Povero Beppe Grillo, mi fa quasi pena. La sua faccia mi ricorda i vecchi film in costume dove il protagonista, l’eroe, cadeva nella polvere sotto i colpi del nemico di turno, ma poi si rialzava e anche malconcio, alla fine vinceva.
Non so se Grillo “vincerà” e riuscirà a spiegare agli inquirenti che lo accusano di traffico di influenze, cioè l’aver favorito l’amico armatore utilizzando il suo ruolo di “garante” e “padre nobile” dei Cinquestelle e discolparsi. Forse si difenderà dicendo che, appunto, lui voleva solo aiutare un amico e non credeva affatto di violare la legge facendogli il favore di chiedere ai suoi parlamentari di promuovere qualche leggicola che lo potesse in qualche modo favorire in un momento di crisi. E dirà, forse, che i contratti pubblicitari erano veri e non coperture per i soldi che l’armatore proprietario della compagnia di navigazione Moby, gli avrebbe dato in cambio.
Si indignerà? Si mostrerà rabbioso e determinato come ai tempi delle sue intemerate nelle piazze strapiene, contro la casta corrotta che stava ammorbando l’aria del bel paese e che lui e i suoi “fedelissimi” bravi ragazzi avrebbe riportato dalle stalle alle stelle?
Non saprei e neppure me ne importa nulla. A me non è mai piaciuto, non mi ha mai convinto, né lui né i suoi e neppure mi ha mai convinto l’idea che lui e Casaleggio, avrebbero potuto salvare l’Italia dalla corruzione dei politici e fare tutti quei miracoli che, negli anni, lui e i suoi hanno snocciolato come un rosario, sotto gli occhi di tanti italiani ammirati dalle sue parole e dalle sue prodezze.
Però ora che il suo Movimento è in caduta libera nei consensi anche se sta in Parlamento ed ha il maggior numero di parlamentari, ora che pure il figlio Ciro è rinviato a giudizio per stupro di gruppo e ora che la pandemia che aleggia sul paese da due anni ha cambiato in peggio molti equilibri in molti aspetti della nostra vita, questa notizia di avviso di un simile reato ad uno che le ha sparate talmente grosse da arrivare ad avere un consenso nel paese come non si vedeva nei riguardi di nessun partito o movimento, da anni e anni, devo dire che, non mi mi meraviglia, non mi dispiace ma mi indigna si e anche molto.
Che le sue cannonate fossero a salve, l’ho pensato fin dall’inizio ma ora, vedere, se verrà confermata l’accusa, come ha menato per il naso tanti italiani, li ha illusi ed ora si scopre che appena arrivato al potere, subito un minuto dopo, ha usato gli stessi identici mezzucci dei politici che lui ha vituperato per anni e anni e dovrà difendersi davanti ad un giudice di questo, sempre con la stessa faccia che ha mostrato a chi gli ha dato fiducia, fa pena si, umanamente, ma nel contempo la trovo una cosa rivoltante.
Alessandro Di Battista ha detto che Beppe è un amico e che spera che riesca a dimostrare la sua innocenza (cos’altro avrebbe potuto dire?), ma dalla faccia mi pareva crederci davvero poco. E pensare alle facce degli esponenti di spicco del movimento che andranno in televisione, riluttanti, a giustificare questa cosa con ogni mezzo, a cercare di difendere l’indifendibile, compreso l’ineffabile e imperturbabile capo del Movimento: l’avvocato Giuseppe Conte (non a caso) in questo momento cosi difficile e delicato è una cosa che mi fa venire voglia di espatriare e non è detto che non ci pensi seriamente.
Grillo e il suo movimento stanno percorrendo l’ultima tratto della loro parabola discendente. Cosa doveva succedere di più per vedere verificarsi tutti i dubbi espressi da chi non s’è mai fidato della demagogia? Quante volte s’e detto che, altro è criticare il potere (sacrosanto), altro usare la critica per dare l’assalto al potere e sostituirsi ad esso cambiando solo gli attori.
Risultato di questo inganno, cui molti (troppi) italiani hanno creduto, è un Parlamento dissociato dal Paese che avrà il compito importante di eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, non in maniera incondizionata, ma con l’intesa che la legislatura duri fino a “conclusione naturale”,
perché, dopo, per gran parte dei parlamentari non ci sarà più una poltrona da occupare.
