l’unità politica.

    Allora possiamo dire che tutto è perduto? No, se si riesce a vincere la crescente disaffezione dei cittadini che ha portato recentemente alla Brexit.
    Per far ciò occorre vincere alcune sfide, che non ammettono più deroghe, quali la solidarietà (regolare gli squilibri economici, sociali e territoriali), la sicurezza (Medio Oriente, Africa, terrorismo, la sfida ecologica), il processo migratorio da affrontare nella sua globalità(integrazione, aiuti sul piano economico ai paesi di origine).
    Io credo che primo o poi ce la faremo.

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  10. Visto che il discorso è caduto sulla guerra, dico la mia:

    Mercoledì, secondo le informazioni degli Usa, dovrebbe scattare l’ora x in cui la Russia sferrerebbe l’attacco all’Ucraina. Ma quando mai un attacco preannunziato da fonti terze si è verificato? Sembra solo un modo per alzare i toni di una trattativa da svolgere a livello diplomatico.

    La Russia “gioca” in casa, non vuole assolutamente che l’Ucraina entri nella Nato, e dal suo punto di vista ha ragione, chi vorrebbe ai propri confini puntati i missili dell’ipotetico nemico? Il grande schieramento russo ai confini dell’Ucraina serve ad assicurarsi un vantaggio nelle trattativa, non credo (o almeno spero) serva ad una azione di invasione militare.
    Credo che la Russia vorrebbe questa sicurezza, contenere l’espansione della Nato. E d’altro canto gli Usa e i suoi alleati non credo siano disposti a ingaggiare una guerra. Restano le sanzioni economiche, un’arma a doppio taglio, visto che gran parte dell’Europa si rifornisce del gas russo.
    Sarò un ottimista, ma credo che si arriverà ad un accordo diplomatico.
    E ora mi si conceda una battuta: sarà Di Maio con la sua delegazione a propiziarlo?

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  11. L’errore commesso dai Paesi fondatori il MEC (Germania, Francia, Italia e Benelux) è stato, a mio giudizio, quello di “allargare” quella istituzione a chicchessia ancor prima di pervenire, quel ristretto gruppo, ad una unione politica.

    In vero sarebbe stato molto meglio e senz’altro proficuo che i sei Paesi su enunciati avessero proseguito nel cammino intrapreso inizialmente, ovvero attraverso il MEC e con una collaborazione via via sempre più stretta fra loro, giungere, dopo un ragionevole lasso di tempo (non i più di sessanta anni per stare ancora al palo), ad una unione federale.

    Solo dopo aver toccato quel traguardo si poteva parlare di inglobare altri Stati, europei, che ne avessero fatta richiesta ma anche e soprattutto avessero posseduto i requisiti necessari per essere integrati nella già costituita Unione (politica) Europea: una economia solida, rispetto per i valori democratici, una volontà e disponibilità ad osservare la Costituzione europea già varata ed in vigore e quant’altro indispensabile.

    Invece si è cominciato, e si continua ancora, imperterriti, ad inglobare tutti, vedansi Paesi dell’ex blocco sovietico, addirittura anche la Turchia in un certo momento, si è persino giunti all’assurdo di creare una moneta comune senza avere dietro una vera Banca Centrale, tipo Federal Reserve americana, che abbia facoltà di stampare moneta e gestirla insieme ad un comune dicastero economico!!!

    Ovviamente tutta questa pletora di Paesi – ben 28 (un mixer fra occidentali ed ex comunisti) -, tra l’altro uniti da niente checche’ se ne voglia dire il contrario, fatalmente hanno ideologie ed economie differenti per cui oggi ci ritroviamo nel caos più completo…

    Come uscirne?

    Secondo me ricominciando da capo; ovvero i Paesi fondatori il MEC possono portare avanti una politica di “cooperazione rafforzata” e procedere (se ne hanno intenzione, ma non credo) da soli verso quella agognata unione politica.

    Un gruppo di pochi Paesi ma convinti e determinati…; tutti gli altri, quando saranno pronti (quello che si sarebbe dovuto fare prima), seguiranno.

    Alessandro ha detto giusto per quanto concerne i Paesi oggi componenti la UE ossia tutti con economie diverse, storie diverse ed obiettivi diversi….!!!

    R
    Turchia ancora in stand by però…

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  12. X Alessandro: a me pare che le nostre conclusioni non siano molto diverse. Alessandro dice che c’e parecchio da migliorare ed io sostengo che così com’è l’Europa è un mezzo flop. Purtroppo l’opinione comune non ammette critiche sull’Europa ed anche una sola critica ti fa etichettare come sovranista ( che, per me, date le circostanze è tutt’altro che un insulto). Quando facevo le medie ( una vita fa) ricordo che i professori ed i maestri ci spiegavano con convinzione cosa erano la CEE e la CECA. Erano cose di cui andare orgogliosi. Oggi l’Europa ci mette dietro la lavagna, si vergogna dei nostri crocefissi e lascia che sia Erdogan a gestire le grandi beghe internazionali. Cioè l’Europa delega la Turchia, aggressiva ed arrogante come un bullo di periferia, a difenderla. Una calata di braghe ed una dichiarazione di incapacità avvilenti. Se poi penso che il parlamento europeo, cioè l’assise in cui siedono tutti i paesi , ha riservato una standing ovation ad ina viziata ragazzina che ci ha umiliato, bè allora provo qualcosa di più che semplice rabbia. Una domanda sola: ma se UK e Svizzera, cioè due tra i paesi piu avanzati del continente, sono fuori, siamo proprio sicuri che abbiano fatto una cavolata.

