Non guardo Sanremo da molto tempo, ne seguo alcuni spezzoni solo se li vedo riportati sui giornali per dovere di cronaca relativamente alle cose “buffe” o alle facezie più o meno politically uncorrect che accadono inevitabilmente ogni anno.
Ormai penso che sia più la gara a chi la spara più grossa, al farsi notare a tutti i costi, più che una gara canora.
Di “canoro” però ho sentito la vocina flautata ma non troppo di Sabrina Ferilli mentre, forse inconsapevole di avere il microfono aperto, ha profferito con estrema eleganza, la frase …” pezzo di m…”, mentre il conduttore stava presentando qualcuno sul palco dell’Ariston.
Lei, sembra essere stata dietro le quinte e quindi non si vede ma si sente distintamente.
Chissà con chi ce l’aveva? Forse col conduttore? Lo stesso smentisce e anzi si è profuso in lodi sperticate per l’attrice (molto zigomata) e nega convinto che si riferisse a lui, Sabrina ha un linguaggio colorito, parla cosi e si rivolge a tutti con la sua estrema simpatia e spontaneità, ma non parlava certo di lui, dice.
Ci credo. Amadeus ormai è un mito, dopo questa edizione super si piazza sopra a tutti nella classifica dei conduttori di maggior successo, sfida persino il mitico Pippo, figuriamoci se Sabrina ce l’aveva con lui…
Oppure, caro Ama, mi sa che fai il furbetto e con le tu arie da grande uomo dalle larghe e aperte vedute sei leggermente, non dico tanto, maschilista?
Ti sei trovato accanto quel po’ po’ di donna e hai pensato che ti rubasse la scena?
Eddai, confessa che l’hai maltrattata un pochino, che l’hai messa al “suo posto”, nel cantuccio, sullo sgabello dietro le quinte…e lei di farti da valletta non ci pensava proprio quando ha accettato e vedi come ha risposto, volutamente perché sentissero tutti…
Ah Sanremo come sai tenere tu l’attenzione degli italiani non c’è nessuno, perché non fondi un partito? Potresti avere buone chances alle prossime elezioni. Potrebbe chiamarsi “Canta che ti passa” e potrebbe essere proprio Sabrina a fare da leader. Ciao…sono Sabrina e non faccio la valletta…
Ecco, su, maschietti, parlate di belle donne!
Non sono un sanremologo e neppure un nostalgico, però da ragazzino, seguii il festival di Sanremo del 1952.
Il presentatore era Nunzio Filogamo, dalla voce inconfondibile e dalla memorabile frase iniziale di saluto: “Amici vicini e lontani, buonasera, ovunque voi siate”. Quest’ultime parole “ovunque voi siate” allargavano l’orizzonte del palco del Casinò di Sanremo e lo spostavano idealmente oltre i confini nazionali, realizzando allora una sorta di “mondovisione” in anteprima.
Allora si ascoltava per radio, e tutto il resto, fuorché le voci e la musica, erano lasciate all’immaginazione. Forse era per questo che si dava più importanza alle parole e alle note musicali, queste disposte sempre a formare una melodia orecchiabile. Oggi chi saprebbe canticchiare una canzone fatta di ritmo e urla?
A quel tempo si diceva: “Vince Vola Colomba di Cherubini-Concina, cantata da Nilla Pizzi. Oggi di dice: “Hanno vinto Mahmood e Blanco” il resto, titolo e autori passano in secondo ordine, i personaggi hanno il sopravvento sul soggetto principale. Altra peculiarità di quel tempo, il voto esclusivamente popolare: la fase finale dei collegamento con le varie città che comunicavano le loro preferenze era particolarmente emozionante, non solo per l’attesa del risultato, ma anche perché rappresentava una sorta di viaggio lungo tutta l’Italia. Oggi il voto popolare proclamato, è stato sostituito dall’anonimo televoto mescolato col voto di giurie particolari, e chi ci capisce è bravo.
Con l’età seguii sempre meno il Festival e questo l’ho orecchiato di rimbalzo, tra una partita di calcio e un telegiornale, perciò sarò molto approssimativo, so che nonostante Achille Lauro, Drusilla, la Bertè, e la canzone vincente, il festival sia stato l’omologazione della dissacrazione, nel senso che tutto ormai è stato digerito dai gusti, dalla cultura, dalla morale dei tempi, e forse un frac sarebbe più dirompente degli abiti di Achille Lauro. So che l’audience ha toccato vertici altissimi, che Amadeus è celebrato come una stella, che luci, colori, scenografia, abiti, suoni, effetti speciali, ospiti, insomma le sovrastrutture sono diventate il tema principale, mentre il tema principale è diventato un pretesto ad esse funzionale.
È accaduto come a quel re cui morì la regina che amava moltissimo, e volle costruire sulla sua tomba un grande monumento. Ma non ritenendolo mai adeguato al suo dolore, ne fece costruite altri sempre più grandi, finché capì cos’è che stonava in tanta magnificenza da lasciarlo sempre insoddisfatto: era quella piccola tomba, e così ordinò di rimuoverla.
Però la canzone che ha vinto non è male:
Mi pare che le varie manifestazioni musicali abbiano perso la loro connotazione e siano diventate solo macchine per fare audience.
Sono già molti anni che il festival di Sanremo non presenta canzoni tipiche della tradizione italiana, e neppure quelle non tradizionali che comunque la gente ascolta.
Siamo passati al rap, alle canzoni dal ritmo arabeggiante, al frastuono genere metal, e ci può capitare di tutto.
Il più delle volte vince il più strampalato, quello che riesce ad attirare l’attenzione. Infatti, in una manifestazione dove ti presentano una sfilza di canzoni è difficile notare e ricordare le caratteristiche di ciascuna.
Personalmente non guardo Sanremo ormai da tanti anni.
Tutt’al più guardo gli sketch e le interviste agli ospiti.
Quanto a Sabrina Ferilli non mi è mei piaciuta. L’ho sempre trovata troppo costruita. Non mi piace neanche fisicamente, a parte i recenti rifacimenti che trovo ridicoli. Brutta non è, ma neppure bella come la vogliono presentare. La vidi senza reggiseno in un film di tanti anni fa, ed aveva un decolleté che definirei “liquido”.
Ce ne sono mille più belle e più brave di lei.
R
il decolletè “liquido” mi mancava. Ma non indago.