Ciò nonostante questo il Parlamento abbia mostrato tutti i suoi limiti.
R
si, un vero disastro nel disastro e c’è anche chi invoca Berlusconi al colle per mettere la ciliegina su una torta ormai rancida. Magari lui farebbe meno danni di altri ma sarebbe l’apoteosi dell’assurdità.
Signora Mariagrazia, espatriare proprio no, perderemmo una voce sincera e appassionata di opposizione agli (s)governi di questa nostra Italia.
Comunque stia tranquilla Berlusconi è solo il deterrente perché la destra possa vedere eletto un suo secondo candidato. Sempre che l’ammucchiata governativa non si ritrovi compatta su Draghi alla Presidenza delle Repubblica e Giorgetti (per esempio) a guidare il governo fino a ultimazione delle legislatura.
R
grazie ma anche dall’estero non mi dimenticherei di essere italiana, no. Temo che su Draghi la sua previsione sia corretta.
Grillo mi è piaciuto molto quando faceva il comico in maniera intelligente mettendo in ridicolo i difetti degli italiani,
Non mi è piaciuto più quando ha deciso di fare sul serio.
Sono stato ospite del suo blog ai tempi del governo Berlusconi, ed era un ricettacolo di odio e di sfogo di frustrati.
Mi piacerebbe che toccasse anche a lui di trovarsi bersaglio dei magistrati.
Personalmente il fatto che si sia fatto corrompere non mi convince tanto.
Grillo è ricchisimo.
R
certo è ricchissimo ma, primo ai ricchissimi il denaro non basta mai e secondo, mantenere un apparato come quello che ha messo in piedi con il Movimento deve costare parecchio e non lo faccio cosi generoso da tirarli fuori di tasca propria.
Non sono solo i soldi, è il sentirsi Marchese del Grillo (casualmente). Ricordarsi della saggezza del pueblo, “comandare è meglio che fo….”. Il Beppe è passato da comico televisivo sbattuto a calci fuori dalla RAI per una battuta fatta nel luogo sbagliato e nel momento sbagliato ad “ago della bilancia”, guru, futuro che avanza e altre cose goduriose, poco faticose e gratificanti. Casualmente accompagnate da mazzi di euro di oscura e poco documentata provenienza,
Se non sei un intelletto superiore, e Grillo non lo è, ce n’è più che a sufficienza per montarsi la testa, e gli atteggiamenti da monarca offeso già visti nella storiaccia del figlio lo confermano. Comunque la proprietà e la gestione del Movimento sono della Casaleggio Associati, non suoi.
R
ah si? Beh è molto più complessa di cosi la storia e comunque Beppe Grillo è cofondatore del movimento e all’inizio buona parte della gestione era condotta da lui ma poi la situazione si è parecchio ingarbugliata:
https://www.ilpost.it/2018/02/06/movimento-5-stelle-rousseau/
ma poi si è ingarbugliata ulteriormente ma…alla prossima puntata.
Comunque l’inchiesta è in corso ed è troppo presto per emettere “sentenze”. E anche Casaleggio è coinvolto nella faccenda anche se, per ora, non indagato.
“…è troppo presto per emettere “sentenze”…
C’è poco da sentenziare. I 5stelle NON sono un partito, sono un marchio di una società di pubblicità che lo concede a persone che con un contratto privato accettano di pagarne l’uso versando quote e comportandosi in un certo modo in un certo posto (il Parlamento). A voler essere pignoli, ma non certo in Italia, i grillini sono tutti parlamentari indipendenti, dato che il Movimento non ha struttura di partito e pertanto partecipa alquanto abusivamente ai lavori in Aula. Il vincolo di mandato che lega(va) i grillini a Casaleggio/Grillo non è nè costituzionale nè legale, come non lo è la “espulsione” dal partito – difatti i “cattivi” legalmente sono solo privati del diritto a usare il marchio, ma restano in Parlamento associandosi a qualche partito vero o al gruppo misto. I bilanci della Casaleggio, come pure la struttura organizzativa-finanziaria deI blog (sono più di uno, ciascuno rilancia le notizie di quello principale per “fare click” e attirare pubblicità) sono una matrioska mai spiegata. Così come non è mai stato presentato un bilancio certificato (che è già un illecito di per sè) e neppure un organigramma ufficiale (idem).