    R
    la standing ovation Carola se la meritava

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  13. L’allargamento a dieci Paesi est europei fu eccessivo e frettoloso. avrebbe dovuto essere più graduale. Ma a spingere furono proprio quelli, GB in testa, che volevano annacquare l’Unione, insieme ad altri rappresentanti miopi, Prodi compreso.
    Ma GB a parte (un giorno ci ripenseranno) la UE è irreversibile e procede anche se lentamente ma procede. E nel Parlamento Europeo le forze europeiste sono la maggioranza, le antieuropeiste sono ai margini. Perché così votano gli europei.

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  14. Arrivo buon ultimo e mi trovo d’accordo con quasi tutto quello che è stato scritto.

    Credo che l’allargamento ai Paesi dell’est sia stato frettoloso. Forse bisognava trovare una formula intermedia e inserirli un una fascia di libero scambio senza un’integrazione alla pari con gli 11 fondatori.

    Credo che si dovrebbe valutare senza pregiudizi cosa ha funzionato bene e cosa ha funzionato male, e mirare soprattutto a consolidare e sviluppare gli aspetti positivi dell’integrazione, invece di rincorrere scenari ideali e utopici (tipo la Costituzione Europea).

    Quanto al problema NATO, che è stato sfiorato più volte, lo vorrei prendere di petto e sviscerarlo.
    La NATO, o Alleanza Atlantica, è qualcosa di innaturale, viste le distanze geografiche, economiche e culturali, che ha avuto senso finché esisteva il problema di arginare l’espansionismo politico/ideologico dell’URSS.
    Ormai sono 30 anni che il problema ha cessato di esistere. La Russia ha lasciato liberi gli Stati satelliti e non ha nessuna intenzione di riassorbirli.
    Oggi le posizioni si sono rovesciate, ed è la Russia, con le sue ex repubbliche sovietiche più fidate, a dover arginare l’espansionismo americano attraverso la NATO.

    Penso, visto cosa è successo negli ultimi 30 anni, che l’Europa dovrebbe sciogliere la NATO e sostituirla con un’alleanza militare solo tra europei senza neppure l’UK.

    Ormai è chiaro che i nuovi guerrafondai non sono i Paesi comunisti spinti dalla velleità ideologica di comunistizzare il mondo, ma piuttosto gli USA, spinti da interessi economici e dalle pressioni della potente lobby degli armamenti.

    Noi europei, attraverso la NATO, siamo stati costretti a fornire una copertura internazionale alle sciagurate iniziative militari degli USA (Kosovo, Afghanistan, Irak, Siria …….) fornendo, oltre all’apppoggio ideologico, mezzi e soldati, dei quali diverse decine sono morti per niente.

    E’ arrivata l’ora di tagliare il cordone ombelicale con gli USA, sganciarci dalle loro iniziative militari fallimentari che ci hanno danneggiato economicamente attraverso sanzioni ai nostri migliori clienti, attività italiane distrutte nei Paesi teatro di guerra, debiti verso le nostre aziende non pagati, clienti persi, ondate di migranti disperati.

    L’Europa deve riscoprire la dottrina De Gaulle, che non fu mai amico degli USA, e trovare il proprio spazio autonomo nel mondo insieme alle altre grandi potenze come USA, Russia, Cina, Corea, Giappone, e insieme ai Paesi emergenti come India e Brasile.
    E, sempre secondo De Gaulle, l’Europa deve normalizzare i rapporti con la Russia, che è più vicina a noi degli stessi USA, ed ha interessi economici complementari più che concorrenziali.

    Mi auguro che Draghi, che è una persona lucida e lungimirante, lo abbia capito e sia più vicino alle idee di Macron di quanto appare dalle sue esternazioni filoamericane in pubblico.

    R
    anche questo è un punto di vista.

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  15. Cerchiamo sempre di capire a chi conviene, e perchè: non è cinismo, ma spiega perfettamente molti atteggiamenti e molte iniziative.
    Allora;
    Gli USA, spaccati tra l’altro da una guerra civile strisciante e reduci da decenni di figure militari di m…, hanno nel corso degli anni delocalizzato ogni tipo di manifattura, escluse le armi, all’ estero. Nel frattempo hanno sviluppato, per esigenze di supremazia politica, una produttività di combustibili fossili che non possono essere assorbiti da una LORO industria che non c’è più. QUINDI, bisogna venderli, soprattutto il gas che gli USA non utilizzano perchè l’energia elettrica loro la producono col nucleare.
    Problemino: il gas USA, oltre che ricavato con tecnologie devastanti per l’ambiente, è molto costoso. Certamente più costoso del gas africano e del gas russo. Come convincere quindi i servi europei a comprare il costoso gas a stelle e strisce? Dichiarando guerra, o meglio, facendola dichiarare contro i produttori. Obama e la Hilton lo hanno fatto in Libia, Bush ha fatto ammazzare Saddam e devastato l’Iraq perchè osavano pensare di farsi pagare anche in Euro, l’Afghanistan è stato invaso per fermare un gasdotto, e adesso trasformiamo i Russi nell’Uomo Cattivo e magari dichiariamo una bella guerrettina (le botte le prendono gli Europei, certamente non i valorosi marines) così l’Europa è costretta a imporre le sanzioni e resta al freddo e poi il generoso zio Sam gli vende il gas. Va da sè che dell’ Ukraina a nessuno gliene frega niente, in primis agli USA che probabilmente non sanno neppure dov’è, ma sanno che se riescono a imporre la sua accettazione nella NATO potranno schierare nuovi missili contro Mosca, stavolta più vicini e quindi a media gettata e quindi più economici dei grossi cetrioloni intercontinentali.
    Per motivi altrettanto commerciali Putin non è assolutamente d’accordo, in più (ed è la differenza forse più preoccupante) ha dalla sua una fortissima componente ideologica e nazionalistica che fa del “blocco slavo” un attore granitico e assolutamente invincibile – chiedetelo ai Tedeschi cosa è successo a Stalingrado. Inoltre Putin ha “le scarpe nel fango”, come dicono i vecchi soldati. In caso di guerra lui è lì, e i suoi uomini sono lì, non sono bimbiminkia rimpiattati nel nebraska che pilotano droni sul monitor – NESSUNO ha mai battuto la Russia da occidente, e non si vincono le guerre solo con gli aerei.

