Tutto aumenta: i prezzi di verdura e frutta alle stelle come di tanti altri generi alimentari, le bollette, la benzina…lo spread, i tassi d’interesse…ma i ricchi comprano beni di lusso come non mai, quindi?
I ricchi sono sempre più ricchi e gratificati mentre chi non ce la fa a mandare avanti la famiglia sente aumentare solo la pressione arteriosa per l’ansia e magari è preda di attacchi di panico. Ma si auto cura perché i soldi per lo psicanalista non li ha, con lunghe sedute terapeutiche (si fa per dire) davanti alla TV, guardando soprattutto reality e talk show.
Il governo è in subbuglio, tutti litigano, i Cinquestelle stanno per diventare Supernove o anche meno, dato che, anche se non siamo alla resa del Conte (che non si arrende), di certo non passano un periodo di tutto riposo, ma meglio far finta di nulla, dopotutto era scritto nelle stelle e contro il destino non si va.
Mentre nel centrodestra lo stellone di Salvini sembra spegnersi lentamente e al suo posto rimanere un grosso buco nero attraverso il quale il leghista grosso farebbe bene a scappare prima che i tempi si facciano difficili. Per lui. Scommetto che c’è chi sta tramando per fargli le scarpe, non subito perché è di pianta larga, ma con un po’ di pazienza un bravo ciabattino si trova.
Chi si sente in una botte di ferro o anche d’acciaio è lei: Giorgia. ormai Salvini ce l’ha sempre in his mind, un chiodo fisso proprio.
Si sente sfilare da sotto la leadership dalla pimpante e rampante leader di Fratelli d’Italia. Povero Matteo, non ne imbrocca una di giusta, una ne fa e cento ne sbaglia: insomma è in declino. E come diceva la nonna: “prima viene san Godi e poi San Patisci”.
E a sinistra che si dice? I Piddini che fanno? stanno a guardare? Letta si sta attivando per mettere pace nella litigiosa compagine di governo? Non mi pare, piuttosto credo che anche lui si senta nervosetto. Ha sempre l’aria di uno che pensa: “ma chi me l’ha fatto fare”?
Insomma, Draghi ha il suo bel da fare a raccapezzarsi in mezzo a tanta confusione. Lui è abituato a ben altro tenore di vita, questo lo sta stressando.
Ha le borse sotto gli occhi che crescono di ora in ora.
Che segnale sarà? Lo stress ha preso anche lui e non dorme la notte?
Teme forse che qualcuno gli faccia qualche brutto scherzo?
Non si sa mai, non si sa mai, quello che al mondo ci può capitar…
La Meloni non va da nessuna parte, come la Le Pen in Francia.
Brutta bestaia l’inflazione, i risparmi personali vengono erosi, i proprietari di immobili invece godono.
Insomma una tassa per i meno abbienti e una fortuna per chi può acquistare beni durevoli.
E Draghi che fa? Dovrebbe essere un esperto in campo monetario… dico, per porre un qualche rimedio, non per salvaguardare i suoi risparmi.
Forse non s’è ancora ripreso dalla delusione quirinalesca, deve riordinare le idee. Intanto ha telefonato a Putin per mettere pace sulla questione ucraina. Chissà se si saranno capiti, per telefono è tutto più difficile e quando ci sono di mezzo gli interpreti sai che… casino.
Macron invece da Putin ci va, di presenza è piu facile intendersi, e comunque può soccorrere il linguaggio dei segni.
I partiti? Ognuno sembra fare a gara per ridursi ai minimi termini, l’inflazione erode anche i consensi, solo la Meloni sembra abbia fatto un investimento azzeccato: dicono stia acquistando Palazzo Chigi.
Caro Alessandro, non credo che la Meloni possa ambire a Palazzo Chigi. A meno che non si liberi di tutto quel ciarpame di neofascisti che si tira ancora dietro.
E prendere le distanze dagli estremisti è rischioso.
A Fini, anni fa, è andata male.
Provo a buttare là un altra ipotesi.
Un passaggio della leadership indolore o comunque consensuale tra Salvini e Zaia, che potrebbe attrarre più moderati e potrebbe far crescere i consensi della Lega (e magari anche con un cambio di nome e di simbolo).
In questo caso la Meloni potrebbe perdere consensi a favore della nuova Lega ed essere costretta ad accodarsi, magari scaricando gli estremisti.
Tutto sommato, sarebbe una riedizione della coalizione che aveva sostenuto i governi di Berlusconi, con il ruolo di partito guida passato da FI alla Lega.
Salvini non molla di sicuro la leadership della Lega. Sennò cosa fa? E la Meloni Palazzo Chigi lo vedrà sempre da fuori.
Luigi, non so se la Meloni vorrà liberarsi degli estremisti di destra, ma credo che raccoglierà più consensi degli altri partiti, a meno di imprevisti, quale potrebbe essere una discesa in politica di Draghi con formazione di un grande centro, o qualcosa di simile.
La Meloni dovrebbe comunque superare lo scoglio Mattarella, a meno di un suo successo clamoroso.
Purtoppo la crisi dei partiti sembra avviata ad una crisi irreversibile.
I partiti non parlano più alla gente, tutta la loro attività è proettata sul potere interno e sul potere relatvo nei rapporti con gli altri.
Questo comporta già uno spreco di energie che va tutto a detrimento delle idee (non parliamo delle ideologia) della necessità di comprendere il mondo reale, della necessità di portare avanti i bisogni concreti degli altri.
Dalla crisi dei partiti deriva la crisi del Parlamento incapace di espletare la sua funzione legislativa e di controllo.
Da ciò deriva la tendenza di un certo dispotismo più o meno illuminato di cui si fa carico il PdC con alcuni ministri, di fatto un oligopolio, il tutto col tacito consenso delle parti sociali e del popolo disorientato che si affida docilmente alla guida unica. L’opposizione o non esiste o se esiste è messa nella condizioni di non nuocere.
La Magistratura poi è un organo alla mercé di un altro oligopolio pressoché incontrollato, perché il PdR è sempre troppo distante da esso e viene sostanzialmente eluso.
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Si, si nota anche con l’attacco dell’ex premier Renzi ai magistrati che lo indagano per la faccenda della fondazione Open (finanziamento illecito ai partiti).
Anche lui, come molti altri, non ci sta ad essere mandato sotto processo e vuole processare i giudici: in uno stato di diritto la divisione dei poteri è fondamentale ma con l’era Berlusconi e soprattutto da Mani Pulite in poi, lo scontro Giustizia/Politica è sempre più acceso a tutto svantaggio della democrazia.