Quindi, processi o no, Grillo DA SEMPRE rappresenta un giro d’affari poco chiaro. In un Paese onesto (alla faccia di “onestà onestà”) e un po’ più serio dell’Italia a Montecitorio non gli avrebbero affidato neppure la gestione della buvette. Altro che rendicontazione degli scontrini del caffè.
R
Beh, c’è qualcosa che non torna nel tuo commento. Che siano un partito non c’è dubbio visto che siedono in parlamento da tre anni e sono il partito di maggioranza relativa da tre anni, in quanto a Casaleggio ha ritirato la piattaforma Rousseau e non è più disponibile e Casaleggio ha chiuso coi Cinquestelle- ma c’è anche lui nell’inchiesta anche se per ora non indagato.
Le sentenze preventive non possiamo darle, ci deve pensare la magistratura, questo intendo.
Il Movimento 5stelle NON è un partito perchè così ha stabilito il suo “fondatore”
https://www.facebook.com/beppegrillo.it/posts/10151430707221545/
Non lo è perchè non ha le carte in regola per definirsi tale a norma di leggi vigenti
https://www.carteinregola.it/index.php/perunapoliticatrasparentedemocratica/cinquestelle-un-pianeta-sconosciuto-10-dicembre/come-funziona-il-movimento-cinquestelle-le-regole-guido-marinelli/
ed è talmente vero che lo stesso Parlamento per queste ragioni non lo annovera tra i partiti finanziabili
https://www.repubblica.it/politica/2022/01/03/news/m5s_2_per_mille_respinta_richiesta-332463492/
“…nel gennaio 2018, in vista delle elezioni politiche il M5S cambia di nuovo logo, con la scritta ‘ilblogdellestelle.it’. Titolare del marchio è la nuova Associazione Movimento 5 Stelle, con sede a Roma in Via Nomentana, presso lo studio legale Ciannavei, e fondata alcuni mesi prima da Casaleggio e Luigi Di Maio….”
https://www.repubblica.it/politica/2021/02/19/news/m5s_proprieta_simbolo_grillo_casaleggio-288279228/
Ai suoi tempi il Partito dell’ Uomo Qualunque (da cui i 5stelle hanno copiato pari pari slogan e ideologia) raggiunse percentuali simili al Movimento, ma era ufficialmente un partito. Così, tanto per ricordare.
R
partito o “cosa” che importanza ha? Occupano il parlamento da tre anni per non fare quasi niente (ma forse danni tanto quanto se non di più di altri “partiti”) che cosa vuoi che mi importi? Come ti pare a me non cambia niente.
Un partito è un organismo che ha struttura, iscritti, congressi. Gli stelluti non hanno niente di tutto questo. sono un insieme di sparpagliati uniti solo dal carisma (si fa per dire) di Grillo. Che in Parlamento siano in tanti o pochi non conta niente.
Questa questione se i 5 stelle non sono un partito mi ha ricordato una barzelletta di totò che raccontava a un amico di essere stato scambiato da un energumeno per Pasquale e preso a sganassoni. Quando l’amico gli chiese: “E tu come hai reagito”, lui rispose: “Niente, mica sono Pasquale”
https://www.dailymotion.com/video/x50uaj
Caro Omnibus, ridi pure che fa bene alla salute, ma non è esattamente una barzelletta.
Finchè le cose vanno via alla “membro di segugio”, finchè non c’è fretta, finchè tutti sono grassi e contenti, è vero, si può non sottilizzare sulla forma.
Però quando non hai i timbri e i codicilli a posto, come nel caso dei 5 stelle, butti dalla finestra milioni di euro, e non ride più nessuno. Inoltre, potrebbe girare il vento politico e venir fuori un avvocato di parte avversa che ti chiede danni, che pretende l’annullamento dei contratti e delle decisioni sottoscritte, insomma, che ti fa nero.
Un po’ come un negoziante senza licenza: finchè non arriva la Finanza fai girare il fatturato, poi un giorno ti azzerano.
R
per come conosco Omnibus che scrive qui da anni credo che abbia ben presente la complessità e l’assurdità di tutte le idiosincrasie del pianeta grillino, ma credo che la barzelletta volesse solo sdrammatizzare il quesito (?) partito si o no e una risata non credo faccia male a nessuno.
PS: il “membro di segugio”, per questa volta passi la prossima cancello.
“Partito si, partito no”
Giusto, l’uno o l’altro, non cambia nulla, sempre sganassoni rimagono”.