    Noi in mezzo a portare il caffè e i biscotti, come sempre dalla seconda Guerra Mondiale in poi. Banche e politiche economiche europee? Ma figuriamoci. Noi abbiamo da spendere il bonus facciate.

    R
    altro punto di vista…certo speriamo che i boots on the ground rinculino al più presto per il bene di tutti anche dei caffettieri.

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  16. Per la precisione: adesso gli stati UE sono 27, dopo l’uscita di GB.
    Della Turchia in UE non si parla proprio più, e la stessa Turchia, o meglio Erdogan, adesso sembra pensare ad altro, ossia ripristinare l’antico dominio ottomano!

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  17. È vero sono 27, ma secondo me la
    Gran Bretagna, idealmente è ancore in UE, credo che se si dovesse realizzare l’unità politica l’UK non ne resterebbe fuori.

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  18. Alessandro, l’UK è sempre stata fuori dalla UE. Ha conservato la sterlina ed ha continuato a prosperare sulla finanza internazionale e sulla speculazione dopo il periodo di deindustrializzazione.
    E’ legata a doppio filo con gli USA, anche se dopo la seconda guerra mondiale la leadership è passata agli americani.
    In Europa è più un infiltrato che altro.

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  19. Signora Gazzato, quanto alle intenzioni di Putin io non ho mai avuto dubbi. Non ha mai pensato lontanamente di invadere l’Ukraina.
    Quando i russi hanno invaso per davvero i confinanti (Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia, Caucaso ….. ) mica hanno avvisato prima!

    Credo – e spero – che Putin sia stato così intelligente da capire che questa situazione poteva far fare l’ennesima figuraccia agli USA, specialmente ora che il presidente è quello zombie di Biden, e determinare finalmente la crisi della Nato che in molti cominciano a mettere in discussione (oltre a me e Nencioni).

    Gli europei avevano ottimi rapporti commerciali con i Paesi arabi. Le nostre imprese realizzavano infrastrutture e impianti industriali, porti, raffinerie, e loro ci pagavano bene e ci garantivano le forniture di idrocarburi.
    I rapporti con la Russia erano intensi. In questo caso, tecnologie e prodotti di qualità, anche alimentari, in cambio di gas.

    I bombardamenti americani hanno colpito anche i cantieri delle imprese italiane, e hanno contribuito non poco alla nostra crisi economica. I debiti (per esempio, quelli dell’Irak), non sono stati pagati. Le sanzioni contro la Russia hanno colpito pesantemente le esportazioni italiane e tedesche.
    Gran parte dei flussi migratori verso l’europa sono stati provocati dalla distruzione dell’economia dei Paesi di origine (Afghanistan, Irak, Siria, Libia, Somalia ….).

    Gli americani fanno le guerre nel nostro emisfero e i danni di guerra li pagano gli europei.
    E tutto in cambio di cosa?
    Di un ombrello protettivo militare? Contro chi?
    La Russia e la Cina non ci minacciano. Se ci minacciano lo fanno attravevso l’economia, e l’ombrello americano ci fa più male che bene.
    La protezione contro il terrorismo non funziona. Abbiamo avuto attentati in Europa proprio per vendetta contro le guerre degli americani.

    Trump sarà stato anche un personaggio sgradevole, ma, con la sua politica neoisolazionista, ha fatto molti meno danni all’Europa con i dazi di quanti ne abbiano fatti quei sepolcri imbiancati di Obama e Biden con le loro guerre umanitarie interessate.

    R
    “specialmente ora che il presidente è quello zombie di Biden”
    opinioni, punti di vista, però…mi sa che è stato proprio lo “zombie” a fare rinculare Buddy. Come le pare, Luigi, però con tutti i difetti che hanno (e sono tanti) gli americani hanno trovato un paese distrutto e se non ci fossero stati loro (e non solo) forse saremmo ancora sotto quello lì e i suoi seguaci. Forse. Almeno un bel po’.

    Rispondi
  20. La GB era rimasta fuori anche da Schengen. Si crede ancora una potenza imperiale ma si illude, e anche gli USA ritengono più importante Berlino di Londra.
    Certo, finché la GB gli va dietro come un cagnolino gli fa anche comodo.

    R
    Però hanno una regina di tutto rispetto e con tutti i problemi che ha avuto ed ha sta ancora li a festeggiare il 70esimo anniversario.

    Rispondi
  21. Signora Gazzato, non dimentichi che gli americani hanno trovato un Italia distrutta ….. da loro e dagli inglesi con i bombardamenti a tappeto. Fino ad allora il Paese aveva mantenuto una sostanziale integrità.
    Giusto e naturale che abbiano contribuito in una certa misura a risarcire i danni di guerra. Anche perché una Italia sul lastrico non avrebbe comprato i prodotti americani.

    Dopo quasi 80 anni continuiamo a mettere (giustamente) sul banco degli accusati i tedeschi per le loro rappresaglie, mentre non versiamo una lacrima sui quasi 100.000 morti civili causati dai bombardamenti angloamericani.
    Eppure quei morti sono stati almeno il quadruplo di quelli provocati dai tedeschi.
    E, se, dal lato dell’assassino, sparare ad un civile messo contro il muro appare molto più riprovevole che seppellirlo vivo sotto le macerie della sua casa (occhio non vede, cuore non duole), dal lato di chi muore, forse è peggio morire sotto le macerie.
    E i suoi parenti perdono, oltre ad una persona cara, anche i loro mezzi di sostentamento.

    Badi bene che io sono anticomunista da sempre e, da ragazzo, non ho mai partecipato alle manifestazioni contro la guerra in Vietnam.
    Però, quando è troppo, è troppo.

    Gli USA stanno precipitando in un baratro sociale e ideologico e cercano nemici esterni per distrarre la loro opinione pubblica.
    Nel frattempo stanno favorendo nel modo più spregiudicato la loro logora economia.

    E’ l’ora di prendere le distanze dagli americani buoni che passavano con i loro carri armati in mezzo alle macerie prodotte da loro distribuendo ciaccolata ai poveracci.
    R
    rimanga pure delle sue idee gliele lascio tutte e non discuto, ma se qualcuno non avesse iniziato “altri” non avrebbero bombardato Le conseguenze delle azioni di chi “guida” un paese ricadono prima di tutto sui cittadini.

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  22. Qualcuno vorrebbe per favore ricordare che la Germania nazista è stata sconfitta ANCHE dai Russi? Mica per niente, ma siccome tutti giustificano l’appecoronamento italiano col fatto che gli USA ci hanno liberato da Hitler, non è andata esattamente così.
    Gli Americani hanno perso in guerra circa 300.000 uomini, i Russi tra soldati e civili (la differenza, essendo a casa loro, è difficile da stabilire) circa 25 MILIONI.
    Tanto per capire a chi dire grazie.

    R
    beh, nessuno protesterà sui numeri, certo che fanno sempre effetto, si spera siano nell’ordine anche approssimativo.

    Rispondi
  23. Soprattutto dai russi, o meglio dai sovietici (di varie nazionalità). Sono loro ad avere stroncato le armate naziste, ricacciate indietro per mezza Europa fino ad arrivare a Berlino. Anche gli USA hanno poi contribuito, dal giugno ’44, col fronte occidentale.
    Si sa che i film di Hollywood la raccontano diversamente…

    Rispondi
  24. Ma cosa conta la regina d’Inghilterra! Sta lì, come un manichino vivente, con tutta la sua corte, a fare da simbolo e stop.
    R
    beh non è proprio cosi, lei rappresenta l’unità del paese e anche la solidità e le tradizioni non poco cosa.

    Rispondi
  25. Signora Gazzato, io ho impiegato 50 anni per rendermi conto che la seconda guerra mondiale non era andata proprio come ce la raccontavano i film di Hollywood e la storiografia ufficiale italiana.

    Lei ha perfettamente ragione quando afferma che l’Italia era stata uno degli aggressori e quindi meritava di essere punita, come la Germania e il Giappone.

    Bisogna ricordare, però, che l’entrata in guerra la decise Mussolini e non gli italiani tutti, che si sorpresero di dover andare a combattere contro gli ex alleati della prima guerra mondiale. Le ovazioni in Piazza Venezia all’annuncio dell’entrata in guerra sappiamo bene quanto valevano.

    E lo stesso Mussolini entrò in guerra a financo di Hitler dopo mesi di tentennamenti e di piedi tenuti in due staffe (sembra accertato che stava in contatto anche con Churchill).
    Lo fece, sia per salire sul carro del probabile vincitore, ma anche per evitare che l’Italia, se si fosse alleata con Francia e Inghilterra, fosse invasa dai tedeschi come, appunto, la Francia e la Polonia. E allora sì che ci sarebbero stati morti e distruzioni!

    Ma in tutto questo, che colpa avevano gli italiani, che finirono cornuti (dominati da una dittatura) e mazziati dai bombardamenti? Più o meno come, in tempi recenti, gli afgani e gli iracheni.

    I bombardamenti sulla popolazione civile per far cadere il fascismo e costringere l’Italia alla resa incondizionata (che poi abbiamo chiamato eufemisticamente armistizio), fu una strategia spregiudicata e criminale.
    Altro che liberatori!
    R
    lo chiede a me “che colpa avevano gli italiani”? Lo chiede lei a me, lei che se la prende con gli americani?
    Se la prenda con chi ha osannato quel tipo, con chi gli ha baciato le suole, con chi non si è opposto quando poteva farlo e sa bene di chi parlo.
    PS: se vuole può postare qui la sua lettera sul tema pubblicata oggi da Italians.

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  26. Ma la politica della GB la fanno i governi. Anche diversissimi l’uno dall’altro. Ma la regina sempre lì, a simboleggiare. E dopo ogni elezione a fare la recita dell’andare ai Comuni a leggere il discorso preparato dal premier.

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  27. Non si possono criticare gli USA se sono venuti a farci la guerra. Era il nostro regime che gliela aveva dichiarata! E si sa che in guerra non si va per il sottile. si spara e si buttano bombe. Certo possono essere rimproverati bombardamenti a tappeto sulle città e, ad esempio, quello su Dresda a guerra già finita.
    R.
    farci la guerra? Beh, ci eravamo dentro fino al collo.
    Dresda non fu l’ultima ad essere bombardata la Germania si arrese solo dopo la distruzione di Berlino.
    “Kurt Vonnegut, scrittore statunitense che fu catturato dai tedeschi e che si trovava a Dresda come prigioniero all’epoca del bombardamento, nel famosissimo testo Mattatoio n. 5 scrive: «Io ci tornai veramente a Dresda, con i soldi della Fondazione Guggenheim (Dio la benedica), nel 1967. Somigliava molto a Dayton, nell’Ohio, ma c’erano più aree deserte che a Dayton. Nel terreno dovevano esserci tonnellate di ossa umane”.
    La guerra è una cosa orribile da qualsiasi parte la si guardi, ma una volta innescata (e qui sappiamo chi è stato) prima di cessare lascia dietro a sé solo devastazione e morte.

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  28. Facchin

    questo articolo del The Guardian sembra darle ragione sulla regina
    https://www.theguardian.com/commentisfree/2022/feb/17/britain-monarchy-end-royal-jubilee

    non so se legga l’inglese, ma in estrema sintesi dice che la monarchia dovrebbe cessare con Elisabetta e dare al paese un presidente eletto che sia garante della costituzione e che non permetta lo strapotere di Boris.
    Il titolo:
    Clearly Britain loses more than it gains from the monarchy. Let us be brave and end it. (GB perde più di quanto guadagna con la monarchia, Siamo coraggiosi e chiudiamola qui).
    Polly Toynbee

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  29. Mariagrazia, The Guardian è un ottimo giornale ma la sua collocazione politica è simile a Repubblica, è la voce dei liberal-democratici repubblicani che sono, ovviamente, da sempre anti-monarchia.
    Per gli stessi motivi il Guardian era anche anti-brexit: sappiamo come è finita.
    In Italia non possiamo capire la funzione della Regina e della Corona per gli Inglesi. Noi abbiamo servito sotto mille padroni, la nostra identità culturale e biologica è da sembre in cambiamento per le centomila invasioni e scorribande, i nostri confini sono una barzelletta: l’unico elemento che ci tiene insieme è la lingua (quasi), un po’ di rovine romane e il vino.
    Gli Inglesi da secoli, ormai millenni, difendono la loro isola e tutte le loro unicità, buone e cattive, protetti da un mare grigio e cattivo e stringendosi intorno a un Re; e il Re nei momenti difficili era lì tra i suoi sudditi, non come il nostro che se l’è filata a gambe dopo aver fatto da fantoccio connivente a una dittatura.
    Se il Guardian riduce tutto a PIL e scambi commerciali prenderà una sportellata identica a quella della Brexit, e non a caso stanno sperimentando flop molto simili tutte le “sinistre fighette” europee quando antepongono l’economia ai valori della tradizione. Gli Inglesi conoscono benissimo i costi della Corona, così come sapevano benissimo quale fregatura si andavano a incartare con la Brexit; e si rendono perfettamente conto di come la Regina sia anacronistica nel mondo moderno. Ciò di cui NOI non ci rendiamo conto è che questo anacronismo per loro è un merito, anzi, IL merito, ciò che distingue il Leone Britannico da un’ accozzaglia di supermercati e bottegai. Ricordati sempre la vecchia battuta “nebbia sulla Manica, il Continente è isolato”.
    Il Guardian si sbaglia e si illude: gli Inglesi piuttosto tireranno la cinghia per decenni, ma mai e poi mai si “modernizzeranno” al punto di cancellare la Corona.
    R
    anche secondo me.

    Rispondi
  30. Sì, lo leggo l’inglese, anche se qualche termine mi può sfuggire. Quanto alla monarchia inglese può benissimo continuare, fa parte della storia del Paese, però dovrebbe semplificarsi un po’, diventare tipo monarchie scandinave. E francamente questa regina che a 95 anni non lascia il trono al figlio fa un po’ pena. Lo considera scemo? O ritiene che senza di lei la GB crollerebbe? Tanto rimarrebbe comunque nei castelli, non andrebbe all’ospizio!
    R
    beh, più che al figlio mi sa che non vuole lasciarlo alla nuora. E il figlio non mi sembra destinato a diventare un grande e illuminato monarca.

    Rispondi
  31. Io sono stato a Dresda due volte. La prima quando c’era ancora la DDR. I palazzi distrutti dai bombardamenti erano semplicemente transennati, nessuna ricostruzione in corso. Però nella città c’erano tanti quartieri nuovi edificati fuori dal centro.
    La seconda volta dopo la riunificazione tedesca, e la Germania unita aveva iniziato a recuperare i blocchi delle macerie, a catalogarli per la ricostruzione.
    Il bombardamento di Dresda è quasi unanimemente giudicato un atto senza senso.
    La Germania ormai era disfatta. E non c’era nemmeno bisogno di demoralizzare il popolo tedesco che già aveva capito che era finito tutto.
    Fu un atto di rappresaglia inglese. Hanno fatto un monumento al caposquadriglia, chiamato simpaticamente Bomber Harris.

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  32. Ho come l’impressione che ci sia chi ha interesse a far fallire l’Italia, certo sappiamo che ci sono alcuni paesi che volentieri entrerebbero a gamba tesa a sostituire i nostri prodotti migliori con altri a più basso costo ma con una qualità decisamente più bassa.
    Tutta questa storia dell’aumento del gas e la crisi in Ucraina non sarà forse che mira anche a questo?
    E il nostro governo oltre che pensare alla pandemia in questi ultimi due anni che ha fatto per scongiurare questa crisi? E la UE? Dormito forse da piedi?

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  33. Caro Nencioni,
    Lei ha molta ragione sull’UK anche se forse nei confronti di noi italiani è un po’ troppo drastico: siamo molto più di confini barzelletta (cosa dovrebbe essere la Germania altrimenti?), vino e rovine romane. A me non furono inculcati sentimenti patriottici – al contrario! – ma penso sia BELLO essere italiani. Mi danno anche fastidio i numerosi cliché, nel bene o nel male, che su di noi circolano (in Germania poi… Per non parlare della Francia).
    Appuntino: ironia, il popolo mai violato (il che è vero) è retto da una casato di origine tedesca.

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  34. Ottima riflessione, la sua.

    Quello che potrebbe sconcertare, rattristare, ma soprattutto far incavolare di brutto quegli Italiani che ancora ci tengono al nostro Paese è il venir a scoprire, presto o tardi, che, sotto sotto, alcuni nostri “influenti politicanti” remano contro per ricavare non pochi soldi o prestigi dal fallimento italiano (non dimentichiamo che ci sono persone che si vendono pure il padre e la madre pur di realizzare i loro scopi non guardando in faccia a nessuno!!!).

    Ci sarebbe, inoltre, l’incognita UE, ovvero appurare, anche qui, che sotto l’apparente letargo europeo, alcuni Paesi della istituzione, in barba alle tanto conclamate convergenze di idee, di patti bilaterali, di “volemose bene”, di alleanze, amicizie e stereotipati sorrisi vari, sono proprio quelli che ci pugnalano alle spalle (proprio tu, Bruto, figlio mio!) e desiderano la fine italiana per far prosperare i loro orticelli nazionali a guisa dei famosi capponi di Renzo ne “I promessi sposi” (vedansi Francia, Germania, Olanda…).

    R

    Ehhh già, attenzione però Romolo che qui qualcuno potrebbe vedere anche in lei il profilo sfocato del “Complottista”…

    Rispondi
  35. Suvvia! La crisi ucraina, costi del gas, eccetera , hanno ben altre ragioni che il volere nuocere all’Italia.
    Diciamo che anche noi ne risentiamo, ecco.

    Rispondi
  36. Sono trascorsi, difatti, più di sessant’anni da quando furono istituiti EURATOM, CECA, MEC… e furono firmati anche i trattati di Roma; il tutto per favorire, all’epoca, secondo le intenzioni dei vari De Gasperi, Schumann, Adenauer e attraverso collaborazioni sempre più strette, la nascita di una unione federale politica fra i Paesi partecipanti all’indomani della tragedia della guerra mondiale.

    Cio’ appurato ci si chiede:

    “Quanto si deve aspettare ancora per vedere concretizzata tale unione? Secoli”?

    Non prendiamoci in giro, signori leaders europei!!

    Diciamo piuttosto che tutta questa voglia di “unirsi” non ce l’ ha nessuno, s’è bell’ e capito, altrimenti, a quest’ora, dopo ben SESSANTA ANNI e passa, qualcosa di più concreto sarebbe già stato realizzato sul piano politico-federativo!!!

    I nazionalismi sono duri a morire, purtroppo, come diceva Bertoldo a proposito dei pregiudizi.

    Quello che maggiormente rattrista in tutta questa storia è che oltre a non pervenire a niente di concreto dal punto di vista politico, si continua, stupidamente, a prendersi per i fondelli tra i vari Paesi UE supportando quello che e’ divenuto, oramai, un’ “inutile carrozzone UE” che sotto le parvenze istituzionali di una pseudo collaborazione sociopoliticoeconomica, avente la finalità ultima di pervenire ad una unione politica (sic), serve solo a mascherare gli intrallazzi e le turlupinature che quegli stessi Paesi comunitari continuano imperterriti a perpetrarsi gli uni gli altri.

    Gli Stati UE non hanno neanche la onestà di essere coerenti e leali per ammettere, coraggiosamente, che la cooperazione politico-economico-militare fra di essi può benissimo andare a quel paese perché fra gli europei… “non c’è trippa per gatti”!!!

    Ovviamente i Cinesi, i Russi, gli Americani, i Musulmani terroristi e tanti altri che continuano a fare il bello e cattivo tempo, a spese proprio degli stessi europei, gongolando, “ringraziano”!!!

    R
    si ringraziano…fra un po’ siamo noi a doverli (anche) ringraziare!

    Rispondi
  37. Russi, Cinesi, Statunitensi, Musulmani terroristi, Erdogan, ecc. ecc. ci ringraziano, a noi “europei”, perché consentiamo loro di “affermarsi” e di condizionarci non poco: politicamente, economicamente, militarmente, ideologicamente e financo religiosamente, visto quanto siamo disposti a fare per non dispiacere agli islamici.

    Siamo pronti a rinnegare anche Cristo crocifisso, i presepi e le nostre millenarie tradizioni, pur di tenerceli buoni, ma anche perché, in fondo, a quelle non crediamo neanche noi, e quindi…

    Tolleriamo di fatto, sempre per il quieto vivere, le nefandezze perpetrate dai talebani in Afghanistan anche se poi, a chiacchiere, condanniamo quel regime; accettiamo passivi le intrusioni e le disposizioni dettate dagli americani nelle politiche europee oltreché doverli seguire, perché alleati, nelle loro bislacche iniziative che il più delle volte danneggiano proprio noi europei; sottostiamo ai ricatti russi e alle pretese putiniane in Ucraina o altrove; taciamo, timorosi, dinanzi all’espansionismo economico militare cinese pensando, piuttosto, ciascun Paese europeo, a come aiutarli economicamente (poveracci) acquistando da quelli anche le spille da balia (ché l’Europa è un continente sottosviluppato) o aprendo loro, qualcuno, fiabesche “vie della seta” e mettere magari pure a disposizione porti e scali strategici!!!

    Guai a toccare il proprio orticello!!!

    Lasciateci stare in pace a noi europei, prendetevi tutto, fate come vi pare, eccovi le chiavi basta che ci consentite, ancora per un po’, di fruire del nostro beato, egoistico edonismo.

    Rispondi
  38. Visto che la padrona di casa mi ha invitato a farlo, riporto anche qui la lettera che è stata pubblicata da Severgnini su Italians (in realtà quelle cose le avevo giù scritte anche qui).
    Confesso che la cosa mi ha sorpreso non poco, vista la posizione costantemente filoamericana del nostro amico.
    Ha voluto pubblicare una lettera che non condivide per esporla alle critiche, o qualcosa si comincia a muovere anche nella testa dei filoamericani a vita?
    Per la cronaca, anch?io sono stato filoamericano fino almeno all’inizio degli anni ’90. Poi ho cominciato a interrogarmi. Quel che è troppo è troppo.

    Cari Italians, quello che sta accadendo in Ucraina, alla luce dei conflitti che si sono accesi nel mondo negli ultimi 30 anni, mi fa pensare che l’Europa dovrebbe sciogliere la NATO, e sostituirla con un’alleanza militare solo tra europei senza neppure l’UK. Ormai è chiaro che i venti di guerra non vengono più dai Paesi comunisti spinti dalla velleità ideologica di comunistizzare il mondo, ma piuttosto dagli USA, spinti da interessi economici e dalle pressioni della potente lobby degli armamenti. Se Putin volesse invadere veramente l’Ucraina non avrebbe certo dato il preavviso. Noi europei, attraverso la NATO, siamo stati costretti obtorto collo a fornire una copertura internazionale alle sciagurate iniziative militari degli USA (Kosovo, Afghanistan, Irak, Siria …….) fornendo, oltre all’appoggio politico, mezzi e soldati, dei quali molti sono morti. Questo non c’entra niente con l’antiamericanismo ideologico degli anni ’60-’70, e non credo possa essere considerato un atteggiamento ingrato verso chi ci aveva soccorso quando il Paese era distrutto (peraltro, distrutto in larga misura dagli “alleati” stessi). E’ arrivata l’ora di tagliare il cordone ombelicale con gli USA, sganciarci dalle loro iniziative militari fallimentari, che ci hanno danneggiato economicamente attraverso sanzioni ai nostri migliori clienti, attività italiane distrutte nei Paesi teatro di guerra, debiti verso le nostre aziende non pagati, clienti persi, ondate di migranti disperati. In sostanza, i danni delle guerre più o meno umanitarie degli ultimi decenni li abbiamo pagati interamente noi europei. L’Europa deve riscoprire la dottrina De Gaulle, e trovare il proprio spazio autonomo nel mondo insieme alle altre grandi potenze. E, sempre secondo De Gaulle, l’Europa deve normalizzare i rapporti con la Russia, che è più vicina storicamente e culturalmente a noi degli stessi USA, ed ha interessi economici complementari più che concorrenziali rispetto ai nostri.
    Luigi Lenzini

    R
    beh, tagliare il cordone ombelicale con gli USA…la vedo difficile. Però, ognuno la pensa come vuole, ma mi lare che lei qui abbia evitato (forse volontariamente?) di parlare di quanto è successo quel tristemente famoso e tragico 11 settembre.

    Rispondi
  39. @luigi facchin
    Il senatore Gastone era omonimo di mio padre (Aldo) ma assolutamente estraneo. Erano ambedue avvocati e si conoscevano, anche perchè sotto elezioni a mio padre arrivavano lettere di insulti, petizioni e progetti di “armi definitive” contro gli odiati bolscevichi che papà portava personalmente al senatore e ci si facevano delle matte risate. Una volta arrivò a mio padre la telefonata di un fornitore di striscioni elettorali, e gli chiesero “Onorevole, ne mettiamo ancora qualcuno?” Papà tranquillo rispose “Mettete, mettete” (Tanto, pagava il partito). Risultato, in via Orefici e via Dante a Milano c’era uno striscione del MSI ogni 5 metri, sembrava la festa del patrono…
    Peraltro in Toscana Nencioni ò come Rossi o Brambilla a Milano.

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  40. @mariagrazia
    Quello che è accaduto l’11settembre sarebbe interessante sapere come lo descriveranno i testi scolastico del futuro (se ce ne sarà uno).
    Riassumendo:
    un gruppo di terroristi marocchini ed egiziani, capitanati e organizzati da un principe reale saudita, dirottano armati di taglierini alcuni jet passeggeri e li schiantano su due grattacieli e (forse) sulla sede del Pentagono. I grattaceli sprofondano nel nulla dopo un breve incendio, i danni al Pentagono si i limitano a un grosso buco cilindrico.
    In risposta all’ attentato, che peraltro era stato preceduto da altri attacchi sottovalutati e da notizie di intelligence dal mondo arabo che non erano state tradotte perchè gli interpreti arabi erano stati licenziati in quanto gay, gli Stati uniti organizzano con gli alleati una risposta che si scatena dapprima contro l’Afghanistan, una nazione scorbutica e bellicosa dall’altra parte del Pianeta, dedita alle guerre interne e alla produzione e vendita di eroina all’Occidente, colpevole a detta dell’intelligence americana di aver ospitato il principe saudita e i suoi complici, poi contro l’Iraq, un paese mediorientale abbastanza ostile agli USA (come tutto il medioriente) ma totalmente estraneo ai fatti, contro cui vengono lanciate accuse di attentati all’ antrace e di fabbricazioni di armi di sterminio di massa, rivelatesi poi invenzione fantasiosa dei sopra citati “Servizi” americani. I Sauditi, finanziatori dell’ attentato, vengono stranamente “ricompensati” con vantaggiosi trattati commerciali e abbondanti regalie di missili, mentre la numerosa famiglia dei Bin Laden continua nei suoi commerci mondiali, tra cui spicca l’acquisto delle maggiori cave di marmo di Carrara in Italia.
    Nonostante la superiorità numerica e tecnologica, e nonostante i crimini di guerra, le distruzioni insensate e gli attacchi indiscriminati alla popolazione civile, sia la “missione” afghana che l’occupazione dell’ Iraq vengono neutralizzate e sconfitte dalla reazione delle forze partigiane locali, che costringono le forze dell’ Asse a un ritiro disordinato in Iraq e le mettono in rotta rovinosa in Afghanistan, costringendole a una fuga spettacolare documentata su tutti i videogiornali del pianeta.
    L’Iraq viene lasciato a una situazione di disastro economico, umanitario e ambientale nonchè a una guerra civile strisciante sotto la guida di un governo fantoccio, mentre l’Afghanistan in pochi giorni torna saldamente nelle mani dei Talebani che possono ricominciare i loro traffici di droga.
    Tra gli episodi che testimoniano la cosiddetta superiorità morale dell’alleanza USA-Europa, spesso indicata come una delle giustificazioni degli attacchi, ricordiamo il tradimento e il processo-farsa contro Saddam, precedentemente alleato e cittadino onorario USA; la costruzione e l’utilizzo (inizialmente segreto) del campo di tortura di AbuGrahib, dove vengono rinchiusi e torturati senza processo e spesso senza accuse centinaia di Irakeni, tra cui anche bambini; la costruzione e l’utilizzo del campo di concentramento e tortura di Guantanamo, peraltro ancora attivo e pieno di prigionieri mai processati; il massacro col fosforo del villaggio di Falluja (altri episodi sono quasi certi ma non documentati a sufficienza), oltre al mitragliamento di innumerevoli feste di matrimonio e di pastorelli con i loro greggi.
    In Afghanistan ricordiamo la licenza d’uso concessa, nella speranza di convincerli a combattere i Talebani, ai “signori della guerra” locali per il mantenimento di harem di bambini maschi; i soliti mitragliamenti di civili; e infine, novità, l’iscrizione alle liste di voto e alle scuole della popolazione femminile, liste che al momento della fuga vengono regalate ai Talebani insieme a importantissime scorte di armi sofisticate, in modo che possano più agevolmente reintrodurre leggi liberticide e femminicide.

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  41. Ad Alberto Nencioni. Ringrazio per la risposta. In effetti il senatore Nencioni fu per anni autorevole esponente del MSI a Milano. Ed era migliore di tanti altri. Ad esempio quando un giovane missino uccise a coltellate, in centro a Milano, un giovane di sinistra che aveva strappato un manifesto del MSI da un muro e chiese al senatore di difenderlo al processo, questi disse di rifiutarsi sdegnato per il suo atto inammissibile.
    Non sapevo che il vostro cognome fosse così diffuso in Toscana.

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  42. L’11 settembre e l’attentato alle torri a New York. Tragico, ovviamente, ma fu una nemesi. A compiere l’atto furono le forze che gli USA avevano sostenuto militarmente per la presa del potere in Afghanistan, facendo cadere il governo laico e di sinistra che era sospettato di essere troppo amico dell’URSS…

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  43. @luigi facchin
    Ti avevo risposto con un intervento esauriente, pieno di riferimenti e di “prove inconfutabili” come si conviene, ma forse era troppo lungo.
    Ci riprovo mutuando la mirabile sintesi di Giulio Cesare che così annunciava l’ennesima vittoria dell’ Impero: Veni, vidi, vici. In italiano moderno: So’ arrivato, ho visto come buttava, li ho fatti neri.
    La triste storia degli attentati alle Torri Gemelle e del loro seguito, al netto di complottismi, regolamenti di conti interni, propaganda, ideologie e razzismi associati di cui mai avremo il racconto completo, penso si potrebbe riassumere con: Gli USA e i paesi vassalli hanno scatenato una guerra mondiale per conquistare il Medio Oriente, e l’hanno persa.
    Tornando al grande Giulio, “Siamo andati, c’abbiamo capito poco o niente e ci hanno fatto un mazzo come una capanna.”
    Il resto, come in tutte le guerre, è morti e dolore.
    R
    Nencioni, abbia fede, il suo post è passato ma lei non se n’è accorto (comunque, se cercate di fare post più brevi è meglio, grazie).

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  44. Mi ha sconcertato la lista di fatti elencati da Nencioni, di cui molti non li conoscevo.

    Gli americani tendono a semplificare le situazioni complesse, ed a generalizzare il detto, attribuito a Cesare, che “i nemici dei miei nemici sono miei amici”.

    Lo hanno applicato ingenuamente ai talebani aiutandoli a cacciare i russi, salvo poi accorgersi di che pasta erano fatti. E si sono trovati i missili “stinger” usati contro i propri elicotteri.
    Lo hanno applicato ingenuamente a Saddam Hussein spingendolo ed armandolo contro il diabolico Komeini che aveva dato agli USA uno schiaffo intollerabile.
    Poi si sono accorti che di Saddam non ci si poteva fidare quando ha attaccato il loro pupillo Kuwait.
    Lo hanno applicato in Siria ai ribelli contro Assad, considerato troppo filorusso, salvo poi trovarsi impelagati in una specie di ennesimo Vietnam.

    Un’accelerazione della loro politica tendente ad imporre con le armi una “pax americana” sul modello della “pax romana” (vedi anche l’entusiasmo per i film tipo “Il Gladiatore”) si è avuta con la caduta dell’URSS e la fine della guerra fredda.

    Di fronte alla crisi dell’ex impero sovietico gli USA i sono allargati liberamente attraverso il mondo.
    Ma le loro strategie sono intelligenti?
    Ci possiamo fidare delle loro scelte, visti i risultati?
    Siamo sicuri che bombardando i Paesi islamici si combatta il terrorismo?
    E, soprattutto, siamo sicuri che noi europei e italiani e loro siamo ancora sulla stessa barca e abbiamo gli stessi interessi?
    O, magari, siamo saliti sulla barca loro loro perdendo la nostra autonomia e perfino la nostra dignità?
    Vedi l’Italia che, come Nato, è dovuta andare a far guerra a Gheddafi dopo che aveva concluso importanti contratti e normalizzato i rapporti, con il risultato di rovinare economicamente le tante imprese italiane che ci lavoravano …

    Almeno, dopo l'”intervento umanitario” in Italia nella seconda guerra mondiale, poi ci hanno aiutato col Piano Marshall.

    E se tutti i profughi che fuggono dalla guerra, invece di spartirceli tra europei, li mandassimo tutti negli USA, che sono stati gli ideatori e gli autori di quelle guerre?
    R
    non crede che le cose siano un po’ più complesse di come le descrive? E non credo proprio che noi italiani siamo “saliti sulla barca”, ma che dovevamo bere o affogare.

    Rispondi

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